La Cornetta, uno stupendo caos di guglie e pareti tormentate, montagna bellissima che non si concede con facilità: sono tornato lassù grazie ad un itinerario fuori dal mondo. Da tempo volevo risalire la Valle dei Bruciati, quella che dai Piani di Valtorta si alza a raggiungere la vastissima conca sopraelevata racchiusa tra Cornetta e Cima di Piazzo ad oriente, mentre lo Zuccone Campelli, Barbesino e Corna Grande ne delimitano il versante ovest, ospitando sulle loro alte pendici un tratto del sentiero 101: la mia vecchia cartina IGM rivela la presenza di un sentierino che percorre il vallone, avevo provveduto a informarmi in loco della sua effettiva esistenza, mi avevano detto di andare tranquillo, le classiche ultime parole famose. Quando ho abbandonato la stradina dei Piani Alti per infilare un latente sentierino non avevo idea di cosa mi aspettasse, poi strada facendo io e la mia cartina ci siamo guardati spesso negli occhi, in quel vallone abbiamo scritto la nostra tesi di laurea in orientamento: solo occhi particolarmente esperti e coraggiosi possono avventurarsi alla ricerca di questo evanescente tracciolino, il vallone è totalmente selvaggio, sono sicuro che vede passare solo camosci e qualche cacciatore, nessuna goccia di vernice indica il percorso, sbagliare è facilissimo. Esperienza tosta eppur bellissima, una specie di sfida, ripagata ampiamente dagli ambienti attraversati, nella parte alta pareti rocciose e distese di mughi si mescolano in straordinaria complicità: non mi aspettavo tanta bellezza, lo spettacolo continua anche quando sbuco nella conca in quota, qui le tracce spariscono e mi invento in presa diretta un percorso personale a cavallo di una delle tante bianche costole rocciose che graffiano i dolci pendii della conca. Pendii che si impennano nella bastionata suggestiva della Cornetta, c'era un labilissimo tracciolino che aiutava ad arrivare in vetta, ma ha preso delle belle sberle dalla neve dello scorso inverno, praticamente non c'è più nulla: per fortuna so dove passare, la Cornetta non è difficile, ma i suoi bei panorami sono riservati a pochi, me li godo come premio per la gran soddisfazione che la salita dalla Valle dei Bruciati mi ha regalato. Valle che mai mi azzarderei a percorrere in discesa, impossibile ritrovare il "sentierino": riaggancio la civiltà alla Baita la Bocca, per tornare a valle salgo allo Zuccone Campelli, scendo ai trafficati Piani di Bobbio e da qui a Ceresola. Sterrate e antiche mulattiere mi riconducono a Valtorta, dove ho la fortuna di trovare aperta la chiesetta di Sant'Antonio Abate, ammiro i suoi preziosi affreschi: ultimo regalo di un'escursione indimenticabile che mi ha fatto scoprire uno degli angoli più selvaggi della Val Brembana.
Valtorta, scoccano le 6.30: inizia l'avventura, prendo la bella mulattiera per i Piani Bassi...
