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Caccia ai cinghiali, Legambiente: spreco di soldi

Inviato: lunedì 4 luglio 2011, 18:52
da IW2LBR
Caccia ai cinghiali, Legambiente: spreco di soldi

Di recente la Giunta Provinciale di Bergamo ha deliberato al fine di individuare "azioni di intervento straordinario per il contenimento della popolazione di cinghiali per riportarla entro densità socialmente ed economicamente tollerabili". Pare che solo ora l'amministrazione provinciale si sia accorta che il problema dei cinghiali è serio e, di conseguenza, abbia deciso di adottare misure straordinarie. Interventi che nella fattispecie si concretizzano nel consentire ai cacciatori di abbattere più cinghiali, anche in zone in cui, prima, non erano autorizzati ad intervenire. In passato la stessa decisione è stata già presa e non ha sortito alcun effetto, in quanto i cacciatori non hanno alcun interesse ad eliminare i cinghiali, anzi, li considerano un loro patrimonio da preservare. Ma pare che in Provincia siano restii ad imparare dagli errori già commessi. Il progetto della Provincia comporta, tra le altre cose la possibilità di abbattere cinghiali da parte delle squadre autorizzate dalla Provincia stessa anche all'interno del Parco dei Colli di Bergamo. Nel Parco, però è già in corso un progetto di eradicazione molto più impegnativo e rispettoso delle altre specie animali. Progetto che ci chiediamo se la Provincia conosca, come dovrebbe, visto che è annoverata tra i soci del Parco. Ci pare assurdo avviare un progetto come questo che rischia di danneggiare quanto già avviato nel Parco dei Colli e di sprecare le risorse investite, soprattutto in considerazione del fatto che sono anni che,grazie alle scelte dell'amministrazione provinciale i cittadini già pagano i danni provocati dai cinghiali.

La Provincia, infatti, dal 15 novembre 2011 ha deciso di accollarsi anche la parte di danni provocata dai cinghiali che, per legge, dovrebbe essere pagata dai cacciatori. Sarebbe ora di capire fino a che punto vuole spingersi la Provincia nella sua disponibilità nei confronti dei cacciatori: come mai per tanti anni nelle zone vocate e cacciabili il controllo della specie è stato affidato in via prioritaria ai cacciatori? Legambiente, dunque, si chiede fino a quando i cittadini dovranno pagare di tasca propria il macabro divertimento di pochi?

Nicola Cremaschi, presidente di Legambiente Bergamo

Cinghiali: gli agricoltori potranno abbatterli

Inviato: giovedì 7 luglio 2011, 11:19
da IW2LBR
da L'Eco di Bergamo di Fausta Morandi

Cinghiali: gli agricoltori potranno abbatterli

Nelle premesse si parla di fenomeno che ha assunto «i connotati di calamità», quindi le misure per contrastarlo non possono che essere a tutto campo. «Azioni straordinarie», le chiama la Provincia. Sono in vigore da pochi giorni, e mirano a riportare «entro densità socialmente ed economicamente tollerabili», in Bergamasca, la presenza del cinghiale, che negli ultimi anni è aumentata in misura significativa. Il provvedimento non include per ora cifre su quanti dovranno essere i cinghiali abbattuti, ma di certo l'idea è di una riduzione consistente, di più della metà dei circa duemila esemplari stimati. «È diventata una questione di carattere etico e sociale – osserva l'assessore provinciale alla Caccia, Alessandro Cottini –. Abbiamo registrato la presenza di questo animale anche in zone dove non si era mai visto, sono aumentate esponenzialmente le richieste di risarcimento danni da parte degli agricoltori, e vari sindaci delle zone colpite hanno emesso ordinanze per mettere in luce il problema». Di qui la decisione di cambiare la strategia di contenimento, con alcune novità sia per la stagione di caccia, sia per il cosiddetto «selecontrollo» su tutto l'arco dell'anno.

Partiamo da qui: in caso di segnalazione di danni o di situazioni di concreto pericolo, ad abbattere i cinghiali potranno intervenire Polizia provinciale e Corpo forestale, ma anche le forze dell'ordine e la Polizia locale. Non solo: anche i proprietari e i conduttori di fondi potranno agire sui propri terreni, abbattendo i cinghiali se in possesso di licenza di caccia, oppure disponendo sistemi di cattura. Saranno poi attive, al di fuori della stagione venatoria, le «unità operative» formate da cacciatori che hanno ottenuto specifica abilitazione. Alcuni cambiamenti arrivano pure per il periodo di caccia: alla cinquantina di Comuni dove sparare al cinghiale era già possibile, si aggiungono quelli di Berbenno, Brembilla, Capizzone, Ubiale Clanezzo, Strozza, Zogno e Sedrina, ma anche, con un massimo di 4 cani in quanto all'interno del Parco dei Colli, Ponteranica, Sorisole, Bergamo, Torre Boldone e Ranica. «Le squadre di cacciatori passeranno da 6 a un minimo di 12, ciascuna in una zona diversa – prosegue Cottini –. Crediamo che tutte queste misure possano segnare una vera discontinuità rispetto al passato. Abbiamo coinvolto tutti i soggetti consentiti dalla legge. Chi scrive che questa delibera è a favore delle doppiette evidentemente è poco informato: i cacciatori di cinghiali, all'inizio, si sono addirittura espressi contro le modifiche».

Le reazioni
A criticare il provvedimento, nei giorni scorsi, era stato da Legambiente il presidente Nicola Cremaschi, sostenendo tra l'altro che «gli interventi assunti si concretizzano nel consentire ai cacciatori di abbattere più cinghiali, anche nelle zone in cui, prima, non erano autorizzati a intervenire. In passato la stessa decisione è già stata presa e non ha sortito alcun effetto». Qualche critica al provvedimento arriva però pure dalle doppiette: «Non ci piace la frammentazione in 12 o più squadre sul territorio – osserva il presidente di Federcaccia, Lorenzo Bertacchi –. Anni fa le squadre erano già 12, e la Provincia aveva deciso di ridurle a causa degli effetti negativi sulle altre specie di fauna selvatica. Avevamo poi chiesto che la caccia al cinghiale rimanesse solo a squadre, invece è stata autorizzata anche quella di selezione». A sollevare con decisione il problema dei danni da cinghiale, in un convegno a fine aprile, era stata la Coldiretti. «Apprezziamo lo sforzo messo in campo dalla Provincia – osserva il presidente Giancarlo Colombi –. Ora, attendiamo di capire se arriveranno i frutti sperati: la situazione è ormai insostenibile».

Allarme cinghiali - L'agricoltura perde 50 mila euro in 6 me

Inviato: lunedì 1 agosto 2011, 13:12
da IW2LBR
Lunedi' 1 agosto 2011 - da L'Eco di Bergamo di Monica Armeli

Allarme cinghiali - L'agricoltura perde 50 mila euro in 6 mesi

Cresce la presenza dei cinghiali nella Bergamasca e continuano ad aumentare – anche per il 2011 – i danni provocati da questi animali all'agricoltura: se per il 2010 la Provincia di Bergamo parla di 83 mila euro di danni al territorio, i primi mesi del 2011 mostrano un trend di ulteriore aumento delle richieste di indennizzo. È il bilancio reso noto da Giancarlo Bosio, dirigente provinciale del settore Caccia, in occasione della fine del corso di formazione per cacciatori qualificati alla caccia collettiva a squadre, che si è concluso sabato in località Cava la Pira, a Grone. L'iniziativa fa parte del piano provinciale di contenimento dei cinghiali, varato nei mesi scorsi, che punta a ridurre la presenza di questi animali in provincia. «L'obiettivo di questo progetto straordinario della Provincia è quello di ridurre i danni provocati dai cinghiali all'agricoltura – ha spiegato Bosio –: i risultati si faranno sentire, ma non da subito. Infatti, nel primo semestre del 2011 abbiamo già superato i 50 mila euro di danni, a fronte dei 37 mila dell'anno scorso nello stesso periodo».

L'espansione dei cinghiali
Esemplari di cinghiale si possono trovare non solo nella zona della Val Calepio e della Val Cavallina, ma anche in altre zone del territorio. «Prima il cinghiale era localizzato tra Carobbio, Gandosso, Zandobbio e Trescore – ha aggiunto il dirigente provinciale del settore Caccia –, adesso abbiamo iniziato ad intervenire anche nel Parco dei Colli, nella riserva naturale della Valle del Giongo e sul monte Farno (tra la Val Gandino e la Val Seriana). Inoltre, autorizzeremo una squadra di cacciatori anche nella bassa Val Brembana e in Val Imagna. Si registra una presenza considerevole di cinghiali anche in quella zona».

Caccia collettiva a squadre
Per ridurre gli esemplari di cinghiale, la Provincia vuole tra l'altro raddoppiare il numero dei cacciatori, che lo scorso anno erano 283. Il corso di formazione, a cui hanno partecipato 350 aspiranti cacciatori provenienti da tutta la Bergamasca, si è concluso nei giorni scorsi ed è stato organizzato anche con il contributo dell'Atc Prealpino – Ambito territoriale caccia. Dopo le lezioni che si sono svolte nei mesi scorsi, i candidati sono stati sottoposti a prove di valutazione scritte e orali; infine hanno dovuto sostenere una prova di tiro nella località Cava la Pira a Grone. Dei 350 aspiranti cacciatori che hanno seguito il percorso di formazione solamente il 10% non è stato definito idoneo alla fine del corso. «I cacciatori che hanno superato la prova finale – ha spiegato il presidente dell'Atc Prealpino, Maurizio Volpi – dovranno iscriversi nelle varie squadre: infatti, questa è un'abilitazione per caccia collettiva in squadre». Dopo il corso di formazione, le squadre di cacciatori di cinghiale che la Provincia vuole istituire saranno più di dodici.

«Danni a campi e vigneti»
Tra coloro che hanno partecipato al corso provinciale di formazione c'era Cesarino Bruno Brignoli, di Cenate Sopra, che ha ricordato gli argomenti imparati: «Nel corso abbiamo appreso come mangia l'animale, i danni che fa, il sistema per catturarlo e come sparargli, sempre a distanza dalle case e dalle strade. Nelle lezioni, infatti, si è parlato anche di sicurezza». Alla prova di tiro, sabato, c'erano anche dei rappresentanti del mondo agricolo, come Franco Bresciani, cinquantaquattrenne di Gandosso, uno dei paesi in cui la presenza del cinghiale si fa più sentire. «I cinghiali – ha evidenziato Franco Bresciani – danneggiano il granoturco, i prati e i nostri vigneti verso la fine di agosto. Ovunque passano, lasciano il segno».

Re: Cinghiale Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Inviato: venerdì 26 agosto 2011, 9:52
da Subiot
Scusami meved se la risposta non è stata pronta ma la regolamentazione della caccia al cinghiale in Provincia di Bergamo sembra sempre di più ad un ginepraio quindi mi sono dovuto documentare un attimo ...... a_11 a_11 a_11

La prima delibera in materia, ancora parzialmente valida, risale al 2004 ed è la DCP n°65 a titolo "Regolamento provinciale per la caccia al cinghiale nelle aree vocate della provincia di Bergamo" a_34 a_34

Fa seguito, un paio di anni dopo, la DGP n°411 del 07.09.2006 ad oggetto: "Approvazione piano di controllo del Cinghiale sul territorio provinciale". E' una prima delibera che cerca di introdurre nuovi metodi per arginare l'avanzata del cinghiale .... a_34 a_34

A cui fa seguito un direttiva operativa specifica emanata dal Corpo di Polizia Provinciale il 15.09.2006 a_111 a_111

Successivamente, ovvero dopo tre anni, è deliberata la DGP n°57 del 10.02.2009 ad oggetto : Integrazione al piano di controllo del cinghiale sul territorio della Provincia di Bergamo. Integrazione alla DGP n°411 del 07.09.2006. Nel dettaglio viene introdotta la possibilità di controllare il cinghiale, da parte delle squadre, anche al di fuori del periodo venatorio. a_21 a_11 a_21 a_11 a_111 a_111

Successivamente ancora viene emanata una ulteriore determina attuativa da parte del Corpo di Polizia Provinciale : si tratta della n° 1945 del 10.06.2009 che si adegua alla DGP n°57 del 10.02.2009. Fissa i criteri attuativi per l'applicazione delle DGP 57 del 10.02.2009 a_111 a_111 a_111

Ultimamente è emanata la DGP n°334 del 06.09.2010 : individuazione del territorio provinciale nel quale è consentita la caccia collettiva al cinghiale. Prescrizioni per il corretto e sostenibile prelievo venatorio del cinghiale in Valle Borlezza. Nel dettaglio viene consentita la caccia al cinghiale nel Comprensorio Alpino della Valle Borlezza. a_11 a_11 a_11

La DCP n° 87 del 27.09.2010 ha titolo : modifica e adeguamento del Regolamento Provinciale per la caccia al cinghiale nelle aree vocate della provincia di Bergamo ove viene incrementato a tre il numero dei giorni utili per la caccia in braccata e riduce da 20 a 12 il numero minimo di cacciatori che devono essere presenti alla battuta a_11 a_11 a_11


Nel 2011 sono emanate le delibere sotto elencate che modificano sostanzialmente il quadro tracciato dalla normativa precedente a_19 a_19 a_19



In ordine:
DGP n°286 del 13.06.2011 Azione di intervento straordinario per il contenimento della popolazione di cinghiale della provincia di Bergamo entro densità socialmente ed economicamente tollerabili. a_19 a_19

a cui fa seguito

Determina n° 1782 del 27.06.2011 ad oggetto : Direttiva Tecnica per l'applicazione delle azioni di intervento straordinario per il contenimento della popolazione di cinghiale della Provincia di Bergamo entro densità socialmente ed economicamente tollerabili. a_19 a_19

e poi ....

Determna n° 2275 del 12.08.2011 ad oggetto : Perimetrazione delle zone omogenee destinate alla caccia collettiva al cinghiale. a_19 a_19

Il piano di prelievo di quest'anno è stabilito con Determina n°2276 del 12.08.2011 ad oggetto : Stagione Venatoria 2011/2012 Approvazione della caccia di selezione e collettiva al cinghiale e dei relativi piani di prelievo nell'Ambito Territoriale di caccia Prealpino .. a_19 a_19

Amen ... a_111 a_111 a_111 a_111 a_111

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Parco dei Colli, emergenza cinghiali

Inviato: mercoledì 31 agosto 2011, 3:58
da IW2LBR
da L'Eco di Bergamo di Gabriella Pellegrini

Parco dei Colli, emergenza cinghiali - In quattro mesi abbattuti 50 esemplari

L'obiettivo era l'abbattimento di 50-80 cinghiali in due anni, ma dopo quattro mesi dall'inizio degli appostamenti i cacciatori volontari del Parco dei Colli hanno già raggiunto la cinquantina di capi. L'ente Parco, però, non intende fermarsi a questo risultato: le attività di eradicazione dei cinghiali che scorrazzano nei 600 ettari della Valle del Giongo continuano senza sosta, perché gli esemplari in circolazione, secondo le recenti statistiche, sembrerebbero in numero superiore rispetto alle prime stime fatte nei mesi scorsi. «Oltre a creare notevoli danni al territorio, i cinghiali hanno un forte impatto su diverse specie animali e vegetali – spiega Gianluigi Cortinovis, presidente del Parco dei Colli –. Sommando anche l'attività della Polizia provinciale, si superano i 60 esemplari prelevati da inizio anno».

Uno degli ultimi, catturato nella valle del Giongo la scorsa settimana, pesava poco più di un quintale. «Si trattava di un esemplare adulto – precisa Alberto Sonzogni, uno dei capi squadra –. In totale, con i cinghiali abbattuti negli ultimi quattro mesi, si sono raggiunti i 1.500 chilogrammi di peso. Una decina era sotto i quattro mesi di età, mentre una buona parte erano sub-adulti». I primi mesi di controllo hanno consentito al Parco dei Colli di perfezionare la stima iniziale dei cinghiali in circolazione. «Dai dati raccolti in questi mesi – afferma il presidente Cortinovis – ipotizziamo che siano più di 200 gli esemplari di cinghiali nel Parco dei Colli. Il nostro obiettivo sarà quello di contenere il più possibile la loro riproduzione. Intanto proseguirà il monitoraggio con la raccolta di dati come il peso, l'età e il sesso degli animali abbattuti, utili per comprendere la loro potenzialità riproduttiva».

La sinergia tra cacciatori, Comuni, Provincia e Parco intende salvaguardare la biodiversità del territorio e l'agricoltura di qualità che si esercita all'interno del Parco, con un'attività scrupolosa e ben organizzata. «Sono una ventina – spiega un altro capo squadra, Silvano Sonzogni – i punti individuati all'interno del Parco dei Colli per l'appostamento, in cui si "attirano" i cinghiali depositando i prodotti alimentari di cui vanno ghiotti». Gli operatori faunistici volontari, divisi in cinque squadre, si appostano dalle 18 fino a notte fonda, in attesa che qualche cinghiale alla ricerca di cibo cada nella trappola: «Agiamo prevalentemente in coppia – precisa Sonzogni –. Appena si sentono dei fruscii, un operatore punta la preda con un faro alogeno, mentre l'altro, aiutandosi con un mirino con puntatore montato sull'arma, spara il colpo».

Ogni colpo viene registrato, e se l'esemplare viene abbattuto lo si identifica immediatamente con una fascetta, per poi trasportarlo al macello della ditta Mangili Mario di via Sombreno a Paladina, convenzionata con il Parco dei Colli e reperibile 24 ore su 24: «Qui gli animali vengono eviscerati, macellati e controllati – spiega il titolare Oliviero Mangili –. Il giorno successivo un veterinario dell'Asl visita i capi effettuando l'esame trichinoscopico. Dopodiché, se l'esito dell'esame è favorevole, vengono messi pubblicamente all'asta». Il capo viene aggiudicato al migliore offerente, partendo da una base di 3,50 euro al chilogrammo. Il Parco dei Colli sostiene i costi per la macellazione e per i controlli sanitari, che vengono poi coperti dai ricavi delle aste. «Il controllo del cinghiale è un'operazione a costo zero per il Parco – precisa il presidente Cortinovis –. Questo anche grazie agli operatori volontari, ai quali stiamo pensando di poter riconoscere un cinghiale all'anno per ognuna delle cinque squadre operative».

Re: Cinghiale Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Inviato: mercoledì 31 agosto 2011, 10:04
da Subiot
In riferimento all'articolo postato da IW2LBR sono utili alcune precisazioni:

I cinghiali abbattuti ad oggi dagli operatori faunistici volontari sono 47 in totale. Una quindicina sono quelli abbattuti dalla Polizia Provinciale prima dell'avvio dell'attività degli operatori faunistici.In totale quindi sono stati abbattuti oltre 60 animali.

La quasi totalità dei cinghiali è stata abbattuta all'interno del Parco Naturale. Qualcosa è stato abbattuto a ridosso dei vigneti che ci sono a Sorisole e Villa d'Almé, sempre comunque all'interno del perimetro del Parco Regionale

I cinghiali abbattuti sono suddividibili secondo il seguente schema d'età :

18 cinghiali di classe 0 (d'età inferiore ai sei mesi)
9 cinghiali di classe 1 (d'età ricompresa fra i sei mesi e l'anno d'età)
16 cinghiali di classe 2 (d'età ricompresa fra 12-24 mesi)
4 cinghiali adulti (d'età superiore ai 24 mesi)

Alcune considerazioni di carattere personale.

L'attività di eradicazione è una novità assoluta a livello Regionale: l'operato del gruppo è sotto la stretta osservazione di amministratori pubblici, mondo venatorio, mondo ambientalista, protezionisti, ecc .
Ognuna di queste categorie vuole trarne "le proprie conseguenze"........
Li aspetto tutti al varco .....
Di sicuro il Consiglio direttivo del Parco stà apprezzando moltissimo la serietà e la diligenza con cui sta operando il gruppo ( come da regolamento sono dichiarate in anticipo tutte le uscite, sono dichiarati tutti i colpi sparati, viene redatto report di fine giornata sugli avvenimenti registrati....)

Eradicare il cinghiale dal Parco Naturale della valle del Giongo sarà un impresa titanica,quasi impossibile, per il semplice fatto che l'animale si è ormai irradiato in tutto il complesso forestale del Canto Alto e pertanto in futuro potrebbe esserci l'immigrazione, per erratismo spontaneo, di individui provenienti da aree esterne. Notizie di prima mano, e assolutamente attendibili, danno per certa la presenza del cinghiale nella Valle di Poscante e nella Valle di Endenna sin sotto all'abitato di Miragolo ....

Comunque l'attività del gruppo ha sfoltito le presenze a tutto vantaggio dell'ecosistema e delle produzioni agricole presenti in zona.

L'attività di eradicazione, nelle modalità con cui si sta svolgendo, è una novità anche per gli operatori che si ritrovano ad operare con tecniche ed in orari assolutamente inusuali, e su cui nessuno ha esperienza specifica.

I cinghiali si stanno dimostrando degli animali intelligentissimi che tendono ad eludere in continuazione le insidie tese: cambiano strategia di spostamento, e di utilizzo del loro spazio vitale, in continuazione e questo costringe gli operatori al continuo cambio delle tecniche per insidiarli.

Diciamo che la loro stratregia di utilizzo del territorio va di pari passo con la fruttificazione delle piante del bosco e dei campi: questa primavera frequentavano le piante di ciliegio, poi le prugne ed i meleti, oggi frequentano i pereti e fra poco penso che frequenteranno solo i castagneti.

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Re: Cinghiale Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Inviato: lunedì 5 settembre 2011, 22:04
da Subiot
Medved, eccoti le mie di osservazioni ....

Quando si parla di INGENTI DANNI francamente io non riesco a capire se si tratta di una esagerazione del giornalista oppure è qualcuno che ... informa male il giornalista.

Ritengo che i danni da cinghiale sul territorio siano sempre, piu o meno, gli stessi dal 2004 ad oggi. Solo che oggi sono cambiati i parametri di valutazione e i danni paiono maggiori. Sarei tanto curioso di mettere a confronto le tabelle dei risarcimenti di qualche anno fa con quelle dell'anno scorso .... ne vedremmo delle belle ......

Seguo la faccenda cinghiali dal 2004 e debbo dire che negli ultimi due anni il mondo agricolo ha parecchio enfatizzato i danni che ha subito. Nell'ATC Prealpino, tanto per fare un esempio, il rappresentante di COLDIRETTI non si lascia scappare mai l'occasione per ritonare ogno volta, con toni apocalittici, sull'argomento. Ritengo che la difesa del reddito agricolo sia un diritto che gli competa, e ritengo che sappia fare anche troppo bene il suo .... mestiere. Ogni tanto, pertanto, ho la sensazione che il cinghiale venga scambiato per una vacca da mungere ......

medved, pensa che COLDIRETTI ha avuto modo di dissentire anche sul piano di prelievo dei Caprioli nell'ATC Prealpino: dalle stime si è proposto un piano di prelievo di 150 capi. Il rappresentanmte COLDIRETTI ha richiesto la realizzazione di un piano di prelievo piu alto perchè, a suo dire, bisogna tutelare le produzioni agricole dai danni che il Capriolo puo provocare, pertranto meno ce ne sono e meglio è .. ( ad oggi i danni del Capriolo in Provincia sono del tutto irrisori...)

Poi l'ISPRA ha detto che si devono fare solo 132 capi ...... e voglio sentire cosa dice COLDIRETTI la prossima volta che ci si vede ......

In merito alla valutazione delle consistenze del Cinghiale nella Valle del Giongo posso affermare che nessuno ha in mano dati certi..... si fanno solo delle stime in base ai segni di presenza ed alle sensazioni dell'esperto di turno che salta in piedi a dire la sua ....

L'unica valutazione di una certa credibilità l'ho fatta io l'anno scorso, in maniera del tutto autonoma. Con le fototrappole ad oggi posso CERTIFICARE, attraverso 28.000 foto, di aver constato la presenza sicura, nell'estate 2010, di almeno 18 animali adulti e 48 piccoli nati nell'anno.

Nella valutazione delle consistenze bisogna però tenere presente che la Valle del Giongo fa parte di un piu ampio complesso forestale, dell'estensione almeno quadrupla rispetto all'area protetta. Nelle aree esterne la consistenza del cinghiale non è mai stata stimata..

Come vedi l'argomento è vasto e ancora del tutto inesplorato...

C'è parecchio da divertirsi ... a_14 a_14 a_14 a_14 a_14 a_14

Re: Cinghiale Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Inviato: giovedì 8 settembre 2011, 5:29
da Subiot
Quattro video sui cinghiali brembani a_11 a_11 a_11 a_11
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[youtube]WT41QrEAhjM[/youtube]

Re: Cinghiale Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Inviato: giovedì 8 settembre 2011, 5:30
da Subiot
[youtube]HEPDt8npU7I[/youtube]