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Si fa avanti l'assessore Belotti, Incontro per trovare soluz
Inviato: mercoledì 16 maggio 2012, 9:03
da IW2LBR
Da L'Eco di Bergamo
Si fa avanti l'assessore Belotti, Incontro per trovare soluzioni
Tra i principali attori istituzionali nella tutela dell'orso e nella protezione delle greggi dalle sue incursioni c'è la Regione Lombardia. Il Pirellone ha attivato una polizza a copertura dei danni provocati dal plantigrado e aderito con una decina di partner al «Progetto life arctos», cofinanziato dall'Unione europea. Tra le iniziative del progetto ci sono recinzioni elettrificate, alcune delle quali già installate nelle valli bergamasche. Il monitoraggio citato dal presidente dell'Apa nell'articolo qui accanto aveva avuto due anni fa il sostegno di Daniele Belotti, assessore regionale al Territorio, che precisa: «Quell'attività riguardava la situazione specifica dell'orso Jj5, non era un piano generalizzato. Oggi, con l'arrivo di altri esemplari, vanno cercate risposte nello scenario attuale». «Come ho fatto allora – aggiunge Belotti – mi metto a disposizione: se Coldiretti lo ritiene, organizzerò un incontro per cercare una soluzione. È un tema a cui tengo, che però va affrontato senza allarmismi per non legittimare azioni sconsiderate: l'uccisione di un orso, come è successo in Svizzera e in Baviera, sarebbe una notizia di rilievo internazionale che provocherebbe un danno incalcolabile all'immagine turistica delle nostre valli».
Anche il presidente del Parco delle Orobie, Yvan Caccia, sottolinea la necessità di affrontare il tema senza allarmismi «perché la maggior parte delle predazioni segnalate al Parco e verificate – spiega – si sono rivelate non opera di orsi, ma di altri animali. Capisco comunque la preoccupazione degli agricoltori e li invito a chiedere i recinti elettrificati di nuova generazione». E dalla Provincia, l'assessore all'Agricoltura Enrico Piccinelli aggiunge: «Sono in contatto con gli assessorati alla Polizia provinciale e alla Caccia per vagliare, per quanto di nostra competenza, le possibili soluzioni e aiutare gli agricoltori a proteggersi».
Pallottole di gomma contro l'orso
Inviato: mercoledì 16 maggio 2012, 10:06
da IW2LBR
Dal Corriere della Sera - Bergamo e Provincia di Fabio Paravisi
Pallottole di gomma contro l'orso
Gli allevatori: non vogliamo abbatterlo, ma lavorare in sicurezza. E la Coldiretti lancia l'allarme. Il Pirellone può fornire recinti elettrificati.
L'ultima volta l'hanno visto a Tezzi di Gandellino, dove ha sbranato un capriolo. L'orso (o gli orsi, ma che siano più d'uno non c'è certezza) che si aggira sulle montagne bergamasche sta cominciando a destare qualche preoccupazione. Prima di tutto da parte degli allevatori, che in vista della stagione degli alpeggi temono di avere problemi con i bestioni che finora hanno già mangiato pecore e capre e devastato alcuni alveari. «È un grosso problema - spiega Alberto Brivio, presidente della Coldiretti bergamasca - Gli alpeggiatori temono per la loro incolumità e per quella delle mandrie. Nessuno vuole che questi animali vengano abbattuti ma è necessario che gli agricoltori possano lavorare in sicurezza e vengano tutelati con misure idonee». «L'apprensione è tangibile - aggiunge Giovanni Giudici, presidente dell'Associazione Provinciale Allevatori - Il bestiame è al pascolo è indifeso e può essere una facile preda. Molte malghe non sono raggiungibili in auto e se succede qualcosa come si fa ? Ci era stata promessa almeno un'azione di monitoraggio per capire gli spostamenti dell'orso ma nulla è stato finora fatto». Ma una prima azione si è svolta proprio lunedì alla sede di Curno del Corpo Forestale, dove si è tenuto un incontro del coordinamento regionale che si occupa di questo problema.
Agli operatori del settore sono state spiegate le tecniche per monitorare gli spostamenti degli orsi, e un esperto dall'Abruzzo ha spiegato la tecnica in uso da loro per tenere lontani gli orsi dai centri abitati: si sparano pallottole di gomma. Azione per la quale si terranno appositi addestramenti. «Noi manderemo le nostre guardie ecologiche ad effettuare perlustrazioni - annuncia il presidente della Comunità montana Val Brembana Alberto Mazzoleni - Ma non vorrei fare allarmismo: gli orsi non attaccano l'uomo e nemmeno le mucche, ci sono pericoli solo per pecore e capre». «La convivenza con gli orsi non è possibile - commenta Francesca Monaci, allevatrice di Branzi - Non ha senso spendere soldi pubblici per gli orsi quando l'agricoltura di montagna ha bisogno di vedere risolti problemi. Dovrebbero almeno venire a spiegarci come comportarci in caso di attacco e studiare un modo per tenerci informati sugli spostamenti di questi animali». Dalla Regione fanno notare come per gli allevatori in alpeggio siano stati stanziati 300 euro ad ettaro mentre il denaro speso per la protezione degli orsi viene da finanziamenti europei specifici per il progetto. Ma gli allevatori possono usufruire della polizza d'assicurazione regionale contro i danni provocati dagli orsi e possono avere gratuitamente dei recinti elettrificati. «Ma finora da Bergamo - specificano - non ci è arrivata alcuna richiesta di risarcimento».
L'orso non è aggressivo la Regione replica alla Coldiretti
Inviato: giovedì 17 maggio 2012, 5:50
da IW2LBR
Da L'Eco di Bergamo
L'orso non è aggressivo» la Regione replica alla Coldiretti
La presenza dell'orso è naturale nei boschi e sulle montagne delle nostre Alpi e l'orso non è un animale aggressivo, tende a sfuggire la presenza dell'uomo e ha una dieta prevalentemente vegetariana». Ad affermarlo in una nota ufficiale, dopo l'allarme lanciato nei giorni scorsi dalla Coldiretti bergamasca, è la Direzione generale sistemi verdi e paesaggio della Regione Lombardia. «In questi ultimi giorni le segnalazioni di presenza dell'orso bruno in provincia di Bergamo, nelle zone di media montagna, hanno avuto un notevole incremento in termini di avvistamenti e tracce segnalate da cittadini. Ciò è dovuto al fatto che nei giorni scorsi è stata accertata la presenza di un esemplare che ha danneggiato alcune arnie e predato alcune pecore e tali fatti hanno suscitato timori e apprensioni nella popolazione», prosegue la nota.
«Tutte le situazioni segnalate sono state monitorate giornalmente da Regione Lombardia attraverso attività coordinate sul territorio tra Forestale e Polizie provinciali. Tale monitoraggio ha consentito di verificare l'infondatezza di una gran parte di queste segnalazioni e di intervenire là dove la segnalazione si è dimostrata veritiera con la verifica dei danni e il risarcimento degli stessi. Laddove fosse necessario, potrà intervenire personale appositamente formato assolutamente in grado di gestire la situazione che si viene a definire. È attiva, peraltro, una polizza di risarcimento danni che ha consentito di ripagare gli agricoltori delle perdite subite. A tutti gli agricoltori danneggiati è stata poi offerta la possibilità di avere in comodato d'uso gratuito una recinzione elettrificata che consente di proteggere gli animali e le arnie da eventuali nuovi tentativi di predazione. A oggi cinque recinti sono stati montati e due sono stati consegnati. Altri recinti sono comunque a disposizione di quegli agricoltori che necessitassero di utilizzarli».
«Nel 2011 si sono verificate 4 richieste di rimborso in seguito a episodi di danno riferibile all'orso bruno – continua il comunicato –. Tre richieste hanno riguardato il Bresciano, per le quali Regione ha rimborsato 2.400 euro, mentre una richiesta di rimborso per Sondrio non è ancora stata liquidata. Nel 2011 non sono pervenute richieste di rimborso da Bergamo, dove l'orso non ha causato danni. Gli allevatori interessati dalle predazioni dei giorni scorsi potranno essere rimborsati sulla base delle richieste di risarcimento da loro inviate alla Regione in seguito agli accertamenti della Polizia provinciale. Dallo scorso anno si stanno realizzando incontri divulgativi per consentire di avere una corretta informazione sulla presenza dell'orso e sulle azioni che si stanno attuando per fare in modo che la sua presenza sia compatibile con le attività zootecniche. Si sta cercando di organizzare anche incontri specifici con gli allevatori di montagna e, per questo, si auspica una collaborazione con le associazioni di categoria. Nel corso dell'estate è prevista la condivisione con gli agricoltori di un progetto che mira a coinvolgere direttamente alcune aziende zootecniche che siano disponibili a verificare l'efficacia di modalità di gestione degli alpeggi».
Orme e pecore sbranate, pericolo orsi in Valtellina
Inviato: giovedì 17 maggio 2012, 11:57
da IW2LBR
Da il Giorno - Sondrio e Provincia
Orme e pecore sbranate, pericolo orsi in Valtellina
Per le pecore non ci sono dubbi è stato il plantigrado". Intanto continuano gli avvistamenti e pare che due orsi si stiano dirigendo verso il lago di Como. Le arnie di Ronscione rivoltate da un tasso.
Prato Camportaccio, 17 maggio 2012 - Catalizza l’attenzione della gente la vicenda legata al passaggio di un orso la cui presenza, insolita a Prata (è invece meno occasionale in Valtellina), incuriosisce e mette in apprensione chi ama far passeggiate nel bosco o andare alla ricerca dei primi funghi di stagione. Dalla Polizia Provinciale di Sondrio arrivano le prime conferme. «Per le due pecore assalite in località Pratella Alta abbiamo verificato la predazione di un orso, con segni evidenti di morsicate nel muso e modalità di aggressione tipiche dell’animale». Anche la voracità diventa un elemento determinante: «Una pecora è stata divorata per i due terzi e l’orso si è cibato dell’apparato mammario dell’animale, di cui va particolarmente ghiotto. Sul posto, insieme ad un veterinario, siamo intervenuti con un laika russo (cane specializzato nella ricerca degli orsi) che ha individuato del pelo appartenente ad un orso. In relazione all’avvistamento in località Campo Fiera a San Cassiano sono state rinvenute delle orme e una pista lasciata da un orso, con passo di 64 cm circa, dato che non ci permette però di esprimerci con precisione sulle dimensioni del mammifero».
E’ lo stesso orso o potrebbero essere due? «E’ difficile stabilirlo con certezza. Il passaggio in sequenza dai 1150 metri della località Orsini a Pratella Alta ai 300 circa di San Cassiano, in un tratto non particolarmente distante, potrebbe essere compatibile con lo stesso animale. Di certo le orme rinvenute sul terreno arato mostrano il passaggio di un solo orso, mentre gli alveari assaliti in località Ronscione a San Pietro di Samolaco non sono stati predati dall’orso. A Ronscione si è trattato quasi sicuramente di un tasso. Le unghiate e i segni lasciati sui telaini sono troppo “delicati” per poter credere che sia stato un orso, che avrebbe usato maggior vigore e lasciato segni più evidenti». Sulla destinazione risulta difficile esprimersi. L’orso o gli orsi che siano, potrebbero essere diretti in Bregaglia, in Mesolcina, verso i monti dell’Alto Lago oppure stazionare ancora nei boschi impervi sopra Prata Camportaccio dove altri in paese confermano di avere visto tracce, che corroborano ulteriormente l’avvistamento di Lorenza Pansoni in località Campo Fiera. Tra questi Valter Rossotti racconta: «Corro spesso lungo la ciclo-pedonale vicino a Campo Fiera e avevo notato in passato tracce simili a quelle di un orso. Non ho mai detto nulla perché speravo di poterlo incontrare io». Altri raccontano di averne visti due con il cannocchiale oltrepassare il monte Berlinghera puntando verso il lago di Como. Si attendono nuovi riscontri.
Branzi, tutti a caccia dell'orso, allevatori in tensione
Inviato: venerdì 18 maggio 2012, 13:12
da IW2LBR
Da L'Eco di Bergamo di Giovanni Ghisalberti
Branzi, tutti a caccia dell'orso, allevatori in tensione
Proiettili di gomma. Anche così Forestale e agenti della Polizia provinciale potranno allontanare dai centri abitati l'orso, qualora l'esemplare che da alcuni mesi stanzia sulle Orobie dovesse diventare pericoloso. Il personale addetto ai controlli sulle nostre montagne sta partecipando ai corsi di formazione della Regione proprio per affrontare l'eventuale pericolosità del plantigrado: si apprende la biologia, il comportamento e, come agire in caso di presenza ravvicinata. Ma se, tra gli allevatori c'è preoccupazione, di vera emergenza, fino a oggi non si può parlare. Tanto che i fucili coi proiettili di gomma sono ancora rimasti a casa.
Il progetto Life arctos
Le nostre montagne, comunque, sembra che nei prossimi anni dovranno abituarsi alla presenza di questo grosso predatore rimasto lontano dalle Orobie per oltre un secolo. Il ritorno avvenne, con gran clamore, il 21 maggio 2008. Proveniva dal Trentino dove, dal 1999 al 2002, erano stati introdotti nove esemplari, nell'ambito di un progetto europeo di ripopolamento delle Alpi. JJ5, così si chiamava l'orso che per due anni girovagò sulle Orobie, era figlio di due plantigradi trentini. Fotografato ad agosto dello stesso anno, rimase nelle nostre valli fino al giugno 2009. Quindi fece ritorno in Trentino, dove si trova ora.
Per due anni, a parte qualche segnalazione al confine col Bresciano e al passo San Marco, pare che gli orsi siano stati lontano da noi. Il ritorno a fine marzo scorso, con la prima incursione a Vilminore. I raid, quindi, a pochi giorni di distanza, da una parte all'altra delle Orobie: a inizio aprile a Branzi e Valleve, quindi a Piazzatorre, ancora a inizio maggio a Vilminore, dove per la prima volta viene avvistato da un camionista mentre attraversa la strada. Capre e pecore, animali che hanno perso l'istinto «antipredatorio», sono le vittime principali. Le ultime incursioni a Oltre il Colle, Gandellino e Roncobello. Raid che, negli ultimi casi, sono stati ravvicinati da un punto di vista temporale e lasciano ipotizzare la presenza di due esemplari. Se il ritorno dell'orso – è stato detto – rappresenta un segno di estrema naturalità delle Orobie, dall'altra sta sollevando le preoccupazioni del mondo agricolo e in particolare degli alpeggiatori che, nei prossimi giorni raggiungeranno l'alta montagna.
«Siamo preoccupati»
«Non siamo certo tranquilli – dice Alfio Cattaneo di Branzi che a giugno raggiungerà l'alpeggio a Foppolo –. Abbiamo centinaia di capi e recintarli è praticamente impossibile perché ci spostiamo continuamente. Di fronte all'arrivo dell'orso non sapremmo proprio come comportarci. A Foppolo miele e vegetazione per l'orso non ce n'è, solo i nostri animali. Potrebbe attaccare un vitello e poi spaventare le altre mucche e qui siamo in alta montagna, il rischio è che cadano in qualche dirupo. Il risarcimento? Penso che se dovesse diventare troppo pericoloso l'unico risarcimento sarebbe quello di allontanarlo». «Vogliamo che sia monitorato negli spostamenti – aggiunge il presidente della Comunità montana Val Seriana Eli Pedretti –. Non deve essere di pericolo a chi lavora in montagna». Se sulle Orobie c'è preoccupazione da parte degli allevatori, la situazione non appare tranquillissima anche nel resto dell'area in cui l'animale è ricomparso: in Valtellina, Val Chiavenna (qui nei giorni scorsi c'è stato un avvistamento in strada) e in Trentino dove di esemplari pare ce ne siano oltre 30.
Le predazioni in Trentino
In Val Rendena, in Trentino, l'orso ha sbranato due asini e, notizia sempre recente, ha assalito un pollaio. «Ho visto l'orso nel mio pollaio, nel quale ha fatto un'autentica razzia facendo sparire la ventina di galline che avevo – ha raccontato l'allevatore al quotidiano "L'Adige" – poi ha provato a scappare devastandomi il recinto con una forza inaudita. Stava venendo verso di me e sono riuscito a raggiungere il solaio del mio casolare: sono riuscito a rifugiarmi lì, altrimenti non so come sarebbe andata a finire». E nella stessa azienda l'orso aveva già ucciso un asino. «Ho quest'attività dal 1980 e fino all'arrivo dell'animale mi sembrava di essere in paradiso – racconta l'allevatore –. Poi la situazione è cambiata e sono esasperato: così non si può andare avanti, ora dovrei andare a prendere nuovi polli, ma non saprei dove metterli visto che l'orso qui è di casa. Gli indennizzi liquidano il costo vivo dei danni, ma non il lavoro per ristabilire la normalità. Vi sembra giusto?».
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Inviato: venerdì 18 maggio 2012, 13:15
da IW2LBR
Il responsabile della Regione: è in prevalenza vegetariano e fugge davanti all'uomo
In Lombardia forse tre esemplari, cuccioli maschi, destinati a tornare in Trentino
Sono decenni, forse dal 1800, che non si hanno segnalazioni di attacchi diretti dell'orso contro l'uomo. E in caso di incontri ravvicinati, come l'ultimo accaduto recentemente in Trentino, è l'orso che se ne va». A rassicurare sulla presenza del plantigrado in Lombardia è Antonio Tagliaferri, responsabile regionale del progetto «Life arctos» per la reintroduzione dell'orso sulle Alpi. A preoccupare gli agricoltori, però, è soprattutto la recente predazione di ovicaprini.
Dieta animale ancora per poco
«L'orso ha una dieta per il 70% vegetariana, in particolare frutta – continua Tagliaferri – ma in questa fase della stagione in cui la disponibilità vegetale è ridotta si ciba di carne, soprattutto se l'esemplare è giovane e in fase di sviluppo». Da qui gli attacchi a capre, pecore e, come successo in Trentino – seppure il caso pare essere raro – anche ad asini. «È una fase, però – prosegue il dirigente regionale – che dura poco. Appena troverà altre fonti di sostentamento vegetale lascerà quelle animali. E quando gli alpeggi saranno caricati, la disponibilità alimentare vegetale sarà sicuramente più ampia. Rari, peraltro, sono i casi di attacchi agli asini e, su bovini, a oggi non ci sono segnalazioni».
La coesistenza allora è possibile? «Sulle nostre montagne gli animali sono gestiti in modo molto diverso da zona a zona – prosegue Tagliaferri –. C'è chi lascia le greggi allo stato brado incustodite e, aziende invece, che le tengono sotto controllo. Con questo progetto cercheremo di dare indicazioni agli allevatori sulle modalità più idonee per garantire sicurezza agli animali. Già lo scorso anno sono stati fatti incontri con apicoltori e allevatori e, prossimamente, in quattro aziende di Bergamo e Brescia sperimenteremo concretamente la gestione del pascolamento e la custodia del gregge. Sempre quest'anno saremo nelle province interessate dalla presenza dell'orso, in diversi appuntamenti, dalle gare coi cani da pastore alle fiere. Spiegheremo il suo comportamento, le possibilità di risarcimento in caso di danni e di avere le recinzioni elettrificate. Ed entreremo nelle scuole di montagna facendo formazione agli insegnanti e attività didattiche coi ragazzi». Proprio sui risarcimenti la Regione tiene a precisare che «qualcuno tende ad approfittarne segnalando predazioni non avvenute a causa dell'orso. La Polizia provinciale accerta innanzitutto quello che vede. Se poi ci sono capi andati persi per colpa sempre del plantigrado questo va dimostrato e i capi eventualmente potranno essere risarciti».
Il monitoraggio
C'è poi la formazione di Polizia provinciale e Forestale. «Sono state organizzate squadre d'intervento in caso di orsi problematici e confidenti – continua il responsabile regionale – ovvero di esemplari che dovessero avvicinarsi troppo alle case. Ci sono stati casi, in Trentino, di orsi che alimentavano cercando dai cassonetti dell'immondizia tornando spesso sul posto. In queste situazioni le squadre di Polizia provinciale e Forestale sono state dotate di fucili a proiettili di gomma per allontanare gli orsi. Ma si tratta di casi da noi non ancora verificatesi e la previsione teorica d'intervento è regolata da un protocollo operativo già stabilito». Nel frattempo gli spostamenti dell'orso, o degli orsi, sulle Orobie, sono costantemente monitorati. «Vengono raccolti escrementi e peli che poi sono esaminati dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Saranno poi le analisi genetiche a dirci con certezza se si è trattato di una predazione, di un passaggio dell'orso o di un altro animale. L'analisi genetica, in alcuni casi, ha dato esito negativo, laddove, invece, si pensava fosse stato l'orso ad agire». E il futuro degli orsi presenti in Lombardia? «Forse sono tre, probabilmente giovani maschi – conclude Tagliaferri – e, per la riproduzione, sono destinati a tornare nell'area d'elezione di provenienza, il parco Adamello-Brenta».
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Inviato: venerdì 18 maggio 2012, 16:53
da A.Galizzi
Sulle tracce di JJ5
L'orso JJ5 si è guadagnato un angolo di museo. Il girovagare in lungo e in largo per le nostre Orobie lo ha reso celebre, e per non dimenticare la sua permanenza sul territorio provinciale, il museo di Scienze naturali Caffi di piazza Cittadella, ha allestito un angolo a lui dedicato. Con il suo passaggio in terra orobica, il grande mammifero non ha mancato di lasciare le sue tracce, e al contempo, di mietere vittime. Al museo di Città Alta, è possibile conoscere la storia di JJ5, illustrata su due pannelli esplicativi, a cura di Chiara Crotti, la naturalista bergamasca che ha seguito i movimenti dell'orso da quando nel 2008 approdò sulle Prealpi. «I pannelli su JJ5 sono stati realizzati due anni fa per una mostra sulla biodiversità – spiega Marco Valle, direttore del museo di Scienze naturali –. Sono stati recuperati i dati relativi all'orso, su come si è spostato, dove è stato avvistato, i danni e il percorso fatto all'interno del nostro territorio. Un percorso didascalico a cura di Chiara Crotti, che ha seguito l'orso JJ5 in tutto il suo percorso». Spiegata anche la storia del grande mammifero: «Sono stati recuperati i dati relativi all'orso, le date delle ultime catture, la sua scomparsa e il ritorno – spiega il direttore Marco Valle –. L'orso in passato era un animale che versava in pessime acque, oggi non è proprio così, anche se è vero che non siamo più abituati alla sua presenza, che ci fa soggezione e paura». L'orso è talmente tornato in auge che entro il prossimo anno, verrà pubblicato un volume in cui sarà il coprotagonista, insieme al lupo. Una ricerca svolta tra gli antichi volumi della biblioteca Mai.
tratto da l'eco di bergamo
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Inviato: sabato 19 maggio 2012, 18:39
da passovalcava
Da ballabionews
Clamoroso a Ballabio: ''Stanotte ho visto un orso aggirarsi tra le case''
Il testimone è attendibile: si tratta di Franco Barbieri, dipendente Enel in pensione e noto fotografo. Mentre tornava a casa nella zona di via Gramsci ha notato un animale alto quasi due metri che, spaventato dalle luci dell'auto, si è avvicinato al cancello di un condominio, l'ha scavalcato e si è allontanato inerpicandosi sul monte che sovrasta quell'area di Ballabio. Sul posto stamattina gli esperti per rilevare le tracce dell'orso. Un altro avvistamento nella notte a Dervio. "E' stato come vedere un extraterrestre, sono rimasto lì un po' spaventato e un po' affascinato". Così ricorda Franco Barbieri, 65 anni, pensionato nato a Genova e da tempo a Ballabio dove è noto anche per le sue belle foto di cui è pieno l'archivio del sito internet del Comune. Barbieri stava tornando a casa dopo una serata in un fotoclub, erano circa le 00:45 del mattino di venerdì quando ha scorto una sagoma alta circa un metro, all'incrocio tra vie Gramsci e Falcone, a poca distanza dalla Provinciale della Valsassina.
"Era alto un metro circa, mentre procedeva a quattro zampe. Ho strizzato bene gli occhi perché non potevo credere a quello che stavo vedendo, ma era chiaramente un orso. Quando ha scorto le luci della mia auto si è girato e si è diretto di corsa verso il fondo della vietta, dove c'è un condominio. Mi sono avvicinato un po', sempre in auto, illuminando la scena: l'orso si è alzato allora su due zampe, sarà stato un metro e ottanta buono, ha appoggiato una zampa anteriore sul cancelletto, poi l'altra, e mollemente si è come fatto cadere dall'altra parte, nel cortile della casa. Poi in breve è sparito dietro alla palazzina, in mezzo al bosco. Io mi sono guardato bene dallo scendere dalla macchina, ovviamente...". Il condominio di cui si parla è al civico 10 di via Giovanni Falcone, laterale di via Gramsci. Dietro all'abitazione c'è un contrafforte della Grignetta, il "Mont del Ratt" o "Corno del Ratt" e proprio tra le piante della zona si sarebbe nascosto l'orso. Barbieri è una persona seria, al cronista dice fin da subito "Non ho bevuto, ero sobrio...". Certo l'episodio è curioso e strano e non ha altri testimoni se non lo stesso Barbieri - che nonostante la passione per la fotografia non aveva con sè apparecchi utili per immortalare l'incredibile scena.
Sta di fatto che questa notte, intorno alle 4:30, un altro orso sarebbe stato avvistato dalle parti di Dervio. "Difficile però che si possa trattare dello stesso esemplare, sempre che a Ballabio - e pure a Dervio, siano stati visti effettivamente degli orsi" dichiara a Ballabio News il naturalista Pietro Gatti, referente per la Provincia di Lecco del Progetto "Arctos", che venerdì ha raggiunto la zona dell'avvistamento ballabiese insieme a un guardacaccia. Gatti ha lavorato in mattinata sia per cercare tracce del passaggio dell'orso, sia rilevando alcuni segni della inconsueta presenza dell'animale. In effetti, sulla cancello data esterna della palazzina sono rimasti attaccati dei peli e si vedono chiaramente dei graffi. "Come delle unghiate" [foto a destra >>>]. Sull'effettiva presenza di un orso bruno in zona, il tecnico è comunque prudente. Non la esclude a priori ma naturalmente attende l'esito dei rilievi per un'eventuale conferma del fatto. "Al momento non è possibile dire con certezza se si trattasse veramente di un orso; abbiamo rilevato la presenza di peli e segni che potrebbero essere stati lasciati da unghie, manderemo i reperti raccolti ad un laboratorio analisi specializzato e solo dopo gli esiti sarà possibile trarre delle conclusioni".
Il naturalista spiega comunque che la presenza di orsi è stata accertata recentemente in Val Chiavenna e nella bergamasca, a San Giovanni Bianco - aree relativamente distanti da Ballabio. "Qualche anno fa, tra gli anni novanta e il 2000 - racconta Gatti - è stata effettuata un'operazione di cosiddetta reintroduzione, in pratica sono stati catturati dieci orsi bruni in una riserva della Slovenia, successivamente portati in Trentino. Da qui probabilmente alcuni esemplari si sono allontanati e forse alcuni figli o nipoti di questa decina di orsi adesso è in zone diverse (dal bresciano alla bergamasca fino alla Val Chiavenna, come detto). Ma nel lecchese si tratta del primo avvistamento, anche se da verificare con certezza". Di sicuro, dopo tante prove pratiche fatte però simulando la presenza di un animale di questo genere, oggi il tecnico dell'amministrazione provinciale ha avuto il suo "battesimo": armato di guanti di lattice, pinzette e provette - in puro stile CSI - ha raccolto quelle che potrebbero essere le prove del passaggio di un orso bruno europeo tra le case di un paese abbastanza popolato. Sarà stato davvero un plantigrado? Ai laboratori scientifici specializzati l'ardua sentenza...
[youtube]FIwdPEMTxbY[/youtube]
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Inviato: sabato 19 maggio 2012, 19:10
da passovalcava
da: Valsassina NEWS
Gli orsi sono tra noi! Avvistamento doppio, a Ballabio e Varrone
Abbastanza clamoroso per la concomitanza, l'evento difficilmente può riguardare un singolo esemplare, dato che il primo episodio è accaduto alle 00:45 di venerdì mattina a Ballabio, mentre l'altro plantigrado è stato visto intorno alle cinque sempre del mattino nei boschi tra Dervio e Introzzo. E chi ha avvistato gli orsi appartiene alla categoria delle persone attendibili. Emilio Buzzella, di Introzzo, e Franco Barbieri di Ballabio: niente a che vedere l'uno con l'altro se non la comune (tra di loro) esperienza di avere incontrato un orso. E ad entrambi è accaduto nella notte tra giovedì 17 e venerdì 18 maggio. Evento davvero particolare, anche perché la cospicua distanza tra i due luoghi degli avvistamenti fa escludere che nell'arco di sole 4 ore lo stesso esemplare possa aver raggiunto la località Roncasc, sopra Dervio, provenendo da via Gramsci in quel di Ballabio.
Ne sono convinti anche alla Polizia Provinciale di Lecco, dove sono state raccolte stamattina le due segnalazioni. Buzzella (nella foto a destra) stava recandosi al lavoro per il turno di apertura; era partito da Introzzo e pochi minuti dopo l'uscita da casa, intorno alle cinque, ha visto sul ciglio della strada quello che a suo avviso era un bell'esemplare di orso bruno. "Era grosso, sicuramente un adulto. per qualche secondo, una decina forse quindici, ha corso a lato della mia auto, probabilmente spaventato dalle luci dei fari. Se avessi aperto il finestrino avrei potuto tranquillamente toccarlo - ma non l'ho fatto, ovvio....".
Poi il bestione si è gettato tra gli alberi, facendo perdere le sue tracce. Appena giunto a Lecco il signor Buzzella si è rivolto alla stazione dei Carabinieri, segnalando quanto accaduto. Poi l'informazione è arrivata anche alla Polizia Provinciale e alla Forestale. Circa quattro ore prima, l'episodio di Ballabio (vedi nostro articolo), con un altro "incontro ravvicinato" da brividi tra un 65enne (Franco Barbieri pensionato 65enne, nella foto a sinistra) e quello che sembrava proprio essere un bell'orso, a sua volta adulto. Una coincidenza quasi incredibile, una doppia storia eccezionale che, ne siamo certi, farà parlare a lungo - non solo in Valsassina. Si sa che esemplari di orso sono stati visti recentemente in Val Chiavenna da un lato e a San Giovanni Bianco nella bergamasca dall'altro. Forse, proprio questi animali sono i protagonisti della clamorosa nottata tra Ballabio e la Val Varrone.