
Pericolo Valanghe, come affrontarlo?
Moderatori: MaCa, lucaserafini
- francesco1983
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Re: Pericolo Valanghe, come affrontarlo?
Mah... come in tutte le cose la prevenzione è utile ma ha i suoi limiti... di solito si tende a pensare che a se stessi non possa succedere nulla fino a quando... a volte... succede. Credo però che la posizione del CAI sia condivisibile... ci manca solo che mi mettano i tornelli anche in montagna! 

Re: Pericolo Valanghe, come affrontarlo?
A mio parere la proposta di rendere il fuoripista un reato puo' avere senso solo nel caso sia stato emanato dalle autorita' competenti (e non dai gestori degli impianti o simili) un divieto tassativo per una determinata area e per un determinato periodo, ma questo esclusivamente per le aree servite dagli impianti in cui uno scialpinista o un semplice sciatore fuoripista possano mettere a repentaglio l'incolumita' degli sciatori che si trovano in pista, o possano minacciare luoghi abitati o strade aperte al traffico. Avrei invece forti perplessita' sull'applicabilita' di una legge che vieti il fuoripista in luoghi lontani da quelli citati. Cosi' come troverei lesiva della liberta' di chiunque di muoversi in campi aperti (sempre comunque lontani da quelli gia' citati) la spada di Damocle per cui sarebbe punibile un eventuale incidente provocato involontariamente a danno di un altro frequentatore dello stesso luogo.
Chiunque si trovi in quel luogo deve essere consapevole del rischio (piu' o meno elevato a seconda delle condizioni del momento e del luogo) che corre e che fa correre agli altri frequentatori e viceversa, quindi sia il provocatore della valanga che l'eventuale vittima stanno sullo stesso piano. Sta al buonsenso di chiunque decidere o meno se e' il caso di avventurarsi in una certa zona con un determinato indice di pericolo. Se l'incidente avviene con un pericolo elevato, per giunta segnalato da un bollettino e dalle osservazioni meteo ecc, ecc.., vuol dire che sia il provocatore sia la vittima hanno usato poco buonsenso (o per lo meno sono stati "sfortunati", ma entrambi!). Sarebbe ingiusto accanirsi sul provocatore dell'incidente, avrebbero dovuto al limite starsene a casa entrambi.
Ripeto, diverso ovviamente e' il caso in cui la vittima sia uno sciatore in pista, o chiunque altro sia stato colpito su una strada aperta al traffico, un centro abitato, ecc...in questo caso sarebbe omicidio, per lo meno colposo, se non, in alcuni casi limite, assimilabile all'omicidio volontario. Ma questi ultimi casi sono gia' ampiamente coperti dalle leggi in vigore naturalmente..
Chiunque si trovi in quel luogo deve essere consapevole del rischio (piu' o meno elevato a seconda delle condizioni del momento e del luogo) che corre e che fa correre agli altri frequentatori e viceversa, quindi sia il provocatore della valanga che l'eventuale vittima stanno sullo stesso piano. Sta al buonsenso di chiunque decidere o meno se e' il caso di avventurarsi in una certa zona con un determinato indice di pericolo. Se l'incidente avviene con un pericolo elevato, per giunta segnalato da un bollettino e dalle osservazioni meteo ecc, ecc.., vuol dire che sia il provocatore sia la vittima hanno usato poco buonsenso (o per lo meno sono stati "sfortunati", ma entrambi!). Sarebbe ingiusto accanirsi sul provocatore dell'incidente, avrebbero dovuto al limite starsene a casa entrambi.
Ripeto, diverso ovviamente e' il caso in cui la vittima sia uno sciatore in pista, o chiunque altro sia stato colpito su una strada aperta al traffico, un centro abitato, ecc...in questo caso sarebbe omicidio, per lo meno colposo, se non, in alcuni casi limite, assimilabile all'omicidio volontario. Ma questi ultimi casi sono gia' ampiamente coperti dalle leggi in vigore naturalmente..
Ultima modifica di Skiador il mercoledì 10 febbraio 2010, 1:28, modificato 1 volta in totale.
- claudio valce
- Messaggi: 4583
- Iscritto il: venerdì 2 gennaio 2009, 15:50
- Località: San Pellegrino Terme (bg) 340 m.s.l.m.
Re: Pericolo Valanghe, come affrontarlo?
Legiferare sull'emotivita' del momento non porta nessun beneficio vedi ad esempio le stragi sulle strade: si continua a modificare i limiti di velocita', di alcool, di cellulare, di cinture di casco per proteggersi, ecc. ecc. ma si continua a non rispettarle. Bisogna invece secondo me' insegnare a riflettere bene sulle conseguenze delle proprie azioni e imparare a rinunciare è segno di intelligenza non di debolezza! Condivido pienamente la posizione del CAI. 

U, a che if? - Me a ó a öa. E u? - Me a ó a ì.
Re: Pericolo Valanghe, come affrontarlo?
Scusate fin da subito , ma adesso siamo stanchi di questa situazione, vi voglio far riflettere forumisti, in Italia è già tutto molto ben regolamentato, bisognerebbe solo far rispettare queste regole e che le persone si rivolgessero a persone veramente competenti. Alcuni esempi, quando devi prendere la patente uno va alla scuola guida, se ti fa male qualche cosa si va dal medico, i figli li mandiamo ad istruirsi da persone laureate, quando andiamo nelle aziende a formare e certificare personale x lavori in esposizione la legge prevede che vada gente qualificata (guide alpine ). Potrei portare ancora tantissimi esempi, io non voglio sminuire l'operato di nessuno, perchè al posto di rivolgersi a persone anche se. Pur brave (cai) non pensate di rivolgervi a chi x accompagnare o ad insegnare ha dovuto sostenere un iter formativo approvato e riconosciuto a livello internazionale. Bisogna smettere di scrivere anche sui vari forum che questo è sicuro, di la non si rischia niente....!!! se no, ognuno si prenda le sue responsabilità. Sono nel soccorso alpino da 20 anni, lavoro in elisoccorso sulle basi di Bergamo e Milano, di incidenti ne ho visti troppi, il Grem la cima Sicura che si può fare sempre, ormai è un detto storico, no!! negli ultimi 2 anni tre incidenti in valanga sono capitati proprio li, purtroppo questa volta c' è scappato l'ennesimo morto.
Altro esempio, domenica ero su una cascata a Carona, ho visto salire sulla strada del Calvi 2 gruppi da almeno 30 persone x gruppo più altra gente, lascio a voi i commenti ....!!!!! Anche per noi professionisti, lo tengo a precisare, il rischio zero non ESISTE!!!
Spero che ne esca un discorso costruttivo, questo è il nostro scopo, se volete informazioni sulle condizioni di itinerari, corsi, vie, cascate o altro chiamatemi pure al 3404158758 oppure mauroscanzi@gmail.com , le altre Guide Brembane le trovate sul sito delle Guide alpine Lombardia.
Per le Guide Alpine Valle Brembana
Mauro Scanzi
Altro esempio, domenica ero su una cascata a Carona, ho visto salire sulla strada del Calvi 2 gruppi da almeno 30 persone x gruppo più altra gente, lascio a voi i commenti ....!!!!! Anche per noi professionisti, lo tengo a precisare, il rischio zero non ESISTE!!!
Spero che ne esca un discorso costruttivo, questo è il nostro scopo, se volete informazioni sulle condizioni di itinerari, corsi, vie, cascate o altro chiamatemi pure al 3404158758 oppure mauroscanzi@gmail.com , le altre Guide Brembane le trovate sul sito delle Guide alpine Lombardia.
Per le Guide Alpine Valle Brembana
Mauro Scanzi
Re: Pericolo Valanghe, come affrontarlo?
Grazie alla Guida Alpina Mauro Scanzi per la disponibilita' a chiedere direttamente ad un grande professionista della montagna informazioni sulle condizioni.


Re: Pericolo Valanghe, come affrontarlo?
Quoto!!!meteopedro ha scritto:poi una cosa molto importante [size=130una volta lo sci alpinismo si faceva più tardi a fine Marzo inizio Aprile
adesso invece con la prima nevicata si parte subito.... [/size]
...ne son cambiate di cose

Mi son detto: Qui serve un capolavoro!Chi ho davanti,deve sapere che io posso passarlo in ogni momento -Valentino Rossi- dopo il Gp di spagna!
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- Messaggi: 115
- Iscritto il: martedì 10 febbraio 2009, 8:39
Re: Pericolo Valanghe, come affrontarlo?
Vorrei anch'io fornire un piccolo contributo alla discussione:
il delitto di valanga colposa è già previsto dall’art. 449 del c.p., con la reclusione da uno a cinque anni. Trattasi di reato di pericolo astratto (a tutela dell’incolumità pubblica), per cui la semplice causazione dell’evento, è sufficiente per l’incriminazione di cui trattasi (a prescindere quindi dal coinvolgimento di persone/cose).
Si aggiunga poi che, nel caso in cui la valanga provochi la morte o la lesione di una o più persone, il soggetto responsabile dovrà rispondere a titolo di concorso (quindi in aggiunta alla pena di cui sopra) di omicidio colposo o lesioni colpose.
Da "coreografia" al tutto, anche la responsabilità civile per i danni cagionati!
Come ricordava Mauro, non ci sono vuoti normativi in Italia: tutt’altro!
Vorrei invece spostare la riflessione su un altro tema: l’ARVA!
La normativa vigente (art. 17 L. 363/2003 e art. 16 bis L.R. 26/02) prevede testualmente “inoltre, gli sci-alpinisti devono munirsi, laddove, per le condizioni climatiche e della neve, sussistono evidenti rischi di valanghe, di appositi sistemi elettronici per garantire un idoneo intervento di soccorso” Sanzione da 25 a 250 euro.
A mio avviso su questa disposizione sarebbe auspicabile un intervento normativo! La norma dovrebbe essere più coercitiva ed incontrovertibile: obbligo per tutti i fruitori delle aree innevate (sciatori – snowbordisti - ciaspolatori – pedoni) esterne alle piste da sci, di munirsi SEMPRE (e quindi in qualsiasi condizione nivo/meteo) di apparecchio ARVA, pala e sondino, con sanzioni amministrative più cospicue.
Questo (forse), unitamente agli adeguati controlli, consentirebbe quanto meno:
1 di ridurre notevolmente i tempi di soccorso aumentando enormemente le probabilità di sopravvivenza dei soggetti coinvolti;
2 di ridurre i rischi degli operatori coinvolti nelle operazioni di soccorso ed i costi direttamente connessi alle operazioni di soccorso.
Concordo pienamente con Mauro che muoversi in montagna (e non solo nel periodo invernale) in sicurezza totale è pressoché impossibile (anche per i professionisti!): le variabili in gioco sono sempre troppe! Per questa ragione, gli incidenti in montagna non sempre sono frutto della sprovvedutezza di chi vi è coinvolto.
Certamente la formazione individuale e la consultazione dei professionisti della montagna, almeno in determinate situazioni, sono di fondamentale rilevanza, per aumentare la sicurezza di tutti!
Certo è che la consultazione del bollettino ARPA non può essere l’unico elemento di valutazione del rischio valanghe, e la sensibilizzazione della cultura (anche della sicurezza in montagna) non può evidentemente essere demandata sclusivamente al codice penale! Sarebbe troppo semplice!
Omar Regazzoni
il delitto di valanga colposa è già previsto dall’art. 449 del c.p., con la reclusione da uno a cinque anni. Trattasi di reato di pericolo astratto (a tutela dell’incolumità pubblica), per cui la semplice causazione dell’evento, è sufficiente per l’incriminazione di cui trattasi (a prescindere quindi dal coinvolgimento di persone/cose).
Si aggiunga poi che, nel caso in cui la valanga provochi la morte o la lesione di una o più persone, il soggetto responsabile dovrà rispondere a titolo di concorso (quindi in aggiunta alla pena di cui sopra) di omicidio colposo o lesioni colpose.
Da "coreografia" al tutto, anche la responsabilità civile per i danni cagionati!
Come ricordava Mauro, non ci sono vuoti normativi in Italia: tutt’altro!
Vorrei invece spostare la riflessione su un altro tema: l’ARVA!
La normativa vigente (art. 17 L. 363/2003 e art. 16 bis L.R. 26/02) prevede testualmente “inoltre, gli sci-alpinisti devono munirsi, laddove, per le condizioni climatiche e della neve, sussistono evidenti rischi di valanghe, di appositi sistemi elettronici per garantire un idoneo intervento di soccorso” Sanzione da 25 a 250 euro.
A mio avviso su questa disposizione sarebbe auspicabile un intervento normativo! La norma dovrebbe essere più coercitiva ed incontrovertibile: obbligo per tutti i fruitori delle aree innevate (sciatori – snowbordisti - ciaspolatori – pedoni) esterne alle piste da sci, di munirsi SEMPRE (e quindi in qualsiasi condizione nivo/meteo) di apparecchio ARVA, pala e sondino, con sanzioni amministrative più cospicue.
Questo (forse), unitamente agli adeguati controlli, consentirebbe quanto meno:
1 di ridurre notevolmente i tempi di soccorso aumentando enormemente le probabilità di sopravvivenza dei soggetti coinvolti;
2 di ridurre i rischi degli operatori coinvolti nelle operazioni di soccorso ed i costi direttamente connessi alle operazioni di soccorso.
Concordo pienamente con Mauro che muoversi in montagna (e non solo nel periodo invernale) in sicurezza totale è pressoché impossibile (anche per i professionisti!): le variabili in gioco sono sempre troppe! Per questa ragione, gli incidenti in montagna non sempre sono frutto della sprovvedutezza di chi vi è coinvolto.
Certamente la formazione individuale e la consultazione dei professionisti della montagna, almeno in determinate situazioni, sono di fondamentale rilevanza, per aumentare la sicurezza di tutti!
Certo è che la consultazione del bollettino ARPA non può essere l’unico elemento di valutazione del rischio valanghe, e la sensibilizzazione della cultura (anche della sicurezza in montagna) non può evidentemente essere demandata sclusivamente al codice penale! Sarebbe troppo semplice!
Omar Regazzoni
- andrea.brembilla
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- Iscritto il: giovedì 17 marzo 2005, 10:50
- Località: Laxolo di Val Brembilla (BG) - 570 m s.l.m.
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Re: Pericolo Valanghe, come affrontarlo?
Devo dire che questa discussione è veramente di qualità, d'altronde la serietà dell'argomento lo richiede.
omar.regazzoni ha focalizzato molto bene una dei possibili mezzi di prevenzione, che deve essere caldamente consigliato, per non dire obbligato: portare un dispositivo ARVA (o ARTVA, come si dice adesso), naturalmente acceso e in trasmissione (non è così scontato).
Più che controllare l'accesso alle montagne (assurdo, è poi è una guerra coi mulini a vento), questo sarebbe un intervento sicuramente più fattibile, e sanzionabile nel caso mancasse questo strumento di localizzazione e ricerca.
Per il danno procurato ad altre persone poi basta la normativa vigente, va applicata.
omar.regazzoni ha focalizzato molto bene una dei possibili mezzi di prevenzione, che deve essere caldamente consigliato, per non dire obbligato: portare un dispositivo ARVA (o ARTVA, come si dice adesso), naturalmente acceso e in trasmissione (non è così scontato).
Più che controllare l'accesso alle montagne (assurdo, è poi è una guerra coi mulini a vento), questo sarebbe un intervento sicuramente più fattibile, e sanzionabile nel caso mancasse questo strumento di localizzazione e ricerca.
Per il danno procurato ad altre persone poi basta la normativa vigente, va applicata.
Andrea Carminati, brembano; moderatore forum
cai.vallebrembana.org
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- Messaggi: 1225
- Iscritto il: domenica 14 dicembre 2008, 13:19
- Località: Laxolo-Brembilla 550m
Re: Pericolo Valanghe, come affrontarlo?
Su questo argomento di certo ci sarebbe da discutere per molto tempo,
comunque in poche parole secondo un mio parere, oggi è troppa la gente che va in montagna senza essere coscienti del rischio che corrono.
Troppa gente oggi che si improvvisa esperta, che si avventura dopo una nevicata, senza però pensare al rischio valanghe, senza consultare i bollettini vanghe. Spesso la gente, guarda sui forum, o per sentito dire che certi percorsi si possono fare anche dopo una nevicata, a mio parere, il rischio che ci sia un distaccamento nevoso, può esserci anche nelle zone più frequentate, e il rischio zero non esiste. Questo non è solo per la gente inesperta, ma vale anche per coloro che hanno esperienza. Penso che se la gente iniziasse a rispettare le regole, molti incidenti si possano evitare, semplicemente prima di fare un escursione guardare il bollettino ARPA, evitando le zone a rischio, ma soprattutto saper valutare sul posto. Sapere dire no anche davanti alla tentazione. Saper valutare la situazione richiede una certa esperienza, queste valutazioni se non si è in grado di farle autonomamente, bisogna appoggiarsi a perone di competenza. Le Guide Alpine o Accompagnatori di Media Montagna, sono professionisti che hanno seguito un percorso formativo proprio per essere a disposizione della gente, la quale può richiedere informazioni , può richiedere la loro presenza, e anche svolgere con loro formazioni , le quali poi daino una consapevolezza ed esperienza alle persone.
Luca Masarati

comunque in poche parole secondo un mio parere, oggi è troppa la gente che va in montagna senza essere coscienti del rischio che corrono.
Troppa gente oggi che si improvvisa esperta, che si avventura dopo una nevicata, senza però pensare al rischio valanghe, senza consultare i bollettini vanghe. Spesso la gente, guarda sui forum, o per sentito dire che certi percorsi si possono fare anche dopo una nevicata, a mio parere, il rischio che ci sia un distaccamento nevoso, può esserci anche nelle zone più frequentate, e il rischio zero non esiste. Questo non è solo per la gente inesperta, ma vale anche per coloro che hanno esperienza. Penso che se la gente iniziasse a rispettare le regole, molti incidenti si possano evitare, semplicemente prima di fare un escursione guardare il bollettino ARPA, evitando le zone a rischio, ma soprattutto saper valutare sul posto. Sapere dire no anche davanti alla tentazione. Saper valutare la situazione richiede una certa esperienza, queste valutazioni se non si è in grado di farle autonomamente, bisogna appoggiarsi a perone di competenza. Le Guide Alpine o Accompagnatori di Media Montagna, sono professionisti che hanno seguito un percorso formativo proprio per essere a disposizione della gente, la quale può richiedere informazioni , può richiedere la loro presenza, e anche svolgere con loro formazioni , le quali poi daino una consapevolezza ed esperienza alle persone.
Luca Masarati


"E' il nostro coraggio a decidere il confine tra il possibile e l'impossibile" "Bruno Tassi-Camos"