110 anni del Corpo musicale di Vedeseta
Festa per i 110 anni del Corpo musicale di Vedeseta. Tappa importante, senza dubbio. Tenuto conto anche dei limiti demografici delle comunità che l'hanno espressa e che oggi la sostengono (Vedeseta e Vedeseta/Taleggio) ma si è deciso di non dargli un tono troppo solenne, di quelli che si guardano indietro per lodarsi e imbrodarsi. Piuttosto una scampagnata, una bella uscita sociale per ricaricare le pile e guardare avanti in un posto particolarmente significativo: i Piani di Artavaggio. Posto di ampi pascoli, ancora oggi, per fortuna, caricati di bestiame, sulla linea di confine tra Valle Taleggio e Valsassina, tra Bergamasca e Lecchese (una volta Como). Posto di aspri scontri (Vedeseta/Taleggio, Vedeseta/Valtorta; Vedeseta/Valsassina) ma anche posto di incontro, di compromessi ragionevoli, di mescolanza, di dialogo. Quale posto più bello? La giornata, che ha avuto il patrocinio morale dei Comuni di Moggio, di Taleggio e di Vedeseta, è stata davvero bella, baciata da una mattinata tersa, da un po' di acqua (niente danni: si era tutti seduti a pranzo al Rifugio Nicola!) e da un bel solicello pomeridiano. Presenti quasi tutti i musicanti e parecchi amici e soci sostenitori. Per la salita: qualcuno in funivia da Moggio, i più in forma a piedi, i "più tanti" con i mezzi 4X4 autorizzati lungo la strada Bonetto-Piani di Artavaggio. Fermata mattutina alle rinnovate baite di Piazza cavalli, del Comune di Taleggio per farsi offrire un primo spuntino dalla Nina e familiari: in cambio quattro suonate in allegria.
Alle undici Messa nella bella chiesetta dei Piani, con un saluto commemorativo del presidente, un saluto del sindaco "ospitante" di Moggio, messa celebrata dal parroco unico di Valle Taleggio, don Massimo, conclusa con l'esecuzione struggente del Signore delle cime da parte della banda. Poi, fuori, nella brezza e nel sole dei 1550 dei Piani, piccolo concerto della banda prima di salire ai 1800 del Rifugio Nicola. Pranzo sostanzioso, in armonia e in amicizia. Nel pomeriggio, a pioggia finita, bandino scatenato, sotto l'occhio del Sodadura, per salutare i gestori del Rifugio e i numerosi escursionisti ancora presenti. Poi tutti alle Baite vedesetesi del Moi, anch'esse rinnovate di fresco, nella speranza di salutare Guglielmo, che però è rimasto alla Sella. Ci sono i figli a guidare la visita e a fare ospitalità: il bandino riparte scatenato e, meraviglia!, le mucche del Guglielmo si fanno tutte sotto la baita, quiete quiete, ad ascoltare attente prima di farsi condurre docilmente alla stazione di mungitura. Si ridiscende a valle: è stato un bel compleanno!
reportage by Arrigo Arrigoni e Gianni Gritti
