Trekking-Tour delle Tre Valli

[sigmar]

wow - mancati per 1 soffio - siamo partiti alle 7.10 dalla Lavina - Gran peccato - - come voi molte le soste per le fotografie, ma a Morterone ci siamo fermati per un bel piatto di affettati , " ù bò tèp " - - rientrati alla base verso le 13 circa - piccola frana sul sentiero , dopo il torrentello " da guadare "!!! - la prossima volta " copia ed incolla " del vostro giro , tempo permenttendo -

[arrigoarrigoni]

caro Gino, complimenti e grazie per il nuovo bel servizio sulla "mia" Valtaleggio: mi incuriosisce sempre molto guardare come gli altri la vedono e la descrivono e ogni servizio mi dà sempre nuove emozioni e mi porta l'aria di casa mia. Spero non ti dispiaccia se, come faccio ogni tanto, mi permetto qualche integrazione e qualche correzione ai testi (sulle foto solo tanto di cappello!): soprattutto a uso e consumo di quelli che sicuramente, stimolati da te e dai tuoi compagni di viaggio, vorranno fare questo bel giro. Integrazioni e correzioni: il primo torrente che avete guadato dopo 500 metri dalla partenza al ponte della Lavina è il torrente Casera (anche Casere) o del Chignolo, un torrentello - formato da due ruscelletti che nascono, appunto, nella zona del Chignolo nei pressi del Roccolo della Sella - che quando si gonfia prende parecchia forza, dato anche il notevole dislivello. Prima di arrivare alla sorgente si tagliano altri corsi d'acqua, tra cui il Bordesiglio che si supera con un lungo ponte costruito quasi 60 anni fa dalla Società Orobia (proprietaria delle centraline dell'Orrido dei Serrati) poi confluita nell'Enel.

Il nome Fiume latte, usato da tante pubblicazioni e da tante carte, non è una trascrizione corretta del nome dialettale Fümlacc che vuol dire fumo latte (Vapore bianco) piuttosto che fiume latteo. Sul ponte di corda devo dirti che non ho mai sentito raccontare delle bestie calate con le corde: può anche essere. Dagli anziani ho sempre sentito raccontare che si chiama così perché la forma della sua prima struttura (inizio novecento, quando vennero realizzate le centraline e il filo elettrico portava la corrente prodotta nell'Orrido fino a Lecco risalendo tutta la valle, scollinando da Olino e scendendo la valle di Boazzo fino alle industrie lecchesi) era assai precaria, fatta di corde d'acciaio ben tese che rendevano piuttosto eccitante l'attraversamento! il torrente che scorre in profondità sotto il Ponte di corda si chiama Remola (che potrebbe avere a che fare, ma non ne ho certezza, con "solitario" o, forse di più, con " lento": così è infatti la parte superiore del suo corso, abbastanza pianeggiante, che nasce nella zona di Muschiada appena sotto la strada agrosilvopastorale realizzata pochi anni fa che dall'alberghetto della Culmine di San Pietro dopo un ampio giro scende sulla strada provinciale di Morterone di fianco alla galleria di Olino.

In realtà la Remola costituisce la parte superiore - e quasi il prolungamento - dell'Enna: quest'ultima buttandosi nel letto della Remola dopo l'uscita dalla sua caverna e i primi salti magnifici che avete immortalato anche voi, gli ruba il nome e le acque e, più a valle, anche quelle del Bordesiglio avviandosi verso San Giovanni Bianco (niente Val Brembilla e niente Clanezzo!) non senza aver ricevuto gli apporti di numerosi altri torrenti, tra cui il Mulino, il Salzana e il Vallasnina dal versante settentrionale, lo Sfrì e la Val Bona dal versante meridionale. La Valle di Morterone, anche se in territorio lecchese (un tempo comasco) dal punto di vista geografico e geologico, e anche storico, fa parte della valle Taleggio, formandone il bacino superiore occidentale, assai più piccolo di quello orientale costituito dalla valle Taleggio vera e propria.

Infine il laghetto del Pallio è più noto come "laacc de Valmana" per secoli riferimento per l'abbeverata di migliaia di manze caricate sugli alpeggi comunali di Morterone (ceduti al Demanio agli inizi degli Anni 50 per avere dallo Stato i finanziamenti per realizzare la strada carrozzabile che ha collegato Morterone con Ballabio) e della vicina Valle Imagna. Fino a non molti anni fa, (prima della comparsa delle alghe rosse, dei tritoni immessi a capocchia e delle chiazze oleose lasciate dall'azione di qualche sciagurato) anche culla di migliaia e migliaia di girini che, una volta fatti rane, invadevano gli ampi prati e pascoli oggi in buona parte ridotti a bosco. Infine ancora. lo Zucco di Valbona localmente è conosciuto e chiamato "Mincucco", ossia monticello. Scusa la consueta puntigliosità. Spero che qualche informazione possa tornare utile a chi si recherà in zona e un abbraccio. Arrigo Arrigoni

[püdiscia]

Arrigo le tue precisazioni sono sempre molto interessanti!!!

Complimenti al duo Alvin-Valanga per il bel giro, devo farlo quest'estate perchè voglio andare a vedere "Ol fo de Valmana"...

[IW2LBR]

grazie mille Arrigo, sempre preziosi i tuoi interventi...

[G72]

particolare l'attraversamento del Put de Corda dell'alta gola, in tempo di guerra gli abitanti del luogo calarono con le corde pecore e capre per preservarle dalle molte razzie di tedeschi e fascisti

Peccato che non hai messo lo scatto, mi ricordo quando ci son stato è da paura
son sceso anche a valle ed il ponte lo vedi su alto alto alto, in qualche guida lo descrivono come un ponte da indiana jones

ciao bel giro complimenti

[G72]

autoscatto del duo sulla Cima Coppi del lungo itinerario: Zuc di Valbona (1546 m)

formidabile citazione da giro d'Italia, da veri appassionati di sport "duri"

ciaoooo

[andrea.brembilla]

Alla Trattoria ci fermiamo per una birretta e ritroviamo il Maurizio che ci riconosce dalla sosta del 2008
Ha stampato e appeso la foto ricordo di quel giorno.. http://www.valbrembanaweb.org/forum/sor ... atte11.jpg

Che bei ricordi a Morterone, e che tagliere super!! (anche il vinello me lo ricordo notevole) Sì sì dobbiamo tornarci per una camminata enograstro, mi ha emozionato il fatto che abbia appeso la nostra foto!!