Trovato un orso morto sulle Alpi Orobie
Inviato: lunedì 24 settembre 2012, 5:07
da L'Eco di Bergamo di Andrea Filisetti
Trovato un orso morto sulle Alpi Orobie
I resti in stato di decomposizione rinvenuti da un cacciatore in un dirupo della Val Sedornia (Gandellino)
Il decesso forse in primavera e per la caduta in un canalone. Test del dna per risalire all'identità
I resti di un orso, ormai in avanzato stato di decomposizione, sono stati rinvenuti sabato scorso nei boschi della Val Sedornia, nel comune di Gandellino, intorno ai 1.950 metri di quota, in località Calvera. Il ritrovamento grazie a un cacciatore, in giro con il cane, che ha scorto una carcassa di un animale di grandi dimensioni. L'uomo ha quindi chiamato la Polizia provinciale, che ha inviato sul posto una pattuglia del nucleo ittico venatorio. I resti da subito hanno fatto pensare a un orso. Pelo, zampe e cranio (anche se quest'ultimo già in parte scarnificato) erano con evidenza di un plantigrado. I resti sono stati raccolti e portati all'istituto zooprofilattico sperimentale di Bergamo e alcuni tessuti destinati a Bologna, all'Ispra, per l'esame genetico. Con il test del dna si potrà stabilire di quale esemplare si tratti di quelli introdotti nel Parco Adamello-Brenta e poi diffusisi sull'arco alpino.
Nella zona una predazione
Non dovrebbe essere un orso classificato come problematico, non è stato infatti trovato il radiocollare. Da un primo esame sembra che si tratti di un maschio, morto in primavera probabilmente per cause naturali. Da come è stato trovata la carcassa, in un canalone, potrebbe essere precipitato. Risulta difficile pensare che sia stato abbattuto visto che in primavera le doppiette rimangono ferme. Da escludere una valanga, durante l'ultimo inverno non si è accumulata neve a sufficienza. A ulteriore prova del fatto che il decesso sia riconducibile prima dell'inizio della scorsa estate la certificazione del decesso di un capriolo predato da un orso nella zona, proprio in quel periodo. Il ritrovamento ha subito fatto attivare tutti gli enti preposti al controllo di questa specie, Provincia, Regione, Forestale e Parco delle Orobie. Il presidente del Parco Yvan Caccia, che durante le scorse settimane ha presentato un progetto di promozione turistica del territorio legato proprio al plantigrado, segue la vicenda. «Vogliamo essere cauti – ha commentato –. Solo gli esami ci permetteranno di capire con certezza di quale esemplare si tratti e come sia morto. Ci piacerebbe inoltre che anche i nostri tecnici fossero invitati a seguire l'autopsia. È per noi un ritrovamento importante». Oltre al valore scientifico la scoperta della carcassa assume anche un altro significato. «La presenza di questo animale – continua Caccia – diversamente da quanto afferma qualcuno, non è poi così sporadica. Chiariamo, non vogliamo portare l'orso sulle Orobie, intendiamo usare l'orso, per tutto quello che rappresenta, ai fini di attrazione turistica».
Primo decesso in Lombardia
Il non facile recupero, per via del luogo impervio in cui sono stati trovati i resti, ha suscitato la soddisfazione dell'assessore alla Polizia provinciale Fausto Carrara. «Siamo compiaciuti dal lavoro svolto – commenta – non solo per il recupero, ma per tutto il monitoraggio fatto su questa specie. L'attività dei nostri uomini è stata intensa: hanno avuto a che fare anche con un gran numero di segnalazioni. Con la crescita della popolazione di orsi nella provincia di Trento ormai ci sembra evidente che questi animali possono arrivare con facilità anche da noi. Voglio inoltre evidenziare il fatto che non siano state trovate tracce di bracconaggio». Potrebbe trattarsi di uno dei primi decessi di animali di questa specie nella nostra regione. In provincia di Trento, dove la popolazione è più numerosa, gli episodi sono più frequenti. Proprio sabato una donna ha scorto i resti di un giovane esemplare nei boschi sopra Caderzone Terme.
Trovato un orso morto sulle Alpi Orobie
I resti in stato di decomposizione rinvenuti da un cacciatore in un dirupo della Val Sedornia (Gandellino)
Il decesso forse in primavera e per la caduta in un canalone. Test del dna per risalire all'identità
I resti di un orso, ormai in avanzato stato di decomposizione, sono stati rinvenuti sabato scorso nei boschi della Val Sedornia, nel comune di Gandellino, intorno ai 1.950 metri di quota, in località Calvera. Il ritrovamento grazie a un cacciatore, in giro con il cane, che ha scorto una carcassa di un animale di grandi dimensioni. L'uomo ha quindi chiamato la Polizia provinciale, che ha inviato sul posto una pattuglia del nucleo ittico venatorio. I resti da subito hanno fatto pensare a un orso. Pelo, zampe e cranio (anche se quest'ultimo già in parte scarnificato) erano con evidenza di un plantigrado. I resti sono stati raccolti e portati all'istituto zooprofilattico sperimentale di Bergamo e alcuni tessuti destinati a Bologna, all'Ispra, per l'esame genetico. Con il test del dna si potrà stabilire di quale esemplare si tratti di quelli introdotti nel Parco Adamello-Brenta e poi diffusisi sull'arco alpino.
Nella zona una predazione
Non dovrebbe essere un orso classificato come problematico, non è stato infatti trovato il radiocollare. Da un primo esame sembra che si tratti di un maschio, morto in primavera probabilmente per cause naturali. Da come è stato trovata la carcassa, in un canalone, potrebbe essere precipitato. Risulta difficile pensare che sia stato abbattuto visto che in primavera le doppiette rimangono ferme. Da escludere una valanga, durante l'ultimo inverno non si è accumulata neve a sufficienza. A ulteriore prova del fatto che il decesso sia riconducibile prima dell'inizio della scorsa estate la certificazione del decesso di un capriolo predato da un orso nella zona, proprio in quel periodo. Il ritrovamento ha subito fatto attivare tutti gli enti preposti al controllo di questa specie, Provincia, Regione, Forestale e Parco delle Orobie. Il presidente del Parco Yvan Caccia, che durante le scorse settimane ha presentato un progetto di promozione turistica del territorio legato proprio al plantigrado, segue la vicenda. «Vogliamo essere cauti – ha commentato –. Solo gli esami ci permetteranno di capire con certezza di quale esemplare si tratti e come sia morto. Ci piacerebbe inoltre che anche i nostri tecnici fossero invitati a seguire l'autopsia. È per noi un ritrovamento importante». Oltre al valore scientifico la scoperta della carcassa assume anche un altro significato. «La presenza di questo animale – continua Caccia – diversamente da quanto afferma qualcuno, non è poi così sporadica. Chiariamo, non vogliamo portare l'orso sulle Orobie, intendiamo usare l'orso, per tutto quello che rappresenta, ai fini di attrazione turistica».
Primo decesso in Lombardia
Il non facile recupero, per via del luogo impervio in cui sono stati trovati i resti, ha suscitato la soddisfazione dell'assessore alla Polizia provinciale Fausto Carrara. «Siamo compiaciuti dal lavoro svolto – commenta – non solo per il recupero, ma per tutto il monitoraggio fatto su questa specie. L'attività dei nostri uomini è stata intensa: hanno avuto a che fare anche con un gran numero di segnalazioni. Con la crescita della popolazione di orsi nella provincia di Trento ormai ci sembra evidente che questi animali possono arrivare con facilità anche da noi. Voglio inoltre evidenziare il fatto che non siano state trovate tracce di bracconaggio». Potrebbe trattarsi di uno dei primi decessi di animali di questa specie nella nostra regione. In provincia di Trento, dove la popolazione è più numerosa, gli episodi sono più frequenti. Proprio sabato una donna ha scorto i resti di un giovane esemplare nei boschi sopra Caderzone Terme.