Santuario di Salzana
All’inizio del XIV secolo, al crocevia di mulattiere e sentieri che collegavano Pizzino con Fraggio, e Sottochiesa, ai piedi del monte Ardino (citato da Giuseppe Locatelli in “Cenni ed Osservazzioni sulla vallata di Taleggio” e oggi conosciuto come “Montardì” C. 51, p. 198), in bella posizione soleggiata, sorgeva un’operosa contrada, la più popolosa dell’antica parrocchia di Sant’Ambrogio di Pizzino con la sua rustica chiesetta dedicata a San Gregorio. Una allegra sorgente di acqua cristallina ricca di particolari sali, con proprietà curative (acqua salsa), che sgorgava da un piccolo anfratto nel muretto di un terrazzamento per poi raccogliersi in una vasca di pietra, dava il nome a quel borgo: Salzana (monsignor Bosatra, direttore dell’Archivio Storico della Diocesi di Milano, ci conferma che la sorgente è segnalata in documenti d’archivio). Tutto procedeva nel migliore dei modi possibili per quell’epoca. Gli abitanti conducevano una vita modesta, ma serena, impegnati nelle consuete faccende tipiche di una comunità di bergamini, boscaioli e carbonai. In un punto della mulattiera che saliva al Fraggio vi era una edicola con una statua lignea dipinta, raffigurante la Madonna con in braccio il Bambino. Non aveva (e non ha) grandi qualità artistiche e lineamenti sublimati, ma le sue sembianze di comune popolana, con quell’aria di conoscere le fatiche e i bisogni di quella gente, la facevano sentire come una vera abitante del paese alla quale chi passava da lì, si poteva rivolgere con semplicità, dandole del tu. Le cure che Le erano rivolte, denotavano una spontanea e genuina devozione. In particolare, a Lei si rivolgevano le mamme e le donne che erano in attesa di esserlo, per tutti quei desideri o preoccupazioni che solo una mamma ha per i figli...
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Fraggio, un tipico borgo di montagna, piccola e graziosa frazione di Pizzino in Valtaleggio. Oggi il borgo è disabitato e purtroppo molte case sono ormai ridotte a poco più che dei ruderi, ma è un posto incantato che merita una visita: sembra di essere fuori dal mondo, catapultati indietro nel tempo, poiché per giungere qui bisogna percorrere a piedi una mulattiera che sale in mezz’ora da Pizzino. Fraggio è un tipico esempio dell’architettura minore che si diffuse nelle isolate vallate bergamasche e che per questa ragione è diversa da quella che si può trovare in tutto l’arco alpino; inoltre è una importante testimonianza della civiltà rurale del nostro Paese. La parte sinistra della scena è stata completamente inventata, poiché le case esistenti non si prestavano alla costruzione di un diorama, ma la parte destra è fedele alla realtà e ne costituisce anche una documentazione, poiché nel frattempo la casa-torre che si vede sullo sfondo è crollata quasi interamente. Fraggio fosse molto antica e importante lo si deduce dal fatto che c’era un forno per il pane, un’osteria con tabaccheria, e un tribunale chiamato Pretorio con relative prigioni sotterranee di un metro per due e ognuna chiusa da un cancello di ferro battuto. Il pretorio decorato da figure e iscrizioni in latino, era anche arredato con scranni di noce. L’Oratorio di San Lorenzo del XV secolo era decorato con affreschi ora andati per lo più persi tranne alcune parti del martirio di San Lorenzo...
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