Tra Cornetta e Campelli: la selvaggia Valle dei Bruciati

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moritz63
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Tra Cornetta e Campelli: la selvaggia Valle dei Bruciati

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Tra Cornetta e Campelli: la selvaggia Valle dei Bruciati

La Cornetta, uno stupendo caos di guglie e pareti tormentate, montagna bellissima che non si concede con facilità: sono tornato lassù grazie ad un itinerario fuori dal mondo. Da tempo volevo risalire la Valle dei Bruciati, quella che dai Piani di Valtorta si alza a raggiungere la vastissima conca sopraelevata racchiusa tra Cornetta e Cima di Piazzo ad oriente, mentre lo Zuccone Campelli, Barbesino e Corna Grande ne delimitano il versante ovest, ospitando sulle loro alte pendici un tratto del sentiero 101: la mia vecchia cartina IGM rivela la presenza di un sentierino che percorre il vallone, avevo provveduto a informarmi in loco della sua effettiva esistenza, mi avevano detto di andare tranquillo, le classiche ultime parole famose. Quando ho abbandonato la stradina dei Piani Alti per infilare un latente sentierino non avevo idea di cosa mi aspettasse, poi strada facendo io e la mia cartina ci siamo guardati spesso negli occhi, in quel vallone abbiamo scritto la nostra tesi di laurea in orientamento: solo occhi particolarmente esperti e coraggiosi possono avventurarsi alla ricerca di questo evanescente tracciolino, il vallone è totalmente selvaggio, sono sicuro che vede passare solo camosci e qualche cacciatore, nessuna goccia di vernice indica il percorso, sbagliare è facilissimo. Esperienza tosta eppur bellissima, una specie di sfida, ripagata ampiamente dagli ambienti attraversati, nella parte alta pareti rocciose e distese di mughi si mescolano in straordinaria complicità: non mi aspettavo tanta bellezza, lo spettacolo continua anche quando sbuco nella conca in quota, qui le tracce spariscono e mi invento in presa diretta un percorso personale a cavallo di una delle tante bianche costole rocciose che graffiano i dolci pendii della conca. Pendii che si impennano nella bastionata suggestiva della Cornetta, c'era un labilissimo tracciolino che aiutava ad arrivare in vetta, ma ha preso delle belle sberle dalla neve dello scorso inverno, praticamente non c'è più nulla: per fortuna so dove passare, la Cornetta non è difficile, ma i suoi bei panorami sono riservati a pochi, me li godo come premio per la gran soddisfazione che la salita dalla Valle dei Bruciati mi ha regalato. Valle che mai mi azzarderei a percorrere in discesa, impossibile ritrovare il "sentierino": riaggancio la civiltà alla Baita la Bocca, per tornare a valle salgo allo Zuccone Campelli, scendo ai trafficati Piani di Bobbio e da qui a Ceresola. Sterrate e antiche mulattiere mi riconducono a Valtorta, dove ho la fortuna di trovare aperta la chiesetta di Sant'Antonio Abate, ammiro i suoi preziosi affreschi: ultimo regalo di un'escursione indimenticabile che mi ha fatto scoprire uno degli angoli più selvaggi della Val Brembana.

Valtorta, scoccano le 6.30: inizia l'avventura, prendo la bella mulattiera per i Piani Bassi...

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Re: Tra Cornetta e Campelli: la selvaggia Valle dei Bruciati

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Viaggio poco sopra la provinciale, il bel tracciato termina poco oltre questa antica saltella: lassù spunta il profilo della Cornetta...

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Re: Tra Cornetta e Campelli: la selvaggia Valle dei Bruciati

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Santella: Paleni Luigi F.F. per sua devozione l'anno 1865.
Sbuco sulla strada che sale ai Piani Bassi, 5 minuti di asfalto e li raggiungo...

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Re: Tra Cornetta e Campelli: la selvaggia Valle dei Bruciati

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I Piani Bassi: Cornetta e Corna Grande sorvegliano la Valle dei Bruciati...

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Re: Tra Cornetta e Campelli: la selvaggia Valle dei Bruciati

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Salgo ai Piani Alti...

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Piani Alti: la Cornetta si mostra in tutta la sua dolomitica bellezza...

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Re: Tra Cornetta e Campelli: la selvaggia Valle dei Bruciati

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La Cornetta...

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Piani Alti: proseguo sulla stradetta, arrivo ad un'altra santella...

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Re: Tra Cornetta e Campelli: la selvaggia Valle dei Bruciati

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Piani Alti: Madonna dei 7 dolori, datata 1719.

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La stradina diventa sterrata, la abbandono al primo tornante per infilare un debole sentierino a sinistra invaso da vegetazione che regala pediluvio e doccia completa: sbaglio quasi subito strada, ritrovandomi nel bel mezzo di un vallone detritico...
Torno indietro e presso un piccolo slargo individuo qualcosa che potrebbe lontanamente somigliare al fantasma di un sentierino: devo mettere alla frusta tutto l'istinto che possiedo nello scovare tracce, io e la cartina topografica dobbiamo fare uno notevole sforzo di volontà per convincerci che si deve salire da lì, il terreno è un uniforme bosco con relativa distesa di foglie secche, non una foglia smossa a segnalare qualche passaggio precedente il mio...
La "traccia" sale con tornantini di pendenza vivace, aggirato un masso si spiana dietro un albero schiantato e attraversa la valle: finalmente l'embrione diventa un pochino più evidente, è proprio il percorso giusto ma trovare la traccia si rivela un'avvincente sfida riservata solo ad occhi estremamente esperti...
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