Strada della Valle Brembana per Bergamo citta'
Inviato: giovedì 5 luglio 2012, 6:09
da L'Eco di Bergamo di Claudia Mangili
Scendi in città? Addio alle code (forse) al nodo di Pontesecco
Adesso bisogna crederci. Dopo trent'anni di attesa, svariati tentativi di soluzione e colonne di veicoli che messe insieme arriverebbero in scioltezza ai confini del sistema solare, adesso c'è da tener duro. Provarci, perlomeno, anche perché la storia dei birilli anticode è durata fin troppo e come dice Claudio Armati, l'ex sindaco di Ponteranica che li propose (e nella loro semplicità han fatto un ottimo servizio), «nel 1999 quando li abbiamo inventati erano una soluzione d'emergenza», ma per i birilli il contratto è a tempo determinato da circa 13 anni e la Fornero avrebbe - a ragione - pure lei da ridire (senza contare che metti giù e tira su ogni mattina e ogni sera, toglie alla collettività una trentina di mila euro l'anno...). Bisogna crederci anche perché la soluzione costa «solo» 2,7 milioni di euro (espropri compresi) e - il Comune di Bergamo concedendo - potrebbe in tempi relativamente brevi sciogliere il cosiddetto «nodo di Pontesecco». Il nodo con la maiuscola dell'ingresso dei brembani, e non solo loro, a Bergamo e da lì al resto del mondo.
È necessario dare i numeri? Anche no. Per rimanere sui massimi sistemi è universalmente noto che l'asse tra Villa d'Almè, Almè, Sorisole, Ponteranica, Bergamo è un inferno per chi viaggia e un purgatorio per chi vi abita. Si cercano soluzioni da decenni e quella davvero risolutiva - il passante di Ponteranica o di Valmarina - costa secondo gli ultimi aggiornamenti qualcosa come 100 milioni di euro. Ieri, nel presentare ai quattro sindaci, al Comune di Bergamo e alla Comunità montana Valle Brembana il progetto «low cost», l'ingegnere capo della Viabilità in Provincia, Renato Stilliti, ha citato l'assessore Giuliano Capetti che a sua volta citava l'Anas: «Sognatevi le grandi opere del passato». Traduci, bisogna accontentarsi del «low cost».
Due rondò e un sottopasso
E allora vediamolo cartina alla mano: ecco la quadratura del cerchio per far scorrere il traffico infernale che quotidianamente assedia i quattro paesi fino alle porte di Bergamo andata e ritorno. Prima cosa, via tre semafori, al loro posto due rondò, un sottopasso pedonale e una bretellina. Infine, niente più svolte a sinistra per chi risale dalla circonvallazione Fabriciano o da via Ruggeri da Stabello di Bergamo. Chi deve svoltare per esempio in via Biava (quella dell'ex cinema Alba), dovrà superare il nuovo rondò «a goccia» che sostituirà la forbice tra circonvallazione Fabriciano e via Ruggeri da Stabello, andare avanti per circa 280-300 metri, impegnare il secondo nuovo rondò al confine con Ponteranica e tornare indietro per agguantare a destra via Biava. In pratica, niente più svolte a sinistra, in modo da «liberare» tutta la corsia disponibile e crearne due (come fanno i birilli «a tempo») e più avanti verso la Val Brembana tre (per chi scende). Il secondo rondò sarà sull'ex statale 470 tra la via che sale in Maresana e via Serena che scende verso Valmarina. Il sottopasso pedonale sarà sotto la 470 e collegherà i due lati dell'ex statale, tra via Raboni e via Biava. Infine la bretellina è uno svincolo che dalla circonvallazione Fabriciano entrerà in via Locatelli Zuccala e di lì all'abitato di Valtesse, pensata per evitare di dover arrivare fino a via Raboni per salire, appunto, in Valtesse.
Il capitolo semafori è chiaro, no? Saranno eliminati, partendo dal fondo, quello sulla «forbice», poi quello dell'ex cinema Alba e infine quello di Ponteranica verso la Maresana.
Tutti d'accordo? Quasi, ma non va male. Con vari distinguo, tutti d'accordo sindaci e amministratori dei quattro Comuni. Con le dita incrociate la Comunità montana di Val Brembana (ieri c'era l'assessore Giovanni Salvi). Con riserva il Comune di Bergamo, che prima di pensare ai problemi degli altri guarda, ovviamente, ai suoi. I pensieri di Palazzo Frizzoni vanno agli abitati e agli abitanti di Valtesse e Sant'Antonio, Valmarina e Castagneta. E l'idea di blindargli la svolta a sinistra, per esempio, non fa felici. Né quella della bretellina che rischia di creare un imbuto nel cuore di Valtesse.
«Buon punto di partenza»
«Ci siamo – sprizza ottimismo l'assessore alla Viabilità di Bergamo, il vicesindaco Gianfranco Ceci –. Quella presentata in Provincia è la piattaforma da cui partire, un ottimo inizio». Poi però? «Però niente, perché tutta quell'area soffre e non solo chi viene da altri comuni. È certo che da questo progetto di massima vanno studiati gli impatti per non mettere in subbuglio i quartieri. Ma sia molto chiaro che noi, il Comune di Bergamo, è al tavolo e con questo progetto ci confrontiamo». Certo il tempo stringe: dalla fine della scuola, come sempre anche i birilli di Armati vanno in vacanza e mezza Bergamasca sente la loro mancanza. Inoltre, c'è già chi, come Ponteranica, da qualche settimana ha buttato lì un «esperimento», allungando il rosso dei semafori da 18 a 30 secondi. «E valuteremo – annuncia candido il sindaco Cristiano Aldegani – di allungarli ulteriormente. Come Bergamo, anche noi dobbiamo pensare alla nostra gente» sibila, concludendo: «La gente diventa matta a cercare scorciatoie dentro i quartieri, intasando i nostri come quelli di Bergamo che, quindi, ha tutto l'interesse a vedere i problemi attuali dei quartieri, senza aspettare quelli eventuali». Gli risponde il collega di Sorisole, Stefano Gamba: «Verissimo, piuttosto che stare in coda, tanti vanno a caccia di stradine intasando le vie interne. Però se tutti allungano il rosso dei semafori allora stiamo freschi...». Ma i giochi di fioretto sono a tavolo ormai concluso: di fatto, sia Aldegani che Gamba, sia Luciano Cornago sindaco di Almè che Romano Capelli, assessore alla Viabilità di Villa d'Almè, ieri hanno chiesto a Capetti e Stilliti di andare avanti e fare in fretta.
«Ora vediamo se funziona»
Decisivo il prossimo passo: «È il miglior progetto possibile incrociando le necessità legate a tempi, soldi, impatti sulla viabilità e sugli abitati – ha ragionato l'assessore provinciale – ma deve funzionare e lo vedremo solo dopo averlo testato». Cioè realizzato? «No – spiega Stilliti – entro metà ottobre avremo i risultati dello studio che verifica la "reazione" della viabilità al progetto, avremo un modello di come girerà il traffico attorno alle nuove opere». E se non gira? Una cosa alla volta...
Scendi in città? Addio alle code (forse) al nodo di Pontesecco
Adesso bisogna crederci. Dopo trent'anni di attesa, svariati tentativi di soluzione e colonne di veicoli che messe insieme arriverebbero in scioltezza ai confini del sistema solare, adesso c'è da tener duro. Provarci, perlomeno, anche perché la storia dei birilli anticode è durata fin troppo e come dice Claudio Armati, l'ex sindaco di Ponteranica che li propose (e nella loro semplicità han fatto un ottimo servizio), «nel 1999 quando li abbiamo inventati erano una soluzione d'emergenza», ma per i birilli il contratto è a tempo determinato da circa 13 anni e la Fornero avrebbe - a ragione - pure lei da ridire (senza contare che metti giù e tira su ogni mattina e ogni sera, toglie alla collettività una trentina di mila euro l'anno...). Bisogna crederci anche perché la soluzione costa «solo» 2,7 milioni di euro (espropri compresi) e - il Comune di Bergamo concedendo - potrebbe in tempi relativamente brevi sciogliere il cosiddetto «nodo di Pontesecco». Il nodo con la maiuscola dell'ingresso dei brembani, e non solo loro, a Bergamo e da lì al resto del mondo.
È necessario dare i numeri? Anche no. Per rimanere sui massimi sistemi è universalmente noto che l'asse tra Villa d'Almè, Almè, Sorisole, Ponteranica, Bergamo è un inferno per chi viaggia e un purgatorio per chi vi abita. Si cercano soluzioni da decenni e quella davvero risolutiva - il passante di Ponteranica o di Valmarina - costa secondo gli ultimi aggiornamenti qualcosa come 100 milioni di euro. Ieri, nel presentare ai quattro sindaci, al Comune di Bergamo e alla Comunità montana Valle Brembana il progetto «low cost», l'ingegnere capo della Viabilità in Provincia, Renato Stilliti, ha citato l'assessore Giuliano Capetti che a sua volta citava l'Anas: «Sognatevi le grandi opere del passato». Traduci, bisogna accontentarsi del «low cost».
Due rondò e un sottopasso
E allora vediamolo cartina alla mano: ecco la quadratura del cerchio per far scorrere il traffico infernale che quotidianamente assedia i quattro paesi fino alle porte di Bergamo andata e ritorno. Prima cosa, via tre semafori, al loro posto due rondò, un sottopasso pedonale e una bretellina. Infine, niente più svolte a sinistra per chi risale dalla circonvallazione Fabriciano o da via Ruggeri da Stabello di Bergamo. Chi deve svoltare per esempio in via Biava (quella dell'ex cinema Alba), dovrà superare il nuovo rondò «a goccia» che sostituirà la forbice tra circonvallazione Fabriciano e via Ruggeri da Stabello, andare avanti per circa 280-300 metri, impegnare il secondo nuovo rondò al confine con Ponteranica e tornare indietro per agguantare a destra via Biava. In pratica, niente più svolte a sinistra, in modo da «liberare» tutta la corsia disponibile e crearne due (come fanno i birilli «a tempo») e più avanti verso la Val Brembana tre (per chi scende). Il secondo rondò sarà sull'ex statale 470 tra la via che sale in Maresana e via Serena che scende verso Valmarina. Il sottopasso pedonale sarà sotto la 470 e collegherà i due lati dell'ex statale, tra via Raboni e via Biava. Infine la bretellina è uno svincolo che dalla circonvallazione Fabriciano entrerà in via Locatelli Zuccala e di lì all'abitato di Valtesse, pensata per evitare di dover arrivare fino a via Raboni per salire, appunto, in Valtesse.
Il capitolo semafori è chiaro, no? Saranno eliminati, partendo dal fondo, quello sulla «forbice», poi quello dell'ex cinema Alba e infine quello di Ponteranica verso la Maresana.
Tutti d'accordo? Quasi, ma non va male. Con vari distinguo, tutti d'accordo sindaci e amministratori dei quattro Comuni. Con le dita incrociate la Comunità montana di Val Brembana (ieri c'era l'assessore Giovanni Salvi). Con riserva il Comune di Bergamo, che prima di pensare ai problemi degli altri guarda, ovviamente, ai suoi. I pensieri di Palazzo Frizzoni vanno agli abitati e agli abitanti di Valtesse e Sant'Antonio, Valmarina e Castagneta. E l'idea di blindargli la svolta a sinistra, per esempio, non fa felici. Né quella della bretellina che rischia di creare un imbuto nel cuore di Valtesse.
«Buon punto di partenza»
«Ci siamo – sprizza ottimismo l'assessore alla Viabilità di Bergamo, il vicesindaco Gianfranco Ceci –. Quella presentata in Provincia è la piattaforma da cui partire, un ottimo inizio». Poi però? «Però niente, perché tutta quell'area soffre e non solo chi viene da altri comuni. È certo che da questo progetto di massima vanno studiati gli impatti per non mettere in subbuglio i quartieri. Ma sia molto chiaro che noi, il Comune di Bergamo, è al tavolo e con questo progetto ci confrontiamo». Certo il tempo stringe: dalla fine della scuola, come sempre anche i birilli di Armati vanno in vacanza e mezza Bergamasca sente la loro mancanza. Inoltre, c'è già chi, come Ponteranica, da qualche settimana ha buttato lì un «esperimento», allungando il rosso dei semafori da 18 a 30 secondi. «E valuteremo – annuncia candido il sindaco Cristiano Aldegani – di allungarli ulteriormente. Come Bergamo, anche noi dobbiamo pensare alla nostra gente» sibila, concludendo: «La gente diventa matta a cercare scorciatoie dentro i quartieri, intasando i nostri come quelli di Bergamo che, quindi, ha tutto l'interesse a vedere i problemi attuali dei quartieri, senza aspettare quelli eventuali». Gli risponde il collega di Sorisole, Stefano Gamba: «Verissimo, piuttosto che stare in coda, tanti vanno a caccia di stradine intasando le vie interne. Però se tutti allungano il rosso dei semafori allora stiamo freschi...». Ma i giochi di fioretto sono a tavolo ormai concluso: di fatto, sia Aldegani che Gamba, sia Luciano Cornago sindaco di Almè che Romano Capelli, assessore alla Viabilità di Villa d'Almè, ieri hanno chiesto a Capetti e Stilliti di andare avanti e fare in fretta.
«Ora vediamo se funziona»
Decisivo il prossimo passo: «È il miglior progetto possibile incrociando le necessità legate a tempi, soldi, impatti sulla viabilità e sugli abitati – ha ragionato l'assessore provinciale – ma deve funzionare e lo vedremo solo dopo averlo testato». Cioè realizzato? «No – spiega Stilliti – entro metà ottobre avremo i risultati dello studio che verifica la "reazione" della viabilità al progetto, avremo un modello di come girerà il traffico attorno alle nuove opere». E se non gira? Una cosa alla volta...