Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Le numerose specie di animali selvatici nelle Alpi Prealpi Orobie e specificatamente in Valle Brembana
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elio.biava
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

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Trento, aggredito da un orso mentre fa jogging: ricoverato in ospedale (da Repubblica.it 10 giugno 2015)

A pochi chilometri dal capoluogo, il secondo incidente in pochi giorni in Trentino. L'escursionista ha riportato ferite profonde alle braccia, al capo ed al torso, procurate dalle zampate dell'animale. Aperta la 'caccia'. Domani vertice in videoconferenza tra la Provincia autonoma e il ministero per decidere il da farsi. Sulla vicenda pesa il precedente di Daniza

Trento
- Un altro incidente rischia di riaccendere le polemiche intorno al progetto per la reintroduzione degli orsi sulle Alpi. Nel pomeriggio di oggi, un uomo che faceva jogging con il suo cane in un pascolo alle pendici del Monte Bondone è stato aggredito da un orso, riportando ferite gravi che ne hanno richiesto il ricovero all'ospedale Santa Chiara di Trento. L'attacco è avvenuto in località Pozzo degli Spini a Cadine, una frazione di Trento distante pochi chilometri dalla città. Vladimir Molinari, residente nella frazione, stava camminando con il suo cane quando dal bosco è uscito un orso che gli si è avventato contro. A dare l'allarme è stato poco dopo un ciclista che ha trovato il ferito sotto shock con tagli profondi a un braccio e ferite alla testa ed all'addome. L'uomo è stato soccorso e trasportato prima dall'equipaggio di un'ambulanza che viste le sue condizioni ha fatto intervenire l'elicottero del '118' che lo ha trasferito al pronto soccorso del Santa Chiara. La dinamica dell'aggressione è stata ricostruita sulla base delle dichiarazioni di Molinari, mentre agenti della polizia provinciale del corpo forestale hanno effettuato un sopralluogo sul posto per cercare testimonianze e tracce del plantigrado. Una nota della Provincia autonoma di Trento riferisce le dichiarazioni di Molinari che parla di colluttazione con l'orso in seguito ad attacchi ripetuti dell'animale e zampate che gli hanno provocato "ferite alla testa, all'addome ed agli arti superiori". La Forestale ha già avviato perlustrazioni e sta cercando di seguire gli spostamenti dell'orso con l'ausilio dei cani. L'episodio è stato tempestivamente segnalato all'ispra. Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, ha parlato del caso con il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti e per domani hanno concordato un vertice in videoconferenza per prendere decisioni sul caso, anche perché si tratta del secondo episodio recente di incontri ravvicinati tra orsi e abitanti. Nei giorni scorsi un giovane era riuscito a scappare dopo essere stato colpito dalla zampata di un orso nella zona di Zambana Vecchia, nella valle dell'Adige. Il ragazzo era stato ricucito con 10 punti di sutura.
La decisione sul destino di un animale che potrebbe essere definito pericoloso non sarà semplice. Sulle autorità provinciali pesa ancora il precedente dell'orsa Daniza, 'ricercata' per un aggressione e morta in seguito all'iniezione di anestetico utilizzato dagli operatori durante la cattura. Daniza aveva aggredito un uomo che, senza rendersene conto, durante una passeggiata nei boschi di Pinzolo, si era avvicinato ai due cuccioli che l'orsa portava con sè.
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IW2LBR
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dal Trentino

Orso, il rischio per il turismo c’è»
Libardi dell’Associazione albergatori: «La sensazione è che la questione possa sfuggire di mano. Sbagliato attendere»

TRENTO. L’orso può fare male anche al turismo. Luca Libardi, presidente dell’Associazione albergatori non lancia allarmi, ma chiede che la materia venga affrontata e che a prenderla in mano siano dei professionisti. L’errore più grande - afferma - sarebbe fingere che nulla sia accaduto.

Presidente Libardi, teme ricadute negative per il turismo?
Per intanto penso di no. Qualche preoccupazione per le zone più interessate dalla presenza dell’orso magari c'è. Ma non ho avuto segnalazioni da parte di associati né abbiamo affrontato la materia in questi giorni.

È possibile che decidiate di assumere qualche iniziativa, come categoria?
Delle iniziative sulla questione si era riproposta di metterle in campo la Provincia, quando si discuteva del caso Daniza. Noi avevamo dato la nostra disponibilità già l'anno scorso a fare la nostra parte. Questo è un problema complesso, dove il nostro ruolo è marginale. Certo è che se quanto accaduto a Cadine si dovesse ripresentare nel mezzo della stagione sarebbe un problema in più. La mia impressione è che la materia venga affrontata in una maniera da stadio: o uno è favorevole oppure no. Credo invece che l’approccio debba essere più scientifico.

Bisogna intervenire quindi?
Quello che possiamo chiedere è di gestire la questione con il massimo della professionalità. La sensazione è che la cosa possa scappare di mano.

A cosa si riferisce?
I maggiori esperti di orso, uno friulano e l’altro sloveno hanno detto: il consiglio che diamo è di risolvere il problema. Poi che vogliano mettere l’orso aggressore in un contesto protetto non so. Ma come ci sono soggetti particolarmente pericolosi tra gli uomini, ce ne possono essere anche tra gli orsi e qualche soluzione va trovata. Non sta a me dire come: non ho le competenze per farlo. Ma stare alla finestra serve a poco.

Negli ultimi anni l’orso è stato considerato anche un importante elemento di richiamo a fini turistici: questo non si può negare.
Il fatto che sul territorio vi sia l'orso sta a delineare una condizione felice dal punto di vista ambientale. Dubito che i turisti vengano per l'orso o non vengano per lo stesso motivo. Ma quando si racconta il territorio, poter dire che ci sono l'orso e l'aquila significa affermare anche che è pregiato.

Lei chiede che si agisca sul caso specifico


quindi?
Dico che gli esperti ci sono: l'Ispra, la Forestale, il nucleo di pronto intervento di Life Ursus. Bisogna agire su questo esemplare e non solo: qualcuno dice che siano troppi... Comunque sia, non è facendo finta che il problema non vada affrontato che si risolve.
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pluto
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da pluto »

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state a casa che comanda l'orso....
Ultima modifica di pluto il giovedì 18 giugno 2015, 15:00, modificato 1 volta in totale.
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pluto
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da pluto »

Vladimir Molinari

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"Sarebbe stato sufficiente consultare il sito web della Provincia per sapere che Se lo si incontra a breve distanza [l'orso]. Stare calmi e non allarmare l'orso gridando o facendo movimenti bruschi. Tutto l'opposto di quanto risulterebbe aver fatto il signor Molinari, che in una sua dichiarazione afferma di avere "alzato le braccia al cielo e urlato con tutto il fiato che avevo in gola". Ed ancora, sempre dallo stesso sito della provincia, apprendiamo che il Presidente Rossi, a fronte del pagamento della modica cifra di 2€, avrebbe potuto acquistare una copia in lingua italiana del volume "L'orso bruno è pericoloso?" dalla quale avrebbe potuto apprendere che uno dei "fattori che incrementano l'aggressività" dell'orso, è la "presenza di un cane nelle vicinanze" evento puntualmente riscontrato nel fatto accaduto a Cadine", tuona la LAV.

e te pare che per la LAV la colpa non sia del malcapitato e del suo cane....ci voleva l'Indi..
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elio.biava
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da elio.biava »

pluto ha scritto: e te pare che per la LAV la colpa non sia del malcapitato e del suo cane....ci voleva l'Indi..
e mio cugino, ha commentato "che colpa ne ha l'orso?"..."cosa ti aspetti? eri li a correre nel suo ambiente!" a_39 a_21 a_111
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

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dal Trentino

Negli ultimi 12 mesi quattro persone sono state aggredite dall'orso in Trentino

TRENTO. "Negli ultimi 12 mesi quattro persone sono state aggredite dall'orso in Trentino. L'ultima ha riportato gravissime lesioni. Crediamo non si possa più pretendere che la gente vada in montagna inerme o armata solo di campanellini. La soluzione c'è e si chiama spray al peperoncino anti-orso, di dimostrata efficacia e largamente utilizzato negli Stati Uniti, in Canada e in altre parti del mondo". Così l'avvocato Mario Giuliano assieme ad un professore universitario e ad altri cittadini annuncia la raccolta firme per permettere la vndita (e quindi l'acquisto) dello spray anti orso. "Tecnicamente è una cosiddetta arma non letale che causa solo un'irritazione temporanea e nessun danno permanente. In tal modo saranno salvaguardati anche gli animali. Attualmente lo spray al peperoncino è di libera vendita solo nei flaconcini anti-stupro, inefficaci per capacità e gittata nei confronti di un orso. Per questo abbiamo deciso di promuovere l'allegata petizione di legalizzazione dello spray anti-orso. Si allega anche la locandina pubblicitaria. La petizione sarà scaricabile dai siti www.orsotrentino.blogspot.it www.ruralpini.it http://www.atsenzagp.org/it/".
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da Skiador »

Settimana scorsa ero in California per lavoro e nel weekend ho avuto modo di fare visita al magnifico ed enorme parco dello Yosemite. Ho avuto la fortuna di vedere un orso dal vivo ad una distanza di circa 100 metri. Era li' tranquillo ed apparentemente innoquo che brucava l'erba, nonostante si fosse accorto della presenza di alcuni turisti. Evidentemente e' un habitat che, per la sua vastita' e date le sue caratteristiche completamente diverse da quelle delle alpi fortemente antropizzate, si addice all'orso. Le alpi oggi come oggi non sono piu' un luogo adatto per gli orsi. La loro reintroduzione per mano dell'uomo in alcune zone delle alpi, e' stato un grave errore, che stanno pagando sia gli umani sia gli orsi stessi.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

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da L'Adige

Prima il terrore con l'orso che mi rincorreva
Poi la gogna sui social network: non capisco»


Il 29 maggio scorso Marco Zadra, 42enne di Villazzano, ha avuto un drammatico incontro ravvicinato con l’orso, sul sentiero che da Zambana Vecchia sale al Cason, verso Fai della Paganella: in questa intervista spiega all'Adige.it alcuni dettagli della vicenda.

Zadra, lei è la prima persona, quest’anno, a subire un’aggressione da parte di uno dei sempre più numerosi orsi presenti sul territorio trentino, dopo l’avvio del decennale progetto Life Ursus. Ci vuol raccontare nei dettagli cosa successe la sera del 29 maggio scorso?

«Tendenzialmente sono uno sportivo. Finito il mio lavoro spesso vado a correre nei boschi che attorniano Trento. Quest’anno era la prima volta che andavo in val Manara, sopra Zambana. Parto quindi con la macchina attorno alle 19.30, lascio l’utilitaria a Zambana Vecchia e inizio a camminare per un sentiero piuttosto ripido. Nel ridiscendere, superato il Cason, una struttura usata dai zambanoti per uso ricreativo, a solo un chilometro dall’abitato e a circa 500 metri di quota, me lo sono trovato di fronte. Erano circa le 20 e 15: io scendevo di corsa, lui ansimando stava salendo. Un attimo e ci siamo trovati uno di fronte all’altro. La prima cosa è stato lo stupore, poi razionalizzando sono riuscito a diventare freddo come un ghiacciolo. Era una situazione di stallo. L’orso era piuttosto agitato, ma non è scappato; io ho iniziato ad indietreggiare piano piano, mentre l’animale, prendendo coraggio, è partito alla carica. Consideri che ha una testa grande quanto un televisore e due zampe enormi.

Ho iniziato a correre, scivolando e cadendo sulla ghiaia, con lui dietro. In quel momento mi sono visto morto, preso alle giugulari e sbranato. Nonostante il terrore, che lo ricordo come un sentimento lucidissimo, mi rialzo rivolto verso l’orso, ormai accanto a me: cerco di spaventarlo urlando, riparandomi il viso con le braccia. A questo punto, dopo avere ricevuto una zampata sull’ avambraccio destro, mi sono letteralmente buttato a capofitto nella scarpata procurandomi una semilussazione alla spalla sinistra, ematomi ed escoriazioni ovunque. Credo di essermi salvato perché mi sono sempre divertito a percorrere i “giaroni” a balzi. Nel frattempo l’orso mi ha inseguito per altri duecento metri grugnendo e ansimando giù per la scarpata. Sentivo proprio il suo fiato sul collo. Per frenare la discesa mi afferravo a tutto ciò che poteva salvarmi, esattamente come Tarzan.

Il terrore non era finito perché temevo che mi prendesse di schiena, squarciandomela in due. Finito al limitare di una forra ho preso tutto il coraggio che avevo in corpo e ho dato contro all’ orso, urlandogli tutta la mia contrarietà ad essere inseguito ed ho pensato ”mia figlia non può perdere suo padre in questo modo assurdo, no, no di sicuro”. L’orso mi ha osservato, quasi fossi un matto, poi ha deviato continuando a non perdermi di vista. Mi sono comunque buttato nella forra, rischiando di ammazzarmi. Anche qui mi è andata di lusso. Intanto il sangue colava dalla ferita. Ho attraversato il torrentello superando la forra muschiosa e friabile, interponendo una valle fra me e l’ orso, dirigendomi verso Zambana Vecchia. Avevo i polmoni in gola e l’adrenalina a litri. Arrivo alla confluenza della val Manara sopra la chiesa di Zambana Vecchia, con ancora la paura di rincontrarlo. Ho raccolto così due sassoni, facendo questo ultimo pezzo di bosco labirintico, guardingo ed utilizzando le ultime energie. Come sono arrivato sul prato della chiesa, ho realizzato che potevo considerarmi salvo e soprattutto miracolato».

Lei è stato medicato al pronto soccorso dell’ospedale civile di Trento? È stata effettuata la sieroprofilassi antitetano?
«S, è stata fatta iniezione antitetanica e la ferita è stata suturata con cinque punti interni e otto graffette metalliche esterne. Nei giorni successivi sono dovuto tornare al Pronto Soccorso perché la ferita si era infettata e suppurava. È stata così aperta e drenata, con un dolore che non le dico. E mi hanno prescritto un ulteriore antibiotico».

I giornali parlavano di una visita dell’assessore all’agricoltura nei giorni seguenti all’aggressione. «Sì, l’assessore Dallapiccola è venuto a casa mia insieme ai signori Antolini e a Groff. Sembrava realmente turbato, dispiaciuto, quasi affranto, nascondendosi il volto tra le mani nel sentire il mio racconto così emotivo, a dieci ore o poco più dall'aggressione. Io ho richiesto, se possibile, l’anonimato per non subire l'inevitabile e schizofrenico attacco mediatico, memore del caso Maturi (che dopo aver combattuto corpo a corpo con un'orsa si è dovuto pure difendere da accuse infamanti da parte degli uomini… robe da pazzi). L'assessore si è pure complimentato con me e la mia famiglia per la cortesia e la disponibilità a confrontarsi serenamente, "non come nell'altro caso dell'anno scorso, nel quale due ore dopo l'attacco si era già predisposta una conferenza stampa con la Lega".

Dovrei andare a rivedermi la cronologia dei fatti, ma dubito che la vittima due ore dopo l'aggressione pensasse a tessere rapporti elettorali. Sicuramente, dopo aver ringraziato tutto e tutti di essere ancora vivo, avrà avuto una gran rabbia per aver rischiato di perdere la vita per colpa di un progetto del tutto assurdo e anacronistico, lontano da ogni logica degna di tale nome, imposto da chissà chi e avallato da chissà chi altri! E si è affidato a chi cavalca le emozioni della gente come cavallo di battaglia. La cosa triste e al tempo stesso banale, è che tutto, anche la questione orso e l'incolumità e libertà della gente, sembra ridursi ad una questione meramente politica».

La Provincia aveva emesso un comunicato stampa sull'episodio. Nei suoi confronti si è scatenata un’aggressione verbale in Internet.
«Io avevo semplicemente richiesto l'anonimato e sul comunicato della Provincia effettivamente non compare il mio nome. Poi però, sui media, il nome è uscito. Non che temessi particolarmente l'imbecillità della gente e i loro commenti, che sia chiaro, ma un po' di privacy, tanto declamata e mai rispettata in questo paese, me l'aspettavo in un momento così drammatico, per me e per la mia famiglia. Penso ci sia stata pure qualche minaccia di morte sul Web, oltre agli insulti ai genitori. Sì, è stato anche quel comunicato stampa della Provincia (nr. 1290 del 30/05) non veritiero, pieno di omissioni, allusioni e imprecisioni, a scatenare la solita aggressività mediatica. E qui ci vorrebbe un trattato di antroposociologia per capire questi fenomeni di aggressione da parte dei social ad una preda prescelta. E se qualcuno mi potesse spiegare come sia possibile che ciò accada impunemente, gliene sarei grato».
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

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dal Trentino

Effetto orso: il Bondone è deserto, i sentieri sono «vietati»

CANDRIAI. «Se vedo l'orso prendo il mio fucile e lo sparo». Ha le idee chiare uno dei bimbi fra i 3 e i 6 anni della colonia di Candriai, che giocano felici nella piccola conca (un giardino pubblico dove non si corrono rischi: le mamme stiano tranquille) proprio di fronte al residence hotel Alla Posta. Idee non molto diverse, in fin dei conti, da quelle del governatore Ugo Rossi o degli albergatori, come potete leggere nelle altre due pagine. «Di orsi non ne abbiamo visti ma se chiedete ai nostri bambini può darsi che abbiano visto anche i draghi», sorridono Anna Giuliani e Doriana Falagiarda, le due coscienziose maestre che li tengono a bada.

Già: nessuno li ha visti, gli orsi, ma la loro presenza è lo stesso incombente. Tanto che l'“Asilo nel bosco”, come è scritto sulle magliette della colonia, si potrebbe tranquillamente ribattezzare “Asilo nel prato”, perché il bosco è - purtroppo - “vietato”. «Siamo andate anche noi alla riunione di Baselga e le passeggiate sui sentieri non le facciamo», continuano le ragazze. «Qui a Candriai teniamo i più piccoli (i più grandicelli sono alla Brigolina, ndr) e non andremmo lo stesso tanto lontano...». Le istruzioni, comunque, sono chiare anche ai piccoli, per ogni evenienza: «Cosa vi hanno detto le maestre? Per prima cosa di non lasciare in giro le cose da mangiare, poi di camminare cantando le canzoni», ripete Anna. Una delle preferite dai bimbi - per la cronaca - è quella del drago a sette zampe con i diamanti sugli artigli. Spaventoso, ma non molto più dell’orso, secondo loro: «Il drago sputa fuoco», dice uno; “L’orso però morde”, risponde l’altro.

Lavorano di immaginazione, gli “asiloti”, ma anche la paura dell’orso - scatenata da due episodi molto concreti e gravi come le aggressioni ad altrettanti podisti di Cadine e Zambana - si nutre dei timori ancestrali legati alla fauna selvatica e cresce alimentandosi dei continui avvistamenti, veri o presunti, e del gran parlare che si fa sulla questione. Siamo in piena psicosi - inutile negarlo - e le conseguenze non sono affatto fantasiose, ma reali. I boschi e persino i grandi prati delle Viote sono svuotati, manco fossimo in un film western di Sergio Leone.Persino le piste da discesa come la 3-Tre e la Cordela sono frequentate da sparuti camminatori, che procedono in fila indiana come guerrieri Sioux.

«A Candriai finora gli orsi ci hanno risparmiato», dice Daniela Sartori, dell’hotel Alla Posta. «Mi hanno detto che ieri ne hanno visto uno a Vaneze: speriamo che non scenda dalle nostre parti. Comunque la gente non si avventura nei boschi. Si percepisce questo timore diffuso: per chiunque entri nel bar, è il primo argomento di conversazione». Chi nei boschi ci entra lo fa per lavoro: quattro robusti operai forestali si concedono un caffè: «L’orso? Quando vede noi scappa, io l’ho anche mangiato in Finlandia», ride uno di loro. Poi però si fanno tutti più seri: «Se accendi la motosega dovrebbe allontanarsi a gambe levate. Certo che trovarselo davanti non dev’essere simpatico». Un paio di dipendenti del servizio strade annuiscono: «Siamo a lavorare qui oggi. L’orso? Meglio se non si vede...». All’esterno del locale c’è solo un tavolino di clienti anziani, che si fanno l’aperitivo. “Fa notizia” una comitiva di una decina di persone, che procedono serene sul marciapiede, ma il motivo c’è: del “caso orso” sono ignari: «Siamo il gruppo anziani di Porto Mantovano e stiamo andando al nostro chalet. Non abbiamo internet: sappiamo che l’orso girava l’anno scorso... Aggressioni? Davvero? Strano... Veniamo da anni in Trentino perché è bellissimo». Il Bondone ora è deserto, tutto per loro. E l’orso.
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