Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
questo lungo silenzio di M7 mi inquieta
- elio.biava
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
De gustibus...c'è chi è felice senza! 

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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Caccia che passione
Wilderness Italia, “povero orso marsicano, in continua fuga!” .
AIW, Associazione Italiana Wilderness, avvistato orso marsicano nelle vicinanze di Sora (FR), “povero orso marsicano, in continua fuga!”.
Continuano le notizie negative sull’Orso marsicano, che autorità e semplici cittadini (questi ultimi il più delle volte per ignoranza ed in buona fede), trasformano in positive. Anche il recente avvistamento di un orso praticamente a ridosso del centro storico dell’abitato della città di Sora (Frosinone) rientra tra queste. La fuga degli orsi dal Parco Nazionale d’Abruzzo prosegue (e dura da quasi 40 anni!), con esemplari avvistati sempre più lontano ed in posti sempre più improbabili (come il colle di S. Casto, sovrastante la città di Sora), ma nessuna autorità si muove per fare qualcosa di veramente utile e positivo per salvare quest’animale dal sempre più prossimo al rischio di estinzione (solo il Parco ci sta provando, ma con continui stop and go). Conoscenza e senso pratico di ex guardiaparco, di pastori e abitanti locali valgono spesso più di tanti studi, più di radiocollari (catture, satelliti e GPS) e di inutili piantagioni di alberi da frutto domestici e selvatici, di cartellonistica per turisti, di analisi e DNA, di vaccinazioni, per non dire di convegni ed incontri tecnici (quest’anno ce ne sono già stati diversi), di associazioni, comitati e “amici”; e chi più ne ha più ne metta. Intanto l’orso è andato a “bussare” alle porte di Sora, e non era mai successo prima!
Gli “esperti” (non mancano mai in questo Paese!) hanno stabilito che per salvare l’orso bisogna impedire che non ne muoiano altri (la scoperta dell’acqua calda, ma costata già oltre 13 milioni di euro! A proposito, non è forse il caso di cominciare a dire: tutti a casa questi studiosi!? O la spending review per loro non vale?). E, per impedirlo, cosa bisogna fare se non continuare a proporre limitazioni alla caccia? E’ infatti questa la solita grandiosa proposta che aleggia regolarmente e ad ogni inizio di stagione venatoria, per non dire di ancora altri convegni ed altre ricerche; ed i politici delle Regioni interessate, subito tutti posti a tappetino ad eseguire, speranzosi che ciò basti per salvare l’orso, pur di non dover prendere quei provvedimenti drastici ed impopolari (almeno alcuni) che invece risolverebbero il problema alla radice. Perché, se è giusto studiare le cause e concause ad ogni morte di orso, anche sarebbe il caso di cominciare ad andare alla radice del problema, al perché delle fughe, degli sbandamenti, della presenza sempre più frequente e lontana di orsi in zone non protette ed addirittura urbanizzate e/o coltivate, come la Piana del Fucino, la Val Comino e… finanche Sora! Per non dire di quelli nei centri urbani dei Paesi del Parco (l’ultimo caso è successo nei giorni scorsi a Pizzone, nel Molise).
Ci potremmo inventare anche noi tante cose da dire e proporre per risolvere il problema, sempre nuove e mai risolutive come fanno altri (più presi ad inventarsi soluzione che nessuno abbia ancora proposto e che li metta in luce), ma preferiamo limitarci al concreto delle cose, e quindi ribadire:
1. Severo controllo turistico, con chiusura assoluta a tutti, di non pochi territori selvaggi da riservare all’orso, senza deroghe di sorta.
2. Coltivazione cospicua di terreni agricoli, oggi in abbandono, con colture a perdere, da difendersi con la realizzazione di “Recinti Finamore”.
3. Incentivazione della pastorizia ovina, oggi sempre più abbandonata e/o proibita, possibilmente con iniziative di diretta gestione da parte degli apparati pubblici.
4. Controllo severo, con drastica riduzione delle presenze, del cinghiale (ma anche del cervo) nella zona del Parco e nelle sue aree circostanti.
5. Blocco assoluto ad ogni progetto di sviluppo urbanistico al di fuori delle zone abitate e abitabili (ovvero zone D del Parco) nell’area di habitat primario.
Non è dichiarando che l’attuale numero di orsi presenti nel Parco sia ottimale (cercando così sconfessare il fatto che la popolazione sia diminuita, asserendo che sempre pochi ce ne sono stati – ma senza mai spiegare le ragioni per cui un tempo chi frequentava il Parco trovava tracce di orsi ovunque, mentre oggi le trova assai di rado o quasi mai –, trasformando una sconfitta in vittoria), che si salverà l’orso marsicano; né lo salveranno quei noti giornalisti – ma anche ambientalisti – che da anni con articoli e libri lucrano invitando la gente ad andarlo a scovare per osservarlo e fotografarlo – dando così un bell’aiuto a chi su queste escursioni ci campa…, ed un calcio nei denti al povero orso sempre più disturbato nei suoi recessi!
Non è facendo irritare pastori ed allevatori non pagando, o pagando male e tardi, i danni al bestiame da animali predatori, che si eviteranno le strane morie per avvelenamento. O si pretende di mettere il sale sulla coda ai “delinquenti” con controlli sempre più severi (ed impossibili!) affinché ad ogni danno subito essi abbassino la testa e tacciano pagando di tasca loro ciò che dovrebbe pagare lo Stato? Né salveranno l’orso quelli che ad ogni piè sospinto continuano a chiedere di allargare il Parco Nazionale e/o di costituirne altri, ovvero di chiudere sempre più territori alla caccia, e tanto meno chi – tanto per darsi un compito, e magari un guadagno – li vorrebbe far riprodurre in cattività (per poi farne che?). Di questo passo, questi “esperti” si troveranno un giorno non troppo lontano tutti riuniti attorno all’ennesimo tavolo di una conferenza a disquisire del perché e del per come l’Orso si sia estinto (qualcuno magari ancora godendo di emolumenti di qualche progetto Life!). I problemi si risolvono andando alla loro fonte, non con iniziative palliative che curano i sintomi ma non le cause che li creano.
Wilderness Italia, “povero orso marsicano, in continua fuga!” .
AIW, Associazione Italiana Wilderness, avvistato orso marsicano nelle vicinanze di Sora (FR), “povero orso marsicano, in continua fuga!”.
Continuano le notizie negative sull’Orso marsicano, che autorità e semplici cittadini (questi ultimi il più delle volte per ignoranza ed in buona fede), trasformano in positive. Anche il recente avvistamento di un orso praticamente a ridosso del centro storico dell’abitato della città di Sora (Frosinone) rientra tra queste. La fuga degli orsi dal Parco Nazionale d’Abruzzo prosegue (e dura da quasi 40 anni!), con esemplari avvistati sempre più lontano ed in posti sempre più improbabili (come il colle di S. Casto, sovrastante la città di Sora), ma nessuna autorità si muove per fare qualcosa di veramente utile e positivo per salvare quest’animale dal sempre più prossimo al rischio di estinzione (solo il Parco ci sta provando, ma con continui stop and go). Conoscenza e senso pratico di ex guardiaparco, di pastori e abitanti locali valgono spesso più di tanti studi, più di radiocollari (catture, satelliti e GPS) e di inutili piantagioni di alberi da frutto domestici e selvatici, di cartellonistica per turisti, di analisi e DNA, di vaccinazioni, per non dire di convegni ed incontri tecnici (quest’anno ce ne sono già stati diversi), di associazioni, comitati e “amici”; e chi più ne ha più ne metta. Intanto l’orso è andato a “bussare” alle porte di Sora, e non era mai successo prima!
Gli “esperti” (non mancano mai in questo Paese!) hanno stabilito che per salvare l’orso bisogna impedire che non ne muoiano altri (la scoperta dell’acqua calda, ma costata già oltre 13 milioni di euro! A proposito, non è forse il caso di cominciare a dire: tutti a casa questi studiosi!? O la spending review per loro non vale?). E, per impedirlo, cosa bisogna fare se non continuare a proporre limitazioni alla caccia? E’ infatti questa la solita grandiosa proposta che aleggia regolarmente e ad ogni inizio di stagione venatoria, per non dire di ancora altri convegni ed altre ricerche; ed i politici delle Regioni interessate, subito tutti posti a tappetino ad eseguire, speranzosi che ciò basti per salvare l’orso, pur di non dover prendere quei provvedimenti drastici ed impopolari (almeno alcuni) che invece risolverebbero il problema alla radice. Perché, se è giusto studiare le cause e concause ad ogni morte di orso, anche sarebbe il caso di cominciare ad andare alla radice del problema, al perché delle fughe, degli sbandamenti, della presenza sempre più frequente e lontana di orsi in zone non protette ed addirittura urbanizzate e/o coltivate, come la Piana del Fucino, la Val Comino e… finanche Sora! Per non dire di quelli nei centri urbani dei Paesi del Parco (l’ultimo caso è successo nei giorni scorsi a Pizzone, nel Molise).
Ci potremmo inventare anche noi tante cose da dire e proporre per risolvere il problema, sempre nuove e mai risolutive come fanno altri (più presi ad inventarsi soluzione che nessuno abbia ancora proposto e che li metta in luce), ma preferiamo limitarci al concreto delle cose, e quindi ribadire:
1. Severo controllo turistico, con chiusura assoluta a tutti, di non pochi territori selvaggi da riservare all’orso, senza deroghe di sorta.
2. Coltivazione cospicua di terreni agricoli, oggi in abbandono, con colture a perdere, da difendersi con la realizzazione di “Recinti Finamore”.
3. Incentivazione della pastorizia ovina, oggi sempre più abbandonata e/o proibita, possibilmente con iniziative di diretta gestione da parte degli apparati pubblici.
4. Controllo severo, con drastica riduzione delle presenze, del cinghiale (ma anche del cervo) nella zona del Parco e nelle sue aree circostanti.
5. Blocco assoluto ad ogni progetto di sviluppo urbanistico al di fuori delle zone abitate e abitabili (ovvero zone D del Parco) nell’area di habitat primario.
Non è dichiarando che l’attuale numero di orsi presenti nel Parco sia ottimale (cercando così sconfessare il fatto che la popolazione sia diminuita, asserendo che sempre pochi ce ne sono stati – ma senza mai spiegare le ragioni per cui un tempo chi frequentava il Parco trovava tracce di orsi ovunque, mentre oggi le trova assai di rado o quasi mai –, trasformando una sconfitta in vittoria), che si salverà l’orso marsicano; né lo salveranno quei noti giornalisti – ma anche ambientalisti – che da anni con articoli e libri lucrano invitando la gente ad andarlo a scovare per osservarlo e fotografarlo – dando così un bell’aiuto a chi su queste escursioni ci campa…, ed un calcio nei denti al povero orso sempre più disturbato nei suoi recessi!
Non è facendo irritare pastori ed allevatori non pagando, o pagando male e tardi, i danni al bestiame da animali predatori, che si eviteranno le strane morie per avvelenamento. O si pretende di mettere il sale sulla coda ai “delinquenti” con controlli sempre più severi (ed impossibili!) affinché ad ogni danno subito essi abbassino la testa e tacciano pagando di tasca loro ciò che dovrebbe pagare lo Stato? Né salveranno l’orso quelli che ad ogni piè sospinto continuano a chiedere di allargare il Parco Nazionale e/o di costituirne altri, ovvero di chiudere sempre più territori alla caccia, e tanto meno chi – tanto per darsi un compito, e magari un guadagno – li vorrebbe far riprodurre in cattività (per poi farne che?). Di questo passo, questi “esperti” si troveranno un giorno non troppo lontano tutti riuniti attorno all’ennesimo tavolo di una conferenza a disquisire del perché e del per come l’Orso si sia estinto (qualcuno magari ancora godendo di emolumenti di qualche progetto Life!). I problemi si risolvono andando alla loro fonte, non con iniziative palliative che curano i sintomi ma non le cause che li creano.
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Spray al peperoncino in libera vendita per difendersi dall'o
da Trento Today
Spray al peperoncino in libera vendita per difendersi dall'orso
Trento, "Spray al peperoncino in libera vendita per difendersi dall'orso"„ Un'istanza al Ministro dell'Interno per chiedere la modifica del regolamento sullo spray al peperoncino, in modo che escursionisti e lavoratori della montagna possano dotarsi dello spray, attualmente parificato alle armi“ .
Onorevole Ministro,
come Lei forse saprà, da una decina d'anni in Trentino è stato reintrodotto l'orso bruno, che precedentemente era praticamente estinto. Attualmente i capi censiti sono 43, come da tabella e grafico tratto dal Rapporto Orso 2012, che allego (doc. 1). Inizialmente introdotto in 10 esemplari nel Trentino occidentale (anzi nel Parco Adamello Brenta), l'orso ha raggiunto una popolazione ragguardevole e ha ormai sconfinato anche nel Trentino orientale, superando autostrada e ferrovia, che si pensava ostacoli invalicabili, come da dichiarazione del dirigente del Servizio Foreste della P.A.T. sul quotidiano Trentino del 1 luglio 2013 (doc. 2). Nello stesso articolo vi è la notizia di avvistamenti dell'orso sulla Marzola, montagna a 5 km da Trento in linea d'aria, e nei pressi del popoloso sobborgo di Povo.
Si allega la mappa, tratta sempre dal Rapporto Orso 2012, degli 882 avvistamenti visuali e fotografici dell'anno scorso, radiotelemetria esclusa (doc. 3), che già evidenzia sconfinamenti nel Trentino orientale. Altri recenti avvistamenti in prossimità di popolosi insediamenti umani sono quelli segnalati dal quotidiano L'Adige del 2 giugno 2013 (doc. 4), che riferisce la distruzione di alcune arnie nei pressi di Montagnaga, piccolo borgo turistico a 4 km in linea d'aria da Pergine Valsugana, e dallo stesso quotidiano del 28 giugno 2013 (doc. 5), che riferisce di due incursioni dell'orso al Lago di Cei, a 7 km in linea d'aria da Rovereto. Frequenti sono le notizie di capi di bestiame sbranati dall'orso, di arnie distrutte, di incidenti stradali causati dal plantigrado e anche di incontri con escursionisti, i quali ultimi finora non sembra abbiano avuto conseguenze per l'incolumità delle persone coinvolte. Ciononostante grande è l'allarme sociale. A titolo puramente esemplificativo si allegano alcuni degli articoli comparsi negli ultimi sei mesi (docc. 6-10).
Quanto alla incolumità delle persone si è usata la forma dubitativa in quanto l'interrogazione n. 2126 del 24 settembre 2010 del Gruppo Consiliare Lega Nord del Consiglio Provinciale della P.A.T. ipotizza che due escursionisti siano morti cadendo in un dirupo perché inseguiti dall'orso (doc. 11). Anche altre forze politiche da tempo hanno formulato interrogazioni in merito alla questione orso in Consiglio Provinciale. A titolo puramente esemplificativo si allegano le interrogazioni n. 2118 del 1 ottobre 2010 del Consigliere Giovanazzi di Amministrare il Trentino (doc. 12), la numero 2029 del 6 settembre 2010 del Consigliere Dominici del Gruppo del Partito Autonomista Trentino Tirolese (doc. 13), la numero 2599 del 18 febbraio 2011 del Consigliere Morandini del Gruppo PdL (doc. 14). Interrogazioni alle quali la Giunta ha fornito risposte del tutto insoddisfacenti, conformemente all'approccio ideologico-propagandistico del governo provinciale. La politica del governo provinciale è infatti quella di utilizzare l'orso come brand commerciale, irresponsabilmente disinformando la popolazione sui reali pericoli. Su tutti i mezzi di Trentino Trasporti campeggia infatti il logo costituito da una zampa d'orso stilizzata con artigli (doc. 15), ed è questo solo uno dei numerosi esempi. Quanto poi alla disinformazione eclatanti sono gli slogan dell'allegato poster patinato (doc. 16), dove l'orso viene ridotto a un cartone animato (ha condiviso le grotte con i nostri avi), viene falsificata la realtà storica (le montagne con i nostri padri), e infine un animale feroce viene paragonato a un peluche (e le culle con in nostri figli). Sul suo sito internet ufficiale (doc. 17) la P.A.T. ammette bensì che l'orso può essere pericoloso in determinate circostanze, negando però sempre che l'orso possa avere comportamenti predatori nei confronti dell'uomo, come invece è avvenuto anche recentemente ed è stato documentato dall'allegato articolo del Prof. Michele Corti, docente di zootecnia montana all'Università di Milano (doc. 18). Recentemente il Ministro, con il Decreto citato in oggetto, ha disciplinato gli spray al peperoncino per autodifesa di libera vendita. Un prodotto con tali caratteristiche non è efficace per difendersi dall'orso, esistendo però sul mercato estero prodotti idonei a tale scopo. Si allega la descrizione di uno di tali prodotti a titolo di esempio (doc. 19). Come si vede dalle caratteristiche lo spray anti-orso deve avere una capacità 10-15 volte maggiore di quella per difesa personale e una gittata 4 volte maggiore. Pertanto si chiede di congruamente modificare il regolamento in oggetto in modo da consentire quantomeno a escursionisti e lavoratori della montagna di dotarsi in regime di libera vendita di spray al peperoncino anti-orso, in particolare portando, per tale uso, la capacità a 400 g e la gittata a 12 metri (mi sembra che siano questi i due punti principali, vedranno poi i tecnici del ministero se sono necessarie altre modifiche.
Spray al peperoncino in libera vendita per difendersi dall'orso
Trento, "Spray al peperoncino in libera vendita per difendersi dall'orso"„ Un'istanza al Ministro dell'Interno per chiedere la modifica del regolamento sullo spray al peperoncino, in modo che escursionisti e lavoratori della montagna possano dotarsi dello spray, attualmente parificato alle armi“ .
Onorevole Ministro,
come Lei forse saprà, da una decina d'anni in Trentino è stato reintrodotto l'orso bruno, che precedentemente era praticamente estinto. Attualmente i capi censiti sono 43, come da tabella e grafico tratto dal Rapporto Orso 2012, che allego (doc. 1). Inizialmente introdotto in 10 esemplari nel Trentino occidentale (anzi nel Parco Adamello Brenta), l'orso ha raggiunto una popolazione ragguardevole e ha ormai sconfinato anche nel Trentino orientale, superando autostrada e ferrovia, che si pensava ostacoli invalicabili, come da dichiarazione del dirigente del Servizio Foreste della P.A.T. sul quotidiano Trentino del 1 luglio 2013 (doc. 2). Nello stesso articolo vi è la notizia di avvistamenti dell'orso sulla Marzola, montagna a 5 km da Trento in linea d'aria, e nei pressi del popoloso sobborgo di Povo.
Si allega la mappa, tratta sempre dal Rapporto Orso 2012, degli 882 avvistamenti visuali e fotografici dell'anno scorso, radiotelemetria esclusa (doc. 3), che già evidenzia sconfinamenti nel Trentino orientale. Altri recenti avvistamenti in prossimità di popolosi insediamenti umani sono quelli segnalati dal quotidiano L'Adige del 2 giugno 2013 (doc. 4), che riferisce la distruzione di alcune arnie nei pressi di Montagnaga, piccolo borgo turistico a 4 km in linea d'aria da Pergine Valsugana, e dallo stesso quotidiano del 28 giugno 2013 (doc. 5), che riferisce di due incursioni dell'orso al Lago di Cei, a 7 km in linea d'aria da Rovereto. Frequenti sono le notizie di capi di bestiame sbranati dall'orso, di arnie distrutte, di incidenti stradali causati dal plantigrado e anche di incontri con escursionisti, i quali ultimi finora non sembra abbiano avuto conseguenze per l'incolumità delle persone coinvolte. Ciononostante grande è l'allarme sociale. A titolo puramente esemplificativo si allegano alcuni degli articoli comparsi negli ultimi sei mesi (docc. 6-10).
Quanto alla incolumità delle persone si è usata la forma dubitativa in quanto l'interrogazione n. 2126 del 24 settembre 2010 del Gruppo Consiliare Lega Nord del Consiglio Provinciale della P.A.T. ipotizza che due escursionisti siano morti cadendo in un dirupo perché inseguiti dall'orso (doc. 11). Anche altre forze politiche da tempo hanno formulato interrogazioni in merito alla questione orso in Consiglio Provinciale. A titolo puramente esemplificativo si allegano le interrogazioni n. 2118 del 1 ottobre 2010 del Consigliere Giovanazzi di Amministrare il Trentino (doc. 12), la numero 2029 del 6 settembre 2010 del Consigliere Dominici del Gruppo del Partito Autonomista Trentino Tirolese (doc. 13), la numero 2599 del 18 febbraio 2011 del Consigliere Morandini del Gruppo PdL (doc. 14). Interrogazioni alle quali la Giunta ha fornito risposte del tutto insoddisfacenti, conformemente all'approccio ideologico-propagandistico del governo provinciale. La politica del governo provinciale è infatti quella di utilizzare l'orso come brand commerciale, irresponsabilmente disinformando la popolazione sui reali pericoli. Su tutti i mezzi di Trentino Trasporti campeggia infatti il logo costituito da una zampa d'orso stilizzata con artigli (doc. 15), ed è questo solo uno dei numerosi esempi. Quanto poi alla disinformazione eclatanti sono gli slogan dell'allegato poster patinato (doc. 16), dove l'orso viene ridotto a un cartone animato (ha condiviso le grotte con i nostri avi), viene falsificata la realtà storica (le montagne con i nostri padri), e infine un animale feroce viene paragonato a un peluche (e le culle con in nostri figli). Sul suo sito internet ufficiale (doc. 17) la P.A.T. ammette bensì che l'orso può essere pericoloso in determinate circostanze, negando però sempre che l'orso possa avere comportamenti predatori nei confronti dell'uomo, come invece è avvenuto anche recentemente ed è stato documentato dall'allegato articolo del Prof. Michele Corti, docente di zootecnia montana all'Università di Milano (doc. 18). Recentemente il Ministro, con il Decreto citato in oggetto, ha disciplinato gli spray al peperoncino per autodifesa di libera vendita. Un prodotto con tali caratteristiche non è efficace per difendersi dall'orso, esistendo però sul mercato estero prodotti idonei a tale scopo. Si allega la descrizione di uno di tali prodotti a titolo di esempio (doc. 19). Come si vede dalle caratteristiche lo spray anti-orso deve avere una capacità 10-15 volte maggiore di quella per difesa personale e una gittata 4 volte maggiore. Pertanto si chiede di congruamente modificare il regolamento in oggetto in modo da consentire quantomeno a escursionisti e lavoratori della montagna di dotarsi in regime di libera vendita di spray al peperoncino anti-orso, in particolare portando, per tale uso, la capacità a 400 g e la gittata a 12 metri (mi sembra che siano questi i due punti principali, vedranno poi i tecnici del ministero se sono necessarie altre modifiche.
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- claudio valce
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Dopo un lungo silenzio... si ritorna a parlare dell'orso.
Parco Vivo 2013: week end con l’orso ai Laghi Gemelli
Un fine settimana dedicato alla scoperta dell’orso bruno al rifugio Laghi Gemelli, situato a 1968 metri s.l.m. dove l’orso nel 2008 e nel 2009 ha lasciato impresse le sue tracce e nel 2012 si è fatto osservare da molti escursionisti sulle rive dell’omonimo lago. La proposta rientra in Parco Vivo 2013, la rassegna che il Parco delle Orobie Bergamasche dedica alle bellezze uniche custodite dalle montagne bergamasche. L'incontro è organizzato nell'ambito del progetto europeo “Life + Arctos - Conservazione dell'orso bruno: azioni coordinate per l'areale alpino e appenninico”, alla cui realizzazione collaborano la direzione generale di ambiente, energia e sviluppo sostenibile di regione Lombardia e WWF Italia con la segreteria organizzativa dell'Ente regionale per i servizi all'agricoltura e alle foreste (ERSAF).
Il ritrovo è fissato alle 18.30 di venerdì 19 luglio al rifugio, raggiungibile a piedi su sentiero CAI da Carona in 3 ore o da Roncobello in 2 ore. Dopo cena il dottor Carlo Frapporti, di WWF Italia, che da 30 anni si occupa di orsi, con una presentazione ricca di filmati, spiegherà la biologia dell’orso, i conflitti con il mondo zootecnico e i comportamenti da adottare in caso di avvistamento. Il giorno successivo, sabato 20 luglio, la faunista Chiara Crotti guiderà il gruppo alla scoperta delle tracce dell’orso nel suo habitat naturale attraverso una piccola escursione nella zona del rifugio. Vitto e alloggio in mezza pensione al rifugio “Lago Gemelli” saranno offerti a tariffa agevolate “Parco Vivo” al costo di 35 euro.

Parco Vivo 2013: week end con l’orso ai Laghi Gemelli
Un fine settimana dedicato alla scoperta dell’orso bruno al rifugio Laghi Gemelli, situato a 1968 metri s.l.m. dove l’orso nel 2008 e nel 2009 ha lasciato impresse le sue tracce e nel 2012 si è fatto osservare da molti escursionisti sulle rive dell’omonimo lago. La proposta rientra in Parco Vivo 2013, la rassegna che il Parco delle Orobie Bergamasche dedica alle bellezze uniche custodite dalle montagne bergamasche. L'incontro è organizzato nell'ambito del progetto europeo “Life + Arctos - Conservazione dell'orso bruno: azioni coordinate per l'areale alpino e appenninico”, alla cui realizzazione collaborano la direzione generale di ambiente, energia e sviluppo sostenibile di regione Lombardia e WWF Italia con la segreteria organizzativa dell'Ente regionale per i servizi all'agricoltura e alle foreste (ERSAF).
Il ritrovo è fissato alle 18.30 di venerdì 19 luglio al rifugio, raggiungibile a piedi su sentiero CAI da Carona in 3 ore o da Roncobello in 2 ore. Dopo cena il dottor Carlo Frapporti, di WWF Italia, che da 30 anni si occupa di orsi, con una presentazione ricca di filmati, spiegherà la biologia dell’orso, i conflitti con il mondo zootecnico e i comportamenti da adottare in caso di avvistamento. Il giorno successivo, sabato 20 luglio, la faunista Chiara Crotti guiderà il gruppo alla scoperta delle tracce dell’orso nel suo habitat naturale attraverso una piccola escursione nella zona del rifugio. Vitto e alloggio in mezza pensione al rifugio “Lago Gemelli” saranno offerti a tariffa agevolate “Parco Vivo” al costo di 35 euro.
U, a che if? - Me a ó a öa. E u? - Me a ó a ì.
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
hanno inventato anche questa....week end con l'orso ai gemelli
e l'orso chi lo mette? a me sembrano solo delle "giupinade"
....



e l'orso chi lo mette? a me sembrano solo delle "giupinade"


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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
tratto da Ruralpini di Michele Corti
Cartelli sul Bondone che mettono in guardia dalla presenza degli orsi

Non sono pochi i trentini che non ne possono più degli orsi. Hanno magari rinunciato ad andare per funghi, a fare le passeggiate con i bimbi nei boschi. Qualcuno contesta in modo singolare. Come coloro che hanno prodotto dei cartelli molto simili a quelli normalmente affissi nelle zone frequentate dai tutisti (e dagli orsi) in Romania e in Nord America. Le raccomandazioni sono tutte di buon senso. Dove c'è rischio di presenza degli orsi portare dei bimbi è pericoloso. I bimbi urlano e si agitano potendo scatenare nel plantigrado reazioni imprevedibili. A sera gli orsi sono più attivi e prepararsi un pic-nin o un barbecue serale può attirare l'orso. La beffa consiste nel fatto che i cartelli riportano il numero di cellulare della squadra di pronto intervento del servizio forestale. Coloro che proteggono gli orsi in casi di emergenza, allontanandoli dagli abitati e "riposizionandoli". Meglio sarebbe che gli orsi confidenti che entrano nei paesi venissero soppressi, ma in Italia non è possibile. Si arriva all'ipocrisia dell'ergastolo per orsi birichini.
Invece di sopprimere gli orsi pericolosi per paura delle reazioni animaliste li si rinchiude in qualche migliaio di metri quadrati. Con il che gli animalisti protestano ugualmente perché (in questo hanno ragione) un'animale come l'orso rinchiuso non se la passa molto bene. Il guaio è che loro lo vogliono liberi. Della tutela delle vita umana agli ambientalisti non importa nulla "di umani ce ne sono troppi e l'uomo è la sola specie nociva del pianeta". Non si capisce, però, perché invece di suicidarsi in massa mettano in pericolo la vita altrui, quella di cloro che non vivono in comodi appartamenti in città come loro ma ancora oggi va nel bosco a tagliarsi la legna mentre i signorini girano un bottone e bruciano gas fossile. Tornando ai cartelli la Forestale trentina (provincia autonoma) ha annunciatp che li toglierà e li sta sostituendo con i soliti manifesti che spiegano che l'orso è innocuo. Male perché quando qualcuno sarà ferito o ucciso questa caparbia volontà di disinformare sul pericolo potenziale degli orsi, questa irresponsabile campagna a sottovalutare il pericolo inducendo i più sprovveduti ad avvicinarsi al pelosone "innocuo e vegetariano" costerà ai signori del Servizio Forestale delle belle denuncie per lesioni o omicidio (colpose o volontarie).
Cartelli sul Bondone che mettono in guardia dalla presenza degli orsi

Non sono pochi i trentini che non ne possono più degli orsi. Hanno magari rinunciato ad andare per funghi, a fare le passeggiate con i bimbi nei boschi. Qualcuno contesta in modo singolare. Come coloro che hanno prodotto dei cartelli molto simili a quelli normalmente affissi nelle zone frequentate dai tutisti (e dagli orsi) in Romania e in Nord America. Le raccomandazioni sono tutte di buon senso. Dove c'è rischio di presenza degli orsi portare dei bimbi è pericoloso. I bimbi urlano e si agitano potendo scatenare nel plantigrado reazioni imprevedibili. A sera gli orsi sono più attivi e prepararsi un pic-nin o un barbecue serale può attirare l'orso. La beffa consiste nel fatto che i cartelli riportano il numero di cellulare della squadra di pronto intervento del servizio forestale. Coloro che proteggono gli orsi in casi di emergenza, allontanandoli dagli abitati e "riposizionandoli". Meglio sarebbe che gli orsi confidenti che entrano nei paesi venissero soppressi, ma in Italia non è possibile. Si arriva all'ipocrisia dell'ergastolo per orsi birichini.
Invece di sopprimere gli orsi pericolosi per paura delle reazioni animaliste li si rinchiude in qualche migliaio di metri quadrati. Con il che gli animalisti protestano ugualmente perché (in questo hanno ragione) un'animale come l'orso rinchiuso non se la passa molto bene. Il guaio è che loro lo vogliono liberi. Della tutela delle vita umana agli ambientalisti non importa nulla "di umani ce ne sono troppi e l'uomo è la sola specie nociva del pianeta". Non si capisce, però, perché invece di suicidarsi in massa mettano in pericolo la vita altrui, quella di cloro che non vivono in comodi appartamenti in città come loro ma ancora oggi va nel bosco a tagliarsi la legna mentre i signorini girano un bottone e bruciano gas fossile. Tornando ai cartelli la Forestale trentina (provincia autonoma) ha annunciatp che li toglierà e li sta sostituendo con i soliti manifesti che spiegano che l'orso è innocuo. Male perché quando qualcuno sarà ferito o ucciso questa caparbia volontà di disinformare sul pericolo potenziale degli orsi, questa irresponsabile campagna a sottovalutare il pericolo inducendo i più sprovveduti ad avvicinarsi al pelosone "innocuo e vegetariano" costerà ai signori del Servizio Forestale delle belle denuncie per lesioni o omicidio (colpose o volontarie).
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Giupinade e studiate bene a tavolino che permette loro di viverci su queste cose alle spalle dei contribuentipluto ha scritto:e l'orso chi lo mette? a me sembrano solo delle "giupinade"

Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Ottima strategia messa in atto dai fungaioli locali perdissuadere la concorrenza ed avere meno competitività sul territorioCartelli sul Bondone che mettono in guardia dalla presenza degli orsi



Che burloni questi Trentini ...


GIU' LE MANI DALL'ORSO..