La signora Fortuna mi racconta del suo primo viaggio in treno all‘età di nove anni: per tanto tempo aveva sognato quel momento … aveva atteso con impazienza l’arrivo del giorno stabilito per salire sul trenino, era il 17 aprile 1947 .Con la madre e Giulia, la sorella più piccola, dovevano andare a trovare “ol tata” (il padre) che da settimane era “in trasferta” con le mucche nei pascoli di Valtesse. Quello che doveva essere per lei un allegro viaggio si era invece rivelata un’esperienza negativa che ancora oggi ben ricorda. Era stata male durante il viaggio, le tornano alla mente gallerie buie, il capotreno che l’ accompagna a prendere aria in fondo al vagone, nessun ricordo del paesaggio o del fiume, ricorda solo il grasso che colava dai giunti dei vagoni … e con lo sguardo accigliato mi dice: “edie töt nìgher !!! (vedevo tutto nero).
(raccolta Dino Oberti)
Con questo ricordo di un’infanzia trascorsa, passo a presentare l’ultima parte … percorsa in bicicletta
Moderatore Forum Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere - (Bertolt Brecht)
Contrada Tiolo
Sul testo “IL SOGNO BREMBANO” l’amico pittore Giuliano Boffelli ha lasciato i suoi ricordi di ferroviere della FVB, ne trascrivo solo uno stralcio: Ricordi di un ferroviere - La mia morosa, Silvana, abitava in una casetta in contrada Tiolo di Zogno che confinava con la ferrovia. Allora con la complicità dei vari macchinisti, il treno cominciava a fischiare all’altezza della curva in Contrada Angelini per darle tempo di affacciarsi e da lì grandi sbracciamenti, invio di baci ecc. In breve la cosa divenne di pubblico dominio e così, specialmente d’estate, anche gli abitanti della contrada e gli altri viaggiatori del treno si affacciavano divertiti a salutare. Questo grazie anche alla regia del “Rosso”,Teoldi, già macchinista di locomotive a vapore in Africa Orientale sulla Addis Abeba-Gibuti, che lanciava fischiate lunghe e ritmate, E così grazie anche al treno, dopo tre anni di questo “romantico corteggiamento” io e Silvana ci sposammo.
Giuliano mi racconta che la Direzione metteva in palio ogni anno un premio per le stazioni meglio mantenute (pulizia, giardino …) e la Stazione di Ambria sovente si meritava il primo posto. Dopo un po’ di anni di lavoro conosceva abitudini e vizi di coloro che abitualmente prendevano questo treno: il gruppo che di solito parlava di sport e che si riuniva sempre nella stessa carrozza, gli studenti che si copiavano i compiti, ma soprattutto sapeva bene chi erano i soliti ritardatari. Un mattino ricorda di aver chiesto al capotreno .. “Fermati !!! ne arriva uno di corsa che si sta allacciando ancora le braghe” ma poi giunti alla stazione di Bergamo erano stai rimproverati … “cosa avete fatto in giro questa mattina?”.