Da L'Eco di Bergamo d Eleonora Arizzi
È morto Enzo Ronzoni maestro della montagna
Olmo al Brembo - Un altro lutto nel mondo dell'alpinismo bergamasco. Venerdì sera è morto Enzo Ronzoni, alpinista, presidente del Cai di Piazza Brembana e direttore della scuola orobica di sci d'alpinismo di San Pellegrino Terme. Ronzoni, 60 anni di Olmo al Brembo, ha accusato un malore durante la cena ed è stato trasportato da un'ambulanza del 118 ai Riuniti, dove ora la salma si trova in attesa dell'autopsia di domani mattina. Tra le cause del decesso forse un infarto o un aneurisma. Ronzoni era molto conosciuto in valle per la sua coinvolgente passione per la montagna: era istruttore nazionale di sci d'alpinismo e uno dei pochi italiani titolato come esperto di valanghe. Insegnante all'Istituto alberghiero di San Pellegrino, era in pensione dal 2011, anno in cui è stato eletto presidente del Cai dell'alta Valle Brembana.
Il cordoglio degli amici
«Era una roccia e mai ci saremmo aspettati questa tragica morte. Non riesco a immaginare il Cai senza l'entusiasmo e l'esperienza di Enzo: lascia un vuoto enorme», sono le parole del suo vice, Davide Milesi. Andrea Carminati, l'altro vicepresidente lo ricorda con affetto: «Sapeva avvicinare i giovani al mondo della montagna grazie alle sue competenze e alla grande umanità». Ronzoni aveva ricoperto anche in passato il ruolo di presidente del Cai locale, costituito nel 1976 come sottosezione del Cai di Bergamo, per poi diventare, grazie all'impegno dell'alpinista di Olmo al Brembo, sezione autonoma. «Nel 1989 aveva dato vita alla scuola orobica di alpinismo riconosciuta tra le migliori in Italia. Hanno fatto parte della scuola tanti alpinisti e guide alpine di fama internazionale – precisa il vicedirettore Paolo Begnis –. Siamo quindi grati a lui per il lavoro, la passione e l'umanità che ci ha trasmesso». Anche il direttivo del Cai di Bergamo l'ha voluto ricordarlo: «Amico puro, maestro invincibile e presidente esemplare della sezione Cai di Piazza Brembana, salito dalle nostre montagne temporanee alle Sue vette celesti eterne. Il suo esempio leale, la sua amicizia autentica e il suo sorriso luminoso ci accompagneranno per sempre». Il sindaco di Olmo al Brembo Sergio Amboni a nome di tutto il paese si stringe attorno alla famiglia Ronzoni. «Era instancabile. È stato il promotore di molte iniziative per la salvaguardia dei sentieri del paese e grazie al suo impegno è stata realizzata la parete di arrampicata alla Corna del Dente. Di recente aveva presentato un progetto per la sistemazione di una casera e la pulizia dei sentieri». Numerosi gli amici del mondo della montagna che hanno espresso il loro cordoglio su Facebook, tra i quali gli alpinisti Simone Moro e Denis Urubko e l'ex presidente del Cai cittadino Paolo Valoti. Ronzoni lascia nel dolore la moglie Delia, due figli e i fratelli Dino e Pierangelo. Al momento la data dei funerali non è ancora stata fissata.
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Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana
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Trial: E' morto Diego Bosis
Trial: E' morto Diego Bosis...
Diego Bosis è venuto a mancare poche ore fa, è morto in treno per un arresto cardiaco
44enne bergamasco, spesso veniva in Valle Brembana, aveva la casa vacanze a Piazza Brembana.
Campione di Trial, Diego Bosis era un Tecnico Federale ed insegnava la disciplina ai giovani. Bosis ha iniziato la sua carriera giovanissimo, conquistando il titolo di Campione Italiano Trial Cadetti nel 1982 e nel 1983; Campione Italiano Trial Junior 125 nel 1984, Bosis si laurea Campione Italiano Trial Senior nel 1986 e 1987 e quattro volte dal 1989 al 1992. Vincitore del Trial delle Nazioni nel 1987 a Tampere in Finlandia. Diego Bosis ha alle spalle una lunghissima carriera (fonte motowinners). Ha iniziato a correre giovanissimo, seguendo la passione del padre Giacomo, tra i primi trialisti italiani. Il suo debutto agonistico risale all’82 quando, su Fantic 50, vince il Trofeo Fmi cadetti, impresa che ripete l’anno successivo. Nell’84 è campione tricolore junior 125 e l’anno dopo, non ancora diciottenne, può prendere parte solo con una 125 (affidatagli dalla Montesa) al suo primo campionato italiano senior piazzandosi terzo.
14° nel mondiale ‘84 ed ottavo l’anno seguente conclude al sesto posto quello dell’86, anno nel quale conquista anche il primo titolo tricolore della massima categoria. Si riconferma il numero uno azzurro nell’87 su Aprilia mentre nel torneo iridato, prima volta per un italiano, vince il Gran Premio degli Stati Uniti (il 26 giugno, data storica) e, grazie ad un veemente finale, si laurea vicecampione. Non esaltante la stagione ‘88 che lo vede secondo nel campionato italiano e solo quinto in quello mondiale, ritrova la forma gli anni successivi conquistando il titolo italiano per quattro stagioni consecutive e arrivando così alla quota-record di sei scudetti senior.
[youtube]4YWxU11EISU[/youtube]
Diego Bosis è venuto a mancare poche ore fa, è morto in treno per un arresto cardiaco
44enne bergamasco, spesso veniva in Valle Brembana, aveva la casa vacanze a Piazza Brembana.
Campione di Trial, Diego Bosis era un Tecnico Federale ed insegnava la disciplina ai giovani. Bosis ha iniziato la sua carriera giovanissimo, conquistando il titolo di Campione Italiano Trial Cadetti nel 1982 e nel 1983; Campione Italiano Trial Junior 125 nel 1984, Bosis si laurea Campione Italiano Trial Senior nel 1986 e 1987 e quattro volte dal 1989 al 1992. Vincitore del Trial delle Nazioni nel 1987 a Tampere in Finlandia. Diego Bosis ha alle spalle una lunghissima carriera (fonte motowinners). Ha iniziato a correre giovanissimo, seguendo la passione del padre Giacomo, tra i primi trialisti italiani. Il suo debutto agonistico risale all’82 quando, su Fantic 50, vince il Trofeo Fmi cadetti, impresa che ripete l’anno successivo. Nell’84 è campione tricolore junior 125 e l’anno dopo, non ancora diciottenne, può prendere parte solo con una 125 (affidatagli dalla Montesa) al suo primo campionato italiano senior piazzandosi terzo.
14° nel mondiale ‘84 ed ottavo l’anno seguente conclude al sesto posto quello dell’86, anno nel quale conquista anche il primo titolo tricolore della massima categoria. Si riconferma il numero uno azzurro nell’87 su Aprilia mentre nel torneo iridato, prima volta per un italiano, vince il Gran Premio degli Stati Uniti (il 26 giugno, data storica) e, grazie ad un veemente finale, si laurea vicecampione. Non esaltante la stagione ‘88 che lo vede secondo nel campionato italiano e solo quinto in quello mondiale, ritrova la forma gli anni successivi conquistando il titolo italiano per quattro stagioni consecutive e arrivando così alla quota-record di sei scudetti senior.
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Raffica di furti nelle abitazioni tra Zogno e Sedrina
Da L'Eco di Bergamo
Raffica di furti nelle abitazioni tra Zogno e Sedrina
Zogno - Ladri scatenati in Valle Brembana: nel mirino le abitazioni. Ben cinque le case fra Zogno e Sedrina dove i malviventi sono riusciti a entrare in una sola serata. In due casi però i «topi d'appartamento» sono stati sorpresi dai proprietari e sono stati costretti a scappare a mani vuote. Ifatti risalgono a giovedì sera. I ladri hanno agito in particolare nella frazione Endenna di Zogno. In due abitazioni sono riusciti a impossessarsi di gioielli, per un valore di qualche migliaio di euro. Un terzo furto è invece sfumato: forse disturbati dai proprietari che rientravano, i ladri non sono riusciti a portare a termine il colpo e sono stati costretti a fuggire a mani vuote. Sono poi tornati a farsi vivi dalle parti della località San Bernardino: anche in questo caso, però, alla fine hanno dovuto rinunciare al furto e sono stati costretti a fuggire senza bottino. È andata meglio – per loro, ovviamente – a Sedrina, dove sono riusciti a entrare in un'abitazione e fare man bassa di gioielli. In tutti i casi i carabinieri della compagnia di Zogno sono intervenuti per un sopralluogo: ora sono in corso indagini per cercare di risalire all'identità dei malviventi. Non sarebbero stati notati mezzi di fuga e nessuno, al momento, sarebbe stato in grado di fornire una descrizione dei ladri.
Spesso ad agire sono bande di malviventi provenienti dall'Est Europeo. L'orario a rischio, in questo periodo, è quello che va dal tardo pomeriggio alla prima serata, quando cala il buio e le famiglie non hanno ancora fatto rientro a casa dal lavoro o dalle attività quotidiane. I ladri si spostano in gruppetti da 3-4 persone, utilizzando auto rubate. Si introducono in villette o appartamenti (meglio se sprovvisti di impianto antifurto) con la cosiddetta tecnica del «forellino»: con un trapano praticano un piccolo foro nei serramenti, poi introducono un ferretto ricurvo col quale riescono a ruotare la maniglia e aprire la finestra. In altri casi vanno meno per il sottile e forzano porte o serramenti con il piede di porco. Le azioni sono fulminee: in pochi minuti fanno incetta di soldi, gioielli, argenteria e orologi di marca.
Raffica di furti nelle abitazioni tra Zogno e Sedrina
Zogno - Ladri scatenati in Valle Brembana: nel mirino le abitazioni. Ben cinque le case fra Zogno e Sedrina dove i malviventi sono riusciti a entrare in una sola serata. In due casi però i «topi d'appartamento» sono stati sorpresi dai proprietari e sono stati costretti a scappare a mani vuote. Ifatti risalgono a giovedì sera. I ladri hanno agito in particolare nella frazione Endenna di Zogno. In due abitazioni sono riusciti a impossessarsi di gioielli, per un valore di qualche migliaio di euro. Un terzo furto è invece sfumato: forse disturbati dai proprietari che rientravano, i ladri non sono riusciti a portare a termine il colpo e sono stati costretti a fuggire a mani vuote. Sono poi tornati a farsi vivi dalle parti della località San Bernardino: anche in questo caso, però, alla fine hanno dovuto rinunciare al furto e sono stati costretti a fuggire senza bottino. È andata meglio – per loro, ovviamente – a Sedrina, dove sono riusciti a entrare in un'abitazione e fare man bassa di gioielli. In tutti i casi i carabinieri della compagnia di Zogno sono intervenuti per un sopralluogo: ora sono in corso indagini per cercare di risalire all'identità dei malviventi. Non sarebbero stati notati mezzi di fuga e nessuno, al momento, sarebbe stato in grado di fornire una descrizione dei ladri.
Spesso ad agire sono bande di malviventi provenienti dall'Est Europeo. L'orario a rischio, in questo periodo, è quello che va dal tardo pomeriggio alla prima serata, quando cala il buio e le famiglie non hanno ancora fatto rientro a casa dal lavoro o dalle attività quotidiane. I ladri si spostano in gruppetti da 3-4 persone, utilizzando auto rubate. Si introducono in villette o appartamenti (meglio se sprovvisti di impianto antifurto) con la cosiddetta tecnica del «forellino»: con un trapano praticano un piccolo foro nei serramenti, poi introducono un ferretto ricurvo col quale riescono a ruotare la maniglia e aprire la finestra. In altri casi vanno meno per il sottile e forzano porte o serramenti con il piede di porco. Le azioni sono fulminee: in pochi minuti fanno incetta di soldi, gioielli, argenteria e orologi di marca.
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Altro furto di rame alla Smi Group
San Giovanni Bianco, 20 Febbraio 2012
S.Giovanni Bianco - Altro furto di rame alla Smi Group. Tre colpi in 2 mesi
Lo stabilimento Smi Group preso di mira dai ladri di rame foto andreatoSan Giovanni Bianco
Terza sgradita visita in due mesi, con il sospetto che ad agire sia stata una banda di malviventi un po' troppo bene informata. Nel mirino dei ladri di rame è finito lo stabilimento delle ex cartiere Cima, a San Giovanni Bianco, attualmente adibito a parte delle attività produttive di Smi Group, società che si occupa della realizzazione di macchine confezionatrici. I malviventi se ne sono andati con circa 40 quintali di rame, attrezzi e merce varia, per un bottino che si aggira intorno ai 15-20 mila euro, non prima di aver consumato anche uno spuntino nella mensa della ditta, scassinando i distributori automatici di snack.
Il furto domenica notte
Il colpo nella notte fra domenica e ieri. «Di recente – spiega Ennio Nava, consigliere delegato di Smi – abbiamo acquistato cavi di rame per la ristrutturazione dello stabilimento dell'ex cartiera». Qualcuno però ha forzato il cancello della ditta ed è riuscito ad introdurre anche un mezzo, probabilmente un furgone, su cui caricare la refurtiva. «I ladri – aggiunge Nava – hanno agito verso le 23, perché a quell'ora un nostro computer è stato manomesso: forse i malviventi credevano che fosse collegato all'impianto di allarme. Hanno rubato alcuni attrezzi, poi si sono introdotti nel deposito e hanno preso le bobine di rame. Quindi, sono andati nel refettorio e hanno rubato i forni a microonde. Nel frattempo si sono fermati per uno spuntino, scassinando i distributori automatici. Infine, dopo aver fatto il pieno di carburante rubandolo dai mezzi che si trovavano nello stabilimento, sono fuggiti. Nonostante lo stabilimento abbia sede in paese, purtroppo nessuno ha visto né sentito nulla. Sul posto, per un sopralluogo, sono intervenuti i carabinieri: ma l'assenza di testimonianze complica non poco il lavoro d'indagine.
L'ipotesi «talpa»
Fra le ipotesi che vengono prese in considerazione dall'azienda, quella che la banda del rame questa volta abbia agito su indicazione di qualcuno bene informato, che abbia saputo della presenza del rame nello stabilimento e che sapesse come muoversi. I ladri sono riusciti anche a non far scattare l'allarme antifurto. Va poi aggiunto che il colpo messo a segno l'altra notte è il terzo in soli due mesi. Il 7 dicembre furono rubati rame e utensili ed era stato forzato il cancello in via Mulini. Il 15 febbraio nuovo tentativo: i ladri, però, furono costretti a scappare a mani vuote perché il mezzo su cui avevano caricato la refurtiva (un camion trovato all'interno dello stabilimento) non voleva mettersi in moto.
S.Giovanni Bianco - Altro furto di rame alla Smi Group. Tre colpi in 2 mesi
Lo stabilimento Smi Group preso di mira dai ladri di rame foto andreatoSan Giovanni Bianco
Terza sgradita visita in due mesi, con il sospetto che ad agire sia stata una banda di malviventi un po' troppo bene informata. Nel mirino dei ladri di rame è finito lo stabilimento delle ex cartiere Cima, a San Giovanni Bianco, attualmente adibito a parte delle attività produttive di Smi Group, società che si occupa della realizzazione di macchine confezionatrici. I malviventi se ne sono andati con circa 40 quintali di rame, attrezzi e merce varia, per un bottino che si aggira intorno ai 15-20 mila euro, non prima di aver consumato anche uno spuntino nella mensa della ditta, scassinando i distributori automatici di snack.
Il furto domenica notte
Il colpo nella notte fra domenica e ieri. «Di recente – spiega Ennio Nava, consigliere delegato di Smi – abbiamo acquistato cavi di rame per la ristrutturazione dello stabilimento dell'ex cartiera». Qualcuno però ha forzato il cancello della ditta ed è riuscito ad introdurre anche un mezzo, probabilmente un furgone, su cui caricare la refurtiva. «I ladri – aggiunge Nava – hanno agito verso le 23, perché a quell'ora un nostro computer è stato manomesso: forse i malviventi credevano che fosse collegato all'impianto di allarme. Hanno rubato alcuni attrezzi, poi si sono introdotti nel deposito e hanno preso le bobine di rame. Quindi, sono andati nel refettorio e hanno rubato i forni a microonde. Nel frattempo si sono fermati per uno spuntino, scassinando i distributori automatici. Infine, dopo aver fatto il pieno di carburante rubandolo dai mezzi che si trovavano nello stabilimento, sono fuggiti. Nonostante lo stabilimento abbia sede in paese, purtroppo nessuno ha visto né sentito nulla. Sul posto, per un sopralluogo, sono intervenuti i carabinieri: ma l'assenza di testimonianze complica non poco il lavoro d'indagine.
L'ipotesi «talpa»
Fra le ipotesi che vengono prese in considerazione dall'azienda, quella che la banda del rame questa volta abbia agito su indicazione di qualcuno bene informato, che abbia saputo della presenza del rame nello stabilimento e che sapesse come muoversi. I ladri sono riusciti anche a non far scattare l'allarme antifurto. Va poi aggiunto che il colpo messo a segno l'altra notte è il terzo in soli due mesi. Il 7 dicembre furono rubati rame e utensili ed era stato forzato il cancello in via Mulini. Il 15 febbraio nuovo tentativo: i ladri, però, furono costretti a scappare a mani vuote perché il mezzo su cui avevano caricato la refurtiva (un camion trovato all'interno dello stabilimento) non voleva mettersi in moto.
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Incendio in una casa a Cornalita, 93enne salvata dalla sorel
San Giovanni Bianco, da L'Eco di Bergamo online del 28 Febbraio 2012
Incendio in una casa a Cornalita, 93enne salvata dalla sorella
Una donna ultranovantenne ha corso un grave rischio a causa dell'incendio scoppiato nella sua abitazione a Cornalita che è stata completamente devastata dalle fiamme. la donna, di 93 anni, vive da sola in una villetta nel centro della frazione di Cornalita. L'incendio si è fatto rapidamente violento e, intorno alle 15 di martedì 28 febbraio, si è sviluppato nel soggiorno. le cause sono ancora da accertare, ma pare che a prendere fuoco sia stato un divano posto accanto ad una stufa a legna. Provvidenziale l'intervento della sorella e della nipote dell'anziana che per caso si trovavano nelle vicinanze della casa con l'intenzione di andarla a trovare come spesso fanno. Quando le due donne sono entrate nell'appartamento sono state avvolte dal fumo e le fiamme fuoriuscivano anche dalle finestre dell'appartamento. I residenti della zona hanno quindi chiesto l'intervento dei vigili del fuoco: tre squadre di Zogno, Dalmine e Bergamo sono intervenute per spegnere il rogo che ha distrutto completamente la casa. Fortunatamente nessun danno per la signora che in un primo momento non voleva assolutamente lasciare la sua abitazione, frastornata da quanto accaduto: nel frattempo è stata accolta ed assistita nella casa della sorella.
alcune immagini dell'intervento dei Vigili del Fuoco

Incendio in una casa a Cornalita, 93enne salvata dalla sorella
Una donna ultranovantenne ha corso un grave rischio a causa dell'incendio scoppiato nella sua abitazione a Cornalita che è stata completamente devastata dalle fiamme. la donna, di 93 anni, vive da sola in una villetta nel centro della frazione di Cornalita. L'incendio si è fatto rapidamente violento e, intorno alle 15 di martedì 28 febbraio, si è sviluppato nel soggiorno. le cause sono ancora da accertare, ma pare che a prendere fuoco sia stato un divano posto accanto ad una stufa a legna. Provvidenziale l'intervento della sorella e della nipote dell'anziana che per caso si trovavano nelle vicinanze della casa con l'intenzione di andarla a trovare come spesso fanno. Quando le due donne sono entrate nell'appartamento sono state avvolte dal fumo e le fiamme fuoriuscivano anche dalle finestre dell'appartamento. I residenti della zona hanno quindi chiesto l'intervento dei vigili del fuoco: tre squadre di Zogno, Dalmine e Bergamo sono intervenute per spegnere il rogo che ha distrutto completamente la casa. Fortunatamente nessun danno per la signora che in un primo momento non voleva assolutamente lasciare la sua abitazione, frastornata da quanto accaduto: nel frattempo è stata accolta ed assistita nella casa della sorella.
alcune immagini dell'intervento dei Vigili del Fuoco

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Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

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Incendio nella notte a Brembilla: distrutto dal rogo un pull
Da L'Eco di Bergamo
Incendio nella notte a Brembilla: distrutto dal rogo un pullmino
Incendio nella notte fra venerdì e sabato a Brembilla. L'allarme è scattato intorno alle 5,45: le fiamme avevano coinvolto un pullmino parcheggiato vicino a un'abitazione che si trova in via Sant'Antonio. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, è stata inviata anche un'ambulanza dal 118 di Bergamo. Si temeva infatti, inizialmente, che l'incendio potesse propagarsi alla struttura, abitata. I pompieri hanno inviato tre squadre sia dalla caserma di Zogno che da quella di Dalmine. Ma quyando sono arrivati sul posto il pullmino era ormai praticamente distrutto. Nessun danno grave invece all'abitazione. Le operazioni di spegnimento e i successivi accertamenti si sono conclusi poco prima delle 8.
Incendio nella notte a Brembilla: distrutto dal rogo un pullmino
Incendio nella notte fra venerdì e sabato a Brembilla. L'allarme è scattato intorno alle 5,45: le fiamme avevano coinvolto un pullmino parcheggiato vicino a un'abitazione che si trova in via Sant'Antonio. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, è stata inviata anche un'ambulanza dal 118 di Bergamo. Si temeva infatti, inizialmente, che l'incendio potesse propagarsi alla struttura, abitata. I pompieri hanno inviato tre squadre sia dalla caserma di Zogno che da quella di Dalmine. Ma quyando sono arrivati sul posto il pullmino era ormai praticamente distrutto. Nessun danno grave invece all'abitazione. Le operazioni di spegnimento e i successivi accertamenti si sono conclusi poco prima delle 8.
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