Anche se il Pizzo Varrone non si trova propriamente in Val Brembana o in una delle sue laterali - si trova infatti in Val Varrone, sul versamente settentrionale della dorsale Orobica, in prossimità del Pizzo Tre Signori, il punto di incontro tra bergamasco, lecchese e sondriese - è una delle montagne a mio parere più interessanti e particolari della parte occidentale delle Orobie. Inoltre è facilmente raggiungibile da Ornica, transitando per la bocchetta d’Inferno (m 2303) e abbassandosi fino al rifugio Falk, anche se noi siamo saliti dalla Val Gerola. Pur di modesta altezza (2325 m) e piccole dimensioni il Varrone non presenta punti di particolare debolezza. La sua via “normale” inoltre è caratterizzata da roccia proverbialmente brutta e franosa al punto che la ferrata costruita per metterne in sicurezza la salita, è stata spazzata via da una frana. Da tutti gli altri lati non ci sono possibili approcci escursionistici. Come difficoltà di salita è, a mio parere e tra le vette principali, secondo soltanto allo Scais in terra orobica. Visto dal rif. Falk il Varrone si presenta come una montagna dalle forme ardite (il “Cervino” delle Orobie), con due vette distinte: la prima, più orientale, chiamata Varrone delle Vacche e facilmente raggiungibile per pascoli, la seconda impervia e caratterizzata, sul versante nord occidentale, da una placconata di roccia compatta incisa da una fessura. Proprio da qui si svolge l’itinerario di salita più consigliabile, che richiede il superamento di tre tiri di arrampicata (35, 30 e 35 metri) facile, massimo III°+, attrezzato con soste con anello di calata e un chiodo a protezione del passaggio “chiave”. Per attaccare la via del Lastrone occorre risalire un canale sfasciumato a ovest del dente, prestando grande attenzione a non muovere la roccia. Anche qui sono presenti soste utili per le calate.
Raggiunta la bella e particolare croce di vetta si pone la maggiore delle questioni: come scendere? E’ possibile la calata in doppia dalla via di salita (5 doppie da 30-40 m se si scende in doppia anche dal canale). La discesa dalla via normale semicrollata è complessa e pericolosa.
Noi invece ci siamo “inventati” una doppia da 30 metri esatti che semplifica notevolmente la questione.
Dalla cima si vede a poca distanza la vetta del Varrone delle Vacche, separata da un profondo e franoso intaglio. Si segue con attenzione la cresta abbassandosi a una bocchetta sulla destra, visibile anche dalla vetta, e caratterizzata dalla presenza di un grosso masso ben saldo. Attorno al masso abbiamo legato un cordone giallo che permette la calata nel canale sottostante. Se ci tiene vicini alla parete di sinistra (faccia a valle) la roccia non è particolarmente brutta, anche se bisogna fare attenzione al detrito.
Inoltre al termine della calata è presente una ottima possibilità di ripararsi da eventuali scariche.
Da qui si traversa con attenzione per una decina di metri fino all’intaglio, dove si trovano delle tracce di sentiero (bollo) che portano alla cime del Varrone delle Vacche.
Da qui, facilmente, è possibile riprendere la via del ritorno o salire al Pizzo dei Tre Signori, per la bocchetta di Piazzocco (m.2249).
Qualche foto.
Il Pizzo Varrone visto dalla bocchetta di Trona, ben visibile il “lastrone” di salita inciso da una fessura
Il Varrone visto dal rifugio Falk
