La Lince sulle Alpi e Prealpi Orobie

Le numerose specie di animali selvatici nelle Alpi Prealpi Orobie e specificatamente in Valle Brembana
Rispondi
Avatar utente
IW2LBR
Site Admin
Messaggi: 77145
Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
Località: Media Val Brembana (600m)
Contatta:

La Lince sulle Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da IW2LBR »

Parco Regionale delle Orobie Bergamasche - Dipartimento di Biologia Animale - Università di Pavia
MONITORAGGIO - DEI GRANDI PREDATORI - NEL PARCO DELLE OROBIE BERGAMASCHE

A cura di: Alberto Meriggi Pietro Milanesi Chiara Crotti Linda Mazzoleni

La LINCE - Filogenesi e sistematica

Il genere Lynx, appartenente alla famiglia dei Felidae, è considerato di origine africana e la sua comparsa risale al Pliocene medio-iniziale (Werdelin, 1981). Il genere Lynx comprende 4 specie. La lince canadese (Lynx canadensis, Kerr) e la lince rossa o bobcat (Lynx rufus, Schreber) si trovano nell’America settentrionale, la prima è diffusa dall’Alaska al confine tra Canada e Stati Uniti, la seconda oltre ad essere presente al confine tra Stati Uniti e Canada, estende il suo areale sino al Messico settentrionale. In Europa e Asia sono presenti altre due specie, la lince pardina (Lynx pardinus, Temminck), nella penisola iberica e la lince eurasiatica (Lynx lynx), diffusa in tutta la parte centro-settentrionale dell’Europa e dell’Asia. La specie Lynx lynx si è ulteriormente diversificata in razze geografiche o sottospecie, sul numero e sulla denominazione delle quali gli specialisti sono raramente concordi.
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Avatar utente
IW2LBR
Site Admin
Messaggi: 77145
Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
Località: Media Val Brembana (600m)
Contatta:

Re: La Lince sulle Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da IW2LBR »

Parco Regionale delle Orobie Bergamasche - Dipartimento di Biologia Animale - Università di Pavia
MONITORAGGIO - DEI GRANDI PREDATORI - NEL PARCO DELLE OROBIE BERGAMASCHE

A cura di: Alberto Meriggi Pietro Milanesi Chiara Crotti Linda Mazzoleni

La LINCE - Morfologia

La Lince eurasiatica è il rappresentante del genere Lynx di maggiori dimensioni; la corporatura robusta, con arti lunghi e zampe larghe, dotate di unghie retrattili, è quella tipica di un predatore adattato alla vita in zone nevose e impervie. Il peso dei maschi adulti varia tra 20 -25 kg, mentre le femmine, più piccole, pesano circa 15-22 kg (IUCN, 1996). La lunghezza del corpo misurata tra la testa e la base della coda varia tra 80 a 130 cm, la coda in genere non supera 10-15 cm e l’altezza al garrese è di 55 cm. La pelliccia, sempre maculata, presenta una colorazione che varia, nelle diverse stagioni e secondo le latitudini, dal grigio al giallo-marrone, rivestendo un’importantissima funzione mimetica (De la Fuente, 1970). Il muso è incorniciato da folti baffi bianchi chiamati fedine mentre sul mento e intorno al collo è presente un collare di lunghi peli. Il cranio ha un aspetto affusolato e robusto. La canna nasale è breve, le orecchie sono di piccole dimensioni e il collo è corto e robusto. Tipica della specie è la presenza di ciuffi apicali neri sui padiglioni auricolari che hanno una lunghezza che varia tra i 4 ed i 7 cm. La dentatura è composta da 28-30 denti corti e robusti (I 3-3; C 1-1; P 2/3-2; M 1-1), la mascella è corta con una leva che consente una maggiore forza di presa del morso. Gli occhi, posizionati frontalmente, consentono una visione stereoscopica maggiore rispetto a lupo ed orso. L’odorato è usato soprattutto nella comunicazione intraspecifica e svolge un ruolo marginale nella ricerca delle prede pur essendo molto sviluppato (Molinari e Jobin, 2000). Sulle guance, sopra gli occhi e sulla parte posteriore degli arti, all'altezza del dito rudimentale, sono presenti dei lunghi peli con funzione tattile chiamati vibrisse.
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Avatar utente
IW2LBR
Site Admin
Messaggi: 77145
Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
Località: Media Val Brembana (600m)
Contatta:

Re: La Lince sulle Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da IW2LBR »

Parco Regionale delle Orobie Bergamasche - Dipartimento di Biologia Animale - Università di Pavia
MONITORAGGIO - DEI GRANDI PREDATORI - NEL PARCO DELLE OROBIE BERGAMASCHE

A cura di: Alberto Meriggi Pietro Milanesi Chiara Crotti Linda Mazzoleni

La LINCE - Comportamento sociale e riproduzione

La lince è una specie territoriale, solitaria e poligama. La riproduzione è preceduta da una fase di corteggiamento di durata variabile. Il periodo dell’estro cade tra febbraio ed aprile, dura dai 4 ai 7 giorni e avviene un’unica volta durante l’anno. La gestazione ha una durata di circa 70 giorni, al termine dei quali vengono alla luce 2-4 cuccioli che alla nascita sono ciechi e sordi (IUCN, 1996). La nascita avviene in una tana ottenuta adattando quella di altre specie o rifugi naturali come cavità sotto grosse rocce o alberi. L’allevamento della prole è competenza della sola madre (Kleiman e Eisenberg, 1973). I cuccioli si nutrono solo del latte materno fino a quando non sono in grado di seguire la madre per nutrirsi delle prede. Prima di questo momento la madre si allontana solo per cacciare, utilizzando una minima parte del suo territorio, circa il 4-8%. Il distacco avviene dopo 11 mesi, nel successivo periodo degli amori (Molinari et al., 2001). L’esperienza della madre è molto importante per la sopravvivenza dei suoi cuccioli e la mortalità nel primo anno di vita può superare il 50%, con il massimo rischio intorno al 3°- 4° mese di vita (Breitenmoser e Haller, 1987). Durante la fase di dispersione giovanile, gli individui sono soggetti a un elevato tasso di mortalità che può raggiungere il 75%, ciò è dovuto alla difficoltà di procurasi il cibo, visto che le strategie di caccia delle linci richiedono un profonda conoscenza territorio, ed alla grande frammentazione della aree naturali, che rende difficoltoso stabilirsi in un territorio adatto (Molinari et al., 2001). L’età media della riproduzione oscilla tra i 22 mesi delle femmine ed i 30 dei maschi e la durata massima della vita non supera i 15 anni.
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Avatar utente
IW2LBR
Site Admin
Messaggi: 77145
Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
Località: Media Val Brembana (600m)
Contatta:

Re: La Lince sulle Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da IW2LBR »

Parco Regionale delle Orobie Bergamasche - Dipartimento di Biologia Animale - Università di Pavia
MONITORAGGIO - DEI GRANDI PREDATORI - NEL PARCO DELLE OROBIE BERGAMASCHE

A cura di: Alberto Meriggi Pietro Milanesi Chiara Crotti Linda Mazzoleni

La LINCE - Habitat

La specie è legata a territori di foresta con popolazioni stabili di ungulati, sia montani, sia di pianura (Breitenmoser e Haller, 1987; Breitenmoser e Baetting, 1992; Hernandez, 2002). La lince predilige foreste decidue, boschi misti o zone di taiga con presenza di sottobosco, ma può trovare idonee anche le foreste boreali e la tundra alpina. In Polonia, nella Penisola Scandinava e nei Paesi Baltici non sono rari i casi in cui la lince occupa territori pianeggianti, anche relativamente aperti con una discreta presenza di arbusteti. Nelle aree poco antropizzate in cui l’attività umana non interferisce con l’attività della lince, questa si adatta a convivere con l’uomo; non è raro, infatti, rinvenire predazioni o giacigli in prossimità di strade o edifici. In Asia, la lince può trovarsi in fitte boscaglie, aree brulle e rocciose sopra il limite della vegetazione, in zone di tundra, sulle colline e montagne rocciose della regione desertica centrale. A livello altitudinale questo carnivoro è presente nella fascia che va dai 200 m ai 1200 m s.l.m., però studi condotti in Svizzera hanno dimostrato che i territori raggiungono anche i 2200 m s.l.m. e durante gli spostamenti vengono utilizzati anche i ghiacciai che si trovano a 3000 m s.l.m. (Molinari e Jobin, 2000).
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Avatar utente
IW2LBR
Site Admin
Messaggi: 77145
Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
Località: Media Val Brembana (600m)
Contatta:

Re: La Lince sulle Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da IW2LBR »

Parco Regionale delle Orobie Bergamasche - Dipartimento di Biologia Animale - Università di Pavia
MONITORAGGIO - DEI GRANDI PREDATORI - NEL PARCO DELLE OROBIE BERGAMASCHE

A cura di: Alberto Meriggi Pietro Milanesi Chiara Crotti Linda Mazzoleni

La LINCE - Ecologia alimentare

Strettamente carnivora, tendenzialmente la lince non è necrofaga anche se in alcuni casi sono stati osservati individui nutrirsi di carogne, questo comportamento è da considerarsi un’eccezione riscontrabile solo in esemplari molto giovani, vecchi o debilitati (Molinari e Jobin, 2000). L’attività di caccia è concentrata durante le ore notturne e coincide con il periodo di massima attività delle prede. Lo spettro alimentare è piuttosto ampio e varia in base alla disponibilità dei diversi tipi di preda; la dieta si compone prevalentemente di ungulati, quali: capriolo, sua preda elettiva, camoscio, cervo, renna, muflone; oltre che di lagomorfi, altri mammiferi di piccola-media taglia ed uccelli. In situazioni di aumento demografico o di scarsità di ungulati selvatici, la lince può rivolgere attacchi isolati al bestiame al pascolo estivo, in particolare a ovini e caprini (Schmidt et al., 1997; K.O.R.A., 2005).

La lince caccia all’agguato, utilizzando ripari in prossimità dei sentieri percorsi dalle prede. Quindi, l’attacco è sferrato da brevi distanze; arrivando con grandi e veloci balzi sulla preda, la trattiene con gli artigli e la uccide generalmente con un morso alla gola. Se si tratta di piccole prede le afferra alla nuca o alla schiena, causando spesso la rottura della colonna vertebrale. La lince può consumare in loco la sua preda, talvolta celandola più o meno accuratamente con materiale vario, ad esempio foglie. Più spesso trascina il cadavere in un luogo che ritiene più sicuro, la distanza che copre varia in funzione del tipo di terreno e delle dimensioni della preda. Rimane per alcuni giorni nelle vicinanze della carcassa, finché non l’ha totalmente consumata, per poi spostarsi a cacciare in altre zone. Una lince adulta consuma in media 3,5 kg di carne a pasto, a fronte di un fabbisogno reale di 2 kg. La lince consuma tutte le parti muscolari della preda e le ossa più piccole, ma non mangia il tratto digerente, poiché non è in grado di digerire i resti vegetali solitamente contenutevi. Il grado di consumo può variare, risulterà elevato nel caso di una carcassa sulla quale si nutrono una femmina ed i cuccioli, mentre sarà minore su una predazione attuata da un maschio solitario, che può permettersi di essere più selettivo.
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Avatar utente
IW2LBR
Site Admin
Messaggi: 77145
Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
Località: Media Val Brembana (600m)
Contatta:

Re: La Lince sulle Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da IW2LBR »

Parco Regionale delle Orobie Bergamasche - Dipartimento di Biologia Animale - Università di Pavia
MONITORAGGIO - DEI GRANDI PREDATORI - NEL PARCO DELLE OROBIE BERGAMASCHE

A cura di: Alberto Meriggi Pietro Milanesi Chiara Crotti Linda Mazzoleni

La LINCE - Distribuzione

Immagine

La lince eurasiatica è una delle specie di felini a più ampia distribuzione al mondo, avendo un areale continuo dalla costa pacifica dell’Asia fino alla Scandinavia. Nel corso dei secoli passati il felide trovò condizioni ideali per sopravvivere nell’Europa continentale, ove era abbondantemente diffuso. Nel XIX secolo la lince scomparve da tutte le regioni di pianura occidentali e meridionali d’Europa, riuscendo a sopravvivere soltanto in ambienti montanoi, come sui Pirenei, sul Massiccio Centrale in Francia, sulle Alpi, nella foresta boemo-bavarese e nelle foreste dell’Europa settentrionale e orientale. Il crollo demografico ebbe un picco negli anni ’50, portando all’estinzione di tutte le popolazioni dell’Europa occidentale, con il ritiro delle popolazioni dell’Europa orientale e meridionale a ridosso dei Carpazi e dei Balcani e con una riduzione e frammentazione notevole delle popolazioni settentrionali (K.O.R.A., 2005). I motivi che hanno portato a questa situazione critica sono da attribuirsi prevalentemente all’uomo. Come risultato dello sfruttamento delle foreste e dell’espansione di aree coltivate si ebbe un’alterazione degli ecosistemi, con distruzione di siti di rifugio, frammentazione di areali e riduzione di risorse alimentari. Infine, vennero effettuati abbattimenti diretti nei confronti di questi animali, ritenuti dannosi per il bestiame e competitori nella caccia. Dopodiché si è assistito ad una lenta ripresa grazie ad una sensibilizzazione dell’uomo nei confronti delle specie a rischio d’estinzione, a programmi di reintroduzione e all’incremento del numero di ungulati selvatici. Attualmente, la specie è distribuita uniformemente nei Paesi Scandinavi e in Russia, mentre popolazioni isolate e frammentate si mantengono in Europa centrooccidentale e meridionale (Breitenmoser et al., 2000).

In Svizzera (dal 1971 al 1976) e Slovenia (1973) si attuarono delle operazioni di reintroduzione che furono coronate da un successo, giunto anche oltre le aspettative. Inizialmente queste operazioni non incontrarono il favore dell’opinione pubblica, a causa della elevata pressione predatoria sulle popolazioni di ungulati, ma in seguito l’atteggiamento si fece più tollerante. Dopo le reintroduzioni in Svizzera e in Slovenia si tentò di attuarne ancora in altri Paesi, ma senza (o con poco) successo: in Italia nel 1975, in Austria dal 1976 al 1979, infine in Francia e in Baviera. Fino a tutti gli anni ottanta le neopopolazioni provenienti da Slovenia e Svizzera mostrarono una crescita molto consistente, anche se successivamente l’espansione subì un rallentamento, per riprendere solo in tempi recenti. Nel caso svizzero, la popolazione si espanse anche sulle Alpi francesi, dove la lince era scomparsa all’inizio del ventesimo secolo. In questo modo anche in Francia nel giro di un ventennio si è osservato un incremento demografico generale, con conseguente espansione della specie verso il sud del paese di circa 200 km, anche se in aree discontinue e con osservazioni frammentarie (Stahl e Vandel, 1998). Attualmente, la popolazione alpina di lince consiste di 2 principali sottopopolazioni, originate dalle suddette reintroduzioni, localizzate nelle Alpi occidentali (Svizzera e Francia) e nelle Alpi slovene. In Slovenia, dove la specie è protetta dal 1994, si trova una delle popolazioni più stabili e vitali delle Alpi, sorgente di individui che si disperdono in Italia ed Austria. In Italia le popolazioni di linci autoctone scomparvero tra la fine del XIX secolo e il primo quarto del XX secolo (Ragni et al., 1987; Ragni et al., 1998); gli ultimi abbattimenti noti nella zona delle Alpi Orientali risalgono al 1872 in Alto Adige. Il primo segno di un evidente ritorno della specie si ebbe, dall’area alpina orientale, nei primi anni ’80, come risultato delle reintroduzioni effettuate negli anni ’70 dai paesi confinanti (Austria, Slovenia, Svizzera). Segnalazioni frammentarie si sono avute in Trentino Alto Adige, Val d’Aosta, Piemonte (Val d’Ossola), Veneto (provincia di Belluno) e Friuli (Ragni et al., 1987; Molinari et al., 2001).

La maggior parte delle segnalazioni si concentra nelle Alpi del Friuli e nella provincia di Belluno. Alcune segnalazioni confermate provengono anche dal Trentino. Nelle Alpi Occidentali molti segni di presenza sono concentrati vicino al confine con la Francia. Il numero di linci stimate in Italia è approssimativamente inferiore ai 20 individui e la popolazione per sopravvivere, dipende ancora da immigrazioni di linci sconfinanti (Molinari et al., 2006). A differenza di lupo e orso, non abbiamo molte informazioni sulla distribuzione storica della lince. L’esiguo numero di segnalazioni è dovuto principalmente alla mancata regolarizzazione di ricompense e taglie per abbattimenti. La presenza storica del felide nella zona appenninica della regione è da escludere per totale assenza di resti della specie (così come nel resto dell’arco appenninico), mentre le Alpi lombarde sono da considerare parte dell’areale storico della specie. L’ultimo abbattimento in Lombardia di cui si hanno notizie riguarda la Valle Camonica, a Vezza d’Oglio, nella primavera del 1845. Un primo caso di ricolonizzazione delle Alpi lombarde si è verificato nell’inverno del 2008, quando un esemplare maschio di lince, dotato di radio-collare e proveniente dalla Svizzera, ha attraversato la parte nord-orientale dell’alta Valtellina per poi stabilirsi in Trentino.
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Lemine
Messaggi: 889
Iscritto il: domenica 1 febbraio 2009, 12:17
Località: Almenno San Salvatore(BG) 292 m.s.l.m.
Contatta:

Re: La Lince sulle Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da Lemine »

Foto non ci sono???
Rispondi

Torna a “Fauna Selvatica Alpi Prealpi Orobie”