Penso che il Tarabini non ce l'avesse tanto con "la nuova via" quanto con i nuovi spit.M.Serafini ha scritto:Ma si, l'obiezione "ci sono già passato" è sempre valida. Secondo me ognuno ha standard suoi, quello che per me è "via" per altri è avvicinamento; e gli standard cambiano anche con il tempo; al tempo dei Callegari si apriva una via per parete e la montagna era conquistata, ora si tappezzano le pareti con vie che si incrociano e soste in comune.lucaserafini ha scritto: Invece, riguardo al tizio che commenta su facebook "ma io ci sono già passato ma non mi sono sprecato a relazionare"... vecchi vizi che cambiano forma ma non sostanza... certo che una volta c'era l'homo sapiens, poi è arrivato Zucki ed il suo facebook e siamo tutti regrediti al pre-Neandertahl... anche 40 anni fa si dicevano queste cose, ma pochi sentivano e gli effetti deleteri avano corto range. Via non plottata - via non fatta, via non scritta - via non fatta...
Secondo me la conca dei Camosci ha un potenziale invernale non sfruttato, ma potrebbe benissimo essere una palestra invernale come lo è d'estate. Il giorno dopo la nostra salita, altri due hanno aperto una via sul versante a sinistra dei Campelli. Qualcosa si muove
Ci sono zone come quella dei Campelli, o della Val Tronella, (o dell'Alben sta saltando fuori) che negli anni '60 e '70 sono state usate sia d'estate che d'inverno dai locali come palestre e sono state battute a tappeto. Passavano a chiodi, senza farsi problemi con l'artificiale, e non temevano il freddo. Quindi i V e VI (che adesso chiamiamo M6 e M7) li passavano senza problemi.
Per il fatto di essere a una calata dalla "sicurezza" non le consideravano vie ma palestre, come infatti dice Marco.
E lasciavano poco o nulla in parete e se lo lasciavano in inverno in estate tornavano "a pulire".
Per questo non è tanto un problema dare un nome a una linea che non ce l'ha ma rispettare la pulizia della stessa.
Quello che è certo che il misto con picozze e ramponi e il dry hanno permesso di reinterpretare tutto questo e trasfrormarlo in qualcosa di nuovo.
E che finita la "palestra" quel nuovo permette di fare in "ambiente" cose impensabili. Certo su vie lunghe e lontani dagli impianti è tutta un'altra cosa.
Resto sempre in attesa di una bella occasione per incrociare le picche con Marco.