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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Inviato: giovedì 31 maggio 2012, 22:50
da carlocortinovis
Leggo di quanti orsi, cè anche l'orso buco, l'orso dunque abboccato nostro, la candelora appesa e che e' la candela che ti viene giu', a Bergamo cera la lupa sembra una orsa, ci faceva i orsarchiotti.

Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Inviato: venerdì 1 giugno 2012, 8:25
da elio.biava
Dal Trentino Alto Adige
Re: Orso Bruno (Ursus arctos) di Francesca A - martedì 29 maggio 2012, 22:52

Ciao a tutti ragazzi,
voglio dirvi con semplicità ciò che spinge tanti Trentini come me ad aver paura degli orsi. Io quando anni fa li han portati qui dalla slovenia non ero contraria perche mi han sempre detto che gli orsi stanno lontani dalle persone vedi il detto trentino proprio (te sei n'ors) (sei un orso) riferito a quando uno sta in disparte dalle persone. Invece non so perche qui posso giurarvi mille casi di orsi che non temono l'uomo e gli vanno incontro, casi non raccontati tutti dai giornali ma confermati dalle forestali dopo le segnalazioni di varie persone anche dai miei paesani,solo nel mio paese hanno avuto l'incontro ravvicinato 4 persone (che so x certo), immaginate quanti altri.. negli altri paesini.

Inoltre cè un anomalia di un orso che si è avvicinato poco tempo fa appena sotto l'abitato di Savignano, decisamente molto basso, ed ha sbranato 3 pecore e un agnellino è scomparso senza trovare la carcassa si suppone sia stato mangiato. Ma il problema non è solo del bestiame, anche se il bestiame preme a chi piu chi meno come ha fatto notare franco, personalmente se mi mangiasse le capre o l'asino sarebbe terribile x me. ma non è solo questo che fa essere contrari le persone il vero motivo è il fatto che molti non vanno piu nel bosco tranquilli pensando che possono trovare l'orso .io x esempio so di avere nel bosco sopra casa l'orso (accertata la sua presenza dalla forestale) andavo tutti i giorni con i cani ed ora non riesco ad andarci piu sapendo gli episodi di miei paesani e degli altri che hanno avuto vari incontri (chi anche piu volte). e ci sono davvero vecchietti e non che prima andavano x rilassarsi nelle loro baitelle e adesso han paura di esser soli e trovarsi davanti uno dei 40 orsi che abbiamo qui in trentino, molti per un territorio cosi stretto come il nostro. e con le case cosi attaccate al bosco o proprio nel bosco.

Se l'orso se ne stesse x i fatti suoi ok ma perche si avvicina alle persone? la confidenza che hanno verso noi persone puo essere dovuta al fatto che sono stati a contatto nel momento che gli han messo i collari o li han liberati? Io voglio bene agli orsi perche sono animali stupendi, ma sono contraria al progetto life ursus. perche sono certa che è stato fatto x attirare i turisti. Ora vedono che anche i turisti han effettivamente un pò paura al pensiero di trovarsi un orso davanti...e le cose cambiano, ma indipendentemente da turisti o no.. noi che viviamo qui non siamo tranquilli,non solo x i nostri animali ma per il fatto che questi orsi si avvicinano troppo a case e persone e mettono un po di paura, non cè piu la tranquillita di andare nel bosco tranquilli. questo è la mia semplice testimonianza non contro l'orso assolutamente ma contro chi stando seduto su una scrivania voleva l'orso per il turismo senza pensare che questo bellissimo animale ha bisogno di grandi spazi , di un abitat x lui come in slovenia , qui noi abbiamo le case nel bosco i paesi ai piedi del bosco e siamo paesini tutti vicini non ci sono spazi vuoti o boschi immensi dove lui puo girarsene in pace....qui non è cosi...ma questi seduti alla scrivania che ne sanno.. loro nei boschi non ci vanno .. loro non vivono nei nostri paesini... vivono in citta. Vorrei un giorno se lo trovassero davanti come è capitato a dei vecchietti e a quel ragazzo che l'anno scorso è stato seguito da mamma orsa e dai suoi cuccioli e x fortuna è saltato in auto ed è andato sotto chock all'ospedale collassandogli davanti, non gli credevano ma poi sono andati sul posto i forestali che hanno accertato la presenza della mamma coi cuccioli, e se capitava a un vecchietto? o a una famiglia con bambino? scusate la sincerita ma ogni animale ha bisogno del suo abitat, dei suoi spazi, non puo essere portato in un posto x egoismo umano, x attirare turisti. Francy e Daniel

Nonesi e rendenesi alleati, ecco il comitato anti orsi

Inviato: venerdì 1 giugno 2012, 9:23
da IW2LBR
dal quotidiano il Trentino. 1 Giugno 2012

Nonesi e rendenesi alleati, ecco il comitato anti orsi

TRENTO. Il fronte anti-orso si allarga e valica i confini delle valli. Una cinquantina tra allevatori e abitanti di Bresimo e di alcuni centri vicini della Val di Sole ha deciso di coalizzarsi e stringere un’alleanza con la Val Rendena, teatro delle razzie di bestiame più recenti, per poi scendere a Trento tutti assieme a far sentire la propria voce in Provincia. La capofila di quella che si preannuncia come una specie di “lega contro i plantigradi” è Giovanna Arnoldi, che nella frazione di Baselga, meno di trecento abitanti a un chilometro da Bresimo, alleva per passione pecore (sei erano state sbranate l’anno scorso) e due asini: Olivia e Oliver, madre e figlio. Il “killer” è ancora in paese, dove serpeggia la paura di nuove aggressioni, magari anche ai danni dei residenti. «C’è una grande agitazione: tutti infuriati con l'orso, che un paio di volte a settimana si vede aggirarsi in paese, nelle vicinanze delle case, soprattutto di notte o all'imbrunire. Mio figlio se l'è trovato davanti in macchina un mese fa, ma è scappato lui, non l'orso, che non si muoveva. Anche il nostro agente forestale aveva avuto un incontro faccia a faccia e aveva preso un bello spavento. Temiamo di incontrarlo all'uscita di casa».

Ma il problema più sentito riguarda il bestiame: «In primavera non siamo liberi di lasciarlo andare al pascolo: lo teniamo quasi sempre in stalla. Noi non ce l'abbiamo con l'orso ma con chi l'ha portato. Non ci sono soldi che ripagano i nostri animali, ai quali siamo legati anche da affetto. Che senso ha allevarli con amore per poi darli in pasto all’orso?». Asini e pecore oggi vengono fatti pascolare “con il timer” e sotto rigorosa sorveglianza: un paio d’ore, in un prato vicino a casa. Ma nonesi e solandri sono stufi: «Ci siamo già sentiti: siamo una cinquantina, compresi quelli di Proves. Il nostro obiettivo è di aggregarci agli allevatori della Rendena per poterci aiutare a vicenda: più siamo meglio è. Ho chiamato la signora Wanda Moser di Strembo, alla quale hanno sbranato i due asini. Presto la incontreremo e vedremo cosa fare: potremmo anche andare a Trento, in assessorato. Hanno introdotto questi animali senza neppure consultarci: ce ne siamo resi conto solo dai danni». Giovanna Arnoldi è per una soluzione drastica: «L’unica è che nei prossimi mesi sia consentita la caccia. Non si risolve la cosa catturando l’esemplare che fa danni. Sono tanti quelli problematici. E i recinti che consiglia la Provincia non servono a nulla: l'orso o ci salta sopra o con una zampata li butta giù». Il terrore dell’orso ha radici antiche: «Nel santuario della Madonna di Baselga ci sono due ex voto di persone sopravvissute ad aggressioni. Non vorremmo che accadesse ancora».

La pericolosità degli orsi

Inviato: venerdì 1 giugno 2012, 9:36
da IW2LBR
La pericolosità degli orsi

riflessioni del docente universitario Michele Corti, tratto da ruralpini

La Provincia Autonoma di Trento sostiene che gli orsi manifestano MAI un comportamento predatorio nei confronti dell'uomo?
Si sostiene anche che gli attacchi sono "finti o "per autodifesa"


Le aggressioni mortali all'uomo da parte degli orsi sono in aumento. E si registrano anche in Europa. Uno studio recente americano, che prende in considerazione le aggressioni da parte di Ursus americanus (più piccolo e meno aggressivo del Grizzly), mostra che nella maggior parte dei casi l'aggressione all'uomo è finalizzata alla predazione. A seguito degli episodi dei giorni scorsi in Val Rendena, e della crescita dell'allarme sociale determinato dalla crescente frequenza di interazioni tra persone e orsi, molti si chiedono se “prima o poi non ci scapperà il morto”. La Provincia autonoma di Trento ha sinora mantenuto una linea finalizzata a ridimensionare il rischio di incidenti (“rarissimi”) al fine di non compromnettere la già declinante accettazione sociale dei plantigradi. Ma è una politica saggia? Sulla pericolosità dell'orso nel sito ufficiale della PAT - che omette di ricordare alcuni casi mortali verificatisi di recente in Europa - si sostiene che: “gli attacchi (rarissimi) non sono comunque mai il risultato di un comportamento predatorio, ma piuttosto di autodifesa “.

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Jogger ucciso da un orsa con i cuccioli in Finlandia nel 1998

Questa affermazione categorica – che comunque non esclude la pericolosità della specie - ha la chiara finalità di indurre un atteggiamento meno negativo nei confronti dell'orso. O gli attacchi sono finti o, se Yoghi attacca sul serio, lo fa per difendersi, in quanto fondamentalmente mite ed elusivo di carattere (tranne – al più – qualche birichino). Individuare nella molla dell'autodifesa o della difesa della prole (di fronte a minacce reali o percepite tali dall'orso) l' unica motivazione degli incidenti che coinvolgono gli umani tende a presentare l'aggressione dell'orso quale conseguenza di un comportamento inadeguato da parte delle persone. Così si scaricano su di esse le responsabilità di aver “disturbato” o “provocato” l'orso e si contiene l'inquietudine. Dice la PAT: il rischio, se non proprio eliminabile è comunque riducibile ad un livello “sostenibile”, sempre che se si osservano le debite precauzioni. Sempre che vi comportiate bene-

Ma le cose stanno realmente così? E se non lo fossero? Se fosse acclarato che per gli orsi l'umano può diventare una preda quanti sarebbero disposti a tollerarne la presenza in un'area a forte antropizzazione come il Trentino?

Il trasporto e la difesa del cadavere, il consumo della carne umana (in generale apprezzata dall'orso tanto che - se affamato – è in grado di dissotterrare i cadaveri dai cimiteri e di cibarsene, come successo in Russia nell'ottobre 2010 nella repubblica settentrionale di Komi) , definiscono un secondo Herrero e Higgins (2003) inequivocabile comportamento predatorio. E questi comportamenti si ritrovano in diversi tra i casi elencati.

Uno studio su Ursus americanus mostra che nella maggior parte dei casi gli attacchi mortali hanno il carattere della predazione nei confronfti dell'uomo
In uno studio su Ursus americanus (specie più piccola e meno aggressiva delle varietà Nord-americane di Ursus arctos), Herrero et al. (2011) hanno trovato che in ben 88% dei casi l'attacco che aveva portato alla morte di una persona era di tipo predatorio. Gli autori hanno analizzato 59 incidenti con 63 vittima umane tra il 1900 e il 2009 concludendo che, nel caso dell'orso nero del Nord-america deve essere rigettata la convinzione che il pericolo maggiore per l'uomo sia costituito dall'incontro con la femmina con prole. Sono i maschi che attaccano nella maggior parte dei casi. In Europa, per fortuna, non disponiamo di una casistica tale da consentire studi di questo tipo ma sarebbe oltremodo superficiale non considerare l'insieme di questi dati.

Le differenze di comportamento nel confronto dell'uomo dipendono principalmente dal timore che gli animali nutrono per esso. Laddove la persecuzione è stata più capillare e duratura, come in Europa, il comportamento tende ad essere più schivo. Ma le cose possono cambiare nel giro di poche generazioni (ursine o lupine). Anche nel caso del lupo gli attacchi all'uomo sono più frequenti in Nord-america dove la scarsa pressione antropica ha fatto oggetto la specie di una persecuzione meno intensa. Luigi Boitani, il massimo studioso europeo del lupo ha in più occasioni ricordato come una specie opportunista come il canide è in grado, dopo poche generazioni trascorse dalla cessazione della persecuzione da parte dell'uomo di iniziare a ricomprendere quest'ultimo come una preda. Prede e predatori si scambiano a volte i ruoli. Anche l'orso nel corso dei secoli ha mostrato di modificare il proprio comportamento in funzione dell'antropizzazione del territorio adattando dieta e habitat alla pressione antropica. E' diventato “boschereccio” per difendersi dalla persecuzione ma se l'uomo cessa di essere un predatore pericoloso tenderà ad allargare il suo habitat e a considerare l'uomo come una preda. Come fa già in Nord-America e nell'estremo oriente.

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Il consigliere comunale di Bellevue John Chelminiak, stato di Washington, Usa descrive l'attacco all'Ospedale di Seattle Mercoled' 6 ottobre 2010

In crescita le aggressioni mortali da orso nel mondo
Una parziale statistica dei casi di attacchi mortali da parte di Arctos arctos dall'inizio del secolo tratta da ricerche su Google e dalla voce “fatal bear attacks in North-America” di Wikipedia è riportata di seguito. Va precisato che non sono riportati i casi di aggressioni mortali da Ursus americanus (19 vittime dal 2000 al 2011 da confrontare ai fini di una riflessione sull’aumento della pericolosità degli orsi con le 46 vittime di orso nero accertate in Nord America in tutto il XX secolo). Se è vero che gli orsi europei sono più piccoli e meno terrificanti dei Grizzly e degli orsi della Siberia orientale è anche vero che le caratteristiche anatomiche del "nostro" orso sono confrontabili con quelle dell' "orso nero" americano (molto più piccolo del Grizzly che è un orso bruno per quanto horribilis). In ogni caso una "carezza" di un "nostro" orso è sufficiente a stendere un grosso animale, figuriamoci un umano. Gli orsi colpiscono al torso e alla testa i malcapitati. In caso di aggressione si consiglia di proteggere la testa con lo zaino o altri oggetti.

Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Inviato: venerdì 1 giugno 2012, 9:44
da IW2LBR
Elenco incompleto di incidenti mortali attribuiti a Orso bruno (Ursus arctos - compresi Ursus arctos beringianus dell'estremo oriente settentrionale e Ursus arctos horribilis del Nord-America) (nostra ricerca su Google - per l'Eurasia e voce Fatal bears attack in North America di Wikipedia)

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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Inviato: venerdì 1 giugno 2012, 9:44
da IW2LBR
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Inviato: venerdì 1 giugno 2012, 9:45
da IW2LBR
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Inviato: venerdì 1 giugno 2012, 9:45
da IW2LBR
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Inviato: venerdì 1 giugno 2012, 10:33
da enotime
Messa così dovrei concludere che i cani domestici sono molto più pericolosi degli orsi...
In Slovenia, nonostante sia piccola e con una popolazione di 500-700 orsi, non si sono verificati casi di attacchi; In Abruzzo, 200-300 orsi, nemmeno.
E invece orsi e lupi hanno fatto la fortuna del Parco Nazionale d'Abruzzo, attirando, ogni anno, decine di migliaia di turisti. Gli interventi precedenti mi pare abbiano tutti i crismi del "terrorismo mediatico". La realtà è ben diversa. Se non ci fossero gli orsi, chi visiterebbe il Parco di Yellowstone? Quasi tutte le zone indicate sono soggette a vincolo di parco. E' quindi sulla gestione programmata dei Parchi Naturali che possiamo e dobbiamo discutere, ossia di come interpretare e far fruttare le ricchezze costituite anche dalla biodiversità che caratterizzano queste aree. Piuttosto che porci il problema di come eliminare gli orsi, dovremmo porci quello di come conviverci.