passovalcava ha scritto:Giovedì scorso cmq ne è stato visto uno in paese a Pescegallo in Valgerola quindi ancora un orso sulle Orobie ci sarebbe ancora
Non è valido, NO! ...rischi il cartellino giallo di OT se non trovi il pelo (il famoso "u pillu")...non parliamo di impronte poi , si sa che le Orobie pullulano di Leonberger e Sanbernardo randagi...
Ultima modifica di elio.biava il giovedì 2 agosto 2012, 23:25, modificato 1 volta in totale.
Moderatore Immagini Antiche "tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
dal quotidiano Il Centro dell'Aquila - Mercoledi' 1 Agosto 2012
Nuova incursione dell’orso negli orti di Scanno
SCANNO. Proseguono le incursioni di Gemma, l'orsa “golosa” che si è resa protagonista di una nuova scorribanda negli orti di Frattura. Il plantigrado, sempre in compagnia dei suoi due cuccioli, ha devastato alcuni campi coltivati dagli agricoltori, cibandosi di insalata, carote e mele. I proprietari dei terreni, sebbene molto irritati per il nuovo blitz di Gemma, non hanno presentato alcuna denuncia in attesa che l'orso possa essere catturato al più presto. Da alcune settimane i vertici del Parco nazionale hanno autorizzato la cattura dell'animale, ma l'operazione non è facile grazie ai continui spostamenti dell'orso. Sulle incursioni degli orsi “confidenti” nei paesi di Scanno e Villalago è intervenuta anche Confagricoltura, che nei giorni scorsi ha sollecitato anche l'intervento del prefetto Giovanna Maria Iurato per sollecitare provvedimenti urgenti nei confronti del Parco nazionale d'Abruzzo. Anche il Parco si è mobilitato.
Emergenza orso sulle Orobie, c'è un telefono per le segnalazioni
Regione Lombardia e Corpo forestale dello Stato di Curno hanno firmato un documento ad hoc che unisce i reciproci sforzi per tutelare la sicurezza dei cittadini e favorire il reinserimento dell'orso bruno. A disposizione di tutti il numero di telefono 15.15 della Centrale operativa regionale del Corpo forestale dello Stato di Curno, che raccoglierà le segnalazioni provenienti da tutto il territorio lombardo.
FRUTTO DI COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO
"Il documento tecnico di organizzazione delle squadre di emergenza orso - spiega l'assessore ai Sistemi verdi e Paesaggio Alessandro Colucci - pone le basi per poter far fronte alle, seppur remote, situazioni di potenziale pericolo ed è frutto di un lavoro di collaborazione, oltre che con il Corpo forestale, con Polizie locali delle Province di Bergamo, Brescia, Lecco e Sondrio". Il testo del documento' è stato elaborato sulla base degli indirizzi contenuti nel Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi Centro-orientali (PACOBACE), che era stato recepito da Regione Lombardia nel 2008. "Grazie a questo strumento - conclude l'assessore - le squadre d'emergenza potranno intervenire nel caso in cui vi sia la presenza sul territorio di un orso che arreca ripetutamente danni materiali alle cose. A intervenire sarà personale del Corpo forestale dello Stato o delle Polizie locali delle Province, appositamente formato".
E’ stata radiocollarata una delle femmine di orso bruno marsicano dal carattere “confidente” che frequenta il territorio dell’Alta Valle del Sagittario. L’orsa, chiamata dagli abitanti “Ciliegino” per la sua abitudine a nutrirsi di ciliegie, sarà ora seguita dai ricercatori e dai Servizi del Parco e sarà dissuasa dal frequentare orti, frutteti e pollai nei pressi dei centri abitati. La notte scorsa, i “gruppi di cattura” del Parco formati da biologi, veterinari, guardie del Servizio Sorveglianza del Parco e agenti del CTA/CFS hanno “catturato” l’orsa per dotarla del radiocollare. E’ stata addormentata con una siringa con trasmittente che segnala il luogo dove si trova l’animale anestetizzato. Un aiuto alla sua localizzazione è arrivato anche da un gruppo di ragazzi di Scanno appassionato di orsi. L’orsa è una degli esemplari di plantigradi che da tempo frequentano il territorio di Scanno –Frattura-Villalago non disdegnando visite nei pollai e negli orti dei paesi causando notevoli danni alle colture a agli animali allevati. E’ una femmina di 4-6 anni, di 80 chili di peso e in ottima salute: cosa che fa ben sperare i ricercatori per una futura cucciolata. Nelle prossime notti continueranno i tentativi di cattura dell’orsa Gemma famosa per le continue predazioni effettuate tra Scanno e Villalago negli ultimi mesi. L’intera operazione si inserisce nel Piano di conservazione dell’orso marsicano messo a punto dall’Ente Parco, che si sviluppa anche nel progetto “Life Arctos”, che prevede una nuova strategia sugli orsi confidenti, incentrata sulla prevenzione del danno e sul ricondizionamento dell’orso stesso attraverso interventi di dissuasione.
Orso passeggia fra le strade di Villalago Ha attraversato alcune strade del centro abitato tra lo stupore e l'incredulità dei passanti, poi si è diretto verso alcuni orti dove si è cibato di insalata
VILLALAGO. Passeggiata serale di un orso a Villalago. Il plantigrado ha attraversato alcune strade del centro abitato tra lo stupore e l'incredulità dei passanti. È successo ieri l'altro verso mezzanotte alla presenza di un gruppo di persone che ha seguito a Colle Martino, un quartiere a sud di Villalago, la tranquilla camminata di un orso che ha attraversato alcune strade senza alcun timore per la presenza dei cittadini. Dopo la sua escursione in paese, l'animale si è indirizzato verso alcuni orti, dove si è cibato di insalata, per poi nascondersi alla vista dei tanti passanti. In molti hanno raccontato che si è trattato di un giovane esemplare di orso, che ancora non ha raggiunto la piena maturità fisica. Altri due plantigradi sono stati avvistati nei giorni scorsi a Villalago. Nonostante l’ordinanza del sindaco, Fernando Gatta, che ha vietato di seguire l’orso durante i suoi spostamenti, molti sono stati i curiosi richiamati dalla presenza dell’animale.
Pronto? Ho visto Bruno, ecco il centralino dell'orso
Orobie - Fosse stato già attivo, l'avrebbe chiamato di sicuro la signora che, una sera di fine luglio, stava parlando al telefono nel prato davanti alla sua casetta vicino al lago di San Giacomo, in alta Valtellina. La signora aveva cercato di zittire il suo cane, seccata dal gran abbaiare che impediva la sua conversazione: ma inutilmente. Il buon Fido aveva visto nientemeno che l'orso: da oggi la sua padrona, dovesse mai capitarle un nuovo incontro ravvicinato con «Bruno» (che da lì si sarebbe poi incamminato verso il lago di Cancano e il Pedenolo), può fare il 15.15. Dal centro operativo di Curno risponderà la Guardia forestale: questo è il numero delle emergenze ambientali, lo stesso da comporre in caso di incendi boschivi.
Corpo forestale e Regione hanno stretto un accordo che rientra nel progetto Life Arctos per il ritorno dell'orso sulle Alpi: assicurando però prevenzione e rimedio ai danni causati dai plantigradi (recinti per animali ed eventuali indennizzi, ma anche incontri informativi). «Questo accordo è frutto di una collaborazione che coinvolge anche le polizie provinciali di Bergamo, Brescia, Lecco e Sondrio» sottolinea l'assessore ai Sistemi verdi Alessandro Colucci. «Abbiamo cercato un modo economico ed efficace per affrontare la questione, e anche l'allarmismo che spesso è inutilmente causato dal passaparola e da articoli un po' esagerati sui giornali» dice Elena Tironi, che ha seguito il progetto per il Pirellone. È stato elaborato un applicativo che permette, in tempo reale, di diffondere tutti gli elementi della segnalazione per registrarli ed, eventualmente, aiutare un intervento. Sarà un vero e proprio «diario» degli avvistamenti: a partire dalla primavera sulle montagne lombarde si sarebbero fatti vivi quattro o cinque dei circa 35 plantigradi che vivono ormai sulle Alpi: tra il 1999 e il 2000 furono liberati i primi dieci esemplari portati dalla Slovenia nell'ambito del progetto Life Ursus, voluto dalla Provincia autonoma di Trento e dal Parco dell'Adamello.
Cosa bisogna fare con l’orso?
La presenza dell’orso in Valposchiavo divide l’opinione pubblica: c’è chi lo vorrebbe sul territorio valligiano e c’è chi lo vorrebbe abbattere. Dallo scorso luglio l’orso ha fatto ritorno in Valposchiavo. In questo periodo, se da un lato ha fatto alcune vittime fra gli animali, dall’altro non ha mai messo in pericolo le persone. Di certo c’è che l’opinione pubblica si è divisa, come si capisce dai commenti dei nostri lettori e delle nostre lettrici. C’è chi vorrebbe mantenere l’orso sul territorio valposchiavino e c’è chi addirittura lo vorrebbe abbattere. In questo caso servirebbe tuttavia una decisione da parte del Consiglio Federale, in quanto si tratta di un animale protetto in Svizzera. IL BERNINA lancia ora un sondaggio fra la popolazione, per capire cosa i valposchiavini e le valposchiavine vorrebbero fare con l’orso.
Ritengo che l'orso debba essere allontanato dalla Valposchiavo. (48%, 26 Votes)
Ritengo che l'orso debba poter vivere in Valposchiavo. (39%, 21 Votes)
Ritengo che l'orso debba essere abbattuto. (13%, 7 Votes)
Preoccupazione palpabile oltre confine, in valposchiavo, dove l'orso M13 si è "trasferito". Lo tiene sotto controllo il sindaco-guardiacaccia (che da loro si chiama guardiano della selvaggina) che tutte le mattine - segnale permettendo - riceve dal radiocollare di M 13 la sua posizione. E anche se l'avviso risale a sei ore prima (nel frattempo l'orso potrebbe dunque essersi spostato) lui - Arturo Plozza - è uno dei pochi ad avere un'idea di dove l'animale si trovi.
M 13 di strada ne ha fatta nelle ultime settimane. Dopo aver fatto tappa in Valmasino e in Valgerola (con tanto di sosta serale a Morbegno città), l'orso ha raggiunto il Bormiese e Livigno e poi "dallo scorso 27 luglio è entrato in Svizzera, in Val di Campo. Prima è stato avvistato nei pressi di San Carlo, in un giardino mentre si cibava di lamponi. Poi ha attraversato la Valle e si è alzato in quota a Cavaglia fino (qui ha ucciso quattro pecore), poi si è diretto verso il Palù dove ha rincorso un'asina, forse anche solo per gioco, e infine la notte del primo agosto - dopo essere stato avvistato sulla strada cantonale e nei pressi di Sfazzù - è risalito in Val di Campo dove ha ucciso altre sette pecore in località "Suracqua". In tutto undici capi che - ben inteso - verranno risarciti ai proprietari». Per M13 non tira buon vento oltre confine. La gente è alquanto spaventata all'idea di poterlo incontrare magari durante una passeggiata nei boschi o in alpeggio e si sta diffondendo un clima da caccia alle streghe. Anzi, all'orso. «Per arrivare ad abbatterlo - e spero proprio non sia il caso di questo splendido esemplare - bisogna prima dichiararlo pericoloso per l'uomo ed M13 per ora non lo è. In ogni caso la decisione finale spetta al Consiglio Federale di Berna, visto che grazie proprio alla convenzione di Berna, l'animale è protetto qui, come in tutte le alpi. Ma, ripeto, per ora questo giovane esemplare si sta comportando come dovrebbe: sta perlustrando il territorio e ha bisogno di tenersi in forma in vista dell'inverno. Nulla di cui preoccuparsi».
Scorribande dell'orso sul Monte Linzone, Macconi: «Lo dicono le orme»
Valle Imagna - Un cane scambiato per orso? Orme attribuite a un plantigrado che ha snobbato la Valle Imagna per starsene al fresco in Trentino? Pietro Macconi , ex consigliere regionale, non ci sta: le foto che ha fatto avere al nostro giornale a suo avviso sono la prova provata del passaggio dell'orso nella Bergamasca e in particolare i sul monte Linzone, tra Costa Imagna e Palazzago. «Le cose che mi colpirono il mattino del 1 luglio furono tre: le dimensioni delle orme e la loro nitidezza, mai viste cosi grandi e distinte nel fango di alcune pozzanghere appena asciugate. Poi la quantità: almeno una decina. E infine i lunghi e sottili segni degli unghioni che si evidenziavano nel fango. Pur non essendo Davy Crockett (cacciatore ed avventuriero del Far West statunitense, ndr), le ho identificate per quelle di un orso, avendole più volte osservate su riviste naturalistiche e poi per deduzione logica, non essendoci la possibilità di tracce di altri animali di simili dimensioni sul nostro territorio».
La «lettura» delle orme
Detto questo Macconi non condivide la «lettura» delle orme fatta dalla dottoressa Chiara Crotti, zoologa e ricercatrice che per il Parco delle Orobie si occupa di monitorare la presenza degli orsi: «La prima ragione è che le orme di cane ipotizzate coprono appena la parte superiore della traccia che ho inviato. La seconda ragione è che non è possibile che un cane saltelli a piè pari per una decina di volte, ripetendo sempre la stessa impronta con precisione millimetrica, né che saltellando scivoli per dieci volte allungando la traccia in modo da farla apparire più grande, come quella di un orso». Ma se la qualità dell'orma non bastasse ci sono gli avvistamenti di «persone affidabili e serie, che testimoniano di aver visto l'orso concretamente: la prima volta verso la metà di maggio, la seconda intorno al 10 di luglio». Eloquente anche l'aggressione ad un gruppo di oche a fine aprile e a due pecore tra il 16 ed il 18 luglio.
Dal Trentino facile percorso
Non convincono Macconi quindi le affermazioni dei funzionari regionali che, interpellati sugli episodi: «Non si sono accorti che le valli, minuziosamente elencate nell'articolo, sono facilissimamente collegabili alla Valle Imagna da comodi passi e inoltre che il "nostro" manca dal "monitor" giusto, giusto il tempo in cui è segnalato in valle? Alla luce della cronologia dei fatti non sarebbe più semplice immaginare che la "povera bestia" abbia staccato il "cellulare", fosse in vacanza in Valle Imagna invece che in Trentino?».
«Dispiace questa sfiducia nei confronti di chi abita la montagna – conclude Macconi – è implicitamente ritenuto incapace di distinguere un orso da un cane o un merlo da una poiana e il fatto che si accolli il danno della predazione lo rende un personaggio poco credibile. Mi è invece simpatico questo orso che è venuto a farci visita senza il permesso della Provincia, del Parco delle Orobie, e della Regione. È un orso intelligente, forte, bello, coraggioso e libero. E mi scuso con lui per averlo disturbato, ma sicuramente non se ne è accorto. Mi piace immaginarlo dalla cima di queste montagne che guarda incuriosito la pianura che brilla di milioni di luci. Assolutamente invisibile a chi non lo vuol vedere».