Bel giro in Val Predusola
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- elio.biava
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Re: Bel giro in Val Predusola
Grazie dvdb...ma è Franchino che fa tutto, riscopre luoghi e anche toponimi ormai dimenticati!
Ultima modifica di elio.biava il domenica 8 novembre 2015, 11:22, modificato 4 volte in totale.
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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
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- elio.biava
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Re: Bel giro in Val Predusola
un nome indimenticabile...
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- Franchino
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Re: Bel giro in Val Predusola
Grazie a tutti!! @ elio biava Beh, una volta su una storia bergamasca ho trovato il vocabolo aral. E ho cercato in internet che mi dava aral o ajal o ral: spiazzo creato nel bosco che i carbonai spianavano il terreno per mettere la catasta di legna, fatta a forma conica, per fare il carbone. Nei miei giri in Valle ne ho visti tanti. Per i nomi originali di baite o luoghi io copio dalla gente nativa del posto. Per esempio per i posti per andare alla Casera Casamea ne parla marioff che in loco possiede ancora dei boschi. Per la Val Predusola 2 anni fa ci fece un giro con i suoi amici rugetor e lo accompagnava un certo Mario brembillese che sapeva tutti i nomi originali e conosceva bene di sicuro la Valle. Un sincero saluto a tutti.

- elio.biava
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Re: Bel giro in Val Predusola
Ah ho capito adesso cosa intendi, la "piazza del carbone" a forma di ellisse. Però quella che hai postato tu sopra sembra più un terrazzamento per ricavare un fazzoletto di terra lavorabile a prato o a campo, il muro è a monte.Franchino ha scritto:... su una storia bergamasca ho trovato il vocabolo aral. ... spiazzo creato nel bosco che i carbonai spianavano il terreno per mettere la catasta di legna, fatta a forma conica, per fare il carbone...
Nella piazza ricavata per il Poiàt, il muro a secco è a valle, a monte non c'era, si utilizzava direttamente la scarpata per ricavarne terra per far da mantello alla catasta durante la cottura del legname a carbone.
Solitamente tali piazzole sono riconoscibili dalle tre pietre sul lato destro che fungevano da fornello per il paiolo. A mezzo metro da questo un doppio muretto che serviva da riparo per la tenda ed il giaciglio (mentre si faceva da mangiare il Carbunér controllava i fumaioli del cono carbonifero, anche nel dormiveglia faceva lo stesso direttamente dalla tenda. Di solito lo schema è fisso, un mestiere particolare che si tramandava con riti precisi, gesti scaramantici, nulla era lasciato al caso, non era concesso sbagliare altrimenti invece del carbone si raccoglieva cenere.
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- andrea.brembilla
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Re: Bel giro in Val Predusola
Oh ma cosa ho scatenato con questa Predusola?!
A distanza di anni ancora reportage... bello bello!
Davvero, il forum della Val Brembana ha contribuito in modo determinante a togliere questa valle dall'oblio e, grazie all'opera di Franchino, a riscoprire vecchi toponimi e sentieri.
Te l'ho detto Franchino, la tua opera è meritoria!
A distanza di anni ancora reportage... bello bello!
Davvero, il forum della Val Brembana ha contribuito in modo determinante a togliere questa valle dall'oblio e, grazie all'opera di Franchino, a riscoprire vecchi toponimi e sentieri.
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Andrea Carminati, brembano; moderatore forum
cai.vallebrembana.org
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- Franchino
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Re: Bel giro in Val Predusola
Sì, elio anche la tua osservazione è giusta! E descrivi bene anche le varie fasi del lavoro del carbonai!! Il caso è che io ho visto, a monte del muretto a secco, che il terreno era in salita e quindi non fosse stato usato per qualche coltivazione, e in zona non ho visto qualche rudere di baite, e quel piccolo pianoro era verso valle. Certamente, essendo passati tanti anni, non si capisce bene a cosa servisse! Certo è che è stato costruito dall'uomo.elio.biava ha scritto:Ah ho capito adesso cosa intendi, la "piazza del carbone" a forma di ellisse. Però quella che hai postato tu sopra sembra più un terrazzamento per ricavare un fazzoletto di terra lavorabile a prato o a campo, il muro è a monte. Nella piazza ricavata per il Poiàt, il muro a secco è a valle, a monte non c'era, si utilizzava direttamente la scarpata per ricavarne terra per far da mantello alla catasta durante la cottura del legname a carbone. Solitamente tali piazzole sono riconoscibili dalle tre pietre sul lato destro che fungevano da fornello per il paiolo. A mezzo metro da questo un doppio muretto che serviva da riparo per la tenda ed il giaciglio (mentre si faceva da mangiare il Carbunér controllava i fumaioli del cono carbonifero, anche nel dormiveglia faceva lo stesso direttamente dalla tenda. Di solito lo schema è fisso, un mestiere particolare che si tramandava con riti precisi, gesti scaramantici, nulla era lasciato al caso, non era concesso sbagliare altrimenti invece del carbone si raccoglieva cenere.








