Sì perchè il Rondenino l'ho salito due volte, una volta dalla sua potente cresta nord e una volta dalla placconata, sempre sulla parete nord, ma non sono mai stato proprio sulla vetta vetta, fermandomi a pochi metri dalla cima, la prima volta per l'ora tarda, la seconda volta perchè "turbato" dal grosso masso che mi aveva colpito mentre ero in sosta durante la salita.
Decido quindi di "copiare" la traversata della cresta principale, dalla bocchetta di Podavitt (o Podavite) in direzione del monte Aga.
Per rendere però la cosa un po' più divertente decido di salire in mtb fino al lago del Diavolo, soluzione che avevo già sperimentato in passato e che trovo molto piacevole, perchè almeno fino al rif. Longo la salita non è difficile e la discesa invece è un superbonus.
Maurizio consiglia di fare un doppia per superare un intaglio nella salita alla vetta e, memore della precedente discesa non difficile ma delicata nei pressi di un intaglio, decido di seguire il consiglio, portando uno spezzone di 30 m di corda.
In questo modo è possibile fare la traversata tenendosi quasi sempre in cresta, rendendola leggermente più alpinistica ma a mio parere molto più divertente.
Morale: il materiale della gita si compone di mtb (tradizionale), imbrago, casco, corda e materiale per la doppia...e bastoncini per il tratto "camminato".
Ovviamente quando propongo ai soci la gita mi guardano con compatimento e si defilano. Nessuno condivide la mia passione per le discipline "miste"
Per sentirmi meno solo aggiungo quindi al materiale anche una radio PMR, per sperimentare dalla vetta del Rondenino il funzionamento del progetto di Rete Radio Montana.
Parto dal paese di Carona, per scaldare le gambe prima delle prime vere pendenze, poi con calma affronto il ripido tratto dopo Pagliari. Dopo i tornanti, come ricordavo, la pedalata diventa piacevole, a tratti pianeggianti fino al Longo, mentre sopra il Longo proseguo parzialmente a spinta fino al lago. Quest'anno, finalmente, c'è di nuovo tanta acqua.

Primo cambio di assetto e lasciata la mtb salgo il passo della Selletta, dove dei locals mi attendono curiosi

Dopo il passo il panorama si apre e il sole fa capolino tra le nebbie sopra Poris e Grabiasca

