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Auto investe un orso L’animale ferito fugge
Inviato: domenica 17 giugno 2012, 7:32
da IW2LBR
Da Il Piccolo di Trieste - Domenica 17 Giugno 2012
Auto investe un orso L’animale ferito fugge nei boschi di Buccari
FIUME. Con il loro habitat sempre più ristretto per la cementificazione, anche nel Quarnero gli orsi sono sempre più spesso vittime degli “incontri” con gli esseri umani. Un giovane esemplare è stato investito da un’auto sul tratto di Litoranea adriatica sovrastante la città di Buccari, un paio di chilometri a Est di Fiume.
L’incidente è avvenuto un tardo pomeriggio, dunque di giorno, con il plantigrado che è stato colpito da una macchina con targhe fiumane, guidata da un trentenne residente a Crikvenica. Questi ha raccontato agli agenti di non avere potuto fare nulla per evitare l’urto, con l’orso che, finito a terra, si è ripreso in un attimo, fuggendo in direzione di Buccari, sicuramente ferito. Scioccato l’automobilista per un evento davvero straordinario, mentre la sua vettura, una Volkswagen Polo, ha avuto danni per circa 140 euro. Dell’incidente si è parlato a lungo nell’area quarnerina, dove gli incontri anche ravvicinati tra uomo e plantigrado avvengono ormai con puntualità. Qualcuno ha osservato che probabilmente l’orso buccarano è lo stesso che da settimane viene avvistato a Kostrena, la località che confina con Fiume, tesi smentita dai responsabili della Società venatoria Jelen di Cavle, nel Grobniciano. Il segretario della “Jelen” Giuliano Spincic ha precisato che l’animale investito è un esemplare giovane, mentre quello protagonista di numerose scorribande a Kostrena (fino al mare), a Buccari e Hrastenica è invece in età adulta. La società ha inviato al competente ministero la richiesta per l’abbattimento dell’orso in quanto sostiene che possa creare problemi o anche peggio, magari perché spaventato dalla presenza di essseri umani in un’area densamente popolata. Le doppiette grobniciane credono che da Zagabria arriverà un “no” alla proposta di eliminare il bestione. «Probabilmente – ha concluso Spincic – arriverà l’ordine di addormentare l’animale, di trasportarlo a molti chilometri di distanza e quindi di rimetterlo in libertà in un’area boschiva». Orsi vengono segnalati un pò dovunque nella regione quarnerina, dall’Isola di Veglia fino al versante Est del Monte Maggiore. L’anno scorso un’orsa aveva ferito gravemente nella regione di Fiume un anziano cacciatore: difendeva i suoi piccoli, poi uccisi con lei.
Trappolaggio di animali selvatici e morte per anestesia
Inviato: martedì 19 giugno 2012, 15:48
da IW2LBR
da GreaPress - Martedi' 19 Giugno 2012
Trappolaggio di animali selvatici e morte per anestesia
La morte per gli effetti causati dall’anestesia nel caso di cattura di animali selvatici, non è un fenomeno raro. In tal maniera la Provincia autonoma di Trento, ha voluto specificare a seguito del decesso di un orso catturato con una trappola a tubo nei boschi di Terlago. L’animale, sottoposto ad anestesia, è deceduto probabilmente per gli effetti della stessa. Secondo la Provincia la mortalità derivante dall’utilizzo di anestetici su animali selvatici, oscilla tra lo 0,5 ed il 10%. L’orso, a quanto pare, aveva arrecato dei danni a dei pollai in prossimità delle abitazioni e per tale motivo si era deciso di addormentarlo per apporre il collare.
L'orso di corteccia diventa subito una star
Inviato: martedì 19 giugno 2012, 15:57
da IW2LBR
da La Provincia di Sondrio - Martedi' 19 Giugno 2012
L'orso di corteccia diventa subito una star
MORBEGNO - Prima arriva in carne ed ossa e si fa sorprendere in piena notte mentre rovista in un cestino dell'immondizia e dopo una settimana la sua "controfigura" si materializza in piazza Marconi (poco distante dal luogo dell'avvistamento) e l'orso di corteccia diventa subito una star. È diventata una vera attrazione la scultura del plantigrado realizzata dall'artista morbegnese Anna Papini, classe '78, diplomata all'Accademia di Brera, che aveva esposto la sua singolare opera qualche settimana fa al centro zootecnico, in occasione della mostra dei trofei di caccia.
In quei giorni l'orso non aveva ancora fatto capolino nella cittadina del Bitto e la grande scultura, completamente realizzata con pezzi di corteccia d'abete e di cedro, era passata quasi completamente inosservata. «Visto il grande clamore suscitato in questi giorni dall'avvistamento dell'orso ho chiesto al Comune di poter esporre la mia scultura in città - dice l'artista - e l'accoglienza è stata davvero stupefacente». Anna ha impiegato circa un mese per assemblare il suo orso alto due metri e dieci. All'interno c'è uno scheletro di ferro, su cui sono stati assemblati pezzi di polistirolo e quindi la corteggia, che grazie alle varie tonalità di marrone e all'effetto stratificato, ricorda molto il pelo naturale del plantigrado. La scultura ha richiamato la curiosità di tante persone, soprattutto dei bambini e dei turisti che si sono fatti immortalare vicino all'orso bruno, portandosi a casa un ricordo inedito della cittadina del Bitto che qualcuno comincia già a chiamare la città dell'orso. In Trentino, soprattutto le vallate più remote e meno conosciute dal turismo di massa, hanno fatto leva proprio sulla presenza del grande plantigrado per attrarre l'attenzione dei visitatori e i risultati non sono mancati, chissà se anche la Valtellina saprà cogliere con gli stessi riscontri, questa allettante opportunità. L'orso è un indicatore biologico, un elemento che segnala in modo inequivocabile una buona qualità dell'ambiente, un aspetto che il turista attento ed esigente di oggi tende a privilegiare nella scelta della meta per le proprie vacanze.
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Inviato: mercoledì 20 giugno 2012, 7:20
da IW2LBR
kikko69 ha scritto:In queste ultime settimane secondo me (parere personale) si è usciti un po troppo "fuori provincia" nell'argomento orso in Valle Brembana, va be che si parla sempre di orsi, pero' il topic è diventato piu una cosa folcloristica che neanche di informazione a eventi accaduti qui da noi! Troppi post che non c'entrano nulla con la Valle, sia ben chiaro non voglio contestare nulla pero' per me l'argomento rischia di perdere entusiasmo ma soprattutto interesse in chi lo legge!
E' una tua opinione smentita dai fatti!!
in queste poche settimane le letture sull'argomento (creato nel 2008) sono raddoppiate!! passando da 27.000 a 50.000, segno di un interesse continuo che non ha precedenti nel settore Fauna sul forum. Credo anche che sia importante seguire le vicissitudini e come altri cercano di risolvere i problemi che il progetto europeo Life Ursus sta creando sull'arco alpino, ma anche in luoghi assai piu' lontani. Come si comporta l'orso nel suo girovagare sui monti e nelle zone abitate. Il plantigrado come scritto dagli esperti, puo' percorrere anche 100 km al giorno! e siamo anche noi diretti interessati. Come avrete notato, sono e verrano pubblicati articoli (integrali) dai vari quotidiani che riguardano l'orso.. l'importante e' che tutti, liberamente possono esprimere le proprie opinioni rispettando reciprocamente i punti di vista...

Appello per Bubu, nonno orso
Inviato: mercoledì 20 giugno 2012, 7:41
da IW2LBR
dal Corriere del Veneto - Mercoledi' 20 Giugno 2012
Appello per Bubu, nonno orso
Il suo sguardo è così dolce che si fa fatica a credere che sia un animale feroce. I suoi sono occhi tristi e rassegnati. A una vita passata in gabbia. Camminando sul cemento. Senza il riparo ombroso di un albero. Con poca acqua sporca. Bubu ha trent'anni. Una bella età per un orso bruno. Vive sotto sequestro nello terribile zoo di Godega Sant'Urbano denunciato qualche settimana fa da Striscia la notizia. Compagni di prigionia, poco più in là, sono alcune linci. Bubu ha bisogno di uscire da quel luogo infame. Ha bisogno di un'adozione e di trascorrere il tempo della vecchiaia in un bosco. L'appello lanciato dall' Enpa di Treviso, che sta seguendo il destino di questi animali, è per trovare un parco disposto a prendersi cura di Bubu. Il Trentino, che sembrava disponibile, poco fa ha declinato. Anche il parco di Bussolengo, nel veronese, non se la sente di accogliere Bubu. Ma all'Enpa non demordono e il tam tam su Facebook è iniziato: troviamo una casa, una foresta, un parco per Bubu.
Con l'orso il silenzio non d'oro
Inviato: mercoledì 20 giugno 2012, 8:06
da IW2LBR
dal quotidiano Trentino Alto Adige Mauro Fattor - Mercoledi' 20 Giugno 2012
Con l'orso il silenzio non d'oro
Quanti errori nelle strategie di comunicazione sull'orso. Tanti errori grandi e piccoli nel concreto, e uno madornale: quello del silenzio. Abbassare la testa ogni volta che l'orso si mangia una pecora, quasi a chiedere scusa. Un'assurdità. Colpa di chi? Del Servizio Faunistico? Di Dellai?
Cominciamo col dire che Dellai nel confronto del progetto Life Ursus si è comportato in modo sostanzialmente corretto. Il progetto è stato sostenuto sul campo in modo leale. Non certo per convinzione personale del presidente - e questa non è una novità - ma per onorare un impegno che il Trentino aveva preso in sede internazionale con l'avvio del progetto Life Ursus. Insomma, per senso delle istituzioni. Il problema è che un approccio burocratico non basta, perchè si traduce in un'ambiguità di fondo che rischia di annullare, e in parte lo ha già fatto, il buon lavoro fatto sul campo. Non si può infatti giocare solo in difesa.
Bene, se è stata la "freddezza" di Dellai nei confronti del progetto a determinare questa situazione, va detto che in questo il presidente ha sbagliato. L'orso e i predatori in genere, hanno bisogno di una gestione attiva della comunicazione. Non si può pensare che l'orso riconquisti gli antichi areali senza lavorare contemporanemente alla riconquista delle teste e, dove possibile, dei cuori delle persone. Per fare questo bisogna però sostenere anche culturalmente il progetto, "crederci" anche pubblicamente, e in questo la Provincia di Trento ha mancato. Non ha voluto o saputo farlo. Perchè l'unica cosa certa è che se, ad un certo punto, per un qualsiasi motivo (e che sia una pecora, l'asino della signora Wanda, o un orsetto imprigionato in una botte non fa nessuna differenza) si crea una domanda di informazione e di confronto attorno ad un certo tema, quella domanda, statene certi, in un modo o nell'altro verrà soddisfatta.
E' come la nicchia di un ecosistema, non resta libera per molto, se tu ti scansi ci si infila qualcun altro. Sarà impossibile evitare che tutti dicano la loro, spesso - per semplice ignoranza o per palese intento di strumentalizzare la questione orso capitalizzando le paure altrui - dicendo gigantesche fesserie, ma si può evitare che quelle fesserie, per stratificazione e per effetto di imitazione, si propaghino nel tempo e si moltiplichino migrando da un giornale all'altro, da un media all'altro, per settimane prima che qualcuno trovi la voglia di intervenire e abbia l'autorevolezza per farlo. Promuovere una buona e corretta informazione sui predatori significa quindi contrastare questa tendenza senza sottrarsi al confronto.
L'informazione sull'orso deve tenere conto poi di due ulteriori problemi che sono specificamente legati alla natura dei predatori. Il primo è che mai come nel caso dell'orso e dei predatori, si rende evidente una netta differenza nella percezione e nella valutazione di specifici fatti e situazioni tra centro e periferia. Una differenza che - per certi versi - è la riproposizione sotto nuove forme dell'antico dualismo città-campagna, urbano-rurale. In alcune valli prevale (ma anche su questa prevalenza non bisogna esagerare) un pregiudizio negativo nei confronti dei predatori-competitori che privilegia gli aspetti economici e quelli legati alla sicurezza in una cornice tipicamente utilitaristica del rapporto con la fauna selvatica e col mondo animale più in generale. A tutti gli effetti, si tratta di un pregiudizio antipredatorio tradizionale, in parte culturalmente ereditato su cui molto si potrebbe lavorare modulando in modo differenziato le strategie comunicative. Il secondo riguarda il fatto che molte interazione tra uomo e animale sono giocati a livello di proiezione simbolica.
Si tratta per lo più di processi di identificazione, che possono essere anche molto forti ed efficaci. Nel caso dei carnivori selvatici c'è invece un margine di irriducibile ambivalenza emotiva che raffredda i processi identificativi e contribuisce a spaccare l'opinione pubblica. E' una specie di cortocircuito emotivo che trova facilmente spazio sui media e che produce danni concreti, alimentando quella che un grande etologo come Hans Kruuk chiama la "sindrome del killer immorale". La conclusione è semplice: in questo nostro tempo la percezione pubblica degli animali selvatici, e dei grandi grandi predatori in particolare, deve essere guidata. Non farlo significa rinunciare a tutto quello di buono che l'orso può portare al Trentino, che è moltissimo. E invece siamo di fronte al paradosso che il Trentino sull'orso non investe praticamente nulla, limitandosi a gestire passivamente “effetti collaterali” della sua presenza. Come dire, tenersi i guai snobbando le opportunità.
E invece: quanto vale un orsetto dal mantello quasi bianco in termini di immagine e di marketing? Se ci si crede, è una miniera d'oro. La pagina facebook di Hope, il cucciolo di orso nero la cui nascita era stata diffusa via webcam dal biologo Lynn Rogers, aveva 133 mila iscritti e faceva impazzire l'America. Fino a quando il 16 settembre del 2011 Hope fu uccisa da un cacciatore del Minnesota. E' una solenne sciocchezza pensare che la presenza dei predatori danneggi il turismo. Le cifre di mezza Europa, dalla Slovenia all'Abruzzo passando per i Pirenei, dimostrano esattamente il contrario. Certo, se sono gli albergatori stessi e gli operatori del turismo a seminare il panico alimentando un clima di terrore e di insicurezza, i contraccolpi ci saranno eccome. Ma ognuno è liberissimo di segare il ramo su cui è seduto, tranne poi avere il buon gusto di evitare di lamentarsi. Qualche volta, parlando di orso, bisogna tirare fuori un po' i denti e un po' anche l'orgoglio.
Perchè lasciare campo libero per mesi e mesi alle litanie della Lega sul progetto Life Ursus e sullo spreco di denaro pubblico, quando sarebbe così facile metterla a tacere? Basterebbe, per esempio, ricordare alla pasionaria Franca Penasa che da presidente del comitato di gestione trentino del parco nazionale dello Stelvio, il 15 del agosto del 2004 riuscì a spendere in un solo giorno 68mila euro per avere Reinhold Messner a Rabbi, record di dissanguamento delle casse pubbliche a tutt'oggi insuperato. Per non parlare poi della "Bossi Family". E ancora: perchè non ricordare, così, a semplice titolo informativo, che in Svizzera nessuno dei proprietari di asini della Val Rendena vedrebbe un soldo di risarcimento, visto che nessuno aveva montato il recinto elettrificato antiorso che la Provincia fornisce gratuitamente? Ferma restando, anche in questo caso, la piena libertà di suicidare i propri animali nel modo più gradito.
Oppure: perchè non spiegare che non esiste alcuna correlazione tra un orso che uccide tante pecore (anzichè una sola, come la nostra "morale" vorrebbe) e la sua presunta pericolosità? Perchè non dire che un orso non fa nulla di diverso di una faina che entra in un pollaio, facendo fuori una ventina di galline ma portandone via una sola? E che questo fenomeno è ben noto agli etologi e si chiama overkilling e non è affatto un comportamento anomalo o stravagante?Se stabiliamo delle regole chiare tra noi e gli orsi, riconoscendo innanzitutto la piena legittimità della loro presenza nei nostri boschi in qualità di autoctona, senza baloccarsi in progetti di dimezzamento a tavolino buoni solo per le campagne elettorali, questo consentirà di intervenire in modo più efficace, tempestivo e razionale anche sulle singole criticità. A beneficio di tutti. Questo dovrebbe chiedere Dellai al ministro Clini: regole chiare e maggiore coinvolgimento del ministero stesso in termini di coordinamento interregionale e di legittimazione del ruolo di capofila del Trentino in questa partita. Anche erogando risorse, se necessario.
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Inviato: mercoledì 20 giugno 2012, 9:01
da A.Galizzi
Re: Con l'orso il silenzio non d'oro
Inviato: mercoledì 20 giugno 2012, 12:53
da elio.biava
IW2LBR ha scritto:dal quotidiano Trentino Alto Adige Mauro Fattor - Mercoledi' 20 Giugno 2012
Con l'orso il silenzio non d'oro
Quanti errori nelle strategie di comunicazione sull'orso... a semplice titolo informativo, che in Svizzera nessuno dei proprietari di asini della Val Rendena vedrebbe un soldo di risarcimento, visto che nessuno aveva montato il recinto elettrificato antiorso che la Provincia fornisce gratuitamente? Ferma restando, anche in questo caso, la piena libertà di suicidare i propri animali nel modo più gradito...
Non credo che di fronte all'orso... ci sia un problema comunicativo... forse la tepatia!

Non so per il Trentino, ma da noi siamo a livello zero, l'orso passa di soppiatto, come qualsiasi intruso abusivo! Il solito articolo di parte, teorico, farcito di fumo, ideologia e teorie fantasiose... sul sopvrappopolamento? nella pratica nessuna soluzione. Riguardo agli svizzeri, non sarei cosi contento se fossi l'orso!... di solito sono più pragmatici e risolvono il problema alla radice nel caso di sconfinamenti sgraditi.

Re: Con l'orso il silenzio non d'oro
Inviato: mercoledì 20 giugno 2012, 17:45
da greggio
Quante inesattezze in quest'articolo
E' una solenne sciocchezza pensare che la presenza dei predatori danneggi il turismo. Le cifre di mezza Europa, dalla Slovenia all'Abruzzo passando per i Pirenei, dimostrano esattamente il contrario.
Si infatti, che begli esempi: il turismo in Slovenia e' per lo piu' di cacciatori che

all'orso e tutto nella legge!
in Abruzzo l'accesso al parco viene regolamentato a gruppi e con il pagamento di un ticket, vogliamo che sia cosi' anche da noi?.
