mucili ha scritto:Percassi!?! Mi sembra un po troppo distratto dall'atalanta....allora non sarebbe bello se elegesse San Pellegrino Terme come città ufficiale per il ritiro della sua amata squadra? Se l'idea fa schifo ditelo pure
viste le recenti notizie, mi sa che fa veramente schifo come idea..
pluto ha scritto:viste le recenti notizie, mi sa che fa veramente schifo come idea.
Riprendere un post di mucili del 18 maggio al solo scopo polemico, per una vicenda seria che ha scosso gran parte degli sportivi bergamaschi, e che riguarda l'Atalanta, o meglio il suo capitano Doni, mi sembra inopportuno... Soprattutto in un argomento che titola "Rilancio di S. Pellegrino - Terme e Grand Hotel".
appunto dato che l'argomento è il rilancio di san pellegrino, è meglio lasciar perdere con certe idee...
Fai uno sforzo, almeno una volta cerca il lato buono in un mio post.
Grazie
pluto ha scritto:viste le recenti notizie, mi sa che fa veramente schifo come idea..
Evvabbè non sono mica il mago Otelma no? Che ne sapevo io di questo marciume. Comunque Pluto stai tranquillo perchè ho visto che stavi ironizzando. Lo fai un po all'Inglese e quindi non sempre sei capito. Mi spiace per il Sig. Percassi xchè gli hanno rovinato la festa e magari anche i piani per il nuovo stadio etc etc etc. Bhe!!! Sig. Percassi non se ne faccia una colpa e speriamo che l'Atalanta non debba scontare l'amaro prezzo per colpa di gente spregiudicata avida e sprezzante delle regole. Sig. Percassi, si ricordi che qui c'è un piano di rilancio che aspetta il suo deciso intervento, magari potrebbe orientare parte dei suoi sforzi alla realizzazione di questo e chissa che debba avere maggiori soddisfazioni di quelle che ha ottenuto fino ad oggi con il suo piano calcio, almeno avrebbe un'intera valle che la ringrazierebbe per aver dato nuovo slancio e un nuovo futuro a migliaia di famiglie.
Ci pensi Sig. Percassi, la valle sta aspettando!!!
Firma giapponese per le nuove terme di San Pellegrino
Le nuove terme di San Pellegrino avranno una firma giapponese, quella dell’architetto Kengo Kuma. Niente «grandi blocchi in pietra, come detriti di un ghiacciaio», edifici che, secondo il progetto dell’architetto francese Dominique Perrault, avrebbero dovuto ospitare terme e nuovo albergo. Il disegno, vincitore nel 2008 del concorso internazionale di idee per le nuove terme, è stato abbandonato. «Era poco funzionale», spiegano dal gruppo Percassi. Bello, in sostanza, ma poco adattabile alle esigenze delle terme di San Pellegrino. Più sostenibilità ambientale Così la progettazione è ripartita da capo, con ulteriore prolungarsi dei tempi e nuove indagini di mercato. Ci si è confrontati con i futuri gestori delle terme, individuati nel gruppo «Qc» di Milano (gestore, tra l’altro, delle terme di Bormio e Pré Saint Didier, in Val d’Aosta). E ci si è rivolti a Kengo Kuma, l’architetto giapponese che si era conteso fino all’ultimo il concorso con Perrault. Con lui lavora anche il gruppo di architetti «De8» di Bergamo.
«Il progetto è cambiato – dicono dal gruppo Percassi – ma la qualità architettonica resterà altissima. Gli interni sono ormai definiti e si sta lavorando per concludere la parte esterna con Kengo Kuma e il gruppo di architetti "De8". D’accordo con il futuro gestore il progetto sarà pronto entro il 31 luglio». Il centro termale sorgerà nella parte più a monte dell’area ora cantiere (sopra l’attuale via Taramelli) e avrà tre piani. «Rispetto al progetto di Perrault – continuano dal gruppo Percassi – le terme emergeranno decisamente di più rispetto al nuovo albergo. Saranno veramente il terzo elemento caratterizzante di San Pellegrino, con il Grand Hotel e il Casinò». «Il nuovo progetto – continuano dal gruppo Percassi – avrà anche una maggiore sostenibilità da un punto di vista ambientale. Ci sarà una forte attenzione all’ambiente, anche nell’uso dei materiali, e verranno utilizzate energie alternative. Lo stesso cantiere e il sistema costruttivo avranno un basso impatto. La realizzazione delle nuove terme sarà una sintesi delle tecnologie più innovative».
Tra le novità c’è anche l’abbandono momentaneo del progetto del nuovo hotel Terme, inizialmente previsto a ridosso del centro termale. «L’attenzione delle grandi compagnie alberghiere è caduta inevitabilmente sul Grand Hotel – continuano dal gruppo Percassi –. Nessun altro albergo, seppur nuovo e moderno, riesce ad avere la stessa forza e lo stesso impatto del Grand Hotel. Così stiamo valutando di recuperare come hotel di lusso il Grand Hotel. Quindi, per ora, abbiamo messo da parte la costruzione del nuovo albergo limitandoci al recupero dell’ex hotel Terme-Milano e valutando la riapertura del Grand Hotel». Ma sullo storico edificio liberty, purtroppo, pesano problemi di sostenibilità economica: dal Grand Hotel, chiuso dal 1979, si riescono a ricavare non più di un centinaio di camere, poche per poter gestire un albergo di superlusso (da qui l’ipotesi, come accade per altre simili strutture, di realizzare una dépendance). Per il recupero servono almeno una quarantina di milioni di euro (per ora sono state ripulite solo le facciate). Gli enti pubblici coinvolti nell’operazione di rilancio (Regione, Provincia e Comune) dovrebbero metterci almeno 18 milioni che, al momento, non ci sono.
Con tale stanziamento il gruppo Percassi sarebbe disposto a prendersi in carico il resto (circa 20 milioni) per il recupero e la riapertura. «Un gap economico, comunque, – dicono ancora dal gruppo Percassi – che potrà essere superato una volta funzionanti le terme». Per il momento, però, il recupero del Grand Hotel resta solo sulla carta. Residenze e negozi A valle delle nuove terme sorgerà quello che è stato chiamato dal gruppo Percassi «Borgo basso», ovvero residenze, negozi, uffici, bar e ristoranti dislocati in sei edifici che andranno a costituire un centro urbano pedonalizzato, con gestione unica delle attività commerciali. Anche lo stabile delle vecchie terme, che sarà mantenuto, ospiterà attività commerciali e residenze. «Da quando l’intera operazione è iniziata – dicono ancora dal gruppo Percassi – il mondo è cambiato e anche noi abbiamo dovuto necessariamente modificare strategia. L’operazione che, peraltro, sta ricevendo il
plauso internazionale, è molto complessa. È vero, siamo in forte ritardo, ma non possiamo permetterci di sbagliare. Soffre San Pellegrino, ma soffriamo anche
noi».