Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Re: Orso nelle Alpi Orobie
Le feci e dei peli di JJ5 nella recinzione (anche incastrati nella resina di un albero)!


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Re: Orso nelle Alpi Orobie
Oltre alle oche ha preso (la notte successiva) un sacco di mangime e … ha fatto come pollicino seminando per tutto il bosco granelli di cibo! che carino! Tempo un mesetto e sapremo se sono uno o più orsi!

Ringrazio Chiara per le belle e importanti immagini, testimonianza del passaggio di JJ5 a Lenna..
Questa notte non ha lasciato traccia... sara' salito al Moss??
Auguri di Buona e serena Pasqua a tutti...
Ringrazio Chiara per le belle e importanti immagini, testimonianza del passaggio di JJ5 a Lenna..
Questa notte non ha lasciato traccia... sara' salito al Moss??

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Re: Orso nelle Alpi Orobie
Secondo me come ho già detto altre volte..son più orsi!!
E la cosa se devo essere sincero a me non spiace!!
Buona Pasquetta a tutti!!
Alle prossime news sull'orso orobico..ciao ciao
E la cosa se devo essere sincero a me non spiace!!
Buona Pasquetta a tutti!!
Alle prossime news sull'orso orobico..ciao ciao
Re: Orso nelle Alpi Orobie
Notizia tratta dal sito del "Corriere della Sera" in data odierna
La Slovenia ordina: troppi orsi, uccidete 75 «fratelli» di JJ3
Rivolta del Wwf: lasciateli emigrare altrove
«Guerra» di cifre Fra ministero e ambientalisti
L’esperto: pianifichiamo un loro insediamento vicino a Tarvisio
I numeri: Stando al governo sloveno, nella zona gli orsi sono più di 450: ogni anno 25 muoiono in incidenti stradali
Pericolo e danni : il responsabile italiano: rappresentano una ricchezza faunistica, non un pericolo. I danni si possono prevenire
MILANO — Giusto un anno fa, un orso irrequieto e affamato, JJ3 (107 chili, consumatore vorace non solo di cervi dilaniati ma anche di alimenti trovati, a valle, rovistando nei bidoni della spazzatura), fu abbattuto, con un ordine legale, in un bosco di abeti e di larici, a Thusis, nel cuore del Canton dei Grigioni. E fu polemica a suon di commenti indignati delle associazioni eco-animaliste, nel nostro Paese, da dove l’orso bruno era partito per l’ultimo viaggio, cominciato dal parco trentino dell’Adamello Brenta e tragicamente terminato in Svizzera. È inevitabile richiamare quel fatto che suscitò clamore per la morte indotta di un unico esemplare, allorché dalla Slovenia giunge la notizia che dà conto di una decisione (presa negli stessi giorni, che sarà portata a compimento nel 2009) del locale ministero dell’Ambiente di licenza di abbattimento di ben 75 orsi bruni «fratelli» di JJ3 (per inciso, la stessa ordinanza prevede l’eliminazione di 10 lupi, specie protetta dal ’93, su un totale di circa 70 stanziali).
«Se, in seguito a una vivace controversia, non fosse intervenuta la Corte Costituzionale a richiamare la Direttiva europea 92/43 "Habitat", la strage di orsi sarebbe stata ancora più vasta—puntualizza Massimiliano Rocco, responsabile per l’Italia del programma specie Wwf — i cacciatori ne avrebbero ucciso almeno un centinaio. Quota eccessiva rispetto alla popolazione degli orsi».
La Slovenia spietata (dove alcuni chef, su richiesta, cucinano anche la carne dell’orso), in verità, ha diminuito progressivamente gli abbattimenti. Che, secondo i protezionisti, risultano comunque troppi. E qui entra in ballo il gioco delle cifre: da quel che si intuisce, il governo fornisce numeri al rialzo («adesso parla di una presenza di 440/490 esemplari, ma si arrivò a sostenere che fossero 750», dice Rocco), mentre gli ecologisti/animalisti tendono al ribasso. Ancora: uno dei motivi della dichiarata necessità di decimazione degli orsi riguarderebbe il loro habitat concentrato in un’area ristretta: una zona a sud est della Slovenia (confinante con la Croazia) più piccola della Corsica. E sì che, ogni anno, 25 di loro muoiono— secondo le stesse stime governative slovene — a causa di incidenti d’auto e di treno.
La caccia all’orso, infine, sarebbe giustificata dai danni inferti all’agricoltura: nel 2008, quantificabili in 450.000 euro. Argomentazioni fuorvianti—insiste il Wwf —. Buona parte degli orsi abbattuti, con la scusa dell’alta concentrazione, in realtà si sposterebbero in altri luoghi, se fosse loro permesso. Rocco suggerisce la pianificazione territoriale e vedrebbe bene un nuovo insediamento di orsi bruni nell’area di Tarvisio, su tre confini: Slovenia, Austria, Italia.
Ma come si concilia la protezione con la potenziale pericolosità degli orsi anche per l’uomo? Risponde il responsabile del Wwf: «In Slovenia, l’unico caso di aggressione umana recente si è verificato, a causa di un incauto avvicinamento ai cuccioli. Così, è scattato da parte dell’orso l’istinto di difesa. In Italia, invece, sono decenni che non si registrano episodi analoghi». Nel nostro Paese, vi sono due gruppi stabili di popolazione: uno insediato sulle Alpi trentine, con circa 25/30 esemplari, il secondo sull’Appennino abruzzese con 40/45. «Essi rappresentano una ricchezza faunistica, non un pericolo—spiega Rocco —. Non solo. Offrono un appeal turistico interessante e alimentano un indotto produttivo utile e fantasioso. Mi riferisco, ad esempio, a certi cibi come il pane dell’orso, il dolce dell’orso, il miele dell’orso, che vengono venduti nelle zone di richiamo». «A proposito di paventati danni all’agricoltura — conclude — si possono evitare con la prevenzione. Penso alle recinzioni elettrificate ed ai sistemi di allevamento consapevoli. Che tengano conto cioè della presenza di possibili predatori».
Marisa Fumagalli
14 aprile 2009
La Slovenia ordina: troppi orsi, uccidete 75 «fratelli» di JJ3
Rivolta del Wwf: lasciateli emigrare altrove
«Guerra» di cifre Fra ministero e ambientalisti
L’esperto: pianifichiamo un loro insediamento vicino a Tarvisio
I numeri: Stando al governo sloveno, nella zona gli orsi sono più di 450: ogni anno 25 muoiono in incidenti stradali
Pericolo e danni : il responsabile italiano: rappresentano una ricchezza faunistica, non un pericolo. I danni si possono prevenire
MILANO — Giusto un anno fa, un orso irrequieto e affamato, JJ3 (107 chili, consumatore vorace non solo di cervi dilaniati ma anche di alimenti trovati, a valle, rovistando nei bidoni della spazzatura), fu abbattuto, con un ordine legale, in un bosco di abeti e di larici, a Thusis, nel cuore del Canton dei Grigioni. E fu polemica a suon di commenti indignati delle associazioni eco-animaliste, nel nostro Paese, da dove l’orso bruno era partito per l’ultimo viaggio, cominciato dal parco trentino dell’Adamello Brenta e tragicamente terminato in Svizzera. È inevitabile richiamare quel fatto che suscitò clamore per la morte indotta di un unico esemplare, allorché dalla Slovenia giunge la notizia che dà conto di una decisione (presa negli stessi giorni, che sarà portata a compimento nel 2009) del locale ministero dell’Ambiente di licenza di abbattimento di ben 75 orsi bruni «fratelli» di JJ3 (per inciso, la stessa ordinanza prevede l’eliminazione di 10 lupi, specie protetta dal ’93, su un totale di circa 70 stanziali).
«Se, in seguito a una vivace controversia, non fosse intervenuta la Corte Costituzionale a richiamare la Direttiva europea 92/43 "Habitat", la strage di orsi sarebbe stata ancora più vasta—puntualizza Massimiliano Rocco, responsabile per l’Italia del programma specie Wwf — i cacciatori ne avrebbero ucciso almeno un centinaio. Quota eccessiva rispetto alla popolazione degli orsi».
La Slovenia spietata (dove alcuni chef, su richiesta, cucinano anche la carne dell’orso), in verità, ha diminuito progressivamente gli abbattimenti. Che, secondo i protezionisti, risultano comunque troppi. E qui entra in ballo il gioco delle cifre: da quel che si intuisce, il governo fornisce numeri al rialzo («adesso parla di una presenza di 440/490 esemplari, ma si arrivò a sostenere che fossero 750», dice Rocco), mentre gli ecologisti/animalisti tendono al ribasso. Ancora: uno dei motivi della dichiarata necessità di decimazione degli orsi riguarderebbe il loro habitat concentrato in un’area ristretta: una zona a sud est della Slovenia (confinante con la Croazia) più piccola della Corsica. E sì che, ogni anno, 25 di loro muoiono— secondo le stesse stime governative slovene — a causa di incidenti d’auto e di treno.
La caccia all’orso, infine, sarebbe giustificata dai danni inferti all’agricoltura: nel 2008, quantificabili in 450.000 euro. Argomentazioni fuorvianti—insiste il Wwf —. Buona parte degli orsi abbattuti, con la scusa dell’alta concentrazione, in realtà si sposterebbero in altri luoghi, se fosse loro permesso. Rocco suggerisce la pianificazione territoriale e vedrebbe bene un nuovo insediamento di orsi bruni nell’area di Tarvisio, su tre confini: Slovenia, Austria, Italia.
Ma come si concilia la protezione con la potenziale pericolosità degli orsi anche per l’uomo? Risponde il responsabile del Wwf: «In Slovenia, l’unico caso di aggressione umana recente si è verificato, a causa di un incauto avvicinamento ai cuccioli. Così, è scattato da parte dell’orso l’istinto di difesa. In Italia, invece, sono decenni che non si registrano episodi analoghi». Nel nostro Paese, vi sono due gruppi stabili di popolazione: uno insediato sulle Alpi trentine, con circa 25/30 esemplari, il secondo sull’Appennino abruzzese con 40/45. «Essi rappresentano una ricchezza faunistica, non un pericolo—spiega Rocco —. Non solo. Offrono un appeal turistico interessante e alimentano un indotto produttivo utile e fantasioso. Mi riferisco, ad esempio, a certi cibi come il pane dell’orso, il dolce dell’orso, il miele dell’orso, che vengono venduti nelle zone di richiamo». «A proposito di paventati danni all’agricoltura — conclude — si possono evitare con la prevenzione. Penso alle recinzioni elettrificate ed ai sistemi di allevamento consapevoli. Che tengano conto cioè della presenza di possibili predatori».
Marisa Fumagalli
14 aprile 2009
GIU' LE MANI DALL'ORSO..
Re: Orso nelle Alpi Orobie
Ciao a tutti. Ieri ho visto delle impronte che potrebbero essere di JJ5 in Val Canale, nei pressi della baita Alpe Nèel. Salendo verso il laghetto, sulla sinistra rispetto alla traccia. Uso il condizionale perché non ho esperienza in merito, quello che posso assicurare è che erano impronte abbastanza larghe e profonde e non mi sembravano impronte di zoccolo.
Purtroppo non ho scattato foto, non ero nemmeno a conoscenza della presenza di un orso in zona e non ho dato peso alla cosa.
Purtroppo non ho scattato foto, non ero nemmeno a conoscenza della presenza di un orso in zona e non ho dato peso alla cosa.
Re: Orso nelle Alpi Orobie
mi verrebbe da chiedere: ma che numero porta?
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Re: Orso nelle Alpi Orobie
A me interessa molto sapere di più in merito a impronte in zona Valcanale, dovrei accertarle... erano nel fango o nella neve?
A chiunque pensi che gli orsi siano più di uno dico di stare cauti, piacerebbe saperlo subito ma solo il responso del DNA ci dirà la risposta corretta; per ora l'unico orso accertato è JJ5. Per saperne di più dovremo aspettare ancora un mesetto!
Chiara
A chiunque pensi che gli orsi siano più di uno dico di stare cauti, piacerebbe saperlo subito ma solo il responso del DNA ci dirà la risposta corretta; per ora l'unico orso accertato è JJ5. Per saperne di più dovremo aspettare ancora un mesetto!
Chiara
Re: Orso nelle Alpi Orobie
Nella neve.chiara.crotti ha scritto:A me interessa molto sapere di più in merito a impronte in zona Valcanale, dovrei accertarle... erano nel fango o nella neve?
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- Iscritto il: lunedì 9 marzo 2009, 21:41
Re: Orso nelle Alpi Orobie
Se erano nella neve allora è difficile dire con certezza che siano di orso, il sole e il caldo allagano le impronte degli animali e fanno assumere un aspetto rotondo, le impronte dell'orso, anche se allargate e rovinate dal sole hanno un aspetto piuttosto singolare,il cuscinetto plantare è leggermente più infossato e al contatto con la neve si possono ancora sentire(non sempre, dipende da quanto è rovinata l'impronta) i cuscinetti digitali. Grazie lo stesso!
Mi preme molto questo argomento: qualche giorno fa ho scritto che l'orso non è antropofago e aggredisce solo se provocato, vi voglio far leggere uno dei pochi casi in cui l'orso ha attaccato l'uomo nel 1880 per dimostrare che questi animali non aggrediscono casualmente ma solo se PROVOCATI!vorrei cercare di togliere la paura di tanti escursionisti o abitanti dei paesi montani.... lo so è un'utopia!!
Da più giorni erasi notato un orso il quale avventuravasi nelle campagne soprastanti Colico, pascendosi di castagne e di granturco. Fu deciso di dargli la caccia, e si formò una compagnia di 17 individui. Costoro scovarono, inseguirono, ed anche ferirono, la feroce bestia, ma non avevano potuto ucciderla. Gli stenti, il freddo, la fame, fecero tornare a casa i più, ma sei de’ cacciatori si ostinarono all’impresa. Ma che vitaccia! Il tempo uggioso, tetro, piovoso, ed anche le nevicate, furono causa che perdessero le tracce dell’amico, ma essi saldi, e riuscirono a scoprire ancora qua e colà le larghe orme ed anche vestigia di sangue. Ma robusti e coraggiosi, anzi fin temerarii, sprezzando fatiche, fame, pericoli, ebbero l’incredibile ardimento di valicare il Legnone, papà dei monti Lombardi, per erte che spaventano il viaggiatore anche d’estate. Fate conto come dovevano essere il terreno gelido e più duro del marmo, e coperto si sdrucciolevole neve. Dopo sei giorni finalmente rividero proprio l’orso sopra Fraina (territorio di Premana) in postazione scoscesissima. I cacciatori si appostarono, si avvicinarono carpon carpone, ed uno sparò due colpi. Urlò la belva, forse tocca dalle palle, e, come usano gli orsi, si lasciò andare a precipizio per la dirupata china. In fondo a questa era uno de’ sei uomini. Ingannato dalla nebbia, egli si mosse per accostarsi al posto preciso onde aveva sentito il rumore, ed ecco il feroce animale drizzarglisi contro in piedi, colle zanne protese. Costui però non arretra d’un passo, spiana il fucile e due volte preme il grilletto. Fatalità! Le capsule, impregnate di umidità, non prendono fuoco. Che deve fare il meschino? Trovatasi in un piccolo ripiano sopra un’alta balza, e l’unico sbocco era occupato dal nemico. Si sdraiò per terra, poiché l’orso di preferenza si avventa con le zampe anteriori levate, ma si vide perduto. E infatti la fiera adirata gli fu immediatamente sopra e l’addentò furibonda per una gamba presso la coscia.
Questo pezzo è tratto da "orsi e lupi, storie di bestie feroci in Valsassina, Valvarrone e dintorni" di Aldo Oriani che saluto e ringrazio per la sua disponibilità!
Vi avviso di una nuova segnalazione (arnia rovesciata) in territorio di Roncobello ma è dubbiosa, non sono stati trovati chiari segni di presenza dell'orso, quindi non sarei convinta al 100% del suo passaggio! Chiara
Mi preme molto questo argomento: qualche giorno fa ho scritto che l'orso non è antropofago e aggredisce solo se provocato, vi voglio far leggere uno dei pochi casi in cui l'orso ha attaccato l'uomo nel 1880 per dimostrare che questi animali non aggrediscono casualmente ma solo se PROVOCATI!vorrei cercare di togliere la paura di tanti escursionisti o abitanti dei paesi montani.... lo so è un'utopia!!
Da più giorni erasi notato un orso il quale avventuravasi nelle campagne soprastanti Colico, pascendosi di castagne e di granturco. Fu deciso di dargli la caccia, e si formò una compagnia di 17 individui. Costoro scovarono, inseguirono, ed anche ferirono, la feroce bestia, ma non avevano potuto ucciderla. Gli stenti, il freddo, la fame, fecero tornare a casa i più, ma sei de’ cacciatori si ostinarono all’impresa. Ma che vitaccia! Il tempo uggioso, tetro, piovoso, ed anche le nevicate, furono causa che perdessero le tracce dell’amico, ma essi saldi, e riuscirono a scoprire ancora qua e colà le larghe orme ed anche vestigia di sangue. Ma robusti e coraggiosi, anzi fin temerarii, sprezzando fatiche, fame, pericoli, ebbero l’incredibile ardimento di valicare il Legnone, papà dei monti Lombardi, per erte che spaventano il viaggiatore anche d’estate. Fate conto come dovevano essere il terreno gelido e più duro del marmo, e coperto si sdrucciolevole neve. Dopo sei giorni finalmente rividero proprio l’orso sopra Fraina (territorio di Premana) in postazione scoscesissima. I cacciatori si appostarono, si avvicinarono carpon carpone, ed uno sparò due colpi. Urlò la belva, forse tocca dalle palle, e, come usano gli orsi, si lasciò andare a precipizio per la dirupata china. In fondo a questa era uno de’ sei uomini. Ingannato dalla nebbia, egli si mosse per accostarsi al posto preciso onde aveva sentito il rumore, ed ecco il feroce animale drizzarglisi contro in piedi, colle zanne protese. Costui però non arretra d’un passo, spiana il fucile e due volte preme il grilletto. Fatalità! Le capsule, impregnate di umidità, non prendono fuoco. Che deve fare il meschino? Trovatasi in un piccolo ripiano sopra un’alta balza, e l’unico sbocco era occupato dal nemico. Si sdraiò per terra, poiché l’orso di preferenza si avventa con le zampe anteriori levate, ma si vide perduto. E infatti la fiera adirata gli fu immediatamente sopra e l’addentò furibonda per una gamba presso la coscia.
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