Non fatevi ingannare dal nome, quello che segue è il reportare di un'escursione di due giorni completamente brembana, che ha anche toccato la vetta del simbolo della valle: il Diavolo!!!
Svolgimento:
Sabato 25 Luglio nel primo pomeriggio, MTBiker, LucaMasarati, Andrea.Brembilla, Paolo e ovviamente il sottoscritto, ci troviamo a Carona per effettuare la salita al Rifugio Longo in MTB. La strada parte subito ripidissima ma senza particolari difficoltà (solo un po' di fiato corto) raggiungiamo la meta. Da registrare i commenti degli altri escursionisti nel vederci salire con la lingua a terra per la agrosilvopastorale...sembrava di essere al giro d'Italia: "dai che sei solo!", "ocio che i te ciapa", "pedala pedala", "dai che te sè riàt".
Ma una volta giunti al Longo le nostre fatiche per la giornata potevano essere già finite? Certo che no! In programma c'è la salita serale al Monte Masoni, con cena in vetta aspettando il tramonto. Infatti, dopo aver salutato i rifugisti, raggiungiamo il Lago del Diavolo, dove imbocchiamo il sentiero sulla sinistra che porta al Masoni. La montagna in veste serale, in giornate limpide come quella di sabato, offre all'escursionista meravigliose sensazioni: i monti pian piano si tingono di colori più accesi, il silenzio si fa più incalzante, come la notte, gli animali dimenticato il brusio del giorno si avventurano lontani dai loro rifugi e sembrano quasi meno diffidenti. Il sentiero per il Masoni è veramente panoramico e la vista che si ha dalla vetta è una delle migliori delle intere orobie...Val Brembana, Val Seriana, Vall'Imagna, la pianura fino agli appennini, il Disgazia, il Rosa, il Cervino e altri mille monti e mondi che nemmeno conosciamo...
In vetta un gelido vento ci congela viso e mani, il caldo estivo del giorno precedente è solo un lontano ricordo e contempliamo lo spettacolo della natura con qualche panino e un brindisi.
La discesa è tranqulla e al nostro rientro al rifugio verso le 22.00, troviamo Daveverdell, che ci ha raggiunti per affrontare il Pizzo del Diavolo di Tenda il giorno successivo.
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Domenica 26 Luglio come da programma sveglia all'alba, colazione immediata e partenza. Raggiunto il Passo Selletta in completo silenzio (un po' per la levataccia, un po' per il fiatone)scendiamo verso il sentiero 248 in direzione del Diavolo. Il giorno precedente la Rossella, rifugista del Longo, aveva accertato la nostra convinzione sull'esistenza di una traccia che taglia il pendio a mezza costa sotto l'Aga ed il Rondenino, che permette di non perdere quota e che si mantiene sempre in leggera salita fino a portare alla Bocchetta di Podavit. Tracciamo a mente il percorso ideale e lasciamo il sentiero 248 per intraprendere questa remunerativa scorciatoia. Avviso fin d'ora che questo sentiero in realtà non esiste, non è un sentiero ma solo una traccia di difficile percorrenza su ghiaioni e sfasciume, non adatta a escursionisti con scarsa esperienza. Con questo espediente risparmiamo almeno mezz'ora e ci ritroviamo direttamente alla Bocchetta, da dove comincia il crestone della normale, che ci condurrà fino in vetta. Purtroppo la visibilità non è delle migliori a causa di nuvolaglia bassa che un po' quà un po' la limita la visibilità. Ma ormai siamo in cresta e la strada la conosciamo, la salita la affrontiamo in modo regolare e raggiugiamo la vetta compatti...il primo a toccare la piramide commemorativa è il più giovane del gruppo: LucaMasarati, complimenti a lui
Ci godiamo i rari sprazzi di sereno che ogni tanto il tempo ci concede e dopo una firmetta sul diario di vetta, scendiamo verso il Longo ripercorrendo i nostri passi: ci attendono le due cose più invitanti dell'intero week-end: un pranzetto al Longo e la discesa in MTB!! Come scritto prima ci saziamo di ogni pietanza al Longo, dove troviamo MaCa, che è venuto a salutarci dopo aver afforntato il giorno precedente un 4000 svizzero. Al rifugio cominciano a preoccuparsi del nostro appetito, tanto che pensano di chiamare rinforzi con provviste da Carona (grazie per la disponibilità ai rifugisti
). la discesa il MTB è uno spasso, è valsa la pena di portare la bici in salita, proprio un vero spasso.Seguiranno molte fotografie, le digitali nel gruppo abbondano, per il momento ringrazio i compagni d'escursione, i rifugisti del Longo e le orobie per le belle giornate passate.
