da L'eco di Bergamo - sabato 26 marzo 2016
L’orso da Valleve a Piazzatorre, ecco come si muove: «Non fa danni»
Da Valleve a Piazzatorre, quindi Branzi e di nuovo Valleve, scollinando sotto il monte Pegherolo: è il percorso, lontano dalle abitazioni, che nei giorni scorsi ha fatto l’orso poi individuato a Valleve e fotografato dalla fototrappola di Stefano Locatelli. A ricostruire la «strada» del plantigrado è stata ieri la polizia provinciale che, sci ai piedi e in spalla, ha seguito le orme del grande predatore partendo dalla zona in cui erano arrivate, alla fine della scorsa settimana le prime segnalazioni, a Valleve. Qui il plantigrado aveva predato un tasso, di cui è stata trovata la carcassa, e aveva lasciato nella terra e soprattutto sulla neve le orme, subito identificate come quelle di un orso. Orme trovate su entrambi i versanti del paese, all’altezza della parrocchiale e del municipio. «Difficile stabilire se il percorso che abbiamo ricostruito sia stato fatto dall’orso prima o dopo la predazione a Valleve di settimana scorsa – spiega Daniele Carrara, sottufficiale della polizia provinciale –. La neve non è più fresca, è “crostosa”, quindi diventa difficile stabilire quando è stata calpestata».
«Seguendo le tracce – prosegue Carrara – siamo riusciti a recuperare alcuni peli dell’animale (in zona Monte del Colle di Branzi, a 1.600 metri, ndr) che, inviati all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, una volta esaminati, dovrebbero consentire di risalire alla genealogia dell’esemplare». «L’orso si è tenuto lontano dalle abitazioni – continua il sottufficiale della polizia provinciale – non ha fatto danni, non si è mai fatto vedere ed è quindi poco confidente. Non risulta, quindi, essere problematico, va semplicemente monitorato». Il plantigrado svegliatosi dal letargo, e che da alcune settimane si aggira in alta Val Brembana, resta a oggi l’unico esemplare quest’anno segnalato in Lombardia. Si tratta di un giovane proveniente dalla comunità di orsi installata da più di 15 anni in Trentino Alto Adige (i primi esemplari introdotti arrivarono dalla Slovenia). Da allora l’orso è tornato su Alpi e Prealpi lombarde, facendo notare la sua presenza anche in Bergamasca, in particolare in Valle Brembana. Dal primo arrivato, il famoso JJ5, in poi, tracce e avvistamenti di esemplari diversi si sono succeduti negli anni in più paesi, da Taleggio alla Val Serina, da Mezzoldo a Branzi e Lenna. Fino all’ultimo orso, di cui, a breve, si dovrebbe sapere anche il nome in codice.
Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
U, a che if? - Me a ó a öa. E u? - Me a ó a ì.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Io l'altro ieri ho notato quelle che somigliavano proprio a tracce di zampe di piccolo orso sulla costa del Torcola Vaga, mi spiace non averle fotografate per una conferma in merito 

La felicità dell'uomo sta nella natura selvaggia.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Alto Agide
Il richiamo del miele, scorribande dell’orso nelle arnie venostane
L’animale, un maschio sui due anni d’età, si aggira da giorni nella parte alta della vallata. Gli apicoltori sono in difficoltà
MALLES VENOSTA. Da qualche settimana un orso bruno - si tratterebbe di un maschio di circa due anni d’età - sta facendo notevoli danni alle arnie degli apicoltori in Alta Venosta. Secondo il neopresidente della sezione apicoltori di Sluderno, Othmar Patscheider, si tratterebbe di un esemplare non monitorato che dallo scorso anno si aggira nei territori di Spondigna, Parto allo Stelvio, Trafoi, Montechiaro, Sluderno, Laude e Malles, con sconfinamenti nella vicina Svizzera. «Una zona con circa 200 apicoltori», ancora Patscheider, che ricorda come la presenza del plantigrado sia stata segnalata in più occasioni alle autorità competenti. «Ma niente è stato messo in atto, se non i risarcimenti per i danni causati dall’orso in questione. Così gli apicoltori hanno iniziato a recintare con steccati e fili conduttori di elettricità le arnie sparse nella vallata. Ma finora, senza troppo successo. Perché l’animale arriva e non si fa problemi a distruggere quanto trova sulla sua strada prima di arrivare alle leccornie, ovvero le arnie delle api. Il tutto accade quasi sempre nelle ore notturne. L’ultima scorribanda dell’orso è dei giorni scorsi a Laudes, piccola frazione di Malles, dove l’orso si è pappato il miele, distruggendo le arnie e facendo scappare le api. «Non ci resta che il filo spinato», chiude Johann Fasolt, apicoltore, con all’attivo 35 anni di esperienza nel settore.
Il richiamo del miele, scorribande dell’orso nelle arnie venostane
L’animale, un maschio sui due anni d’età, si aggira da giorni nella parte alta della vallata. Gli apicoltori sono in difficoltà
MALLES VENOSTA. Da qualche settimana un orso bruno - si tratterebbe di un maschio di circa due anni d’età - sta facendo notevoli danni alle arnie degli apicoltori in Alta Venosta. Secondo il neopresidente della sezione apicoltori di Sluderno, Othmar Patscheider, si tratterebbe di un esemplare non monitorato che dallo scorso anno si aggira nei territori di Spondigna, Parto allo Stelvio, Trafoi, Montechiaro, Sluderno, Laude e Malles, con sconfinamenti nella vicina Svizzera. «Una zona con circa 200 apicoltori», ancora Patscheider, che ricorda come la presenza del plantigrado sia stata segnalata in più occasioni alle autorità competenti. «Ma niente è stato messo in atto, se non i risarcimenti per i danni causati dall’orso in questione. Così gli apicoltori hanno iniziato a recintare con steccati e fili conduttori di elettricità le arnie sparse nella vallata. Ma finora, senza troppo successo. Perché l’animale arriva e non si fa problemi a distruggere quanto trova sulla sua strada prima di arrivare alle leccornie, ovvero le arnie delle api. Il tutto accade quasi sempre nelle ore notturne. L’ultima scorribanda dell’orso è dei giorni scorsi a Laudes, piccola frazione di Malles, dove l’orso si è pappato il miele, distruggendo le arnie e facendo scappare le api. «Non ci resta che il filo spinato», chiude Johann Fasolt, apicoltore, con all’attivo 35 anni di esperienza nel settore.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
dal Giornale di Brescia
Sbranato un asino: l'orso è tornato
Nemmeno il tempo di risvegliarsi dal letargo degli ultimi mesi, in questa primavera anticipata, e uno degli orsi che hanno fatto tribolare l’alta Valcamonica l’estate scorsa è tornato a colpire. La sua preda, come già più volte in passato, è stato un asino di proprietà di un agricoltore di Vezza d’Oglio, che tiene i suoi animali in una stalla in località Risolina, a meno di cento metri dalle case della piccola frazione di Grano di Vezza. L’altra mattina presto, mentre saliva per dar loro da mangiare, come ogni giorno, l’uomo ha fatto l’amara scoperta: qualcuno aveva assalito l’asino, l’aveva sbranato in modo vorace e poi abbandonato in mezzo alla campagna. L’agricoltore ha così subito avvertito il Corpo forestale dello stato, che è intervenuto sul posto insieme agli agenti guardia parco dello Stelvio. Gli accertamenti sono ancora in corso - e sarà l’esito delle analisi a darne la certezza - ma pare proprio che, dalle impronte lasciate sul terreno e dalla modalità con cui è stato assalito l’animale, si tratti davvero di un orso. Il dispiacere dell’agricoltore è grande, anche perché l’asino veniva pure impiegato per alcune manifestazioni in paese. Il fatto ha scatenato subito parecchie polemiche, non solo sulla bacheca di Facebook, ma anche in paese a Vezza, dove lo scorso anno cittadini e allevatori si sono riuniti in un comitato per difendersi dagli attacchi dell’orso e arginare i danni provocati dai grandi predatori (non solo l’orso, ma anche il lupo).
Sbranato un asino: l'orso è tornato
Nemmeno il tempo di risvegliarsi dal letargo degli ultimi mesi, in questa primavera anticipata, e uno degli orsi che hanno fatto tribolare l’alta Valcamonica l’estate scorsa è tornato a colpire. La sua preda, come già più volte in passato, è stato un asino di proprietà di un agricoltore di Vezza d’Oglio, che tiene i suoi animali in una stalla in località Risolina, a meno di cento metri dalle case della piccola frazione di Grano di Vezza. L’altra mattina presto, mentre saliva per dar loro da mangiare, come ogni giorno, l’uomo ha fatto l’amara scoperta: qualcuno aveva assalito l’asino, l’aveva sbranato in modo vorace e poi abbandonato in mezzo alla campagna. L’agricoltore ha così subito avvertito il Corpo forestale dello stato, che è intervenuto sul posto insieme agli agenti guardia parco dello Stelvio. Gli accertamenti sono ancora in corso - e sarà l’esito delle analisi a darne la certezza - ma pare proprio che, dalle impronte lasciate sul terreno e dalla modalità con cui è stato assalito l’animale, si tratti davvero di un orso. Il dispiacere dell’agricoltore è grande, anche perché l’asino veniva pure impiegato per alcune manifestazioni in paese. Il fatto ha scatenato subito parecchie polemiche, non solo sulla bacheca di Facebook, ma anche in paese a Vezza, dove lo scorso anno cittadini e allevatori si sono riuniti in un comitato per difendersi dagli attacchi dell’orso e arginare i danni provocati dai grandi predatori (non solo l’orso, ma anche il lupo).
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
dal Trentino
Orso trentino travolto e ucciso da un treno in Svizzera
Orso trentino travolto da un treno nell'Engadina, nella notte tra venerdì e sabato. L'incidente è avvenuto nella notte e sembra si tratti dell'animale che da una settimana era stato avvisato in zona, di circa 110 chilogrammi. Non si può dire con certezza, come riporta il quotidiano locale "Trentino", se avesse trascorso l'inverno in Svizzera, o se si fosse svegliato da poco dal letargo e fosse poi arrivato fino oltre il confine. Qualche certezza in più, anche sulla sua identità, dovrebbe arrivare con gli accertamenti che verranno effettuati. Non si tratta dell'unico plantigrado a esser stato investito da un treno nella zona. Era accaduto nel 2012 nei Grigioni, ma quell'orso era sopravvissuto.
Orso trentino travolto e ucciso da un treno in Svizzera
Orso trentino travolto da un treno nell'Engadina, nella notte tra venerdì e sabato. L'incidente è avvenuto nella notte e sembra si tratti dell'animale che da una settimana era stato avvisato in zona, di circa 110 chilogrammi. Non si può dire con certezza, come riporta il quotidiano locale "Trentino", se avesse trascorso l'inverno in Svizzera, o se si fosse svegliato da poco dal letargo e fosse poi arrivato fino oltre il confine. Qualche certezza in più, anche sulla sua identità, dovrebbe arrivare con gli accertamenti che verranno effettuati. Non si tratta dell'unico plantigrado a esser stato investito da un treno nella zona. Era accaduto nel 2012 nei Grigioni, ma quell'orso era sopravvissuto.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Da ALTO ADIGE Cronaca:




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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
della serie.. gli orsi non attacco l'uomo!!
Allarme orsi in Nord Giappone: quattro persone morte sbranate
Roma, 13 giu. (askanews) - Le autorità giapponesi hanno rinnovato oggi il loro appello alla prudenza dopo che quattro persone sono morte per attacchi di orsi nella prefettura di Akita, Nord del Paese. "Alcuni abitanti ignorano i nostri avvertimenti, pensano che non incroceranno orsi o che saranno in grado di uscirne in caso di pericolo", ha dichiarato Masaru Kobayashi, un responsabile della prefettura di Akita. Gli attacchi di orsi non sono eccezionali in questa zona, ma sono raramente mortali. Dal 1979 al 2015 ci sono state solo otto vittime. Tuttavia, nel mese scorso, in un'area nella zona di Kazuna, ve ne sono stati tre. Si tratta di persone che s'inoltrano nel bosco per raccogliere il bambù. Una quarta persona, una donna di 74 anni, è stata ritrovata venerdì. Andava alla ricerca di fiori selvatici. (Fonte Afp).
Allarme orsi in Nord Giappone: quattro persone morte sbranate
Roma, 13 giu. (askanews) - Le autorità giapponesi hanno rinnovato oggi il loro appello alla prudenza dopo che quattro persone sono morte per attacchi di orsi nella prefettura di Akita, Nord del Paese. "Alcuni abitanti ignorano i nostri avvertimenti, pensano che non incroceranno orsi o che saranno in grado di uscirne in caso di pericolo", ha dichiarato Masaru Kobayashi, un responsabile della prefettura di Akita. Gli attacchi di orsi non sono eccezionali in questa zona, ma sono raramente mortali. Dal 1979 al 2015 ci sono state solo otto vittime. Tuttavia, nel mese scorso, in un'area nella zona di Kazuna, ve ne sono stati tre. Si tratta di persone che s'inoltrano nel bosco per raccogliere il bambù. Una quarta persona, una donna di 74 anni, è stata ritrovata venerdì. Andava alla ricerca di fiori selvatici. (Fonte Afp).
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
In Trentino scappano in bike!!!
Cadine, inseguito da un orso scappa in bicicletta
Incontro ravvicinato in cima al Sorasass per Diego Cintura: «Erano in due, uno mi è venuto contro: io andavo ai 30 all’ora, ma anche lui»
TRENTO. Una discesa a rotta di collo in sella alla sua mountain bike con l’orso alle costole. «E io quella discesa la faccio ai 30 all’ora, ma l’orso era sempre lì, attaccato al mio sellino». Diego Cintura è felice di raccontare il suo incontro ravvicinato con l’orso (anzi con due orsi) perché poterne parlare e sorridere significa che il pericolo è scampato. Un «a tu per tu» con i plantigradi avvenuto lunedì sera verso le 18.30 in cima al Sorasass, sopra Cadine «a tre chilometri di distanza - commenta Cintura - dal luogo dove l’orso aveva aggredito il mio amico Vladimir Molinari». Dunque, Cintura, che ha un’impresa di costruzioni, aveva finito di lavorare e lunedì, come del resto fa tutti i giorni, ha inforcato la sua mountain bike ed è partito. «Il giro che faccio è quasi sempre lo stesso - racconta - arrivo fino in cima al Sorasass dove c’è una piazzola. Lì mi fermo, metto la giacca antivento, bevo qualcosa e poi torno a casa». Un tran tran che ieri è cambiato a causa di un incontro non voluto. «Ho tagliato l’ultimo tornante - spiega - facendo una scorciatoia e quindi sono arrivato sulla piazzola che indica la fine della salita con un po’ di sprint. Stavo per scendere dalla bici quando ho visto due orsi a cinque metri da me. Uno molto grosso, l’altro più piccolo ma non era un cucciolo».
Una botta di adrenalina e di paura ha spinto Cintura a risalire il sella e iniziare a pedalare perché l’orso più grande si stava avvicinando. «Forse il fatto di essere arrivato sulla piazzola con un po’ di velocità, è stato letto dagli animali come un tentativo di aggressione. Comunque quello grosso si stava avvicinando e io ho iniziato a pedalare lungo una strada bianca. Lì io vado ai 30 all’ora, lo so per certo e l’animale era lì a pochi centimetri dal sellino. Allora ho preso una stradina molto ripida ma che conoscono molto bene. E il mio pensiero era solo “spero di non cadere” perché l’orso era sempre lì». Un inseguimento durato per un altro centinaio di metri fino a quando, girandosi un secondo per controllare la situazione, Cintura ha visto che era solo. «Ma non mi sono fermato per vedere dove era finito l’orso. Ho continuato a pedalare fino a quando non sono arrivato a casa. E solo lì mi sono sentito fuori pericolo». La sua famiglia (moglie e tre figli) è stata la prima ad ascoltare la sua storia. Con uno dei figli che gli ha chiesto se avesse fatto una foto dell’orso. I secondi sono stati gli agenti della forestale della zona. «Quando Vladimir è stato aggredito, un anno fa - spiega Cintura - per tre giorni avevo smesso di andare in quella zona. Poi mi sono informato e ho ricominciato. E adesso? Oggi non ci vado ma penso che sì, tornerò anche se prima devo pensarci molto bene». E ieri la Provincia ha anche rammentato le regole per gli incontri con l’orso: non attirare l’orso, non lasciare mai cibo, in caso di avvistamento a distanza, non avvicinarsi, in caso di incontro ravvicinato, non correre o muoversi con concitazione, allontanarsi lentamente, segnalare per tempo la propria presenza facendo del rumore o parlando ad alta voce, tenere i cani al guinzaglio, comunicare eventuali segni di presenza chiamando il 335/7705966, per le emergenze chiamare il 115. (m.d.)

Cadine, inseguito da un orso scappa in bicicletta
Incontro ravvicinato in cima al Sorasass per Diego Cintura: «Erano in due, uno mi è venuto contro: io andavo ai 30 all’ora, ma anche lui»
TRENTO. Una discesa a rotta di collo in sella alla sua mountain bike con l’orso alle costole. «E io quella discesa la faccio ai 30 all’ora, ma l’orso era sempre lì, attaccato al mio sellino». Diego Cintura è felice di raccontare il suo incontro ravvicinato con l’orso (anzi con due orsi) perché poterne parlare e sorridere significa che il pericolo è scampato. Un «a tu per tu» con i plantigradi avvenuto lunedì sera verso le 18.30 in cima al Sorasass, sopra Cadine «a tre chilometri di distanza - commenta Cintura - dal luogo dove l’orso aveva aggredito il mio amico Vladimir Molinari». Dunque, Cintura, che ha un’impresa di costruzioni, aveva finito di lavorare e lunedì, come del resto fa tutti i giorni, ha inforcato la sua mountain bike ed è partito. «Il giro che faccio è quasi sempre lo stesso - racconta - arrivo fino in cima al Sorasass dove c’è una piazzola. Lì mi fermo, metto la giacca antivento, bevo qualcosa e poi torno a casa». Un tran tran che ieri è cambiato a causa di un incontro non voluto. «Ho tagliato l’ultimo tornante - spiega - facendo una scorciatoia e quindi sono arrivato sulla piazzola che indica la fine della salita con un po’ di sprint. Stavo per scendere dalla bici quando ho visto due orsi a cinque metri da me. Uno molto grosso, l’altro più piccolo ma non era un cucciolo».
Una botta di adrenalina e di paura ha spinto Cintura a risalire il sella e iniziare a pedalare perché l’orso più grande si stava avvicinando. «Forse il fatto di essere arrivato sulla piazzola con un po’ di velocità, è stato letto dagli animali come un tentativo di aggressione. Comunque quello grosso si stava avvicinando e io ho iniziato a pedalare lungo una strada bianca. Lì io vado ai 30 all’ora, lo so per certo e l’animale era lì a pochi centimetri dal sellino. Allora ho preso una stradina molto ripida ma che conoscono molto bene. E il mio pensiero era solo “spero di non cadere” perché l’orso era sempre lì». Un inseguimento durato per un altro centinaio di metri fino a quando, girandosi un secondo per controllare la situazione, Cintura ha visto che era solo. «Ma non mi sono fermato per vedere dove era finito l’orso. Ho continuato a pedalare fino a quando non sono arrivato a casa. E solo lì mi sono sentito fuori pericolo». La sua famiglia (moglie e tre figli) è stata la prima ad ascoltare la sua storia. Con uno dei figli che gli ha chiesto se avesse fatto una foto dell’orso. I secondi sono stati gli agenti della forestale della zona. «Quando Vladimir è stato aggredito, un anno fa - spiega Cintura - per tre giorni avevo smesso di andare in quella zona. Poi mi sono informato e ho ricominciato. E adesso? Oggi non ci vado ma penso che sì, tornerò anche se prima devo pensarci molto bene». E ieri la Provincia ha anche rammentato le regole per gli incontri con l’orso: non attirare l’orso, non lasciare mai cibo, in caso di avvistamento a distanza, non avvicinarsi, in caso di incontro ravvicinato, non correre o muoversi con concitazione, allontanarsi lentamente, segnalare per tempo la propria presenza facendo del rumore o parlando ad alta voce, tenere i cani al guinzaglio, comunicare eventuali segni di presenza chiamando il 335/7705966, per le emergenze chiamare il 115. (m.d.)
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
dal Trentino al Veneto..... addirittura una mucca!! ma gli orsi non erano vegetariani!!!
L'orso attacca le manze al pascolo a Forni di Sotto, ne uccide sei e ne mangia una
UDINE. L’orso Francesco non ha abbandonato le brutte abitudini e come aveva fatto ad Asiago ha attaccato manzette e vitelli in località Stali dal mur (Forni di Sotto), dietro il monte Corno, sopra Caprizi.ì Secondo la prima ricostruzione effettuta dalle guardie forestali della stazione di Forni di Sopra, tra sabato e domenica, il plantigrado ha rincorso una decina di capi. Sei manze sono finite in un canalone e qui una è stata mangiata dall’orso. Altre quattro mancano all’appello, ma è molto probabile che si siano spaventate e allontanate dal luogo dove stavano pascolando. L’allevatore, un altoatesino titolare di una stalla a Forni di Sotto, era stato invitato ad aumentare i controlli domenica dagli agenti della guardia forestale, gli stessi che dopo aver ricevuto dall’università i punti dove era transitato l’orso avevano già effettuato un sopralluogo senza trovare traccia dell’attacco. In queste ore il coordinatore delle ricerche sulla fauna selvatica dell’università di Udine, Stefano Filacorda, sta effettuando un sopralluogo nella zona del parco delle Dolomiti friulane dove il plantigrado si era diretto dopo l’attacco. Filacorda sta tentando di rintracciare l’animale con le radio: la zona non è coperta dalla rete telefonica e il collare di Francesco non riesce a trasmettere le segnalazioni.
L'orso attacca le manze al pascolo a Forni di Sotto, ne uccide sei e ne mangia una
UDINE. L’orso Francesco non ha abbandonato le brutte abitudini e come aveva fatto ad Asiago ha attaccato manzette e vitelli in località Stali dal mur (Forni di Sotto), dietro il monte Corno, sopra Caprizi.ì Secondo la prima ricostruzione effettuta dalle guardie forestali della stazione di Forni di Sopra, tra sabato e domenica, il plantigrado ha rincorso una decina di capi. Sei manze sono finite in un canalone e qui una è stata mangiata dall’orso. Altre quattro mancano all’appello, ma è molto probabile che si siano spaventate e allontanate dal luogo dove stavano pascolando. L’allevatore, un altoatesino titolare di una stalla a Forni di Sotto, era stato invitato ad aumentare i controlli domenica dagli agenti della guardia forestale, gli stessi che dopo aver ricevuto dall’università i punti dove era transitato l’orso avevano già effettuato un sopralluogo senza trovare traccia dell’attacco. In queste ore il coordinatore delle ricerche sulla fauna selvatica dell’università di Udine, Stefano Filacorda, sta effettuando un sopralluogo nella zona del parco delle Dolomiti friulane dove il plantigrado si era diretto dopo l’attacco. Filacorda sta tentando di rintracciare l’animale con le radio: la zona non è coperta dalla rete telefonica e il collare di Francesco non riesce a trasmettere le segnalazioni.
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