Tista e Jan Reichstater, il pellegrino che viene da lontanoUltimo trasloco: Adesso mi fermo qui.
E' arrivata l'Arpia, pardon, è arrivato l'autunno, ma i nostri bambini hanno imparato a scrivere così i pensierini sui quaderni di scuola, influenzati a
conoscere le stagioni in modo nuovo, attraverso figure e personaggi mitologici ascoltati in TV. E' proprio un'Arpia quella che hanno documentato in questi giorni; non certamente l'aquila che noi conosciamo, è più brutta, ha il viso di donna e il corpo di uccello, l'impersonificazione della tempesta,favoleggiata nella mitologia greca.
Non è sfuggito nemmeno al Tista l'iroso attacco della perfida Arpiaccia, che se ne è andata tutta bagnata e raffreddata. Ormai è talmente abituato a sfidare personaggi e figure della storia che ha deciso di studiarla e alla fine della sua impresa sarà pronto per affrontare un esame, anche lui scriverà i suoi pensierini. Dopo la recente ascesa al ponte Tibetano, Tista è tornato al suo lavoro quotidiano. Non basta la splendida giornata a renderlo di buon umore, basta osservare il suo sguardo che non è certamente il preludio per presentarsi “alla festa del sorriso”, nonostante proprio oggi sia la sua festa, la festa di tutti i nonni.
Il piattume del solito tran tran è rotto solo dal ritmico svizzero trepestio dei suoi passi. Avvolto nella spirale dei suoi pensieri, continua a navigare a vista in quel mare che solo lui può solcare. Si distrae, ritorna in sé, ha una voglia che vuole soddisfare. Quattro noci sulla strada che lui schiaccia per mangiare, le calpesta con i piedi e poi le gusta piano piano. Dice solo “buono l'olio delle noci, con un panino sono un ottimo spuntino”.
Jan Reichstater ed è subito feeling
Ci voleva lui, Jan Reichstater, un ragazzone con zaino in spalla, dal sorriso smagliante, barba e capelli lunghi da perfetto pellegrino, incontrato nelle
campagne darfensi ad incuriosire e a risollevare lo spirito del Tista. “Guarda che tipo strano – dice Marchesi – l'ho letto nei suoi occhi dai che lo fermiamo”.“Ma chi sei?”, chiede subito all'erculeo giovanotto. Lui non parla italiano, non importa, poiché alla fine ci intendiamo. “Sono studente di storia delle religioni e ho 31 anni - riesce a spiegare -. Sono partito il 7 luglio del 2011 da Brno, la mia città della Repubblica Ceca con destinazione Santiago de Compostela e ora mi trovo sulla via di ritorno passando per Bolzano. Gli chiediamo dove mangia dove dorme. “ Dormo dove capita, in mezzo ai boschi e in ogni dove. Dispongo di un budget di 6€ al giorno e quelli mi devono bastare. Sino alla fine di novembre quando prevedo terminerà il mio lungo viaggio”. Sconvolgente il racconto e la serenità d'animo di questo pellegrino, nonostante i pochi spiccioli riesce a campare.

Chissà se Jan facesse il professore, insegnerebbe a risparmiare, sarebbe la sua vera religione. Il suo stipendio lo ha saputo sforbiciare, chissà, un esempio che qualcuno dovrebbe imitare. E' gradevole stare in sua compagnia, ma è giunto il momento di sgusciare via. Lui continua a salutare, si capisce, anche lui sarebbe voluto rimanere.Un matrimonio estremo di avventure estreme, celebrato in mezzo ai campi, peccato: ci voleva un prete.
Fa lo stesso, al suo posto una forte stretta di mano.
La sua bella “trovata”
Solo adesso, un po' rasserenato, ci mostra ciò che ha combinato un giorno a quelle due povere vecchie e impolverate scarpe. “Le avevo usate nel 2007 nel mio giro d'Italia - dichiara marchesi - e mi era girata l'elica di trasformarle, un'idea che da tanto avevo per la testa. Non ho detto niente a nessuno, non volevo mi prendessero per matto. Una suola ritagliata, quattro molle e un po' di colla e...voilà! La scarpa è fatta, o meglio, le scarpe son finite”. Beh! Veramente mi sembrano proprio finite, ma per tornare ancora sullo scaffale. Tista,Tista, cosa mi combini, vuoi fare l'inventore ma tu sai che sei solo un ottimo corridore, un bravo sciatore e un abile arrampicatore, ma per fare il calzolaio, tanta polenta bergamasca devi ancora mangiare.
Però però, non devi disperare, ci sarà pure qualche mattacchione che le vorrà sperimentare queste scarpe che nemmeno i marziani vorrebbero indossare.
Ormai quel Jan lo ha fatto trasognare, gli ha fatto tornare la voglia di parlare. Al suo ritorno è Gillis Joshua che lo sta aspettare, perché con lui vuol fare altro oltre che parlare. Gillis (Therapist Neurological Training for Optimal Performance ) - che ormai noi tutti conosciamo - arrivato col suo borsone, porta dentro il lettino, lo apre e Tista subito si stende per riposare.
Non dovrà solo dormire, si dovrà anche rilassare. Due cuffie, un filo e un tablet e lui deve solo ascoltare. Non sentirà la musica ma solo degli strani suoni. Di cosa si tratta, in breve cercherà di spiegarlo l'esperto Joshua tralasciando altri passaggi tecnici qui difficili da commentare.
Tista è collegato al mio Tablet, un apparecchio munito di una speciale applicazione attraverso la quale introducendo alcuni dati personali oltre ad altre
operazioni, si inviano delle frequenze udibili e non, che agiscono sulla persona armonizzando i due emisferi cerebrali, creando un profondo stato di
rilassamento propedeutico per un buon recupero fisico e mentale. Al termine della seduta Tista si confida: “Mi sento meglio, molto meglio. Ma confessa: ho una medicina che prendo da mesi che nessuna analisi potrà scovare. “E’ l'affetto della mia famiglia che da sempre mi la forza di continuare”.
Diavolo Rosso