Anche le nubi conducono lo sguardo verso orizzonti spettacolari .
Mi soffermo ancora un momento, poi lo sguardo si sposta forzatamente in basso per meglio vedere dovo poso i piedi visto che ora ci sono brevi tratti un po' più impegnativi.
La pausa è stata breve ma intrisa di stupore. Affrontiamo la discesa verso il bivacco MA.GA. dalla parte opposta alla salita.
Il pregio che ho apprezzato di questo lato è l'assenza di passaggi insidiosi.
Appoggiati al muro del bivacco, consumo il mio primo panino farcito estemporaneamente con lo speck. Per quanto gustoso però, aveva ancora qualcosa da invidiare al piatto di spaghetti al sugo fumanti, preparati dal rifugista, che i nostri vicini stavano consumando avidamente .
Bevuto il caffè preparato dallo stesso cuoco, ripartiamo. Ma prima di dirigerci verso il Valbona, convinco facilmente Battista a visitare la croce sovrastante il bivacco che mi dicono essere il "Chignol d'Aral". Fissato alla croce, un cilindro con tappo a vite custodisce il quaderno delle visite sul quale anche noi lasciamo la testimonianza del nostro passaggio e della giornata.