Magico e inaspettato Cadelle
Le previsioni meteo parlano di brutto tempo per il fine settimana, le persone "normali" non avrebbero avuto dubbi sul fatto di rimanersene a casa e godersi un po' di riposo dopo lo stress settimanale, ma noi non siamo (per fortuna) "normali" e così, eccoci alle 7.30 circa all'inizio della strada che da Foppolo porta al Passo Dordona. Anche oggi il gruppo è folto, ci siamo io, Andrea, Matu, Grio, Luciano mentre Tino e Muro hanno dovuto rinunciare per cause di forza maggiore

Il cielo non è limpido, ma si vedono sprazzi di azzurro e la neve caduta nella notte non supera i 10cm. Decidiamo così, all'ultimo secondo, di provare a salire nel vallone che scende dal passo di Porcile e, magari salire al Cadelle. La giornata si mantiene tutto sommato buona con sprazzi di Sole alternati a banchi di nebbia fin sotto al passo. Qui decidiamo di tentare la cima e quindi deviamo a destra in direzione della cresta. La nebbia ci assale e con qualche difficoltà per il fondo duro proseguiamo fino a raggiungere la roccia che, con qualche su e giù, ci dovrebbe portare in vetta. Qui si cambia assetto, sci nello zaino e via sulla bella cresta che, con qualche passaggio esposto ci catapulta in un mondo magico. Anche le montagne più "buone" e "tranquille" d'inverno e con un tempo da lupi si trasformano in vette ostiche e non banali. La neve non è molta, le rocce abbastanza pulite e non c'è molto ghiaccio in giro. Messi gli in spalla (speriamo di scendere da nord) saliamo con attenzione i primi passaggi della cresta finchè la quota aumenta, la neve aumenta e si indurisce e ci si presenta davanti una paretina di 6-7m di neve pressata. Qui è necessario indossare i ramponi, ma purtroppo, per un malinteso sulla meta di oggi, Luciano ne è sprovvisto.
Il GPS segna 2385m. Crediamo manchino circa 50m alla cima e, tra le nebbie, riesco persino a vederla. Dopo un attimo di esitazione tra la consapevolezza che dividere il gruppo sarebbe poco saggio e la voglia di raggiungere la cima ormai così vicina, decidiamo di ritornare sui nostri passi tutti insieme. Ripercorriamo la cresta con attenzione e poi arriva il momento di mettere gli sci... la prima parte non è il massimo a causa di una vecchia slavina che rende il terreno duro e irregolare, ma poi... che spettacolo!! Le nebbie lasciano spazio alla visibilità ed i 15-20 cm di farina scesi durante la notte, appoggiati sulla vecchia neve ormai indurita ci regalano una sciata meravilgiosa! Peccato che la paura di incappare in qualche sasso, visto il poco fondo presente, ci faccia scendere un po' con il freno a mano tirato. Scendiamo per vallette, toboga e prati fino ad arrivare molto più in basso dell'auto. Poco male, rimessi gli sci in spalla risaliamo alla frazione Tegge e da qui alla macchina. Non avremo conquistato la vetta, ma la mattinata è valsa ogni singolo secondo "rubato" al brutto tempo!
Altimetria e percorso