TARCI ha scritto:...l'unica impresa che sicuramente farebbe affari è una casa chiusa !!
No dai! ... però sicuramente, qualcosa dedicato alla riabilitazione fisica per esempio. Già lo si vede come cosa funzionante ottimamente negli ultimi anni, persone che vengono a curarsi come trattamento post operatorio o simile. Nessuno può più gestire queste cose a livello ospedaliero (dopo un pò passata la fase critica ti spediscono fuori per completare la riabilitazione ecc...). Qualcuno era già interessato, ma aveva il limite soldi, che hanno comunque anche gli "altri". Queste categorie di persone, si che verrebbero volentieri...
Ma dopo l'ennesimo "pereppeppèèèè !!" non ci resta che attendere...
Moderatore Immagini Antiche "tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
Oggettivamente è un bel problema utilizzare con profitto degli spazi così importanti. Penso anche al casinò (quello attuale) che è davvero stupendo dopo il recente restauro, come faranno a fare in modo che sia una fonte di guadagno e non di perdite ?
Io credo che a questo punto qualsiasi soluzione dovrebbe essere accettata (ammesso che si materializzi davvero) a patto che venga salvaguardato l'aspetto architettonico originale degli immobili.
ciao
Brizzio
Nel 1999, qualcuno aveva fatto uno studio, incontrato operatori, enti pubblici, sviluppato un progetto di massima che prevedeva l'obiettivo Hotel e scuola alberghiera di livello europeo. Uno studio che prevedeva di ricreare il comparto Hotel, terme, benessere già pensato nel 1895. Vi furono contatti con vari operatori ma la pochezza e debolezza strategica dell'allora amministrazione comunale ha portato al progetto Percassi, di cui si attendono ancora gli investimenti reali, visto che quelli finora arrivati sono perlopiù pubblici. Prima di pensare all'apertura del Casinò come panacea, che qualcuno vada a vedere i bilanci dei casinò di Campione, Venezia o S. Vincent in drammatico dissesto che si ripercuote sui bilanci dei rispettivi comuni.
Lo sviluppo dei paesi non si fa con l'improvvisazione ma con la pianificazione e condivisione.
formica ha scritto:Nel 1999, qualcuno aveva fatto uno studio, incontrato operatori, enti pubblici, sviluppato un progetto di massima che prevedeva l'obiettivo Hotel e scuola alberghiera di livello europeo. Uno studio che prevedeva di ricreare il comparto Hotel, terme, benessere già pensato nel 1895. Vi furono contatti con vari operatori ma la pochezza e debolezza strategica dell'allora amministrazione comunale ha portato al progetto Percassi, di cui si attendono ancora gli investimenti reali, visto che quelli finora arrivati sono perlopiù pubblici. Prima di pensare all'apertura del Casinò come panacea, che qualcuno vada a vedere i bilanci dei casinò di Campione, Venezia o S. Vincent in drammatico dissesto che si ripercuote sui bilanci dei rispettivi comuni. Lo sviluppo dei paesi non si fa con l'improvvisazione ma con la pianificazione e condivisione. Ogni altra strada ha poco futuro
quoto 100%
storicamente le amministrazioni hanno privilegiato i costruttori, sia per gli oneri ma anche perchè questi arrivano sempre con le idee ben chiare.
E' più difficile o scomodo cercare le soluzioni lungimiranti, condivise e coordinate con il territorio
L'edilizia incontrollata e finanziata con capitali di dubbia provenienza ha devastato la nostra regione (la fascia pedemontana in particolare è la più massacrata), questo è sotto gli occhi di tutti. Penso che il rilancio di San Pellegrino debba essere legato alle cure e al benessere legati alle acque termali, ma poi il partito dei muratori ci spiega che per rilanciare una cosa bisogna costruirne altre tre o quattro in anticipo ... come ne usciamo da questa situazione ?
L’acqua di Expo non è l'acqua "del sindaco", è acqua Nestlé. La multinazionale svizzera -attraverso la controllata Sanpellegrino spa- gestirà, infatti, la Piazzetta tematica Acqua del Padiglione Italia, dopo essersi aggiudicata la gara bandita dal Commissario Generale di Sezione per il Padiglione Italia di Expo 2015. Pagherà, e in anticipo, almeno 950mila euro (più IVA), per occupare un’area commerciale di 70 metri quadrati e un’area indoor di 30 metri quadrati oltre ad altri spazi “realizzati nel Cardo e messi a disposizione del Concessionario”. “Nell’area oggetto della concessione -spiega un comunicato diffuso da Assolombarda- sarà possibile organizzare un’offerta di degustazione di prodotti e vendita degli stessi, con focalizzazione sul prodotto tematico Acqua, che deve costituire l’offerta prevalente dell’area. Il Concessionario avrà diritto di vendere acqua prodotta in proprio, commercializzata da esso o in virtù di diritti di esclusiva, che deve dichiarare in sede di offerta”. Il bando prevede -ovviamente- un “diritto di vendita in esclusiva di prodotti”: l’acqua ufficiale di Expo è un’acqua minerale, insomma, e non acqua di rete. E questo nonostante il Comune di Milano, che è uno dei soci di Expo spa, stia promuovendo tra i propri cittadini il consumo dell’acqua di rubinetto.
Sanpellegrino produce in tutta Italia acqua con marchio S. Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Nestlé Vera, S. Bernardo, Recoaro. Alla Piazzetta tematica sarà possibile, però, acquistare anche le bibite, imbottigliate quasi a chilometro zero: l’azienda del gruppo Nestlé -come scrivevamo su Ae di settembre 2013- può sfruttare ben 12 pozzi nel Comune di San Pellegrino Terme (BG), dove ha sede lo stabilimento che imbottiglia anche l’omonima acqua minerale. Il volume concesso -fino al 2029- dalla Provincia di Bergamo è pari a 3,78 miliardi di litri. Se i pozzi fossero riconosciuti come acqua minerale, sfruttarli costerebbe almeno 2,4 milioni di euro. E non poco più di 20mila, che è quanto l’azienda paga attualmente. La materia prima per imbottigliare le bibite costa a Nestlé quasi 50 volte meno rispetto al canone d’affitto per sei mesi di uno stand ad Expo. Che potrebbe offrirle, inoltre, una straordinaria visibilità.
Visita ai Cantieri del nuovo Centro Termale - 17 maggio 2014
I sindaci di San Pellegrino Terme, Zogno e San Giovanni Bianco (Vittorio Milesi, Giuliano Ghisalberti, Marco Milesi) hanno visitato oggi 17 maggio 2014 insieme ad alcuni collaboratori il cantiere del nuovo Centro Termale di prossima apertura (ottobre 2014).
Hotel di San Pellegrino Terme, Stucchi vuole l’intervento del Governo
Il senato Giacomo Stucchi ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla questione riguardante il Grand Hotel di San Pellegrino Terme. L’esponente della Lega Nord chiede al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini «quali eventuali strumenti legislativi ritengano di adottare per risolvere l’annosa problematica della Casa da Gioco». La premessa dell’interrogazione è costituita dalla lettera che il sindaco di San Pellegrino Vittorio Milesi ha inviato allo stesso Renzi il 4 giugno. Questi i punti principali: la problematica del restauro del complesso monumentale del Grand Hotel, chiuso dal 1978 e oramai in avanzato stato di degrado, e del Casinò, condiziona da svariati anni la prospettiva del rilancio turistico-termale della città e dell’intera Val Brembana; la riapertura del Casinò costituirebbe un formidabile elemento di spinta e di fiducia, i grado di consentire l’immediato avvio dei lavori di restauro e di recupero della struttura; in vista di Expo 2015 è un’occasione unica per valorizzare e far conoscere un patrimonio artistico e culturale unico nel suo genere e allo stesso tempo cogliere le opportunità economiche e di sviluppo a vantaggio del territorio bergamasco.
San Pellegrino, terme al fotofinish «Apertura per inizio dicembre»
San Pellegrino Terme - Ancora tre mesi o poco più. E, finalmente, a otto anni dalla chiusura dello storico centro termale, si sveleranno le tanto attese nuove terme di San Pellegrino. Il cantiere è alle fasi conclusive, dopo circa due anni, e tra gli interventi da terminare si parla di «finiture» o comunque di serramenti e arredi da posare. Entro metà mese è previsto anche l’avvio dei lavori per i 300 parcheggi, posti che sorgeranno nel cantiere avviato per il centro residenziale. Per piscine e saune manca ancora la data ufficiale di inaugurazione, ma dovremmo esserci.
Il gruppo «Qcterme»
Tanto che i futuri gestori, ovvero il gruppo con sede a Milano di Saverio e Quadrio Curzio, ha inserito sul proprio sito web (qcterme.it) anche il nome di San Pellegrino, accanto alle terme di Bormio (Sondrio), Pré Saint Didier (Valle d’Aosta), Torino, Milano, Roma (nella capitale saranno inaugurate il 9 ottobre). Più lontane, invece, le aperture delle nuove terme del gruppo, in progettazione a New York e a Chamonix. Dopo aver abbandonato i disegni del francese Dominique Perrault «perché poco funzionali » e del giapponese Kengo Kuma, il progetto definitivo per San Pellegrino (realizzato dal gruppo «De8 architetti» di Orio al Serio con Marco Ferreri design, il costo è di 16 milioni di euro) ha portato alla realizzazione del centro termale nell’ex hotel Terme-Milano (demolito a partire dal settembre 2013) comprensivo del complesso del porticato che arriva fino al casinò, per 4.000 metri quadrati di superficie coperta. Il «cuore» delle terme si trova proprio al posto dell’ex hotel Milano: qui sono state realizzate le piscine, interne ed esterne, e si potrà immergersi nella nuvola di vapore che ricorderà il ciclo dell’acqua termale. Gli spazi sopra il porticato, chiuso da vetrate a creare il foyer d’accesso, ospiteranno sale trattamenti e aree relax.
Secondo il gruppo gestore le nuove terme brembane (che, appena concluse, diventeranno di proprietà del Comune) potrebbero raggiungere, una volta a regime, circa 150 mila presenze annue, stima (400 persone in media al giorno), calcolata anche sulla base degli altri centri gestiti da Quadrio Curzio, dalla tipologia di clientela, ma considerando anche il bacino d’utenza e le caratteristiche della Valle Brembana. Saranno aperte indicativamente dalle 9 alle 22-23, per 365 giorni l’anno, ma non ospiteranno il tradizionale termalismo sanitario, che, negli ultimi anni, nelle centenarie terme gestite dalla Sanpellegrino, si era rivelato fallimentare. «Ora speriamo per il Grand hotel» «Edifici e impiantistica sono terminati – spiega Gianluca Spinelli del gruppo Percassi – e in questi giorni si stanno completando i pavimenti. Toccherà poi alla posa dei serramenti, comprese le vetrate del porticato, e agli arredi. Per l’inizio di dicembre dovremmo essere pronti». Nel frattempo, da alcuni giorni, si sta lavorando anche su via Mazzoni (la strada di accesso alle nuove terme), per le reti fognaria e tecnologica a servizio del centro. «A breve partiremo anche con la sistemazione del parco verde – prosegue Spinelli – e con il cantiere per i 300 parcheggi a servizio delle terme». «C’è naturalmente grande attesa – aggiunge il sindaco Vittorio Milesi – e l’auspicio è che la riapertura dia più fiducia anche agli altri operatori di San Pellegrino e della valle, per nuove operazioni di rinnovamento delle strutture ricettive. Ma le nuove terme potrebbero, in futuro, rivelarsi importanti anche per il recupero del Grand Hotel».
Se i numeri, in termini di presenze annuali previste alla terme, dovessero concretizzarsi, potrebbe infatti aprirsi anche una soluzione per il ripristino dello storico albergo liberty, simbolo di San Pellegrino. Ancora nelle settimane scorse, peraltro, il Comune ha scritto ai politici bergamaschi e lombardi
auspicando la concessione della casa da gioco come volano prioritario per il recupero del Grand Hotel, chiuso dal 1979.