Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
- A.Galizzi
- Messaggi: 74
- Iscritto il: martedì 16 novembre 2010, 15:33
- Località: San Pellegrino Terme
- Contatta:
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
chiedo a chi è più informato di me se si hanno anche notizie più precise, ovvero se è già stato identificato
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
Cosa (non) fare se si incontra un orso in Trentino
da Eco-Blog
Cosa (non) fare se si incontra un orso in Trentino
Quando mi imbatto in questi filmati, spacciati per eccezionali e sensazionali, resto allibita. Il video, lo trovate qui, girato da un collaboratore dalla tv locale Rttr, riprende un incontro (casuale? Mica tanto, è zona frequentata dai plantigradi quella) con un orso in Trentino, tallonato per un chilometro sulla strada che va da Ranzo a Vezzano. Quando si incontra un orso, si chiede la voce fuori campo, meglio cambiare strada o far prevalere la curiosità e filmarlo con le nuove tecnologie che ci permettono di filmare tutto in tempo reale e bla bla bla? Ovviamente si è scelta la seconda opzione. Si vede l’orso correre al centro della carreggiata con i fari che lo spaventano. Sì, la velocità dell’auto sarà anche ridotta ma l’orso è visibilmente spaventato, si gira inquieto e di continuo a controllare l’auto che lo sta seguendo, fin quando non compare un’altra auto in senso opposto ed è ancora più confuso, è evidente che si sente in trappola. Ci ricorda un altro incontro (casuale anche questo?) o meglio inseguimento con un lupo, ammesso fosse un lupo, di cui vi parlammo tempo fa.
Ecco in sintesi cosa NON bisognerebbe fare se si incontra un animale selvatico, come l’orso bruno è! Lo sconsiderato autista ha messo nello stesso tempo a rischio la vita del plantigrado e quella degli automobilisti in risalita; l’animale spaventato poteva benissimo incontrare al di là della curva un auto un pò più veloce e chissà cosa sarebbe potuto accadere (orso morto? auto danneggiata? auto che sbanda su una strada a picco su pareti rocciose? Altre copertine per i giornali ghiotti di notizie ursine?). Penso non sia difficile constatare che quello che si vede nel video rientri nel disturbo alla Fauna selvatica, reato contemplato nella 157/’92 e sul quale in Trentino è deputato il controllo al Corpo Forestale Provinciale del Servizio Foreste e fauna PAT. L’autista poteva benissimo rallentare, all’occorrenza fermarsi ed abbassare i fari. Utilissimo anche il servizio giornalistico del TG che avendo l’occasione di dire qualcosa di intelligente, ben se ne è guardato nel farlo. Come sempre siamo noi le vittime degli orsi…
Cosa (non) fare se si incontra un orso in Trentino
Quando mi imbatto in questi filmati, spacciati per eccezionali e sensazionali, resto allibita. Il video, lo trovate qui, girato da un collaboratore dalla tv locale Rttr, riprende un incontro (casuale? Mica tanto, è zona frequentata dai plantigradi quella) con un orso in Trentino, tallonato per un chilometro sulla strada che va da Ranzo a Vezzano. Quando si incontra un orso, si chiede la voce fuori campo, meglio cambiare strada o far prevalere la curiosità e filmarlo con le nuove tecnologie che ci permettono di filmare tutto in tempo reale e bla bla bla? Ovviamente si è scelta la seconda opzione. Si vede l’orso correre al centro della carreggiata con i fari che lo spaventano. Sì, la velocità dell’auto sarà anche ridotta ma l’orso è visibilmente spaventato, si gira inquieto e di continuo a controllare l’auto che lo sta seguendo, fin quando non compare un’altra auto in senso opposto ed è ancora più confuso, è evidente che si sente in trappola. Ci ricorda un altro incontro (casuale anche questo?) o meglio inseguimento con un lupo, ammesso fosse un lupo, di cui vi parlammo tempo fa.
Ecco in sintesi cosa NON bisognerebbe fare se si incontra un animale selvatico, come l’orso bruno è! Lo sconsiderato autista ha messo nello stesso tempo a rischio la vita del plantigrado e quella degli automobilisti in risalita; l’animale spaventato poteva benissimo incontrare al di là della curva un auto un pò più veloce e chissà cosa sarebbe potuto accadere (orso morto? auto danneggiata? auto che sbanda su una strada a picco su pareti rocciose? Altre copertine per i giornali ghiotti di notizie ursine?). Penso non sia difficile constatare che quello che si vede nel video rientri nel disturbo alla Fauna selvatica, reato contemplato nella 157/’92 e sul quale in Trentino è deputato il controllo al Corpo Forestale Provinciale del Servizio Foreste e fauna PAT. L’autista poteva benissimo rallentare, all’occorrenza fermarsi ed abbassare i fari. Utilissimo anche il servizio giornalistico del TG che avendo l’occasione di dire qualcosa di intelligente, ben se ne è guardato nel farlo. Come sempre siamo noi le vittime degli orsi…
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
Trentino: Penasa, orso in Val di Rabbi
dall'ANSA
Trentino: Penasa, orso in Val di Rabbi
TRENTO, 4 SET - Ennesimo attacco dell'orso in Val di Rabbi. Lo sottolinea Franca Penasa, consigliere provinciale in Trentino. ''Dopo aver colpito durante tutta l'estate direttamente e indirettamente diverse malghe della Val di Rabbi, ieri a Camposecco - riferisce Penasa - e' stata ritrovata l'asina scomparsa da giorni, che presentava la solita modalita' di aggressione dell'orso, che nella bibliografia presentata dalla Provincia mangia solo ghiande e altri vegetali''.
Trentino: Penasa, orso in Val di Rabbi
TRENTO, 4 SET - Ennesimo attacco dell'orso in Val di Rabbi. Lo sottolinea Franca Penasa, consigliere provinciale in Trentino. ''Dopo aver colpito durante tutta l'estate direttamente e indirettamente diverse malghe della Val di Rabbi, ieri a Camposecco - riferisce Penasa - e' stata ritrovata l'asina scomparsa da giorni, che presentava la solita modalita' di aggressione dell'orso, che nella bibliografia presentata dalla Provincia mangia solo ghiande e altri vegetali''.
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
L'orso sponsor fa discutere, Non è il simbolo delle Orobie
da L'Eco di Bergamo di Emanuele Biava
L'orso sponsor fa discutere "Non è il simbolo delle Orobie"
L'orso «sponsor» delle montagne bergamasche? Il progetto lanciato dal Parco delle Orobie per sfruttare in chiave turistica la figura del predatore sta suscitando curiosità e anche qualche (inevitabile) perplessità. Mentre procede la mappatura dei «luoghi dell'orso», cioè la ricerca delle località dove il plantigrado è passato di recente o dove la sua presenza nella storia è testimoniata da toponimi e stemmi, prende posizione Coldiretti Bergamo: «Non abbiamo nulla contro l'orso – spiega il presidente Alberto Brivio – ma andrebbero valorizzati altri aspetti, ad esempio i nostri inimitabili prodotti tipici e il ruolo degli agricoltori, che contribuiscono ogni giorno al modellamento del paesaggio». «Un ambiente così creato dall'uomo – aggiunge – non è più l'habitat ideale per l'orso, la cui presenza, tra l'altro, è sempre stata definita "episodica". Eventuali risorse disponibili devono essere indirizzate a coloro che continuano a mantenere fruibile nella sua unicità il Parco: sostenere il turismo legato all'enogastronomia locale innescherebbe un circolo virtuoso utile e concorrerebbe anche al mantenimento dell'assetto idrogeologico delle montagne. A livello nazionale il turismo enogastronomico ha generato un fatturato di 5 miliardi ed è l'unico segmento in crescita nell'offerta turistica». «Speriamo – conclude Brivio – di poter conoscere più dettagliatamente i progetti del Parco e ribadiamo la nostra disponibilità a confrontarci per il settore agricolo e la montagna».
Giovanni Giudici, presidente dell'Associazione provinciale allevatori, aggiunge: «Forse non è il momento per un'iniziativa simile: molti allevatori hanno ancora il "dente avvelenato" dopo le polemiche dei mesi scorsi sull'orso. Bisogna favorire invece una maggiore integrazione tra Parco e allevatori, la cui presenza contribuisce a tenere pulito il territorio: mi è piaciuta, per esempio, l'iniziativa "Girarifugi e Alpeggi" promossa da Ersaf per portare gli escursionisti negli alpeggi». E Francesca Monaci, allevatrice di Branzi e presidente del Consorzio di tutela del Formai de mut dell'Alta Valle Brembana, dopo aver messo l'accento sulla «difficile convivenza tra orso e alpeggi», spiega: «Attendo più notizie sul progetto, ma mi piacerebbe che per promuovere le nostre montagne si puntasse anche su specie autoctone». Infine Michele Corti, già assessore regionale all'Agricoltura, docente di Sistemi zootecnici e «ruralista», in una lunga analisi sul sito www. ruralpini.it non risparmia critiche: «L'orso, nonostante il battage pubblicitario, è una presenza di transito. Che merito ha il Parco per fregiarsene copiando il Parco Adamello Brenta o dell'Abruzzo dove l'orso non si è mai estinto? (...) L'ambiente della montagna è messo a repentaglio sia dal Luna park motorizzato sia dal "ritorno della natura selvaggia", una forma di Luna park naturalistico che trasforma in un grande parco faunistico all'aperto la montagna».
Ma suscita curiosità e porterà qui tanti turisti
«L'orso non è il simbolo delle Orobie, certo, ma può essere un'opportunità di richiamo turistico. Sapendo che questo animale suscita molta curiosità, vogliamo semplicemente dire a chi non ci conosce: le nostre montagne sono talmente belle che anche l'orso è passato di qui, venite a visitarle». A ribadire la filosofia alla base del progetto è Yvan Caccia, presidente del Parco delle Orobie, che nei giorni scorsi aveva annunciato l'intenzione di sfruttare la figura dell'orso a scopo turistico in vista dell'Expo 2015. «È ora di decidere se vogliamo o no i turisti nelle nostre valli – prosegue Caccia – e di creare opportunità di sviluppo economico in uno scenario dove le manifatture sono sempre più realtà di nicchia e le grandi industrie si spostano in pianura». Ma come coniugare la promozione turistica con le realtà agricole che vedono l'orso come un rischio? «Un conto – aggiunge il presidente del Parco – è parlare di convivenza con l'orso, tema di cui la Regione è l'unico ente titolato ad occuparsi con gli appositi progetti; un conto è parlare di promozione turistica, aspetto che come Parco possiamo e vogliamo sostenere». In pratica? «Abbiamo quasi finito la mappatura dei luoghi dell'orso in provincia. Sono i posti dove è passato di recente, ma anche quelli dove si conservano tracce storiche della sua presenza nei secoli: toponimi, stemmi comunali, affreschi, documenti e anche orsi impagliati che stiamo cercando di catalogare e radunare. La mappa ci permetterà di creare itinerari da inserire in un sistema che includa alberghi, agriturismi, alpeggi, enogastronomia, cultura e ambiente per portare i turisti nelle valli»
L'orso sponsor fa discutere "Non è il simbolo delle Orobie"
L'orso «sponsor» delle montagne bergamasche? Il progetto lanciato dal Parco delle Orobie per sfruttare in chiave turistica la figura del predatore sta suscitando curiosità e anche qualche (inevitabile) perplessità. Mentre procede la mappatura dei «luoghi dell'orso», cioè la ricerca delle località dove il plantigrado è passato di recente o dove la sua presenza nella storia è testimoniata da toponimi e stemmi, prende posizione Coldiretti Bergamo: «Non abbiamo nulla contro l'orso – spiega il presidente Alberto Brivio – ma andrebbero valorizzati altri aspetti, ad esempio i nostri inimitabili prodotti tipici e il ruolo degli agricoltori, che contribuiscono ogni giorno al modellamento del paesaggio». «Un ambiente così creato dall'uomo – aggiunge – non è più l'habitat ideale per l'orso, la cui presenza, tra l'altro, è sempre stata definita "episodica". Eventuali risorse disponibili devono essere indirizzate a coloro che continuano a mantenere fruibile nella sua unicità il Parco: sostenere il turismo legato all'enogastronomia locale innescherebbe un circolo virtuoso utile e concorrerebbe anche al mantenimento dell'assetto idrogeologico delle montagne. A livello nazionale il turismo enogastronomico ha generato un fatturato di 5 miliardi ed è l'unico segmento in crescita nell'offerta turistica». «Speriamo – conclude Brivio – di poter conoscere più dettagliatamente i progetti del Parco e ribadiamo la nostra disponibilità a confrontarci per il settore agricolo e la montagna».
Giovanni Giudici, presidente dell'Associazione provinciale allevatori, aggiunge: «Forse non è il momento per un'iniziativa simile: molti allevatori hanno ancora il "dente avvelenato" dopo le polemiche dei mesi scorsi sull'orso. Bisogna favorire invece una maggiore integrazione tra Parco e allevatori, la cui presenza contribuisce a tenere pulito il territorio: mi è piaciuta, per esempio, l'iniziativa "Girarifugi e Alpeggi" promossa da Ersaf per portare gli escursionisti negli alpeggi». E Francesca Monaci, allevatrice di Branzi e presidente del Consorzio di tutela del Formai de mut dell'Alta Valle Brembana, dopo aver messo l'accento sulla «difficile convivenza tra orso e alpeggi», spiega: «Attendo più notizie sul progetto, ma mi piacerebbe che per promuovere le nostre montagne si puntasse anche su specie autoctone». Infine Michele Corti, già assessore regionale all'Agricoltura, docente di Sistemi zootecnici e «ruralista», in una lunga analisi sul sito www. ruralpini.it non risparmia critiche: «L'orso, nonostante il battage pubblicitario, è una presenza di transito. Che merito ha il Parco per fregiarsene copiando il Parco Adamello Brenta o dell'Abruzzo dove l'orso non si è mai estinto? (...) L'ambiente della montagna è messo a repentaglio sia dal Luna park motorizzato sia dal "ritorno della natura selvaggia", una forma di Luna park naturalistico che trasforma in un grande parco faunistico all'aperto la montagna».
Ma suscita curiosità e porterà qui tanti turisti
«L'orso non è il simbolo delle Orobie, certo, ma può essere un'opportunità di richiamo turistico. Sapendo che questo animale suscita molta curiosità, vogliamo semplicemente dire a chi non ci conosce: le nostre montagne sono talmente belle che anche l'orso è passato di qui, venite a visitarle». A ribadire la filosofia alla base del progetto è Yvan Caccia, presidente del Parco delle Orobie, che nei giorni scorsi aveva annunciato l'intenzione di sfruttare la figura dell'orso a scopo turistico in vista dell'Expo 2015. «È ora di decidere se vogliamo o no i turisti nelle nostre valli – prosegue Caccia – e di creare opportunità di sviluppo economico in uno scenario dove le manifatture sono sempre più realtà di nicchia e le grandi industrie si spostano in pianura». Ma come coniugare la promozione turistica con le realtà agricole che vedono l'orso come un rischio? «Un conto – aggiunge il presidente del Parco – è parlare di convivenza con l'orso, tema di cui la Regione è l'unico ente titolato ad occuparsi con gli appositi progetti; un conto è parlare di promozione turistica, aspetto che come Parco possiamo e vogliamo sostenere». In pratica? «Abbiamo quasi finito la mappatura dei luoghi dell'orso in provincia. Sono i posti dove è passato di recente, ma anche quelli dove si conservano tracce storiche della sua presenza nei secoli: toponimi, stemmi comunali, affreschi, documenti e anche orsi impagliati che stiamo cercando di catalogare e radunare. La mappa ci permetterà di creare itinerari da inserire in un sistema che includa alberghi, agriturismi, alpeggi, enogastronomia, cultura e ambiente per portare i turisti nelle valli»
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
L'orso simbolo/ foglia di fico copre le vergogne
tratto da Ruralpini di Michele Corti
Orobie drogate dal mattone
(e l'orso simbolo/foglia di fico copre le vergogne)
.... Nelle stesse paginate de l'Eco del 31 agosto in cui Caccia stigmatizzava la polemica - a sua detta pretestuosa - sulla montagna orobica sempre più Luna Park, il neo presidente del Parco dichiarava anche il suo incontenibile entusiasmo per il nuovo simbolo del Parco: l'orso. Un orso che nelle Orobie, nonostante il battage pubblicitario del Parco stesso, è - almeno per ora - una presenza “di transito”. Che merito ha il Parco per fregiarsene copiando il “copyright” del Parco Adamello Brenta o dell'Abruzzo che con l'orso hanno ben diverse implicazioni visto che nel bene e nel male lì l'orso non si è mai estinto? Una mossa di facciata che conferma la strategia della “foglia di fico”. L'orso verrebbe nelle Orobie (secondo sindaci e Parco in coro) perché l'ambiente è "incontaminato". Paiono dire: "Non rompeteci più con le vostre proteste contro la monocoltura delle villette a schiera low cost, contro enduro e quad scorazzanti, contro le gare di motocross benedette dal Parco, contro l'accanimento terapeutico nei confronti dell'industria della neve decotta, contro i fuochi d'artificio in alta montagna. Non vedete che l'orso «sceglie» le Orobie". Già.

Ecoipocrisia
Il Parco ama l'orso quale simbolo astratto ma poi sostiene che una moto rombante ogni (non poi) tanto o un po' di fuochi d'artificio in alta montagna una volta l'anno non danno alcun fastidio alla fauna. Se è lecito nutrire dubbi sull'amore per la fauna del Parco a maggior ragione ci si può chiedere se esso ami l'uomo montanaro? Di certo non quello al quale l'orso, specie in primavera dopo il letargo, sbrana animali di ogni tipo quasi a domicilio, sin nelle piccole stalle prossime ai paesi. Idem i pastori, che devono moltiplicare gli sforzi per custodire le greggi. In realtà l'ambiente della montagna profondamente influenzato dalla presenza umana, e ben lontano dalla mitizzazione della “natura incontaminata”, è messo a repentaglio sia dal Luna Park motorizzato e spettacolarizzato che dal “ritorno della natura selvaggia” (a sua volta una forma di Luna Park naturalistico che trasforma in un grande parco faunistico all'aperto la montagna).
Il presidente del Parco delle Orobie vede nell'orso una fonte di “attrazione”, di promozione del “turismo dell'orso”. Snobbano il turismo degli alpeggi, i bikers. le ciaspole, il turismo educativo e gastronomico si inventano il turismo dell'orso. Ignorano che in Trentino intorno agli orsi infuriano le polemiche, che la popolazione manifesta un crescente rifiuto per la invadente presenza dei plantigradi e che il mondo turistico si interroga se l'orso non possa diventare un boomerang. Ma l'orso è solo una foglia di fico. Che copre le vergogne della politica della “valorizzazione immobiliare”. E a questo giochetto non ci cascano più nemmeno gli ambientalisti (almeno quelli che lavorano sul territorio).
Orobie drogate dal mattone
(e l'orso simbolo/foglia di fico copre le vergogne)
.... Nelle stesse paginate de l'Eco del 31 agosto in cui Caccia stigmatizzava la polemica - a sua detta pretestuosa - sulla montagna orobica sempre più Luna Park, il neo presidente del Parco dichiarava anche il suo incontenibile entusiasmo per il nuovo simbolo del Parco: l'orso. Un orso che nelle Orobie, nonostante il battage pubblicitario del Parco stesso, è - almeno per ora - una presenza “di transito”. Che merito ha il Parco per fregiarsene copiando il “copyright” del Parco Adamello Brenta o dell'Abruzzo che con l'orso hanno ben diverse implicazioni visto che nel bene e nel male lì l'orso non si è mai estinto? Una mossa di facciata che conferma la strategia della “foglia di fico”. L'orso verrebbe nelle Orobie (secondo sindaci e Parco in coro) perché l'ambiente è "incontaminato". Paiono dire: "Non rompeteci più con le vostre proteste contro la monocoltura delle villette a schiera low cost, contro enduro e quad scorazzanti, contro le gare di motocross benedette dal Parco, contro l'accanimento terapeutico nei confronti dell'industria della neve decotta, contro i fuochi d'artificio in alta montagna. Non vedete che l'orso «sceglie» le Orobie". Già.

Ecoipocrisia
Il Parco ama l'orso quale simbolo astratto ma poi sostiene che una moto rombante ogni (non poi) tanto o un po' di fuochi d'artificio in alta montagna una volta l'anno non danno alcun fastidio alla fauna. Se è lecito nutrire dubbi sull'amore per la fauna del Parco a maggior ragione ci si può chiedere se esso ami l'uomo montanaro? Di certo non quello al quale l'orso, specie in primavera dopo il letargo, sbrana animali di ogni tipo quasi a domicilio, sin nelle piccole stalle prossime ai paesi. Idem i pastori, che devono moltiplicare gli sforzi per custodire le greggi. In realtà l'ambiente della montagna profondamente influenzato dalla presenza umana, e ben lontano dalla mitizzazione della “natura incontaminata”, è messo a repentaglio sia dal Luna Park motorizzato e spettacolarizzato che dal “ritorno della natura selvaggia” (a sua volta una forma di Luna Park naturalistico che trasforma in un grande parco faunistico all'aperto la montagna).
Il presidente del Parco delle Orobie vede nell'orso una fonte di “attrazione”, di promozione del “turismo dell'orso”. Snobbano il turismo degli alpeggi, i bikers. le ciaspole, il turismo educativo e gastronomico si inventano il turismo dell'orso. Ignorano che in Trentino intorno agli orsi infuriano le polemiche, che la popolazione manifesta un crescente rifiuto per la invadente presenza dei plantigradi e che il mondo turistico si interroga se l'orso non possa diventare un boomerang. Ma l'orso è solo una foglia di fico. Che copre le vergogne della politica della “valorizzazione immobiliare”. E a questo giochetto non ci cascano più nemmeno gli ambientalisti (almeno quelli che lavorano sul territorio).
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
L'orso M13 di ritorno in Valposchiavo
da RSI CH
L'orso M13 di ritorno in Valposchiavo
L’ultimo avvistamento era avvenuto la scorsa domenica nelle vicinanze di Tirano. Poi il silenzio. Nessuna traccia dell’orso M13. Questa mattina però alle 6.30 la sorpresa: il plantigrado ha fatto ritorno in Valposchiavo, proprio in concomitanza con l’Alpweek, la settimana alpina in cui sono presenti circa 400 rappresentanti di Organizzazioni non governative ambientaliste.
Una tana per l'inverno
Tra loro figurano anche i massimi esperti di questo mammifero, tra cui Mario Belardi responsabile del programma “Orso per le Alpi del WWF Italia” il quale ha affermato ai microfoni della RSI che l’atteggiamento di M13 è imprevedibile. La sua indole è quella di girovagare. Presto però dovrà trovare un posto sicuro dove poter passare l’inverno, forse proprio in Valposchiavo.
L'orso M13 di ritorno in Valposchiavo
L’ultimo avvistamento era avvenuto la scorsa domenica nelle vicinanze di Tirano. Poi il silenzio. Nessuna traccia dell’orso M13. Questa mattina però alle 6.30 la sorpresa: il plantigrado ha fatto ritorno in Valposchiavo, proprio in concomitanza con l’Alpweek, la settimana alpina in cui sono presenti circa 400 rappresentanti di Organizzazioni non governative ambientaliste.
Una tana per l'inverno
Tra loro figurano anche i massimi esperti di questo mammifero, tra cui Mario Belardi responsabile del programma “Orso per le Alpi del WWF Italia” il quale ha affermato ai microfoni della RSI che l’atteggiamento di M13 è imprevedibile. La sua indole è quella di girovagare. Presto però dovrà trovare un posto sicuro dove poter passare l’inverno, forse proprio in Valposchiavo.
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
L’orso sbrana quattro pecore sul Baldo
da il Trentino Local
L’orso sbrana quattro pecore sul Baldo
AVIO. L’orso ha depredato un altro gregge, stavolta sul monte Baldo. Martedì mattina, salendo fino al pascolo, nei pressi dell’arrivo della funivia che parte da Malcesine, il pastore veneto Paolo Lombardi ha trovato le sue pecore spaventate, molto agitate. Poco dopo ha scorto nelle vicinanze i corpi dilaniati di due ovini, ghermiti dall’orso. Ma alla conta mancavano quattro capi, e mercoledì Lombardi, allargando la perlustrazione, ha individuato le altre due pecore mancanti. Erano a pezzi nel prato, e vicino, a riprova, c’era persino l’orso che se la dormiva, appesantito dal lauto pasto. Il pastore di Malcesine, dopo essersi allontanato con cautela dal plantigrado, ha avvisato i forestali, i quali hanno eseguito un sopralluogo scattando fotografie a ciò che resta dei quattro capi predati dall’orso. Ieri Lombardi si è rivolto al Servizio faunistico della Provincia, a Trento, per segnalare l’episodio e avviare la pratica per il risarcimento. Ma il compenso per le pecore morte non risolve il problema: secondo i pastori gli orsi sul Baldo sarebbero parecchi, c’è chi parla addirittura di sei esemplari. «Prima di fare dei numeri precisi - spiega il comandante della Forestale di Malcesine Damiano Cappellari - bisogna aver dei dati in mano. Stiamo facendo delle verifiche nella zona. L’unica cosa accertata è che di orsi sul Baldo ce n’è più di uno. Se siano due o sei, non siamo ancora in grado di dirlo».
Lombardi, dal canto suo, è preoccupato per la propria attività. Se l’orso si stabilisce sul Baldo - dice - la pastorizia dovrà fare i conti con le sue scorribande. Un collega di Lombardi, l’aviense Liberio Ciechi, che pure alleva pecore sul Baldo, è furibondo: «Non si può andare avanti così, di questo passo ogni mattina mancheranno dei capi. Gli orsi non ci metteranno tanto a capire dove sono i pascoli e noi pastori non pernottiamo più in quota come cent’anni fa. Non siamo in grado di difendere gli animali. E gli orsi stanno aumentando di numero, c’è chi ci ha parlato di sei esemplari sul Baldo. Siamo impotenti, ci tocca abbandonare il gregge sui prati la sera e sperare in bene per la notte». Obiettiamo che comunque la Provincia ha sempre garantito un indennizzo agli allevatori depredati. «Non si può mettere tutto sul piano dei soldi. C’è anche una relazione affettiva tra le bestie e il pastore, e poi con queste stragi noi che investiamo su bestiame di alta qualità ci ritroviamo un indennizzo insufficiente rispetto al valore reale dell’animale che abbiamo cresciuto, e al quale ci siamo anche affezionati. La Provincia fa solo un calcolo medio del valore. C’è il rischio che i pastori della zona si stufino di selezionare gli animali, abbassando la qualità degli allevamenti. Inoltre, sapere che ogni notte si rischia di rimetterci il gregge è frustrante per chi fa il nostro mestiere».
L’orso sbrana quattro pecore sul Baldo
AVIO. L’orso ha depredato un altro gregge, stavolta sul monte Baldo. Martedì mattina, salendo fino al pascolo, nei pressi dell’arrivo della funivia che parte da Malcesine, il pastore veneto Paolo Lombardi ha trovato le sue pecore spaventate, molto agitate. Poco dopo ha scorto nelle vicinanze i corpi dilaniati di due ovini, ghermiti dall’orso. Ma alla conta mancavano quattro capi, e mercoledì Lombardi, allargando la perlustrazione, ha individuato le altre due pecore mancanti. Erano a pezzi nel prato, e vicino, a riprova, c’era persino l’orso che se la dormiva, appesantito dal lauto pasto. Il pastore di Malcesine, dopo essersi allontanato con cautela dal plantigrado, ha avvisato i forestali, i quali hanno eseguito un sopralluogo scattando fotografie a ciò che resta dei quattro capi predati dall’orso. Ieri Lombardi si è rivolto al Servizio faunistico della Provincia, a Trento, per segnalare l’episodio e avviare la pratica per il risarcimento. Ma il compenso per le pecore morte non risolve il problema: secondo i pastori gli orsi sul Baldo sarebbero parecchi, c’è chi parla addirittura di sei esemplari. «Prima di fare dei numeri precisi - spiega il comandante della Forestale di Malcesine Damiano Cappellari - bisogna aver dei dati in mano. Stiamo facendo delle verifiche nella zona. L’unica cosa accertata è che di orsi sul Baldo ce n’è più di uno. Se siano due o sei, non siamo ancora in grado di dirlo».
Lombardi, dal canto suo, è preoccupato per la propria attività. Se l’orso si stabilisce sul Baldo - dice - la pastorizia dovrà fare i conti con le sue scorribande. Un collega di Lombardi, l’aviense Liberio Ciechi, che pure alleva pecore sul Baldo, è furibondo: «Non si può andare avanti così, di questo passo ogni mattina mancheranno dei capi. Gli orsi non ci metteranno tanto a capire dove sono i pascoli e noi pastori non pernottiamo più in quota come cent’anni fa. Non siamo in grado di difendere gli animali. E gli orsi stanno aumentando di numero, c’è chi ci ha parlato di sei esemplari sul Baldo. Siamo impotenti, ci tocca abbandonare il gregge sui prati la sera e sperare in bene per la notte». Obiettiamo che comunque la Provincia ha sempre garantito un indennizzo agli allevatori depredati. «Non si può mettere tutto sul piano dei soldi. C’è anche una relazione affettiva tra le bestie e il pastore, e poi con queste stragi noi che investiamo su bestiame di alta qualità ci ritroviamo un indennizzo insufficiente rispetto al valore reale dell’animale che abbiamo cresciuto, e al quale ci siamo anche affezionati. La Provincia fa solo un calcolo medio del valore. C’è il rischio che i pastori della zona si stufino di selezionare gli animali, abbassando la qualità degli allevamenti. Inoltre, sapere che ogni notte si rischia di rimetterci il gregge è frustrante per chi fa il nostro mestiere».
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Da Repubblica .it
California, orso girovaga tra le strade della citta', catturato e sedato
riportandolo nel suo habitat naturale
Girava indisturbato nelle stradine del quartiere residenziale di Montrose in California. Un orso bruno adulto è stato avvistato sulla strada statale 210, chiusa al traffico subito dopo la segnalazione. Si è poi spostato in città in cerca di acqua e cibo. Il dipartimento della protezione civile si è messo subito in movimento ed è riuscito a sedarlo per riportarlo nel suo habitat naturale.


California, orso girovaga tra le strade della citta', catturato e sedato
riportandolo nel suo habitat naturale
Girava indisturbato nelle stradine del quartiere residenziale di Montrose in California. Un orso bruno adulto è stato avvistato sulla strada statale 210, chiusa al traffico subito dopo la segnalazione. Si è poi spostato in città in cerca di acqua e cibo. Il dipartimento della protezione civile si è messo subito in movimento ed è riuscito a sedarlo per riportarlo nel suo habitat naturale.


Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- elio.biava
- Messaggi: 3544
- Iscritto il: lunedì 18 aprile 2011, 10:38
- Località: Fraggio-Fractum 995 slm, ex dogana veneta, Taleggio (BG) "sèm a baita"
Re: L’orso sbrana quattro pecore sul Baldo
Come non condividere queste considerazioni, di chi pratica questa faticosa ed importante professione!!IW2LBR ha scritto:da il Trentino Local
L’orso sbrana quattro pecore sul Baldo
... «Non si può mettere tutto sul piano dei soldi. C’è anche una relazione affettiva tra le bestie e il pastore, e poi con queste stragi noi che investiamo su bestiame di alta qualità ci ritroviamo un indennizzo insufficiente rispetto al valore reale dell’animale che abbiamo cresciuto, e al quale ci siamo anche affezionati. La Provincia fa solo un calcolo medio del valore. C’è il rischio che i pastori della zona si stufino di selezionare gli animali, abbassando la qualità degli allevamenti. Inoltre, sapere che ogni notte si rischia di rimetterci il gregge è frustrante per chi fa il nostro mestiere».




Moderatore Immagini Antiche
"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"