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Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: domenica 2 marzo 2014, 10:00
da IW2LBR
da L'Eco di Bergamo

Malore improvviso in strada a Piazzatorre, muore ristoratore di 34 anni

PIazzatorre - È stato stroncato da un malore improvviso che non gli a dato scampo mentre era in strada, in compagnia di amici, nel suo paese d’origine, Piazzatore. È morto così a soli 34 anni Alex Bianchi, ristoratore di Lenna, titolare insieme alla madre del ristorante pizzeria Moral. Stando alle informazioni Soccorsi a Piazzatore raccolte ieri sera Bianchi si è sentito male mentre era in compagnia di amici al bar Piè delle rocce a Piazzatorre . All’improvviso è stato colto da un malore e visto che non riusciva a riprendersi i suoi amici hanno ritenuto opportuno chiamare i soccorsi.

L’allarme è stato lanciato verso le 21,50: un ambulanza e un’automedica sono state indirizzate d’urgenza in via IV Novembre a Piazzatorre . Ai soccorritori le condizioni di Bianchi sono parse estremamente gravi, gli operatori hanno praticato subito le manovre necessarie per stabilizzare le sue condizioni. Purtroppo i tentativi del personale medico non sono stati coronati da successo: Bianchi è morto prima di poter essere trasportato all’ospedale per le cure del caso. Con tutta probabilità la causa del decesso sarebbe da attribuire ad un infarto. Alex Bianchi, abitava a Piazza Brembana ed era titolare del ristorante pizzeria Moral a Lenna. Lavorava insieme alla madre nel locale che si trova in via Scalvino. Dagli amici viene descritto come una persona dal carattere solare e disponibile. La notizia della sua improvvisa scomparsa ieri sera non si era ancora diffusa in paese, ma tra amici e conoscenti non sono mancate espressioni di cordoglio e di vicinanza al dolore della famiglia.

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: giovedì 6 marzo 2014, 8:50
da claudio valce
da L'Eco di Bergamo

Expo 2015 con i Formaggi Orobici, degustazioni al via della rassegna

Se tutto andrà come da accordi l’Expo del 2015 si aprirà con i formaggi orobici: degustazioni di Bitto storico, Branzi, Strachitunt Valtaleggio, Agrì e Stracchino all’antica accoglieranno delegazioni internazionali e i visitatori nei primi dieci giorni dell’evento, dal 1° maggio 2015. A scegliere i gioielli caseari brembani è stata Slow food, l’associazione internazionale nata nel 1986 per promuovere il buon cibo e difendere le tradizioni enogastronomiche, associazione che durante Expo (dedicato proprio all’alimentazione), avrà un ruolo da protagonista. Il 20 febbraio scorso, a San Pellegrino è stato firmato il patto che fonda i «Formaggi principi delle Orobie», progetto nato alcuni anni fa e ora pronto a decollare nel mondo: a siglarlo la Latteria sociale di Branzi, la Latteria sociale di Valtorta, Casarrigoni di Taleggio, l’azienda agricola Locatelli Guglielmo di Vedeseta, la cooperativa Sant’Antonio di Vedeseta, l’azienda agrituristica Ferdy Quarteroni di Lenna e la società Bitto Trading di Gerola Alta (Sondrio). A loro si aggiungeranno a breve il Consorzio di tutela del Formai de mut e l’associazione produttori dello Stracchino all’antica. Ma la firma è solo l’atto conclusivo (e ora di nuova partenza) di un percorso iniziato alcuni anni fa che mira alla costruzione di itinerari turistici e alla promozione di un territorio molto vasto, le Orobie, sulle province di Bergamo, Sondrio e Lecco.

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: venerdì 14 marzo 2014, 10:35
da IW2LBR
dal Corriere della Sera di Simone Bianco

"Tre ospedali in crisi" I sindaci contro Ercole

È un quaderno di lamentele, la lettera di quattro sindaci all’assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani, su quanto sta succedendo nei presidi di Calcinate, Romano di Lombardia e San Giovanni Bianco, appartenenti all’Azienda ospedaliera di Treviglio. Non è solo un elenco di problemi legati alla mancanza di risorse economiche e umane, ma soprattutto un’accusa diretta al direttore generale, Cesare Ercole. Nel testo si parla di «insofferenze di carattere organizzativo e relazionale» (Romano), «assoluta indifferenza e mancanza di attenzione per il territorio da parte dell’attuale dirigenza dell’Azienda ospedaliera di Treviglio» (San Giovanni Bianco) e dipendenti «provati dagli eventi e da chi non sembra in grado di gestirli» (Calcinate). L’obiettivo della lettera è ottenere una visita nei presidi ospedalieri dell’assessore regionale. Sullo sfondo c’è la prevista riforma della sanità, cui la giunta Maroni sta lavorando da diversi mesi. Una revisione generale della rete nella quale qualche specialità verrà chiusa e i piccoli ospedali riconvertiti. Nel caso di Calcinate, è probabile la chiusura del punto nascita. Anche la deputata del Pd Elena Carnevali ieri ha chiesto che struttura non chiuda ma venga riconvertita: «Le decisioni sul futuro di questo ospedale devono essere pubbliche, discusse, concordate con il territorio». Il sindaco di Calcinate, Gianfranco Gafforelli, non respinge l’idea ma chiede che nella struttura si potenzino le funzioni legate alla gestione della cronicità, in particolare legata alla terza età, e della diagnostica. Ma per fare questo, dice Gafforelli, «è necessario che ci sia una dirigenza illuminata che abbia il coraggio di confrontarsi fattivamente con il territorio e che, soprattutto, abbia le capacità intellettuali e imprenditoriali per esercitare strategie». La situazione viene dipinta con toni drammatici: l’ospedale è «senza primari», «con infrastrutture obsolete», «in parziale assenza di sicurezza», «nella frustrazione del personale per l’incertezza del futuro». Il sindaco arriva a chiedere che la struttura di Calcinate passi all’Azienda ospedaliera di Seriate, «geograficamente e storicamente più affine alla nostra gente».

Il Sindaco di Romano, Michele Lamera, chiede l’adeguamento dell’organico del Pronto soccorso, la cui criticità principale — scrive — consiste nell’essere gestito da medici esterni, appartenenti a una cooperativa e non dipendenti dell’Azienda ospedaliera. C’è poi il caso del reparto di Terapia intensiva post operatoria, «ormai pronto da diversi anni. Langue, vuoto e disabitato, in attesa che venga utilizzato. Fa specie che pur avendolo pensato, progettato, voluto e realizzato, questo repartino non sia ad oggi funzionante». Il capitolo sull’ospedale della Val Brembana è sottoscritto dal sindaco di San Giovanni Bianco, Marco Milesi, e dal suo omologo di San Pellegrino Terme, Vittorio Milesi, anche nelle vesti di consigliere provinciale. Le parole nei confronti della direzione, come detto, sono molto dure. Si parla di «scarsa attenzione» e si chiede una gestione attenta del passaggio verso la nuova dimensione di presidio che tenga la valle in contatto con la rete ospedaliera. Se è vero che durante l’incontro con Mantovani di inizio febbraio, qualcuno tra i sindaci è arrivato a chiedere il trasferimento di Ercole, il direttore generale dice di sentirsi molto tranquillo: «Da Milano arrivano solo valutazioni positive sul lavoro della nostra azienda, la terza in Lombardia per virtuosità economica, tra le prime per la gestione di alcuni tipi di tumori».

La difesa di Ercole: «La nostra azienda è la terza in Lombardia per virtuosità economica, tra le prime per la gestione di alcuni tipi di tumori»Le critiche se le spiega così: «Siamo in campagna elettorale, le difficoltà ci sono ma questi attacchi sono utili solo alla politica, dalla quale io resto fuori. A Romano il sindaco, che lamenta il problema della Terapia intensiva, forse dovrebbe ricordare che abbiamo ricostruito l’ospedale dopo l’incendio, in un anno e mezzo e solo con risorse nostre. Su San Giovanni Bianco, sono le solite cose, si dimenticano dei nuovi mammografi, del consultorio che aprirà a breve e dell’odontoiatria che prima non c’era». La replica più piccata è al sindaco di Calcinate, che è un dipendente dell’amministrazione dell’Azienda ospedaliera: «Belle parole, le sue... Gestisce da anni l’amministrazione di Romano e Calcinate, sa bene come stanno le cose. Forse vive un momento di difficoltà politica. Avrei preferito che queste cose me le avesse dette al telefono, quando ci siamo sentiti, poche ore fa».

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: venerdì 14 marzo 2014, 16:12
da IW2LBR
da Bergamo NEWS

La Val Taleggio esulta: “Strachitunt” è Dop a livello europeo

L'annuncio arriva direttamente dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali a cui fa capo il bergamasco Maurizio Martina: è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il Regolamento di Esecuzione (Ue) per l'iscrizione della denominazione di origine protetta “Strachitunt” nel registro europeo delle Dop e Igp. Con il riconoscimento europeo del formaggio Strachitunt, salgono a 261 i prodotti Dop e Igp italiani registrati in ambito comunitario a conferma del primato che l'Italia detiene da anni e della continua attenzione che i produttori hanno sul fronte della qualità. Formaggio erborinato a latte intero crudo di vacca, prodotto con l'antica tecnica delle due paste e sottoposto ad una stagionatura medio-lunga di almeno 75 giorni, lo Strachitunt viene prodotto nella zona compresa tra i comuni di Taleggio, Vedeseta, Gerosa e Blello a un'altitudine minima di 700 metri, nei territori che formano la Val Taleggio. Il termine Strachitunt deriva dalla traduzione bergamasca di stracchino rotondo: il profumo è caratteristico dei formaggi erborinati, con note prima leggermente lattiche, poi sovrastate da note metalliche. Il sapore è aromatico ed intenso, variabile dal dolce al piccante a seconda del grado di stagionatura, fragrante e fondente con gradevole retrogusto vegetale.

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: sabato 15 marzo 2014, 11:07
da IW2LBR
da L'Eco di Bergamo di Giovanni Ghisalberti

Oltre il Colle, clienti al bar "Coprifuoco dopo le 22"

Oltre il Colle - Niente clienti all’esterno dei bar, seduti ai tavolini su terrazze o pergolati, dopo le 22. Tutti dentro. E dopo le 23 stop anche agli intrattenimenti musicali. L’ordinanza del sindaco di Oltre il Colle Valerio Carrara è di settimana scorsa e regolamenta orari e attività di bar e ristoranti. Di fatto si tratta di un dietrofront rispetto a quella emanata nell’estate 2012, quando lo stesso sindaco Carrara aveva concesso, nei fine settimana, l’apertura addirittura fino al mattino. L’obiettivo di due anni fa: evitare che qualche ubriaco girovagasse per le strade del paese, quando i bar erano chiusi. I gestori, grazie alla possibilità dell’apertura continuata anche di notte, avrebbero in questo modo potuto farli entrare. Evitando quanto meno schiamazzi per strada e disturbi a chi dormiva, residenti e villeggianti estivi. Ma l’idea, a quanto pare, non ha funzionato. «In realtà l’apertura notturna dei locali – spiega il sindaco – ha avuto come effetto quello di attirare a Oltre il Colle anche i “balordi” dei paesi vicini. Ci attendevamo un effetto diverso, invece la situazione è peggiorata». Dunque, si cambia. Tornando a orari più normali. L’apertura dei locali sarà consentita dalle 5 di mattina fino alle 2 di notte. «Mi sembra un orario logico – prosegue il sindaco – che va incontro alle esigenze di tutti, residenti, commercianti e villeggianti, di chi vuole divertirsi e di chi vuole riposare». Torna, invece, alle 22, il limite orario oltre il quale i locali non potranno dare bevande all’esterno: «Il gestore – si legge nell’ordinanza del 6 marzo scorso – dovrà fare in modo che gli avventori ancora presenti si accomodino all’interno del locale».

Il limite era stato fissato alle 22 già nel 2008 (dall’allora sindaco Rosanna Manenti), a seguito, in particolare, di un contenzioso tra un bar del centro capoluogo e l’inquilino di un condominio che abitava proprio sopra la terrazza del locale: troppi rumori a tarda sera. Poi, Carrara, due estati fa, aveva innalzato tale orario a mezzanotte. Di fatto, il divieto pone qualche limite per i soli mesi estivi, considerando che per il resto dell’anno difficilmente, ai mille metri di Oltre il Colle. «Ad agosto – precisa, però, il sindaco – sposteremo il limite a mezzanotte ». Già ora, peraltro, l’ordinanza prevede che in caso di manifestazioni tale limite sia spostato alle 23. Alle 23 sarà anche l’orario oltre il quale non si potranno svolgere intrattenimenti musicali (fino a mezzanotte in caso di manifestazioni). «Ma per queste dovremmo trovare una soluzione – continua Carrara –. Abbiamo chiesto alla parrocchia di poter gestire il cinema. Lì potrebbero trovare posto gli eventi musicali. Quindi senza alcun problema di rumori notturni».

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: domenica 16 marzo 2014, 17:51
da IW2LBR
da L'Eco di Bergamo

Tragedia in valle, 25enne, scivola nel Brembo e annega

Una giovane di 25 anni è scivolata nel fiume Brembo, nella zona di San Giovanni Bianco ed è annegata. La tragedia è accaduta attorno alle 15. La salma della donna, che risiedeva a San Pellegrino, è stata recuperata un paio d’ore dopo. Secondo i primi accertamenti, la donna stava passeggiando lungo il Brembo quando ad un tratto è scivolata. Una persona ha tentato di salvarla , ma la corrente ha trascinato la venticinquenne. Nelle operazioni di soccorso sono stati impegnati gli uomini del 118, i sommozzatori di Treviglio, i vigili del fuoco e i carabinieri di Zogno. Attorno alle 17 il corpo è stato trovato dai vigili del fuoco duecento metri più a valle rispetto al punto in cui la ragazza è accidentalmente caduta in acqua mentre stava camminando lungo il fiume.

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: domenica 16 marzo 2014, 21:44
da IW2LBR
Chiara, 25 anni, si tuffa nel Brembo per salvare il cane e muore

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San Giovanni Bianco - Quando ha visto che il suo cane, forse spinto dalla bella giornata di oggi in valle Brembana, si è diretto verso le fresche acque del Brembo, lei non ci ha pensato due volte e lo ha seguito per recuperarlo. Temeva che la corrente lo portasse via. Invece questa sorte è toccata proprio a lei: Chiara Pirola, studentessa universitaria di San Giovanni Bianco, è morta oggi pomeriggio a soli 25 anni, annegata nel fiume Brembo, in valle Brembana. Una tragedia che si è consumata di fronte al fidanzato e al padre della ragazza, i quali si sono a loro volta gettati in acqua nel tentativo di soccorrerla. Ma non c'è stato nulla da fare.

TRAGEDIA - La corrente del fiume in quel tratto era particolarmente forte e Chiara è stata risucchiata sott'acqua, annegando in pochi attimi. Immediato l'allarme: erano da poco passate le 15 di oggi pomeriggio quando nella zona, tra i paesi di San Giovanni Bianco e San Pellegrino Terme, sono arrivati i soccorritori, i vigili del fuoco di Bergamo e Zogno, con il nucleo Saf, speleo-alpino-fluviale, specializzato nella ricerca di persone disperse. E poi i sommozzatori della Protezione civile giunti appositamente da Treviglio e pure esperti nel ritrovare persone annegate. Con loro anche i carabinieri della compagnia di Zogno, l'elicottero e un'ambulanza del 118 di Bergamo. Utilizzando i gommoni e poi immergendosi nelle fredde acque del Brembo, i soccorritori hanno cercato per due ore il corpo della ragazza, mentre fidanzato e padre erano disperati sulla sponda, in buone condizioni di salute ma sotto choc per l'accaduto. Di loro si sono presi cura gli stessi sanitari del 118. Soltanto dopo due ore di ricerche, il corpo di Chiara è stato recuperato: era a circa duecento metri a valle rispetto al punto in cui è scomparsa nell'acqua. La salma è stata portata a riva con il gommone: resta da capire se l'autorità giudiziaria ne disporrà l'autopsia. Chiara Pirola, assieme al padre, al fidanzato e al proprio cagnolino stava percorrendo in bicicletta la pista ciclabile che costeggia il Brembo: vedendo il cane in difficoltà, non ha esitato a tuffarsi per cercare di salvarlo. Alla fine l'animale è riuscito a tornare a riva senza problemi. Lei invece è scomparsa sotto l'acqua, trascinata da una corrente che non immaginava così forte, sotto gli sguardi impotenti di papà e fidanzato.

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: venerdì 21 marzo 2014, 18:06
da claudio valce
da L'Eco di Bergamo


I formaggi principi delle Orobie in prima fila per «nutrire» l’Expo

Undici prodotti da record di cui l’agricoltura bergamasca potrà fregiarsi in occasione della prossima Esposizione Universale del 2015. Vantano il prezioso marchio comunitario i salamini italiani alla cacciatora, l’olio extravergine di oliva dei laghi lombardi ma soprattutto ben nove formaggi: il Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana, il Bitto, il Provolone, il Taleggio, il Quartirolo, il Salva Cremasco, il Grana Padano, il Gorgonzola e, ultimo in ordine di tempo ad entrare nell’olimpo, lo Strachitunt.

“Poter annoverare anche lo Strachitunt tra i nostri prodotti a Denominazione di Origine Protetta – sottolinea Coldiretti Bergamo – è motivo di grande soddisfazione oltre che la conferma del fatto che la nostra tradizione casearia è di assoluto primo piano. Questo riconoscimento va soprattutto agli allevamenti che hanno saputo operare con passione e dedizione, mantenendo standard di alta qualità e valorizzando le tradizioni del territorio”.

I “magnifici” undici saranno protagonisti anche della tappa della manifestazione “Lombardia Expo Tour” che si terrà a Bergamo il prossimo 23 marzo.

“In occasione di questo evento – spiega la Coldiretti provinciale - accenderemo i riflettori proprio sui nostri undici prodotti DOP con una tappa delle “Olimpiadi dell’Italian food” interamente dedicata a loro perché ci sembra giusto non solo celebrarli ma anche farli conoscere il più possibile al grande pubblico. Chi parteciperà alla sfida dovrà saperli riconoscere senza esitazione”.

I prodotti DOP insieme agli altri prodotti tipici bergamaschi e unitamente alle eccellenze delle altre provincie andranno a comporre la variegata offerta dell’agroalimentare lombardo nel farmers market con oltre 80 produttori che verrà allestito in Piazza Dante, nel cuore della città di Bergamo, un grande mercato agricolo che sarà una piccola anticipazione di Expo 2015.

Riguarderà anche i prodotti dell’agroalimentare bergamasco con la Denominazione di Origine Protetta la tavola rotonda in programma sempre per il prossimo 23 marzo sul tema “Legalità e responsabilità alimentare: la sfida di Expo per l’agricoltura del futuro” con la partecipazione del ministro per le politiche agricole Maurizio Martina, del presidente nazionale di Coldiretti Roberto Moncalvo, del presidente della Coldiretti Lombardia Ettore Prandini, del presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio, del presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura Gian Carlo Caselli, del generale comandante dei carabinieri NAS Cosimo Piccinno, del Presidente della Lombardia Roberto Maroni, dell’Assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava, del Vicario Episcopale per i Laici e per la pastorale Monsignor Vittorio Nozza e del sindaco di Bergamo Franco Tentorio.

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: sabato 22 marzo 2014, 17:39
da claudio valce
da L'Eco di Bergamo


Formaggi Principi delle Orobie carta per valorizzare il territorio

Una rapida lettura dell’elenco (Agrì Valtorta, Bitto storico, Branzi, Formai de Mut dell’alta Valle Brembana, Stracchino e Strachitunt, per un totale di tre Dop e tre presidi Slow Food) basta a far venire l’acquolina in bocca. Ma dietro l’accordo siglato tra i «Formaggi Principi delle Orobie» per riunire sotto un unico marchio sei eccellenze casearie delle nostre montagne, c’è ben di più della voglia (sacrosanta) di promuovere i prodotti del territorio: lo sguardo si allarga anche a un turismo in chiave agroalimentare, alla valorizzazione delle tradizioni locali, alla tutela del paesaggio e del lavoro nelle valli.

Temi che si sposano a meraviglia con quelli dell’Expo 2015, e infatti i sei formaggi sono stati scelti da Slow Food per accogliere le delegazioni internazionali che arriveranno alla manifestazione: nella «Piazza dei sapori», per una decina di giorni nella fase iniziale di Expo, ci saranno in vetrina (e in degustazione) proprio queste eccellenze locali. I numeri sono da capogiro: si parla di almeno cinquemila passaggi al giorno. Un trampolino di lancio senza pari per un progetto – a cavallo tra Bergamo, Lecco e Sondrio - a cui si lavorava già da tempo, e che venerdì mattina è stato presentato ufficialmente nello Spazio Viterbi della Provincia.

Sono sette le realtà imprenditoriali che hanno messo in moto i «Principi delle Orobie»: azienda agrituristica Ferdy Quarteroni di Lenna, Casarrigoni di Taleggio, Latteria Sociale di Branzi, Latteria Sociale di Valtorta, società agricola Guglielmo Locatelli di Vedeseta, cooperativa Sant’Antonio di Vedeseta e società Bitto Trading di Gerola Alta (Sondrio). «Molte delle nostre aziende sono piccole, non troppo strutturate – dice Francesco Maroni, direttore della Latteria sociale di Branzi e presidente di Fiera San Matteo -. Per questo è fondamentale creare sinergie per non essere soli, portare avanti la qualità dei nostri prodotti ed evitare il rischio di mistificazioni». Difendendo quel concetto di «origine» su cui si è soffermato Piero Sardo, presidente della fondazione Slow Food per la biodiversità: «L’ iniziativa va proprio nella direzione che Slow Food ama – ha detto Sardo -. Queste produzioni di eccellenza possono garantire un afflusso turistico, e allo stesso tempo mettere al centro il legame tra un prodotto e il suo territorio. Un argomento di stretta attualità anche nella discussione tra Europa e Stati Uniti: oltreoceano puntano tutto sul marchio, mentre per noi il concetto di origine è imprescindibile». «Non si è mai visto un progetto così - riassume Paolo Ciapparelli, presidente del Consorzio Bitto Storico -: i formaggi diventano volano per il territorio». Anche attraverso dei percorsi e itinerari a tema: «Stiamo lavorando al “fuori Expo” », dice Silvio Magni di Slow Food Valli orobiche. E se il progetto dei «Principi» viaggia tutto sulle spalle degli imprenditori, non manca l’auspicio di un’attenzione da parte delle istituzioni. I cui rappresentanti hanno espresso il loro plauso al progetto: «Quando i bergamaschi sanno fare sistema ottengono grandi risultati» ha detto l’assessore provinciale Silvia Lanzani. «In un momento di crisi, questo è un segnale importante», fa eco il presidente della Comunità montana Valle Brembana Alberto Mazzoleni. E a legarsi all’Expo è anche un altro progetto nato nell’ambito di Fiera San Matteo: quello della polenta taragna orobica, con il successo della sagra avviata due anni fa.