GESP - Fiaccolata sul Monte Zucco
Conquista.
Sono cresciuta sotto la croce. La mattina, prima di andare a scuola, mia mamma mi pettinava alla finestra e fra un "ahia!" e un "hai fatto tutti i compiti?", la croce se ne stava lí davanti. Ferma e impassibile. Mio nonno, il burbero e ingombrante nonno Pipú, mi raccontava che sotto i ripidi prati della croce, portava a pascolare le capre da bambino e in una scatola di latta, conservo una suo foto lassú da quelle parti. La croce era lí quando arrivò l'alluvione nell'86 e ancora non mi spiego come possa ricordare alcuni frammenti di quel giorno e la corsa al riparo nel Rüc, proprio sotto la croce. Non si sapeva cosa sarebbe successo, quel mare impetuoso di fango faceva paura. La croce era in alto, sopra tutto questo. Nell'album delle fotografie, quelli che adesso non si usano più, c'è una foto del mio papà appoggiato ai pilastri della croce. Un forestiero dalla città che sotto la croce ha trovato l'amore e non se ne è più andato. Per anni, la croce è stata una vetta impossibile. Ci si incamminava in famiglia e con gli amici la domenica mattina e si arrivava ai Foppi, tappa montana che, per me bambina, era una fatica insormontabile ripagata dai giochi con gli altri bambini. Non mi spiegavo una cosa: perché passare da Zogno per raggiungere la montagna di Sampe? I due sentieri sampellegrinesi mi erano ancora sconosciuti.
Poi arrivarono le gite con il C.R.E., che per noi era ancora la "colonia", le uscite dell'A.C.R con il racconto di paura di Carlo e Luigi . Le chiacchierate fino a tardi con le amiche e la salita in notturna fino lassù.. Alla croce. La Val Merlanga era la nuova via per arrivarci. Mancava un sentiero e da sampellegrinese proprio non mi andava giù. Il fatidico "Panoramico" o la "Direttissima". Nei racconti della gente assume forme e sfumature diverse, ma da ieri sera anche io ho la mia forma da raccontare. Con una fiaccola accesa, l'abbiamo conquistata, camminando piano e osservando di tanto in tanto lo spettacolo del nostro paese illuminato giu in basso. Tratti di terra fangosa e tratti di ripida roccia. Bellissima festa, bellissima passeggiata. Bello conquistarla al buio, vederla vicina e capire poi, che fosse ancora così lontana. Grazie al Gesp San Pellegrino Terme per il te caldo al rifugio vecchio, per la pasta piccante al rifugio e per aver pensato una serata così bella.
Testo di Sara Taiocchi / blog: La Casa Di Vetro
