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Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: mercoledì 11 febbraio 2015, 17:09
da pluto
mi.ta ha scritto:Idea bellissima..... ma meglio mettere qualche telecamera nei pressi
perchè con quella gentaglia che ci ritroviamo..... Sono pessimista di natura e ...spero di sbagliarmi
sarebbe una storia infinita...se ci sono delle risorse meglio tappar le buche

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: mercoledì 11 febbraio 2015, 19:43
da IW2LBR
da Bergamo Sera

Villa d’Almé: un Arlecchino da 18 tonnellate

BERGAMO — Cinque metri di altezza complessiva per 18 tonnellate di peso. Bergamo e la Valle Brembana, sabato 14 febbraio, renderanno omaggio ad Arlecchino, maschera bergamasca e brembana per antonomasia. Con una statua imponente, realizzata in marmo Bianco di Carrara e Arabescato Orobico dallo scultore del Duomo di Milano Nicola Gagliardi. Costata 60 mila euro, è stata voluta e sostenuta economicamente da alcuni imprenditori locali, dalla Comunità montana Valle Brembana e dai Comuni della valle. La scultura, realizzata in un anno e mezzo di lavoro, è alta 3,40 metri, poggia su un basamento di 1,60 metri ed è stata installata al centro della rotatoria di Villa d’Almè, all’ingresso della Valle Brembana, terra che, con un lieve inchino e con il batocio, Arlecchino invita a visitare. Circondata dalla scritta “Valle Brembana, terra di Arlecchino” avrà una suggestiva illuminazione serale. Sabato il debutto ufficiale con autorità politiche e la straordinaria partecipazione dell’attore e regista Giorgio Pasotti, progatonista del film, prossimo nelle sale, “Io, Arlecchino”, girato proprio in Val Brembana e a Bergamo.

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: mercoledì 11 febbraio 2015, 21:52
da Skiador
IW2LBR ha scritto:da Bergamo Sera
Villa d’Almé: un Arlecchino da 18 tonnellate
BERGAMO — Cinque metri di altezza complessiva per 18 tonnellate di peso. Bergamo e la Valle Brembana, sabato 14 febbraio, renderanno omaggio ad Arlecchino, maschera bergamasca e brembana per antonomasia. Con una statua imponente, realizzata in marmo Bianco di Carrara e Arabescato Orobico dallo scultore del Duomo di Milano Nicola Gagliardi. Costata 60 mila euro, è stata voluta e sostenuta economicamente da alcuni imprenditori locali, dalla Comunità montana Valle Brembana e dai Comuni della valle. La scultura, realizzata in un anno e mezzo di lavoro, è alta 3,40 metri, poggia su un basamento di 1,60 metri ed è stata installata al centro della rotatoria di Villa d’Almè, all’ingresso della Valle Brembana, terra che, con un lieve inchino e con il batocio, Arlecchino invita a visitare. Circondata dalla scritta “Valle Brembana, terra di Arlecchino” avrà una suggestiva illuminazione serale. Sabato il debutto ufficiale con autorità politiche e la straordinaria partecipazione dell’attore e regista Giorgio Pasotti, progatonista del film, prossimo nelle sale, “Io, Arlecchino”, girato proprio in Val Brembana e a Bergamo.
Alla faccia... 60 mila euro?!?!?!? a_19 a_19 a_19

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: giovedì 12 febbraio 2015, 11:06
da IW2LBR
dal Corriere della sera

Enorme, ma promosso: la Valle Brembana ama già Arlecchino

A vederlo ora, coperto da un drappo che lo vela per metà fino all’inaugurazione di sabato, più che un Arlecchino sembra il gobbo di Notre Dame. Lui, di certo, se la ride da sotto la maschera, sicuro che stavolta la terra bergamasca gli renderà il giusto onore e la faccenda non avrà il tragicomico epilogo toccato all’altro Arlecchino, quello che ora, dopo una serie di traslochi e veleni, ammicca all’Urban Center di Bergamo. Se non altro per evidenti motivi strutturali: 18 tonnellate di peso per cinque metri di altezza (3,40 di scultura e 1,60 di basamento) non sono proprio semplici da spostare. Ma non ci sono pericoli per il nuovo Arlecchino gigante che da sabato accoglierà i turisti all’ingresso della Val Brembana svettando alla rotonda di Villa d’Almè e che è destinato a diventare uno dei simboli della nostra provincia. In poche ore è già diventato un divo su Internet. Sui social network stanno girando fotomontaggi nei quali il «batocio» (il classico bastone con il quale le maschere della commedia dell’arte se le danno di santa ragione) viene sostituito da una banana, una bomba molotov o una racchetta da tennis. Inizialmente sull’estetica dell’Arlecchino c’era stato scetticismo. «Le prime foto non erano incoraggianti, appariva enorme...», dice qualcuno.

In realtà l’ampiezza del rondò in cui è stato collocato «smussa» l’impatto. Anche se il basamento resta molto, molto evidente. Comunque ieri, tra la gente di Villa d’Almè, la nuova scultura riscuoteva successo. «Io sono molto contento e anche fra la mia clientela non ce n’è uno che non ne parli bene - dice per esempio il tabaccaio -. È stato realizzato proprio come ce lo aspettavamo». Una mamma in attesa davanti alla scuola vede il progetto come «un bel regalo per il Carnevale, ai bambini piace già moltissimo». D’accordo anche il fruttivendolo: «Un’opera del genere ci voleva, dà un altro aspetto al paese ed è anche un ottimo strumento di promozione a tutta la Val Brembana. La gente è soddisfatta dal punto di vista estetico ed è contenta anche perché è costata meno di quello che si aspettava: si sono dati da fare soprattutto i privati e il suo costo non graverà più di tanto sulle tasche dei cittadini». In effetti senza la passione, la volontà e, soprattutto, i fondi di un gruppo di imprenditori la scultura (e non chiamatela statua perché si arrabbiano: «Si offende lo scultore e chi l’ha ingaggiato») non avrebbe mai visto la luce. Voluta e ideata da Marino Sonzogni di Zogno e Ferdy Quarteroni di Lenna, è stata montata nella ditta «Fratelli Sonzogni», marmi e pietre antiche, che l’ha realizzata e messa in posa nonostante manchino alla copertura delle spese ancora 20 mila euro. Hanno collaborato anche l’impresa «Ceroni costruzioni» di Zogno ha realizzato il basamento su progetto di Sandro Ceroni e Gianpietro Persico, la «Cave Gamba Sas», la «Iem Impianti elettrici» e l’impresa «L’Orobica». È stato proprio Marino Sonzogni a scegliere il blocco di marmo andando di persona a Carrara e facendolo poi sgrossare dalla «Prussiani Engineering» di Albano. Totale della spesa, 65 mila euro, sostenuta in parte (19 mila euro) dalla Comunità montana Valle Brembana, e dai sedici Comuni brembani (altri 13 mila). Alberto Mazzoleni, presidente della Comunità montana è soddisfatto: «L’opera è il frutto della collaborazione tra enti e popolazione, soprattutto della generosità dei valligiani. Si tratta di una partecipazione pubblico-privato grazie alla quale la scultura è ora patrimonio della collettività».

Scolpita dal milanese Nicola Gagliardi, poggia su una base alta un metro in marmo Arabescato orobico da 140 quintali (donato dalla cava «Gamba» di Camerata). Nel 2002 un tentativo analogo a San Giovanni Bianco non ebbe successo. Fu organizzato un concorso di bozzetti, vinto dallo scultore Alessandro Verdi di Valbrembo, ma per carenza di sponsor l’opera non fu mai realizzata. La statua del secondo classificato era invece proprio quell’Arlecchino di Mario Gotti che il Ducato di Piazza Pontida donò, nel 2003, al Comune di Bergamo perché fosse posta a corredo della fontana di largo Rezzara. Ma il progettista della fontana Alberto Garutti si oppose e per Arlecchino seguirono 8 anni di peregrinazioni: sballottato da un magazzino comunale al parco del palazzo della Provincia, con tappa in una clinica della Valle Imagna, e infine collocato nella postazione attuale. Ad accompagnare l’inaugurazione del nuovo Arlecchino, sabato, ci sarà anche la proiezione di una clip del film «Io, Arlecchino», regia del bergamasco Giorgio Pasotti e Matteo Bini, che al Festival di Tolosa ha vinto il Premio del Pubblico. Ci sarà anche un esercito di 200 piccoli Arlecchini alti 34 centimetri che riproducono l’opera madre: realizzati in ceramica modellata, sono pezzi unici la cui vendita servirà per finanziare la scultura e altre iniziative turistiche per la valle.

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Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: venerdì 13 febbraio 2015, 13:04
da IW2LBR
da Bergamo NEWS

L'Arlecchino alle porte della Val Brembana, è' il più grande del mondo

Bergamo e la Valle Brembana sabato 14 febbraio alle 10 inaugurano l'Arlecchino più grande del mondo: cinque metri di altezza complessiva per 18 tonnellate di peso. La statua, realizzata in marmo bianco di Carrara e Arabescato Orobico dallo scultore del Duomo di Milano Nicola Gagliardi, è costata 60mila euro ed è stata sostenuta economicamente da alcuni imprenditori locali, dalla Comunità montana Valle Brembana e dai Comuni della Valle: con i suoi 3,40 metri di altezza e un basamento di un metro e 60, è stata installata al centro della rotatoria di Villa d'Almè, porta d'ingresso in Val Brembana, circondata dalla scritta “Valle Brembana, terra di Arlecchino” che nelle ore serali e notturne avrà un'illuminazione incantevole. Presente al debutto ufficiale, oltre alle autorità politiche e istituzionali, l'attore e regista Giorgio Pasotti, protagonista del film “Io Arlecchino”, girato in Val Brembana e a Bergamo e di prossima uscita nelle sale cinematografiche. Con il suo classico inchino e l'irrinunciabile batocio, l'Arlecchino dà il benvenuto e invita a visitare la Valle Brembana.

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: domenica 15 febbraio 2015, 8:39
da IW2LBR
da L'Eco di Bergamo di Giovanni Ghisalbertti

La valle sia orgogliosa di Arlecchino

Valle Brembana - «Arlecchino è uno dei simboli della Bergamasca, facciamone un elemento di attrazione della nostra terra». Così ieri il presidente della Provincia Matteo Rossi, all’inaugurazione della scultura di Arlecchino alla rotatoria di Villa d’Almè. Tanta, nonostante la pioggia, la gente che ha voluto essere presente all’evento, a suo modo storico per la Valle Brembana. Lo scoprimento della statua (alta 3,60 metri più 1,50 circa di basamento) col taglio del nastro, è avvenuto poco prima delle 10,30, con il presidente della Comunità montana Alberto Mazzoleni, il presidente della Provincia Matteo Rossi, i sindaci, l’autore Nicola Gagliardi e l’attore Giorgio Pasotti. E poi l’Arlecchino in carne e ossa Renato Belotti di San Giovanni Bianco che, poco prima, si era divertito attorno alla statua: «Me credon de Venezia, ma non s’è vero niente. So nasìt a Bergamo, precisamente a Unìda de San Gioan Bianc».

Le origini brembane Nella sala consiliare di Villa d’Almè presentazione e saluti ufficiali, con l’introduzione di Eliseo Locatelli, di San Giovanni Bianco, studioso di Arlecchino. Ha illustrato i motivi storici che, da sempre, riconducono il personaggio di Arlecchino a Bergamo e, in particolare, alla Valle Brembana. Personaggio magari osteggiato perché un po’ buffone ma da rivalutare essendo anche portatore, nella storia della Commedia dell’arte, dei segni di laboriosità della gente bergamasca che rappresentava. Quindi il saluto di Gianpaolo Locatelli, presidente del gruppo folk «Arlecchino», del sindaco di Villa d’Almè Manuel Preda («come le pezze tutte diverse e colorate qui abbiamo lavorato tutti, senza distinzioni politiche, per un unico obiettivo»). Poi il presidente della Provincia Matteo Rossi che ha risposto alle critiche di questi giorni: «Questo è frutto della culturadel fare, di sindaci e imprenditori. Chi le cose le fa può esporsi alle critiche, chi si limita a dare lezioni non contribuisce allo sviluppo di questa terra». Invitato dal presidente della Comunità montana Mazzoleni, l’artista milanese Gagliardi ha illustrato l’opera: Arlecchino si presenta con un «misurato inchino di accoglienza e di indicazione al forestiero, utilizzando anche il batocio, della propria terra d’origine». A Gagliardi, l’assessore al Turismo della Comunità montana Giovanni Fattori ha consegnato anche una targa-ricordo della valle. Dopo l’intervento dei due imprenditori che hanno promosso la scultura, Marino Sonzogni di Zogno e Ferdy Quarteroni di Lenna, è arrivato il saluto di Giorgio Pasotti, coregista e protagonista del film «Io, Arlecchino» (in «prima» a Bergamo il 23 febbraio al Conca verde, già tutto esaurito), e dei produttori di Officina della Comunicazione.

Statuette in vendita «La statua è bella, alta, visibile, colorata, esprime simpatia – ha detto Pasotti –. Se porterà il sorriso di un bambino che passa in auto avrà già raggiunto il suo scopo. Se poi porterà più turismo sarò il primo a essere felice. In un momento di crisi come questo, recuperare quei valori culturali di cui l’Italia è ricca deve essere motivo di orgoglio per qualcosa che ci appartiene e anche una buona strada da percorrere per ritrovare fiducia in noi stessi». Da ultimo la presentazione delle statuetta in ceramica, in vendita alla ditta «Sonzogni marmi e pietre antiche» di Zogno, per sostenere il costo della statua (dei 60 mila euro ne mancano circa 20 mila e l’appello è rivolto anche agli altri Comuni finora esclusi). Ieri, giorno di San Valentino, la Val Brembana ha celebrato il suo amore per Arlecchino, regalandogli un monumento. Speriamo che Arlecchino ricambi aprendo la strada ai turisti.

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Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: domenica 15 febbraio 2015, 8:44
da IW2LBR
E al «Pandizucchero» il pasticciere gli dedica un gelato

ALMÈ - Arlecchino. Il film, la maxi-statua. E ora pure un gelato in suo onore. Tutto made in Bergamo. L’idea di dedicare un gusto «brembano» alla maschera più amata e conosciuta al mondo è del maestro gelatiere Ronald Tellini. Titolare, insieme ai genitori, dello storico e frequentatissimo chiosco «Pandizucchero » di Almè. Situato proprio lungo la direttrice della Valle Brembana, a lato dell’ex statale 470. Non distante, quindi, dalla nuova «frontiera», il rondò di Villa d’Almè «abitato» da ieri dal gigante Arlecchino, cinque metri di statua in marmo Bianco di Carrara e Arabescato orobico. I cui colori vivaci e inconfondibili, si possono trovare anche nella nuova prelibata creazione gelata. A lui, ovviamente,intitolata.

Il «Gelato di Arlecchino », questo il nome, richiama la tradizione bergamasca, ma soprattutto quella della sua terra natìa, la Val Brembana, essendo prodotto con latte crudo della valle. Almeno nelle intenzioni del gelatiere Tellini. Che racconta: «Mosso dall’entusiasmo delle varie iniziative, il film di Giorgio Pasotti e la statua, ho pensato a mio modo di rendere omaggio, da bergamasco e residente a Villa d’Almè, al nostro illustre personaggio. Ho cercato, oltre alla materia prima, di valutare quale altro ingrediente della nostra provincia potessi usare». «Ma essendo Arlecchino una maschera di carnevale – prosegue il mastro gelatieri di Villa d’Almè –ho deciso di produrre un gelato con il più tipico dei dolci: le chiacchiere». Le delicate e croccanti sfoglie compongono la prelibata ricetta. «È un gelato con caratteristiche di qualità e genuinità – continua Tellini – prodotto su una propria base bianca senza aromi, di latte vaccino crudo della Valle Brembana, con l’aggiunta di chiacchiere artigianali che riproducono fedelmente il sapore delle squisite dolcezze». Il tutto arricchito da invitanti e colorati canditi di frutta. Alla Arlecchino, appunto. Da provare. E chissà che, in valle, qualche altro commerciante si faccia ispirare dal grande monumento che da ieri vigila sulla terra brembana.

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: martedì 24 febbraio 2015, 8:16
da IW2LBR
da L'Eco di Bergamo

«Io Arlecchino», sfida coraggiosa 5 minuti di applausi al Conca Verde

Cinque minuti di applausi scroscianti, e alla fine una standing ovation lunedì sera 23 febbraio al cinema Conca Verde per la prima di «Io, Arlecchino»: pubblico in piedi a gridare «bravi, bravi» a Giorgio Pasotti, ideatore del progetto e primattore, a Matteo Bini, il regista, a molti degli attori presenti in sala, ai produttori Elisabetta Sola e Nicola Salvi di Officina della comunicazione e Rai Cinema. Il film è già stato presentato ai festival di Roma, L’Avana, Tolosa, ma arriva ora nelle sale bergamasche (stasera è di nuovo al Conca Verde). Poche le autorità presenti, c’erano gli sponsor e soprattutto un pubblico fatto di tanti giovani, molti amici di Pasotti, più l’ex presidente della Provincia Ettore Pirovano, il regista Davide Ferrario, «lo zio» del progetto, che ha dato una mano alla sua rifinitura, Mario Pasotti, il padre di Giorgio. Il film in effetti è bello, «prende»: il pubblico ha subito risposto di pancia a una storia bergamasca-e-non, con tanti scorci della nostra terra (buona la fotografia, soprattutto colpiscono le riprese dall’alto) e a un finale super romantico che ha un sapore d’altri tempi, con Arlecchino e Colombina che baruffano amorosamente in controluce.

L’anteprima del film «Io, Arlecchino» al cinema Conca Verde
Grande Roberto Herlitzka nel ruolo di Giovanni Milesi, consumato Arlecchino sul limitare di una vita di passioni teatrali e di insuccessi, che prova con una compagnucola da oratorio, in una chiesa della Val Brembana, una piece ben fatta ma destinata a un’audience minimale, «di nicchia», come si dice a Roma. Pasotti ringrazia «anche tutte le persone che questo film non l’hanno capito, che non l’hanno appoggiato: ci hanno dato una grande forza. Se siamo qui è anche grazie a loro». E questa energia nel film si vede, «Io, Arlecchino» è una piccola sfida coraggiosa e piena di forza: una sfida vinta.

Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Inviato: martedì 24 febbraio 2015, 8:18
da IW2LBR
ma la critica cinematografica e' di tutt'altro avviso!!

Arlecchino, c’est moi
Paolo, noto conduttore di un talk show televisivo pomeridiano, viene raggiunto a Roma da una telefonata che gli comunica che il padre Giovanni, ex attore teatrale e famoso Arlecchino, è stato ricoverato in ospedale. Tornato a casa, in provincia di Bergamo, Paolo si troverà a ricucire un rapporto con le sue origini, a ridefinire la sua identità e a riscoprire il tesoro artistico rappresentato dal personaggio di Arlecchino.

Da un po’ di tempo si parlava del tentativo di Giorgio Pasotti di misurarsi con l’Arlecchino, una delle grandi maschere della Commedia dell’Arte, la cui origine è proprio di Bergamo, città natale dell’attore. Ora il film, con il titolo di Io, Arlecchino, arriva al Festival di Roma, nella sezione Wired Next Cinema. Un contesto – quello delle cosiddette nuove frontiere cinematografiche – che ben poco si addice alla regia di Pasotti, il quale si trova a condividere questa sua prima prova dietro alla macchina da presa con Matteo Bini, anch’egli esordiente. Il proposito di Io, Arlecchino è piuttosto quello di richiamarsi alla grande tradizione teatrale italiana e il film è confezionato in un modo che punta, per certi aspetti, più che al nuovo, alla classicità. I due registi intendono infatti raccontarci la storia di riscatto di un personaggio – incarnato dallo stesso Pasotti – che, perso dietro al successo di un mediocre show televisivo, finisce per recuperare le sue vere origini e la tradizione del teatro in maschera, del lazzo e della recitazione con il corpo. E lo fa, ereditando il testimone da Roberto Herliztka che, qui nei panni del vecchio uomo di teatro, interpreta suo padre.

Inutile dire che Giorgio Pasotti con Io, Arlecchino intenda raccontare una storia personale, auto-biografica, cercando a suo modo di riallacciarsi a una nobile tradizione e come entrando in auto-analisi per una sorta di percorso di espiazione che risalga fino alle radici del suo mestiere. L’intento, purtroppo, riesce solo in parte, sia perché il discorso sulla recitazione non riesce a farsi ‘sistema’ all’interno del film (si veda, in tal senso, la magnifica performance di Herliztka nella scena in cui si esibisce in un numero da mimo, momento che la regia distrugge spezzettando il tutto con il montaggio e mettendoci sopra anche della musica), sia perché la narrazione finisce per passare attraverso una serie di svolte troppo meccaniche.

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Più di tutto, però, è proprio la regia a sollevare dubbi in Io, Arlecchino. Evidentemente, Pasotti aveva bisogno di qualcuno che stesse dietro la macchina da presa, ma il fatto che la scelta sia caduta sull’inesperto Matteo Bini non sembra essere stata una buona idea. Stilisticamente, infatti, il film inciampa in una serie di soluzioni grossolane, arbitrarie e dannose (la già citata perfomance spezzettata di Herliztka, tutta una serie di insistite riprese dall’alto a riprendere il paesino in cui si trovano i protagonisti), quando non addirittura in errori veri e propri (si veda un maldestro controluce in casa). Non sappiamo se ci siano state delle vicissitudini produttive o se qualcosa non abbia funzionato nell’orchestrazione del film, va detto però che un tentativo nobile come questo andava sostenuto di più e meglio e bisognava crederci con maggior convinzione. Invece, va a finire che, come al solito, l’unico ad uscirne bene – anzi, benissimo – è Roberto Herliztka, al solito maestoso, capace di sostenere ogni tipo di tono, dal patetico al drammatico, al grottesco e al divertito, allo stesso tempo primo attore e giullare.

http://quinlan.it/2014/10/19/arlecchino/