Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Le numerose specie di animali selvatici nelle Alpi Prealpi Orobie e specificatamente in Valle Brembana
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elio.biava
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da elio.biava »

pluto ha scritto:Alle prime schermaglie... in quattroequattrotto se n'e' tornato a casa... o l'ha capito da solo o gli hanno pagato il taxi
vecchia cantoniera svizzera da S.Maria - confine p.so Stelvio provincia autonoma di Bolzano... 2,5 km a_44 zsgh ee1
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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
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L'orso saluta la Valtellina e sbrana le pecore del Trafoi

Messaggio da IW2LBR »

da il Giorno di Sondrio - 18 Agosto 2012

L'orso saluta la Valtellina e sbrana le pecore del Trafoi
L'esemplare ha due anni e mezzo d'età e dopo aver trascorso un lungo periodo fra la Valle e l'Engadina si è trasferito in Alto Adige.
Lasciando le tracce del suo passaggio


Sondrio - L'orso che mesi fa imperversava in Valtellina è stato avvistato in Alto Adige. Il plantigrado di due anni e mezzo d'età si e' subito manifestato con due pecore aggredite sugli alpeggi di Trafoi, una delle quali è stata uccisa e l'altra gravemente ferita. A differenza degli altri orsi che, non appena fiutano la presenza dell'uomo si allontanano, il soggetto - spiegano i tecnici che lo controllano con un radio-collare - si lascia avvistare facilmente e prosegue quasi indisturbato il suo percorso. L'animale non mostra un comportamento aggressivo. Tuttavia e' un animale selvatico e viene raccomandato di evitare tentativi di avvicinarlo per scattare foto o girare filmati o per offrirgli del cibo.
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Orsi e incontri ravvicinati Ma è tutto nella norma

Messaggio da IW2LBR »

da Local Trentino di Silvia Siano

Orsi e incontri ravvicinati «Ma è tutto nella norma»
Un plantigrado investito da un’auto a Vezzano, dopo l’episodio in Val Gola Il dirigente:
«Avvistamenti frequenti perché in estate, con i turisti, siamo in tanti»


TRENTO. Tanti orsi, tanti avvistamenti. E anche qualche incidente. Come quello che è accaduto giovedì sera verso le 20.20 a Vezzano. Andrea Baldo, ventenne di Aldeno stava ritornando a casa da un’azienda agricola di Stravino, dove lavora, quando circa sulla metà di una curva all’altezza del “Vecchio Mulino”, ha investito un’orso. «L’animale mi si è parato davanti - racconta ancora sorpreso - per fortuna stavo andando piano, perché altre automobili mi precedevano. Il plantigrado ha sbattuto contro il lato anteriore destro della mia macchina, poi frastornato dal colpo, ha raggiunto la metà della carreggiata. Giusto il tempo di mettere le quattro frecce e di accostare che l’orso era già scomparso».

Cinquemila euro il danno, che verrà risarcito interamente all’agricoltore. «Un altro automobilista - continua - che è sopraggiunto poco dopo mi ha detto di aver visto poco prima un cucciolo, da lì ho immaginato che quella che ho colpito potesse essere la madre. Ho chiamato la forestale di Vezzano che ha prelevato qualche pelo rimasto sul cofano della mia auto, per l’analisi del dna». Andrea, dopo essersi ripreso dal comprensibile spavento, si lancia in una crociata a favore degli orsi. «Spero che l’animale non si sia ferito, sono molto dispiaciuto per quanto è successo, ma non ho potuto evitarlo. Non è colpa mia e nemmeno del povero orso, semmai di chi l’orso lo ha portato qui. La situazione sta diventando un po’ pesante, gli incontri con l’uomo sono sempre più frequenti».

Quasi all’ordine del giorno, soprattutto in questo periodo nel quale i plantigradi si muovono velocemente alla ricerca di cibo e i boschi e le montagne sono frequentati da escursionisti. Secondo il dirigente del servizio foreste e faune della provincia autonoma di Trento, Maurizio Zanin, gli ultimi avvistamenti rientrano nel trend annuale. «E’vero, - spiega - il numero degli orsi aumenta di anno in anno, ma il fatto che in questo periodo aumentino anche gli avvistamenti si deve all’incremento di turisti sulle montagne». Ogni anno, il servizio provinciale registra circa seicento incontri. «E’ tutto nella norma - prosegue il dirigente - gli ultimi due incontri sono avvenuti, uno in un corridoio faunistico, l’altro in un bosco. E in entrambi i casi gli orsi non avevano intenzioni bellicose. E’ un peccato che non si parli mai degli avvistamenti di caprioli, camosci e cervi che pure avvengono con grande frequenza. Gli orsi si spostano in questo periodo per assolvere alle loro funzioni vitali, per cercare cibo e per allontanarsi dalle fonti di disturbo, mentre in primavera devono reintegrare le forze dopo il letargo e prepararsi alla fase del corteggiamento e in autunno devono fare la scorta in vista del letargo».

Secondo l’ultimo rapporto Orso, sono cinque le cucciolate osservate nella primavera di quest’anno, mentre negli ultimi dieci anni sono nati 53 esemplari. La popolazione è in costante aumento: nel 2010 gli esperti hanno conteggiato 32 esemplari, contro i 36 dello scorso anno. Il servizio faunistico provinciale è ora al lavoro per capire se l’orsa colpita dall’auto sia rimasta ferita e se per caso non sia la stessa avvistata, insieme ai cuccioli, una decina di giorni fa da un cacciatore a Sopramonte.
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Ecco Buddu, l'orso che si sente un cane

Messaggio da IW2LBR »

da Il Messaggero

Ecco Buddu, l'orso che si sente un cane

Pensa di essere un cane, invece è un orso. Sembra proprio un orsachiotto di peluche Buddu, l'animalone diventato amico di un villaggio dell'India. Buddu ha un anno ed è stato allevato da una famiglia del Lakhapada, un piccolo villaggio. Si fa fare le coccole, le carezze e dorme accucciato vicino al letto dei suoi amici umani.

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L'orso «assedia» le mucche Una frisona lo mette in fuga

Messaggio da IW2LBR »

dall'Arena di Barbara Bertasi

L'orso «assedia» le mucche, una frisona lo mette in fuga

Le mucche fanno quadrato e... cacciano l'orso, costretto a darsela a gambe, inseguito da una vacca Frisona bianca e nera, a cui forse non è parso vero allontanare dalle vitelle un tanto pericoloso potenziale predatore: un plantigrado alto un metro, largo oltre mezzo metro e pesante almeno un'ottantina di chili. Scene da film alla vigilia di Ferragosto, ai 1326 metri di quota di Malga Natura a Ferrara di Monte Baldo, dove Paolo Cugildi, presidente del gruppo micologico Orto d'Europa di Rivoli, svolge attività ambientali a scopo didattico. L'orso, presumibilmente il giovane M11 che da qualche tempo si aggira sul Baldo avvicinandosi con troppa disinvoltura a tutto e a tutti, è arrivato anche lì. Dove, come fa sapere Cugildi, lo hanno visto prima quattro turisti – due adulti e due bambini – e poi un'altra famiglia di Cavaion. A questi ultimi escursionisti il grosso mammifero ha offerto un memorabile spettacolo. M11, infatti, definito dagli esperti un capo mansueto, ha provato a seguire un suo forse innato istinto predatore cercando di avvicinarsi ad un gruppo di vitelle, ma gli è andata decisamente male, visto che è stato costretto a ritirarsi da una «batteria» di vacche.

Da una in particolare.
Ma questo è stato solo l'epilogo di un lungo pomeriggio vissuto a Malga Natura martedì scorso.
«Ero all'interno della malga e stavo lavorando quando dei turisti, che si erano appena congedati dopo aver visitato il vivaio erpetolgico (la vasca a due passi dall'orto botanico dove Cugildi ha creato un habitat naturale e studia le vipere, ndr) sono tornati indietro trafelati», racconta Cugildi. «Stavano andando a fare una passeggiata alla pozza d'alpeggio che sta dietro la malga, quando hanno scorto l'orso», prosegue. «Sono istintivamente corsi a chiamarmi, ma, nel momento in cui arrivavo, l'animale stava già dileguandosi scavalcando la collina».

Cugildi è quindi rientrato nella malga.
Neanche cinque minuti dopo, i quattro erano di nuovo da lui. «L'orso era tornato», continua Cugildi. «Così sono uscito di nuovo e, stavolta, l'ho beccato mentre stava bevendo alla pozza. Mi sono avvicinato e, tenendomi ad una cinquantina di metri, ho cercato di fare una foto con l'attrezzatura fotografica rimastami dopo un furto subito l'anno scorso», racconta. «Ho una banale macchina analogica con modesto obiettivo ed è con questo che ho fatto due scatti. Ci tenevo. Desideravo infinitamente fissare un momento per me meraviglioso. Mi pareva impossibile che l'orso fosse così vicino, mi è quasi sembrato di toccarlo e ringrazio quei turisti, che purtroppo non conosco, per avermene data l'opportunità». Poi l'animale ha smesso di bere ed è partito, sparendo verso le Valbrutte. Ma il pomeriggio sarebbe stato lungo e pieno di nuove sorprese. «Erano le 16,30», prosegue Paolo Cugildi, «e sapendo che due miei amici, Gianpaolo Ferrari e la moglie Elisabetta Fattorelli, con i loro due figli Luca e Silvia di 11 e 8 anni, stavano salendo da me a piedi passando dalle Valbrutte, li ho avvertiti dell'accaduto invitandoli, per precauzione, a rinunciare a salire di lì ma a raggiungermi attraverso la normale via che sale da Valfredda passando per Malga Ime».

I quattro hanno seguito il consiglio e sono arrivati a Malga Natura verso le 18,30.
«Stavo infornando un coniglio», ricorda Cugildi, «quando Luca è corso in cucina gridandomi che c'era l'orso. A quel punto ho mollato tutto e sono uscito di nuovo. Lui era a poche decine di metri dalla malga e stava insidiando delle vitelle. Con nostro grande stupore, abbiamo visto le mucche radunarsi e, tra mille muggiti, fare squadra contro l'orso fino a rintuzzarne gli attacchi». Una scena indimenticabile: «C'erano una ventina di vitelle assediate e una quarantina di vacche adulte Frisone e Simmental schierate a loro difesa. Avevano costituito una sorta di barriera e, ogni volta che l'orso tentava di romperla, si dirigevano verso le piccole e, facendo squadra, lo ricacciavano indietro». Lo sketch è durato una ventina di minuti e Cugildi assicura che la scena è stata «straordinaria, indimenticabile per tutti». Anche perché l'orso, di fronte a quelle femmine agguerrite, ha più volte provato a farsi valere, quasi incredulo della sua impotenza. «Tentava caparbiamente, ma vanamente, di sorpassare la barriera e quindi, quasi stupito, tornava all'attacco», racconta Cugildi.

Ogni volta però, veniva sconfitto.
«L'impressione che ho avuto è che, essendo stato probabilmente abbandonato troppo giovane dalla madre, questa non gli abbia trasmesso il naturale corredo di informazioni necessarie a cacciare e lui, abbandonato a se stesso, non si sappia gestire», commenta l'osservatore. Cugildi, riconoscendo comunque l'innegabile coraggio dell'orsetto M11, aggiunge che l'avrebbe ribattezzato «Ardito». Ma l'ardimento si è spento in fretta. «Il poveretto ha deciso di abbandonare il campo e, inseguito da una singola mucca, che a quel punto ha dimostrato tanto più coraggio di lui, se n'è andato». Lasciando tutti a bocca aperta. Sbalordito anche Ferrari. «È stato un incontro memorabile», ha affermato «Si vede che siamo proprio destinati ad incontrare plantigradi. Proprio l'anno scorso i miei figli, alla medesima pozza, avevano trovato e fotografato un' impronta d'orso, che era, però, del precedente frequentatore del Baldo».
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Trento – pronta la buca per orsi

Messaggio da IW2LBR »

da Grea Press

Trento – pronta la buca per orsi

Curiosa discrasia in provincia di Trento. Lo stesso Presidente che aveva annunciato di avere rinegoziato con il Ministero dell’Ambiente la diminuzione degli orsi selvatici del Trentino, assicura ora, per la seconda volta in un anno, che il plantigrado tornerà. Non in natura, ma nel recinto del Santuario di San Romedio, nel Comune di Coredo. Questo perché la tradizione religiosa del posto vuole un orso nei luoghi del Santo. Eppure quel recinto fu la “buca” di Jurka, l’orsa prelevata in natura perché si avvicinava alla case e rinchiusa in cattività proprio a San Romedio. Le condizioni di quel povero animale, infine trasferito, fecero il giro del mondo. Ora, però, la Provincia di Trento rassicura sul fatto che il Ministero dell’Ambiente ha rilasciato l’idoneità alla detenzione. Dunque, se selvatici, devono andare via. Se in cattività e in ricordo del Santo, possono restare. Nel caso in questione, l’orso dovrebbe provenire dallo zoo del Parco Nazionale d’Abruzzo. La questione, come era facile immaginare, ha già sollevato un nuvolone di polemiche. A prendere per prima posizione è stato il Movimento Vegetariano No alla Caccia. Sulla vicenda è ora intervenuto l’eurodeputato IdV Andrea Zanoni ” «Non starò a guardare un altro essere vivente diventare simbolo della sofferenza ed emblema del “selvaggio imprigionato” come è successo a Jurka – ha dichiarato l’On.le Zanoni – . Appoggio pienamente la protesta del Movimento vegetariano-No alla caccia e mi unisco alla loro battaglia: è inaccettabile tenere un animale in un vero e proprio buco, senza lo spazio vitale indispensabile per muoversi“.

A supporto della tesi del Movimento Vegetariano No alla Caccia Non c’è la relazione dell’esperto Schmiedel, che a San Romedio ha ispezionato il luogo della costrizione dell’orso, giudicandolo inadatto. “Gli orsi – ha aggiunto l’ON.le Zanoni – vivono in zone che si estendono dai 200 ai 400 chilometri quadrati, hanno bisogno di corsi d’acqua di ampie dimensioni per la loro predisposizione a fare il bagno e necessitano di boschi e cespugli per nascondersi. A San Romedio queste condizioni non esistono. Al contrario, un orso rinchiuso in quella fossa non può evitare problemi alle articolazioni dovuti all’elevato tasso di umidità e alla insufficiente esposizione al sole”.

Ma perché un orso dovrebbe stare nella “buca” di San Romedio? Ce lo ricorda la stessa Provincia di Trento. Nel suo sito riporta la storia dell’eremita Romedio che nel quarto secolo dell’era cristiana viveva proprio da quelle parti. Sentendo la sua fine vicina, volle andare a trovare il Vescovo. Il cavallo, però, era stato divorato dall’orso. Il plantigrado, però, ubbidì subito all’ordine dell’eremita e si face sellare. Al suo passaggio il futuro Santo fece molti miracoli. Questa la tradizione religiosa. Una consigliera provinciale ha ritenuto ora che a San Romedio un orso debba stare e il Presidente Dellai, lo stesso che vuole meno orsi in natura, ha dato l’ok. Così avrebbe fatto anche il Ministero dell’Ambiente sul quale, ironizzano gli animalisti, si spera solo non debba poi trovarsi ad esaminare le vicende dei martiri sbranati nel colosseo.
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passovalcava
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da passovalcava »

orso in val lesina
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pluto
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da pluto »

passovalcava ha scritto:orso in val lesina
Ma l'hanno visto o hanno trovato le orme? Certo con questo secco sará difficile trovar le orme, l'avranno visto..
Sei sicuro che era un orso?...mi sembra impossibile, se ne son tutti andati a casa...magari un cane o un cinghiale scambiato per orso?
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Stesso prato per la famiglia Orsi

Messaggio da IW2LBR »

dal Corriere del Ticino

Stesso prato per la famiglia Orsi

Ursina e Berna hanno raggiunto oggi papà Finn e mamma Björk. È un esperimento. Lo scorso mese di giugno l'orso Finn e la sua compagna Björk, erano stati fatti tornare a vivere insieme (vd suggeriti). Le loro figliole, Berna e Ursina, erano rimaste a vivere dove, un tempo, viveva, in solitaria, papà Finn. Oggi però tutti gli steccati sono caduti e la famiglia "Orsi di Berna" vive nello stesso prato. Stamane, infatti, i guardiani hanno tolto la separazione tra il settore più grande e quello più piccolo. La famiglia si è ricongiunta e la nuova situazione non sembra creare problemi. Mamma Björk ha dapprima «cacciato» la prole in giro per il recinto, ma papà Finn si è subito prodigato come pacificatore, ha indicato all'ats il direttore del Parco degli orsi e del parco zoologico Dählhölzli, Bernd Schildger confermando informazioni di «20 Minuten» online. Finn ha «montato» Björk, dimostrandole così che essa mantiene il suo status di partner, ha spiegato Schildger. Uno sguardo ai suggeriti vi permetterà di ricostruire la travagliata storia degli ultimi due anni della famiglia Orsi, in particolare da quando si scoprì che i due orsetti nati a fine 2009 non erano un maschietto e una femminuccia, ma due gemelle. Il pericolo d'incesto aveva addirittura portato a pensare ad un trasferimento delle due figlie di Finn e Björk. L'estate scorsa un'esperta canadese, contattata dai responsabili del Parco, era però giunta alla conclusione che una riunificazione famigliare era possibile visto che "la madre continua a occuparsi amorevolmente dei suoi piccoli e il padre non sembra aggressivo quando si avvicina alla recinzione che separa i due settori". Per evitare rapporti incestuosi tra padre e figlie, in marzo Finn è stato sterilizzato.

Secondo Schildger non è ancora certo se l'audace esperimento di ricongiungimento famigliare avrà successo anche a medio e lungo termine. Il team, di cui fa parte anche l'esperta canadese, monitorerà la situazione per tutta la giornata. Piccole zuffe sono accettabili: bisogna rispettare le leggi della natura. Solo qualora dovesse sussistere il rischio di ferite gravi si interverrà, ha aggiunto il direttore dei parchi.
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