Con i peli il margine di errore esiste e puó essere anche molto elevato quando si accoppiano tra zii nipoti fratelli...ma noi siamo specialisti del dna, o forse dei buon bevitori di tutto quello che ci dicono...lo hanno identificato l'anno scorso, poi quest'anno, sempre col ciuffo di peli e sempre e solo noi...avremo la banca del pelo da cui attingere?
Ha sentito l'odore del cadavere, ha sfondato l'auto in cui si trovava il corpo e lo ha divorato. Protagonista dell'insolita vicenda, accaduta in Canada, è un orso che adesso rischia di essere abbattuto "per proteggere l'incolumità dei cittadini", spiegano le autorità. L'episodio, riferisce la Cnn online, si è verificato in una zona rurale, nel sud della British Columbia. Il corpo 'martoriatò di Rory Nelson Wagner, 53 anni, condannato per omicidio e in libertà sulla parola, è stato ritrovato dalla polizia federale dopo alcune segnalazioni. In base alle prime indagini, l'uomo era già morto quando l'orso ha sfondato l'auto, ne ha sbranato alcune parti e poi ha trascinato quello che ne rimaneva via con sè. I poliziotti hanno poi ritrovato i resti in un bosco, a 120 metri dalla sua auto. Dentro il veicolo sono stati trovati alcol e farmaci. Gli inquirenti hanno disposto l'autopsia. L'orso è stato poi catturato, ma il suo destino sembra già segnato.
Da L'Eco di Bergamo di Massimo Pesenti del 3 Giugno 2012
L'orso e gli alpeggi: Attacchi rarissimi scappa dall'uomo
San Giovanni Bianco - Non parlate di salvaguardia dell'orso agli alpeggiatori, non ne vogliono proprio sapere. Fra pochi giorni partiranno verso gli alpeggi e la preoccupazione di trovarsi a tu per tu con l'animale non manca, per questo Coldiretti Bergamo in collaborazione con la Direzione generale Sistemi verdi e paesaggio della Regione ha promosso due incontri formativi nelle valli: uno all'agriturismo Casa Eden di San Giovanni Bianco e l'altro all'oratorio di Clusone. Titolo: «Presenza dell'orso nelle valli bergamasche: gestione e riconoscimento dei danni».
«Gli attacchi sono rarissimi»
A rassicurare gli allevatori ci hanno pensato Antonio Tagliaferri ed Elena Tironi, referenti della Regione per il progetto Arctos per la tutela della presenza dell'orso. All'incontro di San Giovanni Bianco Tagliaferri, in particolare, ha spiegato: «L'orso è un animale intelligente, sa correre veloce e si sa arrampicare sugli alberi. Se si avvicina una notte in un luogo, è possibile che faccia ritorno la notte successiva. In alcuni casi è necessario realizzare un doppio recinto elettrificato per proteggere le bestie. Va ribadito però come gli attacchi all'uomo siano pochissimi. Nella storia sono pochi i decessi causati da attacchi dell'orso, solitamente l'animale scappa non appena sente la presenza dell'uomo a decine di metri di distanza». «È l'orso che deve abituarsi alla presenza dell'uomo – ha poi sottolineato Tagliaferri – l'obiettivo è instaurare una convivenza». «La Regione rimborserà qualsiasi danno derivante dai danni provocati dall'orso – ha rassicurato Elena Tironi – bisognerà solo segnalare il danno».
Coldiretti: va controllato
All'appuntamento erano presenti molti allevatori, basti pensare che le sole aziende agricole in alta montagna sono 81, con un patrimonio di circa 3.000 bovini e 20.000 tra ovini e caprini. «Vorremmo che l'orso venisse monitorato passo passo – ha spiegato Lucia Morali, vicepresidente di Coldiretti – in alpeggio ci vanno pure diversi giovani, c'è la preoccupazione di tante famiglie. L'incontro è finalizzato a capire con chi si potrebbe avere a che fare e come comportarsi, perché la paura è reale. Per difendere il gregge si corrono rischi non indifferenti». «Se l'orso attacca il gregge, la Regione rimborsa solo i danni materiali – ha aggiunto un alpeggiatore della Valle Imagna – ci sono tante ore di lavoro che non vengono considerate. La vita d'alpeggio non è facile, grazie ai contributi regionali riusciamo a proseguire con l'attività, mantenendo pure la montagna. L'incognita dell'orso è un disincentivo a proseguire questa attività»
Ieri in locoalità Madonna dei Campelli ad Olmo, era già presente un gregge in risalita verso gli alpeggi, auguri al giovane pastore, che sia una buona annata! .
Gregge, Assaggi di neve - foto by ANLA76
Moderatore Immagini Antiche "tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
TRENTO. Anche se in Val di Non e in Val Rendena la presenza dell'orso comincia ad essere mal sopportata da parte di alcuni abitanti, le Apt locali considerano il plantigrado ancora un elemento attrattivo dal punto di vista del marketing turistico. Così, mentre da una parte c’è chi ha deciso di unire le forze pronti a scendere a Trento per dimostrare il loro dissenso in Provincia nei confronti degli orsi che sempre più spesso si spingono nelle vicinanze dei centri abitati per fare razzia di bestiame, dall'altra le Apt difendono l’animale che, volenti o nolenti, è ormai diventato da tempo simbolo del Trentino. «L’orso ha un certo fascino a livello turistico, certo capita che qualcuno ci chieda se sia il caso di preoccuparsi ma la realtà è che chi teme di incontrarlo comunque non frequenta l'alta montagna ma fa passeggiate più semplici mentre chi è più esperto e preparato si spinge più in alto senza tanta paura. A titolo precauzionale nei parchi e nei boschi abbiamo installato dei cartelli informativi che invitano, eventualmente, a non fare rumore e a non avvicinarsi - spiega Alfredo Ravelli, presidente dell'Apt della Val di Sole - le recenti notizie di avvistamenti vicino ai centri abitati e alle località turistiche naturalmente ci fanno riflettere ma siamo ancora lontani dal pericolo che le persone si rifiutino di venire sulle nostre montagne per timore di trovarsi faccia a faccia con l’orso».
Pronto ad accogliere a braccia aperte il ritorno dell'orso a San Romedio è il presidente dell’Apt della Val di Non Andrea Paternoster, fiducioso di rivederlo già quest’anno reintegrato nella cornice religiosa del santuario: «La presenza dell’orso ha sempre rappresentato una forte attrazione perché viene considerato come segnale che in Trentino la natura può trovare la sua massima espressione e una vegetazione ideale. Senza dimenticare che in alta Val di Non è stato pure avvistato il lupo. In ogni caso, a noi non sono ancora mai pervenute richieste di clienti preoccupati e non mi sembra che in giro siano successi eventi così drammatici, quindi cerchiamo di convivere con l’orso sperando che non causi altri danni, e se un domani dovessero peggiorare le cose allora prenderemo provvedimenti, ma per ora non è il caso di allarmarsi tanto».
Ad andare un po’ più con i piedi di piombo sulla questione orso Marco Masè, presidente dell'Apt di Madonna di Campiglio, Pinzolo e Val Rendena: «La percezione del pericolo è ancora strettamente locale e per ora non ha alcuna ripercussioni sul turismo, anzi la presenza dell'orso trasmette all’esterno il messaggio che in Trentino viviamo in un ambiente sano dal punto di vista naturalistico. In più al turista provoca una certa emozione pensare che potrebbe incontrarlo durante un’escursione e magari portarsi a casa una fotografia in ricordo. Nonostante ciò ritengo sia il caso di tutelare anche le persone che qui vivono tutto l’anno e che ora non si recano più così serenamente a fare una passeggiata nei boschi: il numero degli orsi non può aumentare in maniera incontrollata di anno in anno ma va regimentata trasferendo gli animali in eccesso o, se necessario, anche abbattendoli».
Chiedete agli escsursionisti che stamattina erano ai Laghi Gemelli.....
o erano , oppure hanno visto un orso
Vincere non vuol dire arrivare primo. Non vuol dire battere gli altri. Vincere è battere se stessi. Superare il proprio corpo, i propri limiti e le proprie paure. Vincere vuol dire superare se stessi e realizzare i propri sogni.
Kilian Jornet
L'orso fa il bagno nei Laghi Gemelli «Che spettacolo»
Avrebbero potuto imbattersi in un camoscio o in un capriolo senza sorprendersi granché, ma mai avrebbero pensato di assistere al bagno mattutino dell'orso. All'insolito spettacolo ha assistito nella prima mattinata di ieri un gruppo di sette ragazzi di Zogno, appassionati escursionisti, che avevano trascorso la giornata di sabato pernottando poi la notte al rifugio Laghi Gemelli, una meta classica dell'escursionismo sulle montagne orobiche, a quota 1.960 metri. A raccontare l'incontro quasi «ravvicinato» con l'orso è Silvia Belotti, che era in compagnia di Cristian Gervasoni, Paola Busi, Mara Chiesa, Giancarlo Rinaldi, Giambattista Rota e Stefano Carminati: tutti esperti di montagna, sanno riconoscere gli animali che la vivono.
«Siamo un gruppo molto affiatato di appassionati della montagna – racconta Silvia – e quasi ogni fine settimana partiamo per un'escursione. È stato così anche sabato, con meta il rifugio Laghi Gemelli. Era una bellissima giornata, abbiamo lasciato le auto alla conca di Mezzeno di Roncobello e da qui a piedi scollinando sul passo di Mezzeno per scendere al rifugio dove abbiamo trascorso la giornata. Stamattina (ieri, ndr) verso le 9 ci siamo messi in cammino per il ritorno, percorrendo il sentiero che porta al passo di Mezzeno. Giunti all'incirca dove il lago si restringe, abbiamo notato ai bordi del sentiero dei residui di un pasto e abbiamo pensato che a far colazione fosse stata l'aquila. All'improvviso uno di noi ha richiamato l'attenzione su qualcosa che nuotava agilmente nel lago, diretto verso la sponda opposta dell'invaso, a circa un centinaio di metri dal luogo in cui noi eravamo. Vuoi vedere che è un camoscio? Ci siamo detti, e uno della comitiva aveva buttato lì l'intenzione di darsi da fare per trarlo d'impaccio. Però ci siamo accorti ben presto che non c'erano motivi di preoccupazione per la sicurezza dell'animale. Quando è uscito dall'acqua, ci siamo resi conto con non poca sorpresa e con emozione che si trattava dell'orso». L'animale ha guadagnato la riva, si è dato una bella scrollata e poi con calma ha preso a salire il pendio, ha raggiunto il sentiero che corre sulla sponda sinistra del lago, l'ha percorso con calma per un bel tratto in direzione del rifugio poi ha imboccato uno dei canalini che scendono dal lago Colombo e del Becco.
Poi ha cominciato a salire scomparendo tra le rocce. «L'affascinante spettacolo è durato per un bel momento – continua Silvia –, con noi lì quasi imbambolati a osservare le mosse del plantigrado che sembrava in ottima forma, proprio come un atleta rinfrancato dalla fatica dopo una bella doccia. Troppo bello quello spettacolo, eppure siamo abbastanza abituati a vedere animali selvatici sulle nostre montagne. Certamente non avremmo mai pensato di imbatterci nell'orso e sicuramente non dimenticheremo quei momenti». Una quindicina di minuti di osservazione poi, eclissatosi il plantigrado, la comitiva ha ripreso la via del ritorno, entusiasta dell'incontro, con una gran voglia di documentare con foto il racconto di questa loro speciale escursione.