da Il Giorno
Avvocatessa trovata senza testa, l'ombra dell'orso sulla fine di Corinne
L'ipotesi in Val Poschiavo: l'orso M25 si avvicina all'uomo. E' stato avvistato in un recinto dove ha sbranato tre pecore. Secondo i valligiani potrebbe anche aver fatto scempio del corpo già senza vita di Cosima Corinne Schütterle
Milano, 15 agosto 2014 - Il trenino rosso Glacier Express deragliato l’altro giorno per colpa di una frana, non è riuscito a distogliere i pensieri da quel cadavere senza testa trovato nei boschi della Val Poschiavo. Sono ancora scossi e dubbiosi gli svizzeri che vivono a ridosso della catena delle Alpi Retiche occidentali, a distanza di 20 giorni dal ritrovamento del corpo dell’avvocatessa di origine tedesca Cosima Corinne Schütterle finita a morire misteriosamente in un bosco sotto la cima del Bernina. Quando il gestore del ristorante che andava per funghi si è imbattuto per caso in quel corpo, ha visto anche lunghi capelli sul terreno. Non erano però attaccati alla testa. Cosima Schütterle, studio legale a Milano e una carriera prestigiosa come fiscalista internazionale, era scomparsa l’11 giugno mattina dall’hotel Edelweiss di Resia in Alto Adige, con i suoi due cani Penny e Amadeus. Quella radura era piena di sassi e alberi fitti, appena fuori da un bosco distante dalla strada principale in località La Moglia, poco sopra l’abitato di San Carlo, a 1100 metri di quota, ma non tanto dal luogo dove poi è stata ritrovata la sua Toyota, in zona Colonc, sempre poco dopo il centro abitato di San Carlo. Meno di due chilometri di cammino e soli 50 metri di dislivello separavano la salvezza della donna, ma secondo l’autopsia effettuata dai medici legali del Canton Grigioni, Cosima Schütterle è stata bloccata fino alla morte per stenti da una frattura importante a una gamba. Lo scempio del corpo? «Animali selvatici». In valle il dubbio resta: troppo strano che volpi o il rapace gipeto abbiano potuto staccare i capelli dal cranio e farlo trovare a un chilometro di distanza, staccare braccio e petto e non farli trovare più: solo M25 poteva essere capace di tanto.
Lunedì scorso l’orso monitorato da un collare-radio ha usato la furbizia di una volpe. Appena vistisi sbranare tre pecore in quota, gli allevatori hanno deciso di riportare il resto del gregge a valle, scendendo per la strada carreggiabile. M25 li ha seguiti senza farsi accorgere, ha atteso che le pecore fossero riunite nel recinto fisso alto 1.2 metri , poi ha saltato la rete per scegliersi il pranzo. Per sua sfortuna è stato notato da due donne che hanno avvertito il guardacaccia e l’orso disturbato è fuggito via. Il sistema di localizzazione ha constatato che M25 è ritornato in quota. A pensarci bene, i valligiani ricordano altri cadaveri di scomparsi trovati decomposti, ma mai smembrati. E sospettano che M25 sia capace di tanto e forse di più. E ricordano che anche a giugno l’orso era in Val Poschiavo. Lo scorso anno l’orso M13, che era sceso fino alla scuola elementare di San Carlo un’ora prima dell’arrivo del bus coi bimbi, era stato abbattuto al risveglio dal letargo tra mille polemiche Italia-Svizzera.
Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
AGI - Trentino
Trentino, l'orsa Daniza con i cuccioli ferisce un uomo: "catturatela"
(AGI) Trento, 15 ago - La Provincia autonoma di Trento sta per emettere un'ordinanza di cattura per l'orsa che ha reagito con due zampate per allontanare un cercatore di funghi. Lo comunica il presidente Ugo Rossi che ha appena informato il ministro all'ambiente dell'accaduto. L'episodio e' avvenuto nei boschi di Pinzolo. Protagonista un uomo del posto che si e' imbattuto in una femmina di orsa, probabilmente Daniza, e con i suoi due cuccioli. Dalle prime informazioni pare che l'orsa, avvertita la presenza dell'uomo che si era riparato dietro un albero per osservare la cucciolata, si sia avventata contro quest'ultimo e lo abbia graffiato alla schiena e al ginocchio mordendolo infine ad uno scarpone. L'esemplare e' munito di radio collare e la squadra specializzata dei forestali lo ha localizzato. Lo stato di necessita' che si e' determinato impone le procedure di cattura dell'orsa e - se l'operazione risultasse problematica - non si esclude il suo abbattimento. (AGI) .
Trentino, l'orsa Daniza con i cuccioli ferisce un uomo: "catturatela"
(AGI) Trento, 15 ago - La Provincia autonoma di Trento sta per emettere un'ordinanza di cattura per l'orsa che ha reagito con due zampate per allontanare un cercatore di funghi. Lo comunica il presidente Ugo Rossi che ha appena informato il ministro all'ambiente dell'accaduto. L'episodio e' avvenuto nei boschi di Pinzolo. Protagonista un uomo del posto che si e' imbattuto in una femmina di orsa, probabilmente Daniza, e con i suoi due cuccioli. Dalle prime informazioni pare che l'orsa, avvertita la presenza dell'uomo che si era riparato dietro un albero per osservare la cucciolata, si sia avventata contro quest'ultimo e lo abbia graffiato alla schiena e al ginocchio mordendolo infine ad uno scarpone. L'esemplare e' munito di radio collare e la squadra specializzata dei forestali lo ha localizzato. Lo stato di necessita' che si e' determinato impone le procedure di cattura dell'orsa e - se l'operazione risultasse problematica - non si esclude il suo abbattimento. (AGI) .
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
dalla Voce del Trentino
Aggressione orso, Bezzi: «Tutti i nodi vengono al pettine»
Mai questa frase ha trovato più senso nella realtà drammatica che sta vivendo la nostra comunità». - recita l'inizio di una nota del consigliere Giacomo Bezzi. «La ricaduta nell’immagine del Trentino - continua la nota - nel resto del paese nel bel mezzo del Ferragosto con la massima presenza di turisti dopo l’aggressione dell’orso ad una persona, vanifica tutti gli investimenti fatti su un territorio definito sicuro e compatibile con l’attività turistica nelle nostre valli e nei nostri boschi». Bezzi si scaglia sulla maggioranza, rea secondo lui di decidere solo per avere ritorni elettorali: «Che l’arroganza di una variegata maggioranza provinciale più coesa nella gestione del potere spicciolo e legato alla logica del ritorno elettorale che nell’attività legislativa e di pianificazione segni il passo, anzi determini dei danni gravi alla nostra comunità è ormai noto a tutti ancorpiù in questa occasione».
Non manca l'attacco all'ex goverantore Lorenzo Dellai: «Ci chiediamo e da molto tempo diciamo , ma cosa si aspettavano che facessero gli orsi con i piccoli in giro per le montagne? Mangiassero l’erba? Se oggi siamo a commentare 40 punti su una persona con il relativo spavento non vorremmo mai che nel futuro ci trovassimo a commentare qualcosa di magari purtroppo più gravi. C’è subito da ripensare ad un progetto faraonico dell’era Dellai che oggi dimostra tutta la sua inquietante negatività da noi sempre denunciata e con arroganza dalla maggioranza mai ascoltata». Daniele Maturi, l'uomo aggredito dall'orso ha dichiarato di essersi trovato davanti l'orso insieme ai suoi piccoli improvvisamente mentre camminava sul sentiero. Lo stesso racconta di attimi di paura e di terrore passati, per alcuni minuti, «ho avuto paura di morire - dice Maturi - e non so come abbia avuto la forza di allontanarmi e fuggire».
Aggressione orso, Bezzi: «Tutti i nodi vengono al pettine»
Mai questa frase ha trovato più senso nella realtà drammatica che sta vivendo la nostra comunità». - recita l'inizio di una nota del consigliere Giacomo Bezzi. «La ricaduta nell’immagine del Trentino - continua la nota - nel resto del paese nel bel mezzo del Ferragosto con la massima presenza di turisti dopo l’aggressione dell’orso ad una persona, vanifica tutti gli investimenti fatti su un territorio definito sicuro e compatibile con l’attività turistica nelle nostre valli e nei nostri boschi». Bezzi si scaglia sulla maggioranza, rea secondo lui di decidere solo per avere ritorni elettorali: «Che l’arroganza di una variegata maggioranza provinciale più coesa nella gestione del potere spicciolo e legato alla logica del ritorno elettorale che nell’attività legislativa e di pianificazione segni il passo, anzi determini dei danni gravi alla nostra comunità è ormai noto a tutti ancorpiù in questa occasione».
Non manca l'attacco all'ex goverantore Lorenzo Dellai: «Ci chiediamo e da molto tempo diciamo , ma cosa si aspettavano che facessero gli orsi con i piccoli in giro per le montagne? Mangiassero l’erba? Se oggi siamo a commentare 40 punti su una persona con il relativo spavento non vorremmo mai che nel futuro ci trovassimo a commentare qualcosa di magari purtroppo più gravi. C’è subito da ripensare ad un progetto faraonico dell’era Dellai che oggi dimostra tutta la sua inquietante negatività da noi sempre denunciata e con arroganza dalla maggioranza mai ascoltata». Daniele Maturi, l'uomo aggredito dall'orso ha dichiarato di essersi trovato davanti l'orso insieme ai suoi piccoli improvvisamente mentre camminava sul sentiero. Lo stesso racconta di attimi di paura e di terrore passati, per alcuni minuti, «ho avuto paura di morire - dice Maturi - e non so come abbia avuto la forza di allontanarmi e fuggire».
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Vicenza report
Altopiano di Asiago, l’orso colpisce ancora. Bovini uccisi ora a quota 20
Un’altra manza è finita vittima dell’orso M4, che ormai da alcuni mesi scorrazza nell’Altropiano di Asiago. Si tratta di un bovino di razza Limousine, è morto dopo ore di agonia, ed è il quarto ad essere stato sottratto dall’orso alla malga Mandriolo, al confine con il Trentino, gestita dall’azienda agricola di Modesto Spiller, con sede a Villaverla. Sono venti gli animali ucciosi dall’orso in questo periodo. Della questione si è particolarmente interessata Coldiretti Vicenza. “È una pura fatalità – commenta infatti il presidente provinciale di Coldiretti, Martino Cerantola – che quest’orso non abbia ancora attaccato alcun essere umano, ed in un periodo di grandi presenze sull’Altopiano occorre agire tempestivamente per garantire la sicurezza alle persone. Non dimentichiamo che questo periodo di ricerca di funghi espone al pericolo anche le persone, certo impreparate ad affrontare l’incontro con un orso. Basti pensare a quanto è accaduto a Daniele Maturi, un cercatore di funghi che, a Pinzolo, incappando in un’orsa con i suoi piccoli è stato aggredito ed essendo impreparato ad affrontare la situazione ha riportato, per un puro caso fortuito, solo delle ferite, importanti ma non mortali”. “L’interessamento di Elena Donazzan, – prosegue il presidente Martino Cerantola – unico assessore vicentino ad essere intervenuto sulla pericolosità dell’orso è ammirevole, ma ora è indispensabile fare un ulteriore passo avanti ed agire con azioni rapide e coordinate per la cattura e l’allontanamento dell’animale da questi luoghi”.
L’estate poco calda e l’avvicinarsi della stagione più fredda, quindi l’abbandono delle malghe da parte degli animali, preoccupa particolarmente Coldiretti, che esorta ad intensificare le operazioni di cattura dell’orso M4, al fine di munirlo di radiocollare e spostarlo in un territorio dove non rechi offesa a persone ed animali. “Vista l’incapacità delle autorità di affrontare questo orso – conclude Cerantola – di certo l’anno prossimo molti malghesi ci penseranno bene prima di riportare in montagna i propri animali. E questo determinerà un danno economico ai Comuni, che affittano le malghe, alle famiglie, che non potranno più sfruttare l’opportunità di trascorrere delle ore all’aria aperta con i propri figli ed anche alla sanità ed al benessere animale. Infine, va considerato che con il freddo l’orso potrebbe spostarsi in pianura, non trovando più cibo in quota, andando alla ricerca di altri animali o di qualunque altro cibo possa trovare”. Anche il presidente di Coldiretti Asiago, Dino Panozzo, ci tiene a dire la sua. ”Ci auguriamo – sottolinea – che le autorità che si stanno occupando di ciò che l’orso M4 ha fatto in Altopiano non giustifichino solo i comportamenti dei plantigradi, ma riflettano in particolare sullo stato d’animo delle persone che vivono sulla propria pelle e con una tensione nervosa preoccupante, da oltre due mesi, le scorribande dell’animale. È inammissibile che le autorità preposte siano sensibili solo verso gli animali selvatici e non verso le persone che vivono sul territorio. Coldiretti si unisce alle richieste dei malghesi e di molti cittadini altopianesi, affinché venga posta la parola fine a questo problema, che comporta costi rilevanti per la comunità”.
Altopiano di Asiago, l’orso colpisce ancora. Bovini uccisi ora a quota 20
Un’altra manza è finita vittima dell’orso M4, che ormai da alcuni mesi scorrazza nell’Altropiano di Asiago. Si tratta di un bovino di razza Limousine, è morto dopo ore di agonia, ed è il quarto ad essere stato sottratto dall’orso alla malga Mandriolo, al confine con il Trentino, gestita dall’azienda agricola di Modesto Spiller, con sede a Villaverla. Sono venti gli animali ucciosi dall’orso in questo periodo. Della questione si è particolarmente interessata Coldiretti Vicenza. “È una pura fatalità – commenta infatti il presidente provinciale di Coldiretti, Martino Cerantola – che quest’orso non abbia ancora attaccato alcun essere umano, ed in un periodo di grandi presenze sull’Altopiano occorre agire tempestivamente per garantire la sicurezza alle persone. Non dimentichiamo che questo periodo di ricerca di funghi espone al pericolo anche le persone, certo impreparate ad affrontare l’incontro con un orso. Basti pensare a quanto è accaduto a Daniele Maturi, un cercatore di funghi che, a Pinzolo, incappando in un’orsa con i suoi piccoli è stato aggredito ed essendo impreparato ad affrontare la situazione ha riportato, per un puro caso fortuito, solo delle ferite, importanti ma non mortali”. “L’interessamento di Elena Donazzan, – prosegue il presidente Martino Cerantola – unico assessore vicentino ad essere intervenuto sulla pericolosità dell’orso è ammirevole, ma ora è indispensabile fare un ulteriore passo avanti ed agire con azioni rapide e coordinate per la cattura e l’allontanamento dell’animale da questi luoghi”.
L’estate poco calda e l’avvicinarsi della stagione più fredda, quindi l’abbandono delle malghe da parte degli animali, preoccupa particolarmente Coldiretti, che esorta ad intensificare le operazioni di cattura dell’orso M4, al fine di munirlo di radiocollare e spostarlo in un territorio dove non rechi offesa a persone ed animali. “Vista l’incapacità delle autorità di affrontare questo orso – conclude Cerantola – di certo l’anno prossimo molti malghesi ci penseranno bene prima di riportare in montagna i propri animali. E questo determinerà un danno economico ai Comuni, che affittano le malghe, alle famiglie, che non potranno più sfruttare l’opportunità di trascorrere delle ore all’aria aperta con i propri figli ed anche alla sanità ed al benessere animale. Infine, va considerato che con il freddo l’orso potrebbe spostarsi in pianura, non trovando più cibo in quota, andando alla ricerca di altri animali o di qualunque altro cibo possa trovare”. Anche il presidente di Coldiretti Asiago, Dino Panozzo, ci tiene a dire la sua. ”Ci auguriamo – sottolinea – che le autorità che si stanno occupando di ciò che l’orso M4 ha fatto in Altopiano non giustifichino solo i comportamenti dei plantigradi, ma riflettano in particolare sullo stato d’animo delle persone che vivono sulla propria pelle e con una tensione nervosa preoccupante, da oltre due mesi, le scorribande dell’animale. È inammissibile che le autorità preposte siano sensibili solo verso gli animali selvatici e non verso le persone che vivono sul territorio. Coldiretti si unisce alle richieste dei malghesi e di molti cittadini altopianesi, affinché venga posta la parola fine a questo problema, che comporta costi rilevanti per la comunità”.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Avendo letto l'episodio relativo alla donna ritrovata smembrataIW2LBR ha scritto: pare che l'orsa, avvertita la presenza dell'uomo che si era riparato dietro un albero per osservare la cucciolata, si sia avventata contro quest'ultimo e lo abbia graffiato alla schiena e al ginocchio mordendolo infine ad uno scarpone


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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Valtellina NEWS di Martino Ghilotti
Attenti al lupo e anche all'orso... ma non dimentichiamo l'uomo!
L’ideologia verde-animalista tenta di imporre l’incontrollato ritorno dei grandi carnivori nelle aree montane in un regime di convivenza di pari dignità con l’uomo.
Recenti fatti di cronaca, l’aggressione subita da un cercatore di funghi in trentino da parte di un’orsa, piuttosto che l’uccisione di lupi in Maremma da parte di qualche agricoltore esasperato, senza dimenticare le peregrinazione dell’orso M25 o i presunti avvistamenti di lupi sulle nostre montagne, hanno evidenziato un problema non secondario, quale quello della reintroduzione artificiale del lupo e dell’orso e di altri grandi carnivori sulle nostre montagne.
Si tratta non di un fenomeno naturale, bensì di un progetto pianificato e adeguatamente sostenuto finanziariamente dai burocrati dell’Unione Europea. Dopo aver sottratto, giustamente, all’estinzione molte di queste specie animali a rischio, ora gli euroburocrati pretendono di imporne la convivenza, in termini quasi di pari dignità, con gli abitanti della montagna, agricoltori in primis, obbligando questi ultimi, unitamente ai turisti, ad accettare che questi animali pericolosi , checchè ne dicano gli animalisti, per l’uomo e per gli animali domestici, si aggirino incontrastati anche al di fuori delle aree naturali specificamente controllate, dove potrebbero agevolmente e pacificamente condurre la loro esistenza.
Un simile approccio è frutto di un’ideologia “verde-animalista” che vede l’uomo come un intruso e un potenziale fattore di squilibrio del pianeta, la Grande Madre Terra come la chiamano gli ecologisti più ideologizzati anche in occasione di qualche convegno ecclesiale. Quelli per i quali se un orso aggredisce un cercatore di funghi, quest’ultimo “se l’è andata a cercare”, perché bisogna lasciare che questi animali vaghino incontrastati nei boschi e anche al di fuori, fino a spingersi in prossimità delle case.
Un’assolutizzazione della natura e degli animali che arriva fino a “sovrapporsi in dignità alla stessa persona umana” come recita il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa che appunto, su queste basi, motiva la propria “ contrarietà a una concezione dell'ambiente ispirata all'ecocentrismo e al biocentrismo, perché “si viene così ad eliminare la superiore responsabilità dell'uomo in favore di una considerazione egualitaristica della “dignità” di tutti gli esseri viventi “.
Anche sul fronte "laico" ci si comincia ad interrogare sulle conseguenze che nel contingente questa “convivenza” con i grandi carnivori, imposta dall’ideologia verde, comporta per le genti di montagna. Ne abbiamo un esempio pratico nella presa di posizione assunta in un incontro tenutosi nel mese di marzo a Poschiavo nei Grigioni, a cui hanno aderito associazioni italiane, francesi e svizzere di pastori, allevatori e agricoltori, con il supporto di esperti di economia e sociologi della montagna.
Nella Dichiarazione di Poschiavo per una montagna e una campagna europee libere dai grandi predatori” questa l’intestazione del documento approvato al termine del convegno, viene denunciato il rischio di estinzione in Europa non tanto dei lupi, degli orsi e delle linci bensì dei pastori e degli allevatori di montagna, conseguentemente si chiede che “si stabilisca il principio che i problemi derivanti ad ogni livello dalla prossimità tra fauna selvatica, vita umana e attività agro-pastorali vengano d’ora in avanti affrontati non come corollari all’interno di programmi di protezione della fauna selvatica stessa bensì ab origine in sede politica, e con l’inderogabile partecipazione di rappresentanze delle popolazioni e delle categorie direttamente interessate, dei pastori, degli allevatori nonché di esperti di loro fiducia”.
Attenti al lupo e anche all'orso... ma non dimentichiamo l'uomo!
L’ideologia verde-animalista tenta di imporre l’incontrollato ritorno dei grandi carnivori nelle aree montane in un regime di convivenza di pari dignità con l’uomo.
Recenti fatti di cronaca, l’aggressione subita da un cercatore di funghi in trentino da parte di un’orsa, piuttosto che l’uccisione di lupi in Maremma da parte di qualche agricoltore esasperato, senza dimenticare le peregrinazione dell’orso M25 o i presunti avvistamenti di lupi sulle nostre montagne, hanno evidenziato un problema non secondario, quale quello della reintroduzione artificiale del lupo e dell’orso e di altri grandi carnivori sulle nostre montagne.
Si tratta non di un fenomeno naturale, bensì di un progetto pianificato e adeguatamente sostenuto finanziariamente dai burocrati dell’Unione Europea. Dopo aver sottratto, giustamente, all’estinzione molte di queste specie animali a rischio, ora gli euroburocrati pretendono di imporne la convivenza, in termini quasi di pari dignità, con gli abitanti della montagna, agricoltori in primis, obbligando questi ultimi, unitamente ai turisti, ad accettare che questi animali pericolosi , checchè ne dicano gli animalisti, per l’uomo e per gli animali domestici, si aggirino incontrastati anche al di fuori delle aree naturali specificamente controllate, dove potrebbero agevolmente e pacificamente condurre la loro esistenza.
Un simile approccio è frutto di un’ideologia “verde-animalista” che vede l’uomo come un intruso e un potenziale fattore di squilibrio del pianeta, la Grande Madre Terra come la chiamano gli ecologisti più ideologizzati anche in occasione di qualche convegno ecclesiale. Quelli per i quali se un orso aggredisce un cercatore di funghi, quest’ultimo “se l’è andata a cercare”, perché bisogna lasciare che questi animali vaghino incontrastati nei boschi e anche al di fuori, fino a spingersi in prossimità delle case.
Un’assolutizzazione della natura e degli animali che arriva fino a “sovrapporsi in dignità alla stessa persona umana” come recita il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa che appunto, su queste basi, motiva la propria “ contrarietà a una concezione dell'ambiente ispirata all'ecocentrismo e al biocentrismo, perché “si viene così ad eliminare la superiore responsabilità dell'uomo in favore di una considerazione egualitaristica della “dignità” di tutti gli esseri viventi “.
Anche sul fronte "laico" ci si comincia ad interrogare sulle conseguenze che nel contingente questa “convivenza” con i grandi carnivori, imposta dall’ideologia verde, comporta per le genti di montagna. Ne abbiamo un esempio pratico nella presa di posizione assunta in un incontro tenutosi nel mese di marzo a Poschiavo nei Grigioni, a cui hanno aderito associazioni italiane, francesi e svizzere di pastori, allevatori e agricoltori, con il supporto di esperti di economia e sociologi della montagna.
Nella Dichiarazione di Poschiavo per una montagna e una campagna europee libere dai grandi predatori” questa l’intestazione del documento approvato al termine del convegno, viene denunciato il rischio di estinzione in Europa non tanto dei lupi, degli orsi e delle linci bensì dei pastori e degli allevatori di montagna, conseguentemente si chiede che “si stabilisca il principio che i problemi derivanti ad ogni livello dalla prossimità tra fauna selvatica, vita umana e attività agro-pastorali vengano d’ora in avanti affrontati non come corollari all’interno di programmi di protezione della fauna selvatica stessa bensì ab origine in sede politica, e con l’inderogabile partecipazione di rappresentanze delle popolazioni e delle categorie direttamente interessate, dei pastori, degli allevatori nonché di esperti di loro fiducia”.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Ruralipini di Michele Corti
Si salva solo perché "un Carnera" dall'agressione dell'orsa
Un fungaiolo è stato aggredito ieri a Pinzolo da un orsa con i cucciuoli. Da "Carnera del Trentino" come viene chiamato ha reagito a calci e pugni. Ma ha rimediato 40 punti di sutura e lo scarpone morsicato. Parleranno ancora di "falsi attacchi" i bugiardi che disprezzano il popoli e lo ingannano che hanno introdotto orsi potenzialmente pericolosi in Trentino? Per un disegno di pulizia etnica della montagna di stampo ecofasciogiacobino volto ad ottenere un totale controllo del territorio con la sparizione delle forme tradizionali e veramente sostenibili di uso dello stesso. Quando nessuno oserà più andare nei boschi e in montagna, allevatori, pastori, boscaioli non saranno più scomodi ostacoli sul cammino di una montagna da sfruttare senza scrupoli per produrre energia e materie prime per un capitalismo sempre più distruttivo.
Si salva solo perché "un Carnera" dall'agressione dell'orsa
Un fungaiolo è stato aggredito ieri a Pinzolo da un orsa con i cucciuoli. Da "Carnera del Trentino" come viene chiamato ha reagito a calci e pugni. Ma ha rimediato 40 punti di sutura e lo scarpone morsicato. Parleranno ancora di "falsi attacchi" i bugiardi che disprezzano il popoli e lo ingannano che hanno introdotto orsi potenzialmente pericolosi in Trentino? Per un disegno di pulizia etnica della montagna di stampo ecofasciogiacobino volto ad ottenere un totale controllo del territorio con la sparizione delle forme tradizionali e veramente sostenibili di uso dello stesso. Quando nessuno oserà più andare nei boschi e in montagna, allevatori, pastori, boscaioli non saranno più scomodi ostacoli sul cammino di una montagna da sfruttare senza scrupoli per produrre energia e materie prime per un capitalismo sempre più distruttivo.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Orso Daniza, parla Messner: “Favorevole alla cattura, non c’è più spazio”
L'alpinista, "re" degli ottomila metri, spiega: "Catturare l'orsa è l'unica soluzione, anche se si è mossa per difendere i suoi piccoli". Intanto Daniza è introvabile, secondo i forestali si muove velocemente. Dimesso dall'ospedale il cercatore di funghi vittima dell'aggressione.
“L’orso ha bisogno di molto spazio e non ne abbiamo più. La cattura dell’orso Daniza è l’unica soluzione”. A parlare è Reinhold Messner che in una intervista ai quotidiani Alto Adige e Trentino si dice favorevole alla cattura dell’orso bruno che qualche giorno fa a Pinzolo ha aggredito un cercatore di funghi troppo vicino ai suoi cuccioli. “La cattura è l’unica soluzione – sostiene – il re degli ottomila metri – anche se l’orsa si è mossa per difendere i piccoli”. Parole che faranno sicuramente discutere mentre l’orsa Daniza è ancora in fuga: anche se munita di radiocollare per l’individuazione l’animale di 18 anni d’età si sposta rapidamente e l’operazione di localizzazione è molto difficile, visto che un plantigrado ogni giorno può spostarsi fino a 50 chilometri. L’obiettivo della Provincia autonoma di Trento è catturare l’animale senza ucciderlo. Intanto Daniele Maturi, il cercatore di funghi vittima dell’aggressione, è stato dimesso dall’ospedale di Tione, con fasciature a braccia e gambe. Il caso di Daniza è diventato fin da subito politico: anche sul blog di Beppe Grillo un post si schiera decisamente contro la giunta provinciale trentina bollando come “isterica” la decisione della cattura: “Dimostra l’impreparazione e il dilettantismo diffusi negli assessorati trentini. L’orsa non ha avuto nessuna reazione anomala nonostante l’opinione di qualche ex veterinario: nel materiale informativo è scritto chiaramente di tenersi alla larga dalle cucciolate. L’orsa è munita di radiocollare – scrive Filippo Degasperi, consigliere M5S in Trentino – dato che risultava potenzialmente pericolosa perché insieme ai suoi cuccioli come mai nessuno la controllava? L’orsa ha reagito in maniera assolutamemte scontata e naturale di fronte a quello che ha percepito come una minaccia per i piccoli.
L'alpinista, "re" degli ottomila metri, spiega: "Catturare l'orsa è l'unica soluzione, anche se si è mossa per difendere i suoi piccoli". Intanto Daniza è introvabile, secondo i forestali si muove velocemente. Dimesso dall'ospedale il cercatore di funghi vittima dell'aggressione.
“L’orso ha bisogno di molto spazio e non ne abbiamo più. La cattura dell’orso Daniza è l’unica soluzione”. A parlare è Reinhold Messner che in una intervista ai quotidiani Alto Adige e Trentino si dice favorevole alla cattura dell’orso bruno che qualche giorno fa a Pinzolo ha aggredito un cercatore di funghi troppo vicino ai suoi cuccioli. “La cattura è l’unica soluzione – sostiene – il re degli ottomila metri – anche se l’orsa si è mossa per difendere i piccoli”. Parole che faranno sicuramente discutere mentre l’orsa Daniza è ancora in fuga: anche se munita di radiocollare per l’individuazione l’animale di 18 anni d’età si sposta rapidamente e l’operazione di localizzazione è molto difficile, visto che un plantigrado ogni giorno può spostarsi fino a 50 chilometri. L’obiettivo della Provincia autonoma di Trento è catturare l’animale senza ucciderlo. Intanto Daniele Maturi, il cercatore di funghi vittima dell’aggressione, è stato dimesso dall’ospedale di Tione, con fasciature a braccia e gambe. Il caso di Daniza è diventato fin da subito politico: anche sul blog di Beppe Grillo un post si schiera decisamente contro la giunta provinciale trentina bollando come “isterica” la decisione della cattura: “Dimostra l’impreparazione e il dilettantismo diffusi negli assessorati trentini. L’orsa non ha avuto nessuna reazione anomala nonostante l’opinione di qualche ex veterinario: nel materiale informativo è scritto chiaramente di tenersi alla larga dalle cucciolate. L’orsa è munita di radiocollare – scrive Filippo Degasperi, consigliere M5S in Trentino – dato che risultava potenzialmente pericolosa perché insieme ai suoi cuccioli come mai nessuno la controllava? L’orsa ha reagito in maniera assolutamemte scontata e naturale di fronte a quello che ha percepito come una minaccia per i piccoli.
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20-08-2014 - Valtellina NEWS
L'orso M4 torna a uccidere bestiame
Di poche ore fa la notizia di una vacca sbranata probabilmente dal grosso mammifero, gli allevatori della zona stanno già provvedendo a spostarsi

L'orso M4 torna protagonista nelle cronache di montagna. Il quadrupede che da alcuni mesi scorrazza sull'Altopiano di Asiago, ha aggredito e ucciso la scorsa notte una vacca gravida nel comune di Foza, in località Montagna Nuova. Ha il nome di un fucile d'assalto, il letale M4 è appassionato di bestiame, fino ad ora il plantigrado ha infatti ucciso una ventina di capi, tra bovini e asini, solo nel Vicentino. La mucca aggredita e uccisa faceva parte dell'allevamento di un'azienda in provincia di Padova, che da inizio estate è ospitato in una malga altopianese per l'alpeggio. Gli addetti al pascolo, che al mattino non l'avevano vista pascolare e si erano messi alla sua ricerca fino all’amara scoperta. Subito sono state contattate le Forze dell’Ordine e sono accorsi sul posto gli agenti forestali e i veterinari dell'Ulss n°3 di Asiago. Per i danni provocati da M4 la giunta regionale del Veneto ha messo a disposizione 25 mila euro che se non coprono il valore dei capi sbranati segnano un primo passo a favore degli allevatori. Molti di questi intanto stanno meditando di abbandonare l'alpeggio prima del tempo.
L'orso M4 torna a uccidere bestiame
Di poche ore fa la notizia di una vacca sbranata probabilmente dal grosso mammifero, gli allevatori della zona stanno già provvedendo a spostarsi

L'orso M4 torna protagonista nelle cronache di montagna. Il quadrupede che da alcuni mesi scorrazza sull'Altopiano di Asiago, ha aggredito e ucciso la scorsa notte una vacca gravida nel comune di Foza, in località Montagna Nuova. Ha il nome di un fucile d'assalto, il letale M4 è appassionato di bestiame, fino ad ora il plantigrado ha infatti ucciso una ventina di capi, tra bovini e asini, solo nel Vicentino. La mucca aggredita e uccisa faceva parte dell'allevamento di un'azienda in provincia di Padova, che da inizio estate è ospitato in una malga altopianese per l'alpeggio. Gli addetti al pascolo, che al mattino non l'avevano vista pascolare e si erano messi alla sua ricerca fino all’amara scoperta. Subito sono state contattate le Forze dell’Ordine e sono accorsi sul posto gli agenti forestali e i veterinari dell'Ulss n°3 di Asiago. Per i danni provocati da M4 la giunta regionale del Veneto ha messo a disposizione 25 mila euro che se non coprono il valore dei capi sbranati segnano un primo passo a favore degli allevatori. Molti di questi intanto stanno meditando di abbandonare l'alpeggio prima del tempo.
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