Visita guidata al Mulino di Baresi
Inviato: sabato 17 ottobre 2015, 20:36
Oggi pomeriggio interessante visita culturale al Mulino di Baresi vicino alla località Oro nei pressi del torrente Valsecca.
Forse non molti sanno che questo edificio a più corpi in realtà ha ospitato non solo un classico mulino per la macinatura e la produzione di farine ma anche un torchio per la spremitura delle noci da cui ricavare un prezioso olio. Nella primavera del 2003 quando il FAI chiese agli italiani di indicare il luogo d’arte o di natura da salvare particolarmente caro con il censimento denominato “I Luoghi del Cuore”, il mulino risultò il 2° sito più segnalato di Italia. Da qui è partito un progetto di restauro e ora la gestione del mulino è affidata alla associazione intitolata a “Maurizio Gervasoni”.
Nel locale sotto la trave massiccia, con incisa la data 1672, ci sono ancora i macchinari. La ruota ad acqua, il torchio per la spremitura delle noci, da cui si ricavava l' olio, il forno, le macine da dove fino a pochi decenni fa usciva la farina dorata per la polenta.
Il mulino di Baresi insieme a quello di Cusio (che verrà festeggiato il prossimo week-end) rientrano nel progetto che si chiama “Coltiviamo insieme il futuro” che coinvolge l’Unità di ricerca per la maiscoltura di Bergamo (il ricercatore Paolo Valoti l’ha definita una «coltura eroica» per via delle pendenze e delle altitudini, ma di qualità) partito da un appello nell’autunno scorso: “Cerchiamo il mais che per decenni, se non per secoli, anche in alta Valle Brembana, era stato coltivato. Recuperiamolo e proviamo a trovare a coltivarlo”. Si è cercato qualcuno che avesse ancora pannocchie in qualche cantina o appese per bellezza o ricordo fino a quando l’antico seme di quello che è e sarà il Mais Nostrano Orbico della Val Brembana è stato individuato a Lenna, in località Sotto la Corna, nella cascina de Carlo Begnis.
Hanno aderito al progetto una ventina di piccoli agricoltori che si sono resi disponibili a "sperimentare" la cultura del mais in Alta Valle Brembana e il cui raccolto verrà macinato nei due mulini che verranno così valorizzati.
La farina che ne deriverà sarà utilizzata per preparazioni tipiche della Valle, come polenta taragna dolci e biscotti che risulteranno così prodotti del territorio a kilometro zero.
Forse non molti sanno che questo edificio a più corpi in realtà ha ospitato non solo un classico mulino per la macinatura e la produzione di farine ma anche un torchio per la spremitura delle noci da cui ricavare un prezioso olio. Nella primavera del 2003 quando il FAI chiese agli italiani di indicare il luogo d’arte o di natura da salvare particolarmente caro con il censimento denominato “I Luoghi del Cuore”, il mulino risultò il 2° sito più segnalato di Italia. Da qui è partito un progetto di restauro e ora la gestione del mulino è affidata alla associazione intitolata a “Maurizio Gervasoni”.
Nel locale sotto la trave massiccia, con incisa la data 1672, ci sono ancora i macchinari. La ruota ad acqua, il torchio per la spremitura delle noci, da cui si ricavava l' olio, il forno, le macine da dove fino a pochi decenni fa usciva la farina dorata per la polenta.
Il mulino di Baresi insieme a quello di Cusio (che verrà festeggiato il prossimo week-end) rientrano nel progetto che si chiama “Coltiviamo insieme il futuro” che coinvolge l’Unità di ricerca per la maiscoltura di Bergamo (il ricercatore Paolo Valoti l’ha definita una «coltura eroica» per via delle pendenze e delle altitudini, ma di qualità) partito da un appello nell’autunno scorso: “Cerchiamo il mais che per decenni, se non per secoli, anche in alta Valle Brembana, era stato coltivato. Recuperiamolo e proviamo a trovare a coltivarlo”. Si è cercato qualcuno che avesse ancora pannocchie in qualche cantina o appese per bellezza o ricordo fino a quando l’antico seme di quello che è e sarà il Mais Nostrano Orbico della Val Brembana è stato individuato a Lenna, in località Sotto la Corna, nella cascina de Carlo Begnis.
Hanno aderito al progetto una ventina di piccoli agricoltori che si sono resi disponibili a "sperimentare" la cultura del mais in Alta Valle Brembana e il cui raccolto verrà macinato nei due mulini che verranno così valorizzati.
La farina che ne deriverà sarà utilizzata per preparazioni tipiche della Valle, come polenta taragna dolci e biscotti che risulteranno così prodotti del territorio a kilometro zero.