Un vero peccato... avete capito il motivo della disinstallazione? Sarà dovuto ad un possibile problema di responsabilità per eventuali incidenti?
Mi sono sempre chiesto come si configuri il problema della responsabilità dei costruttori e manutentori di una via ferrata nei confronti
di incidenti sulla ferrata stessa: ci può essere un qualche coinvolgimento a livello civile/penale? Con i tempi che corrono e senza le
coperture assicurative del caso si potrebbe incorrere in grosse grosse esposizioni economiche... ovviamente sto solo facendo un'ipotesi...
Restyling ferrata “Madonnina del Coren”
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Re: Restyling ferrata “Madonnina del Coren”
Orobie Brembane, mon amour: calcare, dolomia, verrucano, gneiss, scisti, vulcanite, graniti, pseudotachiliti… where else?
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Re: Restyling ferrata “Madonnina del Coren”
Sembra sia proprio per quel motivo. Essendo su terreno privato il proprietario, giustamente, non si vuole assumere la responsabilità di un'eventuale incidente.lucaserafini ha scritto:Un vero peccato... avete capito il motivo della disinstallazione? Sarà dovuto ad un possibile problema di responsabilità per eventuali incidenti?
Mi sono sempre chiesto come si configuri il problema della responsabilità dei costruttori e manutentori di una via ferrata nei confronti
di incidenti sulla ferrata stessa: ci può essere un qualche coinvolgimento a livello civile/penale? Con i tempi che corrono e senza le
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<OffTopic> Purtroppo sembra che stiamo copiando i modi di fare statunitensi dove si intenta una causa anche per futili motivi, il tutto nella speranza di fare "soldi facili". </OffTopic>
- lucaserafini
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Re: Restyling ferrata “Madonnina del Coren”
Wow non avrei mai immaginato che il Coren fosse all'interno di una proprietà privata... ne siete sicuri??freedom ha scritto:Sembra sia proprio per quel motivo. Essendo su terreno privato il proprietario, giustamente, non si vuole assumere la responsabilità di un'eventuale incidente.lucaserafini ha scritto:Un vero peccato... avete capito il motivo della disinstallazione? Sarà dovuto ad un possibile problema di responsabilità per eventuali incidenti?
Mi sono sempre chiesto come si configuri il problema della responsabilità dei costruttori e manutentori di una via ferrata nei confronti
di incidenti sulla ferrata stessa: ci può essere un qualche coinvolgimento a livello civile/penale? Con i tempi che corrono e senza le
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Re: Restyling ferrata “Madonnina del Coren”
So che parlando all'epoca con una delle due guide, mi disse che i tempi di realizzazione si erano di gran lunga dilatati per le "autorizzazioni". Inoltre c'era voluto un vero e proprio progetto del tipo ingegneristico per poter realizzare il nuovo impianto. Non credo che nessuno abbia contestato dal punto di vista tecnico una ferrata realizzata da due guide e da un quotato alpinista (per assurdo una persona qualsiasi può aprire una nuova via o spittare falesie in qualsiasi luogo, poi frequentate da orde di ignari principianti che affidano la loro pelle a tasselli poco più resistenti di quelli usati sui muri di casa). Sicuramente sarà stata effettuata una denuncia alle forze dell'ordine per arrivare ad una risoluzione così drastica.
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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
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Re: Restyling ferrata “Madonnina del Coren”
Purtroppo sono gli effetti della deresponsabilizzazione dell'individuo.
Sempre più si cerca un "responsabile" esterno che si faccia garante della sicurezza altrui e se non esiste addirittura lo si invoca.
In questo modo si rinuncia pian piano alla libertà personale, a volte in modo impercettibile a volte in modo macroscopico, come sta succedendo con il Covid.
Cediamo libertà senza farci domande in cambio di un'illusione di sicurezza.
Mi chiedo se quello che vale per una ferrata, o una falesia, su terreno privato, non finisca per valere per chiunque attrezzi una salita in montagna (penso alla scuola Leone Pelliccioli che ha riattrezzato le vie soste in zona Calvi ma anche a chiunque apra e pubblicizzi una nuova salita lasciando materiale per i ripetitori) attribuendosi in qualche modo la paternità del materiale utilizzato.
Diventeremo la patria del clean climbing per paura degli avvocati?
E' un po' lo stesso discorso della responsabilità, in caso di incidente, del più esperto nei confronti del meno esperto, per cui di fatto portare gente in montagna alle prime armi ha oggi degli altissimi rischi in tema di risarcimento danni per i quali è necessario essere assicurati se non si vuole finire sul lastrico.
Sempre più si cerca un "responsabile" esterno che si faccia garante della sicurezza altrui e se non esiste addirittura lo si invoca.
In questo modo si rinuncia pian piano alla libertà personale, a volte in modo impercettibile a volte in modo macroscopico, come sta succedendo con il Covid.
Cediamo libertà senza farci domande in cambio di un'illusione di sicurezza.
Mi chiedo se quello che vale per una ferrata, o una falesia, su terreno privato, non finisca per valere per chiunque attrezzi una salita in montagna (penso alla scuola Leone Pelliccioli che ha riattrezzato le vie soste in zona Calvi ma anche a chiunque apra e pubblicizzi una nuova salita lasciando materiale per i ripetitori) attribuendosi in qualche modo la paternità del materiale utilizzato.
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E' un po' lo stesso discorso della responsabilità, in caso di incidente, del più esperto nei confronti del meno esperto, per cui di fatto portare gente in montagna alle prime armi ha oggi degli altissimi rischi in tema di risarcimento danni per i quali è necessario essere assicurati se non si vuole finire sul lastrico.
- lucaserafini
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Re: Restyling ferrata “Madonnina del Coren”
Caro Fabio questa tua considerazione mi fa venire i brividi alla schiena... e tu sai il perchè!!CadeSpi ha scritto:
"Mi chiedo se quello che vale per una ferrata, o una falesia, su terreno privato, non finisca per valere per chiunque attrezzi una salita in montagna attribuendosi in qualche modo la paternità del materiale utilizzato. Diventeremo la patria del clean climbing per paura degli avvocati?"
Però guardiamo alla statistica degli ultimi 40 anni: restringendosi alle Orobie, voi avete mai avuto notizia di azioni giudiziarie
con richieste risarcitorie per eventi/sinistri di questo tipo? Cioè incidenti in arrampicata su vie ferrate (purtroppo molto numerosi
negli anni) e/o su vie di scalata, con tentativi di rivalsa sugli apritori e/o primi salitori?
Farei una debita differenza tra vie di arrampicata o ferrate situate in terreno pubblico rispetto a quelle in terreno privato (ce ne sono
ancora dopo la rimozione di quella del Coren??).
Inoltre c'è un ovvio problema di scala temporale: fino a che punto si potrebbe retrocedere nel tempo per rivalersi sul primo salitore??
Ad esempio, se mi occorresse un incidente sulla Cresta Corti allo Scais, potrei rivalermi sugli eredi dei Bonola e dei Corti che avevano
infisso nel 1926 i cavicchi del passaggio chiave all'intaglio del Torrione di Scais??
Orobie Brembane, mon amour: calcare, dolomia, verrucano, gneiss, scisti, vulcanite, graniti, pseudotachiliti… where else?
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Re: Restyling ferrata “Madonnina del Coren”
<OffTopic> Purtroppo sembra che stiamo copiando i modi di fare statunitensi dove si intenta una causa anche per futili motivi, il tutto nella speranza di fare "soldi facili". </OffTopic>[/quote]
Caro Paolo però devo dirti che gli americani fanno una differenza sostanziale tra terreno antropizzato e wilderness. Se ti sloghi una caviglia a
Yosemite nel bar del campeggio puoi fare causa al gestore, ma se ti succede un incidente su qualunque via di arrmapicata della valle non
credo che alcun avvocato ti dia sponda per una causa all'ente del Parco Nazionale...
Caro Paolo però devo dirti che gli americani fanno una differenza sostanziale tra terreno antropizzato e wilderness. Se ti sloghi una caviglia a
Yosemite nel bar del campeggio puoi fare causa al gestore, ma se ti succede un incidente su qualunque via di arrmapicata della valle non
credo che alcun avvocato ti dia sponda per una causa all'ente del Parco Nazionale...
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Re: Restyling ferrata “Madonnina del Coren”
E infatti Luca io mi ponevo un orizzonte temporale più breve e pensavo, soprattutto, al presente o al futuro.lucaserafini ha scritto:Caro Fabio questa tua considerazione mi fa venire i brividi alla schiena... e tu sai il perchè!!CadeSpi ha scritto:
"Mi chiedo se quello che vale per una ferrata, o una falesia, su terreno privato, non finisca per valere per chiunque attrezzi una salita in montagna attribuendosi in qualche modo la paternità del materiale utilizzato. Diventeremo la patria del clean climbing per paura degli avvocati?"
Però guardiamo alla statistica degli ultimi 40 anni: restringendosi alle Orobie, voi avete mai avuto notizia di azioni giudiziarie
con richieste risarcitorie per eventi/sinistri di questo tipo? Cioè incidenti in arrampicata su vie ferrate (purtroppo molto numerosi
negli anni) e/o su vie di scalata, con tentativi di rivalsa sugli apritori e/o primi salitori?
Farei una debita differenza tra vie di arrampicata o ferrate situate in terreno pubblico rispetto a quelle in terreno privato (ce ne sono
ancora dopo la rimozione di quella del Coren??).
Inoltre c'è un ovvio problema di scala temporale: fino a che punto si potrebbe retrocedere nel tempo per rivalersi sul primo salitore??
Ad esempio, se mi occorresse un incidente sulla Cresta Corti allo Scais, potrei rivalermi sugli eredi dei Bonola e dei Corti che avevano
infisso nel 1926 i cavicchi del passaggio chiave all'intaglio del Torrione di Scais??
Come scritto la scuola del CAI Bergamo ha fatto un'opera di richiodatura e "messa in sicurezza" delle soste su vie classiche in zona Calvi e ne ha dato pubblicità anche con un opuscolo PDF scaricabile in rete.
Salta una sosta e si crea una potenziale responsabilità?
Chi apre una via a spit su gradi accessibili, pensiamo a Grill in Trentino, è responsabile del corretto posizionamento delle protezioni fisse?
Se chiodo un tiro in falesia e un infisso esce perché sopravviene un problema sulla resina, ne scaturisce un contenzioso civile e penale in caso di infortunio?
Vado a fare una via invernale in Cornetta, la relaziono e pubblicizzo dicendo che è molto bella e invitando a ripeterla e in una ripetizione un pilastrino crolla su una cordata, ho qualche responsabilità?
Insomma si sa dove si inizia, ma se si lascia il porto sicuro che nelle attività con un alto rischio intrinseco, ciascuno è responsabile della sua incolumità, non si sa dove si finisce.
E anche la pur ragionevole distinzione tra pubblico e privato mi pare pericolosa.
Perchè comporterebbe che il privato ha l'onere di mettere in sicurezza tutti i terreni di sua competenza (non si parla ovviamente di manufatti), il che risulterebbe spesso impossibile con conseguente necessità di precludere l'accesso a rilevantissime porzioni di territorio.
- lucaserafini
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Re: Restyling ferrata “Madonnina del Coren”
Vero, concordo che non faccia una differenza sostanziale, ci sarebbe sempre qualcuno eventualmente dichiarato responsabileCadeSpi ha scritto:
E anche la pur ragionevole distinzione tra pubblico e privato mi pare pericolosa.
del risarcimento (Comune, o privato).
Forse dovremmo copiare il concetto di wilderness americano: tutto ciò che succede nelle aree dichiarate non antropizzate (wilderness)
sta in capo a chi si muove nel wild - detto in altre parole sono c...zzi suoi...
C'è un avvocato tra gli amici del Forum che vuole intervenire a dire la sua??
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