e tutti gli amministratori della Valle cosa dicono??? tacciono...
non dico tanto ma almeno un minimo di protesta andrebbe fatta (mia le solite interpallanze)....che vergogna...penseranno di cavarsela con un gioppino messo li in mezzo ad una rotonda...ops arlecchino...e faremo anche gli sboroni con tanto di taglio del nastro e rinfresco ?
Se i lavori della variante fossero stati affidati ad una squadra di talpe, marmotte e Alpini sarebbe già finita da un bel pezzo..!!
Ma perchè i soldi mancanti non li facciamo tirar fuori personalmente a tutti quelli che hanno deciso di cambiare il progetto originario, approvare ed autorizzare tale modifica che ha finito per far miracolosamente lievitare i costi della variante..?? Possibile che non ci sia nessun responsabile, nessun colpevole..?? Che schifo...
e tutti gli amministratori della Valle cosa dicono??? tacciono...
Perchè, esistono degli amministratori degni di tale nome ?
Fintantoché soldi ed economia giravano andava tutto bene, adesso che sono tempi grami... tutti spariti....
Lasemm pertt.....
moritz63 ha scritto:...Ma perchè i soldi mancanti non li facciamo tirar fuori personalmente a tutti quelli che hanno deciso di cambiare il progetto originario...
Buon senso lo vorrebbe ma... comunque il tuo presupposto a mio parere credo sia sbagliato , l'appalto è stato fatto sul secondo progetto, per quanto si cerchi la "scusante"! Anche se così fosse, ci sono parecchie cose che non quadrano: ad esempio se la galleria è 500m più lunga per contro al costo aggiuntivo della stessa, si deve detrarre il risparmio di 3 viadotti che si sono risparmiati sulle vallette del primo progetto (tra Tre Fontane e Tiolo). Inoltre anche uno stolto studente di ragioneria o geometra capirebbe che è un pò eccessivo "perdere" 10 mln al Km (totale oltre 20 mln) ?! Esistono tabellari sui costi standard edili , compreso minimo e massimo. Qualcuno infatti ipotizza una via di uscita: quello che è stato, seguirà le lungaggini delle indagini sul denaro pubblico "perduto", mentre il completamento proseguira con l'assegnazione di un nuovo appalto...
Comunque sia, speriamo che si prendano decisioni in merito al più presto.
Moderatore Immagini Antiche "tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
Esistono tabellari sui costi standard edili , compreso minimo e massimo
Quello che non capisco però, perchè se viene stimato un costo dell'opera con costi dati da tabellari, poi si fà gara al ribasso giustamente, se uno si appalta l'opera con il 50% di sconto, come fà poi a completare l'opera
Zogno - Si lavora per cancellare al più presto la vergogna di Zogno. I soldi per la variante sono finiti e le imprese hanno lasciato il cantiere a un passo dalla luce in fondo al tunnel. Un’opera incompiuta è uno schiaffo pesante alla Valle Brembana che ha fame di lavoro (e quindi di infrastrutture). «Le ruspe torneranno entro maggio», Pirellone e Via Tasso assicurano il loro impegno. La data - e le modalità per ripartire - potrebbero uscire già oggi, dall’incontro fissato alle 11 in Regione. Ci saranno il presidente della Provincia Matteo Rossi (o un suo delegato) e l’assessore regionale alle Infrastrutture, il bergamasco Alessandro Sorte. Il fatto che le due parti si parlino è già una notizia. Solo qualche mese fa sulla ripartizione dei nuovi costi dell’opera, lievitati di 24 milioni di euro, non erano volate parole tenere tra Rossi (Pd) e l’assessore regionale all’Ambiente Claudia Terzi (Lega). Il tempo delle polemiche è ora archiviato, anche per il Carroccio. Per evitare che la politica faccia una brutta figura, i bergamaschi (meglio tardi che mai...) fanno squadra. L’ingresso di Sorte nella Giunta Maroni agevola il dialogo, visto che il coordinatore provinciale di Forza Italia, oltre a governare con i lumbard in Regione, è anche uno dei principali artefici della «grande coalizione» con il centrosinistra in Via Tasso. Sull’infrastruttura brembana le istituzioni locali ci giocano la faccia.
Il Bilancio provinciale Sul lato Provincia, perché uno dei Bilanci più magri della storia dell’ente dovrà destinare gran parte delle sue risorse proprio all’infrastruttura brembana. «Ci impegneremo per due milioni di euro all’anno per quattro annualità, a partire da quest’anno», Rossi anticipa l’investimento previsto. La manovra, però, dovrà incassare l’ok dell’assemblea dei sindaci. «Dovremo spiegare agli altri territori che la Provincia ha deciso di puntare sulla variante di Zogno e che quindi bisognerà rinunciare ad altri interventi. Ci auguriamo che prevalga una logica di solidarietà, tenendo conto che quello brembano è un territorio che soffre da anni, soprattutto di un deficit infrastrutturale», spiega il presidente. I precedenti, però,dimostrano come i campanilismi siano duri a morire. Il recente caso della Villa d’Almè-Paladina insegna. «Il raddoppio è strategico per arrivare fino all’alta Valle Brembana. Capisco le preoccupazioni di tutti, ma non possiamo rischiare di andare a un nuovo bando e perdere i finanziamenti. Sarebbe imperdonabile », ammette Rossi. Che quindi non vuole perdere altro tempo nemmeno sulla variante di Zogno. Il Consiglio provinciale dovrà approvare definitivamente l’esercizio finanziario entro il 31 marzo, e per quella scadenza si punta anche ad avere disponibili i primi due milioni necessari per far ripartire le ruspe.
Oggi vertice sulla variante: si decide come far ripartire i lavori Provincia a caccia di otto milioni. La Regione ne mette 16 nel Pop tivi di vendita sono stati un flop, ma Rossi spera che le operazioni vadano a buon fine nel 2015. A questo proposito trattative riservatissime sarebbero in corso per la cessione delle quote della Provincia in Brebemi e Serenissima. Certo è che quei 24 milioni in più (la cifra esatta si avrà solo con la perizia che è in corso, ma non dovrebbe ballare di molto) sono proprio arrivati tra capo e collo alla nuova amministrazione di Via Tasso. Mentre i 5 Stelle in Regione hanno chiesto chiarezza sulle cause dei costi lievitati, la Giunta Maroni ha messo nero su bianco la sua parte.
Il Pop regionale E anche qui i bergamaschi se la giocano. Il Piano triennale delle opere pubbliche della Regione, infatti, prevede 24 milioni di euro per tutta la Lombardia. La variante di Zogno fa la parte del leone, perché ne «assorbe» ben 16, così ripartiti: 5 milioni nel 2015 (che con i due della Provincia servono per sbloccare il cantiere), altrettanti nel 2016 e nel 2017, un milione di euro nel 2018. La decisione della Giunta Maroni di dirottare la fetta più grande degli investimenti sulla Bergamasca (anche qui rischiando di scontentare altri territori) non può quindi fallire, lasciando un’opera a metà. «La Regione sta facendo di tutto per riportare le ruspe in Valle Brembana. I rapporti con la mia collega Terzi e con la Provincia sono strettissimi, perché ciascun ente faccia ciò che è di sua competenza », commenta l’assessore Sorte. Intanto l’apertura della variante di Zogno (se non ci saranno altri intoppi) slitta al 2017, due anni dopo l’Expo.
I sindaci della Valle Brembana: soldi mancanti, si è perso tempo
Zogno - «Vogliamo risposte certe. Regione e Provincia si siedano finalmente a un tavolo e definiscano una volta per tutte modalità per reperire i finanziamenti e le nuove date per la variante» Il sindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti non nasconde la sua arrabbiatura per come il problema sia stato affrontato in questi mesi, dopo l’annuncio che i fondi non erano più sufficienti e occorreva trovare altri 24 milioni di euro. «Era da tempo, almeno da metà dicembre, che chiedevo un incontro a tre, Comune, Regione e Provincia – prosegue – ma senza esito. Dalla Regione avevamo la conferma che i 16 milioni c’erano, come da delibera regionale del 5 dicembre scorso. Restava l’incognita della Provincia edegli altri 7,8 milioni di euromancanti. Ora, insieme, si studi una soluzione, nel più breve tempo possibile. Nessuno può permettersi di lasciare così lavariante di Zogno e una valle che, in questa strada, vede buona parte del suo futuro». «Li avevamo avvertiti» «Avevamo avvertito subito a inizio lavori – aggiunge il presidente della Comunità montana Alberto Mazzoleni –. Le varianti al progetto con gli extracosti erano pericolose. E così è stato. Si è voluto modificare la pendenza della strada. E puntualmente sono arrivati i ritardi: sono aumentati i costi e, se tutto va bene, vedremo aperta la variante fra tre anni. Ma chi ci ha perso è la valle e i danni economici sono stati enormi. L’auspicio è che si faccia il prima possibile per riprendere i lavori». Critico anche il sindaco di San Pellegrino Vittorio Milesi: «La Provincia da tempo sapeva che i soldi non sarebbero stati sufficienti – dice –. Eppure ha tenuto tutto nascosto. Non preoccupandosi di trovare i soldi mancanti. Se si aspetta che l’impresa vada via dal cantiere, come è stato fatto, si perde solo tempo». La Villa d’Almè-Dalmine Il sindaco della cittadina termale allarga quindi gli orizzonti, guardando anche a quanto sta succedendo sulla Villa d’Almè- Dalmine, altra arteria fondamentale per la viabilità e l’accesso in Valle Brembana
1992 Primo progetto: lo approva la Comunità montana
2002 Si tenta di aprire il cantiere ma il progetto presenta errori insuperabili
2004 Si scioglie il contratto con l'impresa Locatelli. Il progetto è da rifare da capo
2006 Si avvia la nuova progettazione
2009 La Giunta provinciale approva il progetto definitivo
2010 L'impresa Itinera di Tortona vince la gara d'appalto. Ricorso di un'altra impresa
2011 Si approva il progetto esecutivo e, a luglio, si apre il cantiere
2013 A giugno giù il diaframma della prima galleria a dicembre si conclude la seconda. Regione e Provincia assicurano l’apertura per febbraio 2015. Maroni: tempi rispettati.
2014 A settembre la sorpresa: servono altri 24 milioni per concludere i lavori. Pirovano assicura: nessuno stop, e la variante sarà conclusa
2015 Il cantiere viene smantellato
2017 La nuova data prevista di apertura da parte della Regione