da Bergamo NEWS
Variante di Zogno, le imprese al lavoro solo da fine maggio
Le imprese torneranno a lavorare alla variante di Zogno solo da fine maggio. Regione Lombardia e Provincia di Bergamo hanno definito la rinegoziazione dei finanziamenti necessari a completare la strada che facilita l'ingresso in Valbrembana. Le imprese hanno lasciato il cantiere già settimane fa, quando non sono seguiti fatti alle rassicurazioni istituzionali. "La Provincia di Bergamo ha confermato che reperirà i 7,8 milioni di euro come quota di cofinanziamento nel triennio 2015/2017 - spiega Sorte - e abbiamo individuato la modalità operativa che consentirà di prevedere la realizzazione di tutta l'opera”. Per quanto riguarda il piano finanziario, nel 2015 Regione Lombardia si impegna a versare 5 milioni di euro e la Provincia 1. Entro il 2016 la Regione ne verserà altri 5 e la Provincia 3, e nel 2017 la Regione ne metterà altri 6 e la Provincia 3,8. Dove troverà i soldi via Tasso? Attraverso la vendita delle proprie quote in Bre.be.Mi. "La ripartenza dei lavori - aggiunge Sorte - è però subordinata all'approvazione della perizia da parte degli uffici provinciali. In altre parole, l'intera quota provinciale deve essere messa nei bilanci 2015/2017, prima dell'erogazione dei fondi regionali. Siamo sicuri che Giunta e Consiglio provinciale procederanno spediti in questa direzione".
“E' stato un incontro positivo in cui abbiamo avuto conferma dal delegato della Provincia di Bergamo che l'Ente finalmente assicurerà la quota finanziaria di sua competenza. Come Regione Lombardia abbiamo riconfermato l'impegno economico già preso il novembre scorso per concludere la variante di Zogno – spiega l'assessore Claudia Maria Terzi -. La variante di Zogno era e resta per Regione Lombardia una assoluta priorità. Mi sono spesa fin da subito con il collega Massimo Garavaglia (Bilancio, ndr) e il sindaco di Zogno, Giuliano Ghisalberti. Impegno ulteriormente ribadito oggi anche dall'assessore Sorte. E siamo riusciti subito a confermare l'impegno a inserire i 16 milioni di euro nel bilancio regionale. Ora è arrivato finalmente anche l'ok della Provincia per questa opera strategica”, conclude l'assessore regionale Terzi. Soddisfatto anche il presidente della Provincia Matteo Rossi: “Buone notizie dall'incontro in Regione sulla variante di Zogno. Grazie alla collaborazione tra la Provincia, in particolare Pasquale Gandolfi eJonathan Lobati con il nuovo assessore Alessandro Sorte i cantieri potranno ripartire quanto prima. È una vittoria del dialogo tra forze diverse che hanno messo il territorio prima di tutto. È lo spirito della fase costituente. Non tutti i problemi sono superati, ma faremo tutto il possibile per risolverli. Avanti!”.
Variante di Zogno
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Re: Variante abitato di Zogno
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Re: Variante abitato di Zogno
dal Corriere della Sera
Variante di Zogno, fondi trovati» ma è giallo sulle azioni in vendita
Non tutti i problemi sono stati risolti, ma dopo l’annuncio di ieri della ripresa dei lavori entro fine maggio il muro contro muro tra Provincia e Regione sulla questione della variante di Zogno sembra superato. Almeno per ora. Tanti e bipartisan i sorrisi al termine del tavolo al Pirellone che aveva come argomento quello di superare l’empasse sulla vicenda che si trascinava ormai da mesi, a colpi di polemiche e comunicati stampa. Da una parte la Regione (centrodestra), pronta a mettere sul piatto 16 dei 24 milioni che mancano per terminare il cantiere; dall’altra la Provincia (guidata dalla coalizione Pd-FI-Ncd), impegnata a trovare i 7,8 milioni mancanti nello stesso momento in cui è alle prese con conti da profondo rosso. Per tutto l’inverno la palla è rimbalzata tra Regione e Provincia: «Noi metteremo i soldi, se voi dimostrerete di fare la vostra parte», la sintesi del discorso del Pirellone, con l’assessore all’Ambiente Claudia Terzi (Lega) mai tenera nei confronti di via Tasso. Poi la trattativa, gli annunci: a un certo punto pareva che il cantiere potesse ripartire a febbraio.
Al termine della riunione di ieri Alessandro Sorte, collega di Terzi in Regione dove da poco è stato nominato alle Infrastrutture in Regione, forzista e dunque in sintonia con il nuovo governo della Provincia, spiega: «La Provincia ha confermato che reperirà i 7,8 milioni come quota di cofinanziamento nel triennio 2015/2017». L’intesa prevede per il 2015 l’impegno da parte della Regione a versare 5 milioni, e la Provincia uno. Entro il 2016 dal Pirellone ne arriveranno 5, e dalla Provincia 3, mentre nel 2017 la Regione ne metterà altri 6 e la Provincia i rimanenti 3,8. Un piano che permetterebbe quindi ai lavori di riprendere a maggio, dopo il deposito della perizia attualmente in atto sui maggiori costi per il cantiere: «La variante di Zogno era e resta una priorità da parte della Regione, non potevamo che riconfermare il nostro impegno economico», dice Terzi. «La ripartenza dei lavori è però subordinata all’approvazione del documento da parte degli uffici provinciali - aggiunge Sorte -. Significa che l’intera quota di via Tasso deve essere messa nei bilanci dei prossimi tre esercizi».
Il problema, però, nonostante l’ottimismo bipartisan resta sempre e comunque lo stesso da mesi: dove troverà la Provincia i 7,8 milioni, seppur spalmati nel prossimo triennio? Durante l’incontro l’assessore alle Infrastrutture di via Tasso, Pasquale Gandolfi (Pd), ha assicurato che buona parte delle risorse arriverà dalla vendita delle azioni di Autostrade Lombarde, holding che controlla Brebemi Spa, dal valore teorico di 5,4 milioni. A dicembre la Provincia ha già provato a cederle, ma l’asta è andata deserta: secondo i legali di via Tasso la casa madre sarebbe ora obbligata a riprendersi le azioni (a un valore da concordare). In realtà da Autostrade Lombarde sono di tutt’altro avviso. «Daremo la pratica in mano ai nostri legali: non siamo assolutamente interessati ad acquisire azioni né della Provincia né di altri enti - dice il presidente Francesco Bettoni -. E questo non solo perché ci sembra inopportuno che dopo il nostro investimento di decine e decine di milioni sul territorio, proprio l’ente che ha goduto dei benefici più degli altri chieda di smarcarsi; ma anche perché non abbiamo le risorse economiche per un’operazione del genere». «Le azioni Brebemi sono solo una delle possibili fonti di finanziamento, ma non l’unica - replica il presidente della Provincia, Matteo Rossi (Pd) -. Credo che in un momento del genere, in cui la Provincia attraversa un momento di difficoltà, tutti gli operatori dovrebbero ascoltare le nostre indicazioni. Compresi i privati. Non possiamo ordinare a nessuno di seguirci, ma richiamare a un senso di responsabilità sì». La strada resta in salita: un eventuale contenzioso legale farebbe andare per le lunghe l’incasso. E alla Provincia non resterebbe che pensare alla cessione delle quote di Sacbo, ipotesi che comunque Rossi continua a smentire.
Variante di Zogno, fondi trovati» ma è giallo sulle azioni in vendita
Non tutti i problemi sono stati risolti, ma dopo l’annuncio di ieri della ripresa dei lavori entro fine maggio il muro contro muro tra Provincia e Regione sulla questione della variante di Zogno sembra superato. Almeno per ora. Tanti e bipartisan i sorrisi al termine del tavolo al Pirellone che aveva come argomento quello di superare l’empasse sulla vicenda che si trascinava ormai da mesi, a colpi di polemiche e comunicati stampa. Da una parte la Regione (centrodestra), pronta a mettere sul piatto 16 dei 24 milioni che mancano per terminare il cantiere; dall’altra la Provincia (guidata dalla coalizione Pd-FI-Ncd), impegnata a trovare i 7,8 milioni mancanti nello stesso momento in cui è alle prese con conti da profondo rosso. Per tutto l’inverno la palla è rimbalzata tra Regione e Provincia: «Noi metteremo i soldi, se voi dimostrerete di fare la vostra parte», la sintesi del discorso del Pirellone, con l’assessore all’Ambiente Claudia Terzi (Lega) mai tenera nei confronti di via Tasso. Poi la trattativa, gli annunci: a un certo punto pareva che il cantiere potesse ripartire a febbraio.
Al termine della riunione di ieri Alessandro Sorte, collega di Terzi in Regione dove da poco è stato nominato alle Infrastrutture in Regione, forzista e dunque in sintonia con il nuovo governo della Provincia, spiega: «La Provincia ha confermato che reperirà i 7,8 milioni come quota di cofinanziamento nel triennio 2015/2017». L’intesa prevede per il 2015 l’impegno da parte della Regione a versare 5 milioni, e la Provincia uno. Entro il 2016 dal Pirellone ne arriveranno 5, e dalla Provincia 3, mentre nel 2017 la Regione ne metterà altri 6 e la Provincia i rimanenti 3,8. Un piano che permetterebbe quindi ai lavori di riprendere a maggio, dopo il deposito della perizia attualmente in atto sui maggiori costi per il cantiere: «La variante di Zogno era e resta una priorità da parte della Regione, non potevamo che riconfermare il nostro impegno economico», dice Terzi. «La ripartenza dei lavori è però subordinata all’approvazione del documento da parte degli uffici provinciali - aggiunge Sorte -. Significa che l’intera quota di via Tasso deve essere messa nei bilanci dei prossimi tre esercizi».
Il problema, però, nonostante l’ottimismo bipartisan resta sempre e comunque lo stesso da mesi: dove troverà la Provincia i 7,8 milioni, seppur spalmati nel prossimo triennio? Durante l’incontro l’assessore alle Infrastrutture di via Tasso, Pasquale Gandolfi (Pd), ha assicurato che buona parte delle risorse arriverà dalla vendita delle azioni di Autostrade Lombarde, holding che controlla Brebemi Spa, dal valore teorico di 5,4 milioni. A dicembre la Provincia ha già provato a cederle, ma l’asta è andata deserta: secondo i legali di via Tasso la casa madre sarebbe ora obbligata a riprendersi le azioni (a un valore da concordare). In realtà da Autostrade Lombarde sono di tutt’altro avviso. «Daremo la pratica in mano ai nostri legali: non siamo assolutamente interessati ad acquisire azioni né della Provincia né di altri enti - dice il presidente Francesco Bettoni -. E questo non solo perché ci sembra inopportuno che dopo il nostro investimento di decine e decine di milioni sul territorio, proprio l’ente che ha goduto dei benefici più degli altri chieda di smarcarsi; ma anche perché non abbiamo le risorse economiche per un’operazione del genere». «Le azioni Brebemi sono solo una delle possibili fonti di finanziamento, ma non l’unica - replica il presidente della Provincia, Matteo Rossi (Pd) -. Credo che in un momento del genere, in cui la Provincia attraversa un momento di difficoltà, tutti gli operatori dovrebbero ascoltare le nostre indicazioni. Compresi i privati. Non possiamo ordinare a nessuno di seguirci, ma richiamare a un senso di responsabilità sì». La strada resta in salita: un eventuale contenzioso legale farebbe andare per le lunghe l’incasso. E alla Provincia non resterebbe che pensare alla cessione delle quote di Sacbo, ipotesi che comunque Rossi continua a smentire.
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Re: Variante abitato di Zogno
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Re: Variante abitato di Zogno

ci sara' un incontro con l'Assessore Sorte e con il Presidente della Provincia Rossi per parlare di Variante di Zogno e viabilità vallare. Presenti anche tutti i sindaci e gli imprenditori della Valle Brembana.
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Re: Variante abitato di Zogno
Variante di Zogno, incontro con le istituzioni e Aziende della Valle Brembana
Oggi sabato 7 febbraio nella sala consigliare del Comune di Lenna il Presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi affiancato dall'Assessore Regionale alle infrastrutture Alessandro Sorte e dal Consigliere Provinciale Jonathan Lobati hanno illustrato il lavoro fatto in questi giorni per la riapertura dei cantiere della Variante di Zogno. Fine lavori prevista per la seconda meta' del 2017 ma la grande novita' e' che i finanziamenti sia regionali che provinciali ci sono per un totale complessivo di 23.8 milioni di euro. All'incontro erano presenti i Sindaci di Zogno, San Giovanni Bianco, Camerata Cornello, Lenna, Moio, Valnegra, Roncobello, Isola di Fondra, Foppolo, Branzi, Piazzolo, Piazzatorre, Mezzoldo, Ornica, Valtorta, Cassiglio, Costa Serina, Bracca, Vedeseta, Averara, Santa Brigida, Sedrina e Villa D'Alme' oltre a tutta l'amministrazione comunale di Lenna. Presenti inoltre numerosi rappresentati delle aziende brembane...

Reportage completo:
viabilita-valle-brembana-f89/variante-z ... t8788.html
Oggi sabato 7 febbraio nella sala consigliare del Comune di Lenna il Presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi affiancato dall'Assessore Regionale alle infrastrutture Alessandro Sorte e dal Consigliere Provinciale Jonathan Lobati hanno illustrato il lavoro fatto in questi giorni per la riapertura dei cantiere della Variante di Zogno. Fine lavori prevista per la seconda meta' del 2017 ma la grande novita' e' che i finanziamenti sia regionali che provinciali ci sono per un totale complessivo di 23.8 milioni di euro. All'incontro erano presenti i Sindaci di Zogno, San Giovanni Bianco, Camerata Cornello, Lenna, Moio, Valnegra, Roncobello, Isola di Fondra, Foppolo, Branzi, Piazzolo, Piazzatorre, Mezzoldo, Ornica, Valtorta, Cassiglio, Costa Serina, Bracca, Vedeseta, Averara, Santa Brigida, Sedrina e Villa D'Alme' oltre a tutta l'amministrazione comunale di Lenna. Presenti inoltre numerosi rappresentati delle aziende brembane...

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Re: Variante abitato di Zogno
da L'Eco di Bergamo
Zogno, galleria pronta a giugno 2017
Sorte: la variante non può diventare un’opera incompiuta. Il cantiere riaprirà tra maggio e giugno
Rossi: la Val Brembana sta investendo sul turismo e con nuovi imprenditori, il territorio va sostenuto
Lenna - Trenta giugno 2017: ora, per la fine dei lavori della variante in galleria di Zogno, c’è anche una data precisa. È quella fornita ieri mattina dalla Provincia durante l’incontro, nella sala consiliare di Lenna, con gli amministratori e gli imprenditori della Valle Brembana per fare il punto della situazione sull’iter della nuova strada che dovrà bypassare il capoluogo brembano. Ferma da ottobre per mancanza di fondi (servono ancora circa 24 milioni di euro), sia da Via Tasso sia dalla Regione è arrivata ancora la rassicurazione che i lavori riprenderanno entro fine maggio-inizio giugno. Che l’apertura della variante non fosse più a inizio 2015, come più volte annunciato, ormai lo si era capito da tempo. L’uscita dal tunnel ora è spostata in là, a essere ottimisti, di almeno due anni e mezzo, con sette mesi consecutivi (novembre 2014-giugno 2015) di stop dei lavori. «Le foto sul giornale del cantiere deserto perché le imprese avevano portato via tutto - ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità Alessandro Sorte – ci hanno fatto male. Hanno fatto male a Milano. Ma sono servite da stimolo per ripartire. La variante di Zogno, ci siamo detti, non poteva diventare l’incompiuta Salerno-Reggio Calabria in salsa verde del Nord: sarebbe stato inaccettabile. Il problema andava risolto».
«La Regione – ha continuato Sorte – metterà sul piatto 16 milioni di euro, lo ha già deciso, ovvero il 60% di tutte le proprie risorse che avrà a disposizione nei prossimi tre anni. Questo per dare l’idea dello sforzo che si è riusciti a fare per chiudere quest’opera. Tutti, dalla Lega al Pd, hanno capito che andava risolta, la variante di Zogno non poteva avere alcun colore politico». «Così i problemi anche di incomprensione – ha detto il presidente della Provincia Matteo Rossi – sono stati superati e ora siamo qui a dire che la variante sarà conclusa. La Valle Brembana è un territorio che sta investendo tanto, sul turismo, in iniziative imprenditoriali, un territorio unito che si fa sentire: anche per questo va premiato e sostenuto». A illustrare le tappe che riporteranno alla ripresa dei lavori a Zogno il consigliere provinciale Jonathan Lobati: «Il 20 febbraio la Provincia trasmetterà la seconda perizia sugli interventi supplettivi all’impresa Itinera,che aveva vinto l’appalto. Questa avrà tempo dieci giorni per eventuali controdeduzioni ed entro il 2 marzo dovrà dichiarare se accetterà o meno le condizioni poste dalla Provincia. Il 31 marzo verrà approvato il bilancio provinciale nel quale sarà inserito il primo milione di finanziamento per la variante. Il 30 aprile ci sarà l’approvazione della seconda perizia che andrà in Giunta il 4 maggio. A fine mese, quindi, la riapertura del cantiere di Zogno. C’è anche una data ipotizzata per la conclusione dei lavori, ovvero il 30 giugno 2017. Poi poche settimane per il collaudo e infine la riapertura».
Quindi la ripartizione dei fondi necessari: i 16 milioni che arriveranno dalla Regione saranno suddivisi in tranche di 5 milioni fino al 2017 con l’ultimo milione sul bilancio del 2018; ai 7,8 milioni che dovrà mettere la Provincia (per l’impiantistica) si arriverà con un milione quest’anno, 2,5 nel 2016 e 2017 e 1,8 milioni nel 2018. «Lo stanziamento dei fondi successivo alla data prevista di chiusura del cantiere – ha precisato Lobati – non dovrebbe costituire un freno ai lavori. Ci stiamo ragionando». Sempre il consigliere provinciale ha ricordato gli imprevisti che hanno determinato un aumento dei costi di 16 milioni di euro, ovvero quelli di natura geologica, l’adeguamento dell’ampiezza di una galleria e le opere di sostegno del versante a nord della variante. I 7,8 milioni che dovrà mettere la Provincia di Bergamo riguardano invece l’impiantistica ed erano già conosciuti da tempo. Tanti gli interventi degli amministratori che hanno sottolineato la capacità di fare squadra andando al di là delle divergenze politiche, ma anche la necessità di non perdere ulteriore tempo. «Il lavoro fatto in questi giorni ci lascia ben sperare – ha detto il sindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti – ma sappiate che vi terremo sempre il fiato sul collo, sempre in termini collaborativi, come fatto in questi mesi». Il messaggio sembra essere chiaro: dopo un ritardo di due anni e mezzo e uno stop del cantiere di sette mesi, guai a sgarrare ancora.
Zogno, galleria pronta a giugno 2017
Sorte: la variante non può diventare un’opera incompiuta. Il cantiere riaprirà tra maggio e giugno
Rossi: la Val Brembana sta investendo sul turismo e con nuovi imprenditori, il territorio va sostenuto
Lenna - Trenta giugno 2017: ora, per la fine dei lavori della variante in galleria di Zogno, c’è anche una data precisa. È quella fornita ieri mattina dalla Provincia durante l’incontro, nella sala consiliare di Lenna, con gli amministratori e gli imprenditori della Valle Brembana per fare il punto della situazione sull’iter della nuova strada che dovrà bypassare il capoluogo brembano. Ferma da ottobre per mancanza di fondi (servono ancora circa 24 milioni di euro), sia da Via Tasso sia dalla Regione è arrivata ancora la rassicurazione che i lavori riprenderanno entro fine maggio-inizio giugno. Che l’apertura della variante non fosse più a inizio 2015, come più volte annunciato, ormai lo si era capito da tempo. L’uscita dal tunnel ora è spostata in là, a essere ottimisti, di almeno due anni e mezzo, con sette mesi consecutivi (novembre 2014-giugno 2015) di stop dei lavori. «Le foto sul giornale del cantiere deserto perché le imprese avevano portato via tutto - ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità Alessandro Sorte – ci hanno fatto male. Hanno fatto male a Milano. Ma sono servite da stimolo per ripartire. La variante di Zogno, ci siamo detti, non poteva diventare l’incompiuta Salerno-Reggio Calabria in salsa verde del Nord: sarebbe stato inaccettabile. Il problema andava risolto».
«La Regione – ha continuato Sorte – metterà sul piatto 16 milioni di euro, lo ha già deciso, ovvero il 60% di tutte le proprie risorse che avrà a disposizione nei prossimi tre anni. Questo per dare l’idea dello sforzo che si è riusciti a fare per chiudere quest’opera. Tutti, dalla Lega al Pd, hanno capito che andava risolta, la variante di Zogno non poteva avere alcun colore politico». «Così i problemi anche di incomprensione – ha detto il presidente della Provincia Matteo Rossi – sono stati superati e ora siamo qui a dire che la variante sarà conclusa. La Valle Brembana è un territorio che sta investendo tanto, sul turismo, in iniziative imprenditoriali, un territorio unito che si fa sentire: anche per questo va premiato e sostenuto». A illustrare le tappe che riporteranno alla ripresa dei lavori a Zogno il consigliere provinciale Jonathan Lobati: «Il 20 febbraio la Provincia trasmetterà la seconda perizia sugli interventi supplettivi all’impresa Itinera,che aveva vinto l’appalto. Questa avrà tempo dieci giorni per eventuali controdeduzioni ed entro il 2 marzo dovrà dichiarare se accetterà o meno le condizioni poste dalla Provincia. Il 31 marzo verrà approvato il bilancio provinciale nel quale sarà inserito il primo milione di finanziamento per la variante. Il 30 aprile ci sarà l’approvazione della seconda perizia che andrà in Giunta il 4 maggio. A fine mese, quindi, la riapertura del cantiere di Zogno. C’è anche una data ipotizzata per la conclusione dei lavori, ovvero il 30 giugno 2017. Poi poche settimane per il collaudo e infine la riapertura».
Quindi la ripartizione dei fondi necessari: i 16 milioni che arriveranno dalla Regione saranno suddivisi in tranche di 5 milioni fino al 2017 con l’ultimo milione sul bilancio del 2018; ai 7,8 milioni che dovrà mettere la Provincia (per l’impiantistica) si arriverà con un milione quest’anno, 2,5 nel 2016 e 2017 e 1,8 milioni nel 2018. «Lo stanziamento dei fondi successivo alla data prevista di chiusura del cantiere – ha precisato Lobati – non dovrebbe costituire un freno ai lavori. Ci stiamo ragionando». Sempre il consigliere provinciale ha ricordato gli imprevisti che hanno determinato un aumento dei costi di 16 milioni di euro, ovvero quelli di natura geologica, l’adeguamento dell’ampiezza di una galleria e le opere di sostegno del versante a nord della variante. I 7,8 milioni che dovrà mettere la Provincia di Bergamo riguardano invece l’impiantistica ed erano già conosciuti da tempo. Tanti gli interventi degli amministratori che hanno sottolineato la capacità di fare squadra andando al di là delle divergenze politiche, ma anche la necessità di non perdere ulteriore tempo. «Il lavoro fatto in questi giorni ci lascia ben sperare – ha detto il sindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti – ma sappiate che vi terremo sempre il fiato sul collo, sempre in termini collaborativi, come fatto in questi mesi». Il messaggio sembra essere chiaro: dopo un ritardo di due anni e mezzo e uno stop del cantiere di sette mesi, guai a sgarrare ancora.
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Re: Variante abitato di Zogno
Da Bergamonews 19 febbraio 2015
Variante di Zogno,
incognita sull'appalto rischio nuovi ritardi
Nuovo ritardo per la riapertura del cantiere della variante di Zogno? Stavolta non sarebbe un problema di soldi, ma di procedura. Gli uffici della Provincia di Bergamo stanno valutando se sia corretto assegnare la conclusione dei lavori, per un totale di 23,8 milioni di euro, attraverso un semplice affidamento diretto. Il dubbio di alcuni tecnici, emerso negli ultimi giorni, è legato all'iter da seguire per evitare rilievi giuridici ed economici. Una delle ipotesi sul tavolo è lo studio di una nuova gara di appalto: iter più lungo di qualche mese, ma inattaccabile dal punto di vista giuridico. Con cifre così elevate infatti il rischio di ricorsi e apertura di fascicoli da parte della Corte dei conti è sempre dietro l'angolo. Ecco perché i tecnici, prima di prendere qualsiasi decisione, vogliono valutare le pratiche nel dettaglio affiancati dall'ufficio legale di via Tasso. Regione Lombardia e Provincia di Bergamo si sono impegnate a concludere la strada entro il 30 giugno 2017 con avvio dei nuovi lavori tra fine maggio e inizio giugno. La promessa è stata sottoscritta durante l'incontro di inizio febbraio tra l'assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Sorte, il presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi, gli amministratori e gli imprenditori della Valle Brembana. Nel 2015 la Regione si impegna a versare 5 milioni di euro e la Provincia 1. Entro il 2016 la Regione ne verserà altri 5 e la Provincia 3, e nel 2017 la Regione ne metterà altri 6 e la Provincia 3,8.
Variante di Zogno,
incognita sull'appalto rischio nuovi ritardi
Nuovo ritardo per la riapertura del cantiere della variante di Zogno? Stavolta non sarebbe un problema di soldi, ma di procedura. Gli uffici della Provincia di Bergamo stanno valutando se sia corretto assegnare la conclusione dei lavori, per un totale di 23,8 milioni di euro, attraverso un semplice affidamento diretto. Il dubbio di alcuni tecnici, emerso negli ultimi giorni, è legato all'iter da seguire per evitare rilievi giuridici ed economici. Una delle ipotesi sul tavolo è lo studio di una nuova gara di appalto: iter più lungo di qualche mese, ma inattaccabile dal punto di vista giuridico. Con cifre così elevate infatti il rischio di ricorsi e apertura di fascicoli da parte della Corte dei conti è sempre dietro l'angolo. Ecco perché i tecnici, prima di prendere qualsiasi decisione, vogliono valutare le pratiche nel dettaglio affiancati dall'ufficio legale di via Tasso. Regione Lombardia e Provincia di Bergamo si sono impegnate a concludere la strada entro il 30 giugno 2017 con avvio dei nuovi lavori tra fine maggio e inizio giugno. La promessa è stata sottoscritta durante l'incontro di inizio febbraio tra l'assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Sorte, il presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi, gli amministratori e gli imprenditori della Valle Brembana. Nel 2015 la Regione si impegna a versare 5 milioni di euro e la Provincia 1. Entro il 2016 la Regione ne verserà altri 5 e la Provincia 3, e nel 2017 la Regione ne metterà altri 6 e la Provincia 3,8.
U, a che if? - Me a ó a öa. E u? - Me a ó a ì.
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Re: Variante abitato di Zogno
da L'Eco di Bergamo
Variante di Zogno, i costi nel mirino
La Corte dei Conti acquisisce gli atti della Provincia: vuol vederci chiaro sui 24 milioni di euro in più
Via Tasso intanto deciderà se interpellare l’autorità anticorruzione sulla prosecuzione dei lavori
Zogno - «Toc i de’ ghe né ona, ma an mola mia!» («Ce n’è una tutti i giorni, ma non molliamo»). Il cinguettio di Matteo Rossi arriva su Twitter di buon mattino, e al di là del messaggio di «resistenza», mostra quanto in questi giorni Via Tasso sia alle prese con questioni delicate.Una è di sicuro la variante di Zogno: i costi pesantemente aumentati (ai 44 milioni iniziali bisognerà aggiungerne altri 23,8) sembrano aver attratto l’attenzione anche della Corte dei Conti, che a fine gennaio ha inviato in Via Tasso una richiesta di atti amministrativi relativi appunto alla variante. La risposta è partita nei giorni scorsi: oltre all’ultima delibera con il cronoprogramma dell’opera, che riassume tutti i passaggi della vicenda, la Provincia ha inviato gli atti dal 2006 (con l’approvazione del progetto preliminare) in poi. L’interesse al momento sembrerebbe concentrarsi in particolare sulla progettazione, effettuata all’epoca da Abiemmedue (società partecipata dalla Provincia e oggi estinta).
I costi
I lavori, da un quadro economico iniziale di 61,4 milioni di euro, erano poi stati aggiudicati per 43,6 milioni di euro. Quella quota non includeva però una parte dell’intervento, finita in un secondo lotto «di completamento» da finanziare che comprende tra l’altro gli impianti tecnologici e si aggira sui 7,8 milioni di euro. Gli altri 16 milioni che mancano all’appello deriverebbero dal cosiddetto «incerto geologico»: nel corso dei lavori sono emerse caratteristiche del versante che hanno richiesto interventi più complessi e onerosi rispetto a quanto programmato. Nei mesi scorsi, l’attenzione degli enti si è concentrata soprattutto sul reperire le risorse per portare a termine l’importante cantiere, che nel frattempo si è fermato. Ora anche la Corte dei Conti sembrerebbe però interessata ad approfondire l’accaduto. E un interessamento arriva pure dall’associazione Micromega di Bergamo (che a suo tempo aveva presentato un esposto alla Corte dei Conti su un altro tema di interesse pubblico, il parcheggio del nuovo ospedale). «Stiamo iniziando a leggere la documentazione sulla variante – dice Rocco Gargano –. Vogliamo approfondire, per spirito civico, la questione di questo forte aumento di costi».
Vertice sui lavori
Ieri, intanto, in Provincia c’è stata una riunione per fare il punto su come proseguire con i lavori. Trovato l’accordo con Regione sui fondi, il nodo da sciogliere nei prossimi giorni è sulle modalità burocratiche. Ovvero, visto che in ballo ci sono lavori per molti milioni di euro, si vuole capire se sia meglio procedere a nuova gara complessiva (che allungherebbe un po’ i tempi), o se invece scindere il tutto in due lotti e fare un bando solo su una parte dell’intervento, lasciando che sul resto sia la stessa Itinera, che ha seguito il cantiere fin qui, a continuare. Al momento (ma i tecnici si sono riservati ancora qualche giorno per le valutazioni) sembrerebbe si propenda per la seconda ipotesi, che consentirebbe a Itinera di rimettersi in moto a giugno-luglio, e nel frattempo alla Provincia di fare un bando da chiudere per settembre-ottobre. Una volta scelta la via da seguire, il consigliere delegato alla Viabilità Pasquale Gandolfi non esclude nemmeno di chiedere un parere preventivo all’autorità anticorruzione, per avere una conferma sulla correttezza dell’iter. L’obiettivo è individuare la procedura migliore, per evitare poi nuovi intoppi e ripercussioni negative. Nel frattempo si lavora anche sul bilancio. Se infatti l’accordo è che la Regione garantisca 5 milioni nel 2015, altrettanti nel 2016, e sei nel 2017, anche la Provincia si è impegnata a fare la sua parte, assicurando per quest’anno un milione, e il resto nei prossimi anni, fino al 2018. Per rispondere alle attese di una valle che aspetta la sua strada da molto tempo.
Variante di Zogno, i costi nel mirino
La Corte dei Conti acquisisce gli atti della Provincia: vuol vederci chiaro sui 24 milioni di euro in più
Via Tasso intanto deciderà se interpellare l’autorità anticorruzione sulla prosecuzione dei lavori
Zogno - «Toc i de’ ghe né ona, ma an mola mia!» («Ce n’è una tutti i giorni, ma non molliamo»). Il cinguettio di Matteo Rossi arriva su Twitter di buon mattino, e al di là del messaggio di «resistenza», mostra quanto in questi giorni Via Tasso sia alle prese con questioni delicate.Una è di sicuro la variante di Zogno: i costi pesantemente aumentati (ai 44 milioni iniziali bisognerà aggiungerne altri 23,8) sembrano aver attratto l’attenzione anche della Corte dei Conti, che a fine gennaio ha inviato in Via Tasso una richiesta di atti amministrativi relativi appunto alla variante. La risposta è partita nei giorni scorsi: oltre all’ultima delibera con il cronoprogramma dell’opera, che riassume tutti i passaggi della vicenda, la Provincia ha inviato gli atti dal 2006 (con l’approvazione del progetto preliminare) in poi. L’interesse al momento sembrerebbe concentrarsi in particolare sulla progettazione, effettuata all’epoca da Abiemmedue (società partecipata dalla Provincia e oggi estinta).
I costi
I lavori, da un quadro economico iniziale di 61,4 milioni di euro, erano poi stati aggiudicati per 43,6 milioni di euro. Quella quota non includeva però una parte dell’intervento, finita in un secondo lotto «di completamento» da finanziare che comprende tra l’altro gli impianti tecnologici e si aggira sui 7,8 milioni di euro. Gli altri 16 milioni che mancano all’appello deriverebbero dal cosiddetto «incerto geologico»: nel corso dei lavori sono emerse caratteristiche del versante che hanno richiesto interventi più complessi e onerosi rispetto a quanto programmato. Nei mesi scorsi, l’attenzione degli enti si è concentrata soprattutto sul reperire le risorse per portare a termine l’importante cantiere, che nel frattempo si è fermato. Ora anche la Corte dei Conti sembrerebbe però interessata ad approfondire l’accaduto. E un interessamento arriva pure dall’associazione Micromega di Bergamo (che a suo tempo aveva presentato un esposto alla Corte dei Conti su un altro tema di interesse pubblico, il parcheggio del nuovo ospedale). «Stiamo iniziando a leggere la documentazione sulla variante – dice Rocco Gargano –. Vogliamo approfondire, per spirito civico, la questione di questo forte aumento di costi».
Vertice sui lavori
Ieri, intanto, in Provincia c’è stata una riunione per fare il punto su come proseguire con i lavori. Trovato l’accordo con Regione sui fondi, il nodo da sciogliere nei prossimi giorni è sulle modalità burocratiche. Ovvero, visto che in ballo ci sono lavori per molti milioni di euro, si vuole capire se sia meglio procedere a nuova gara complessiva (che allungherebbe un po’ i tempi), o se invece scindere il tutto in due lotti e fare un bando solo su una parte dell’intervento, lasciando che sul resto sia la stessa Itinera, che ha seguito il cantiere fin qui, a continuare. Al momento (ma i tecnici si sono riservati ancora qualche giorno per le valutazioni) sembrerebbe si propenda per la seconda ipotesi, che consentirebbe a Itinera di rimettersi in moto a giugno-luglio, e nel frattempo alla Provincia di fare un bando da chiudere per settembre-ottobre. Una volta scelta la via da seguire, il consigliere delegato alla Viabilità Pasquale Gandolfi non esclude nemmeno di chiedere un parere preventivo all’autorità anticorruzione, per avere una conferma sulla correttezza dell’iter. L’obiettivo è individuare la procedura migliore, per evitare poi nuovi intoppi e ripercussioni negative. Nel frattempo si lavora anche sul bilancio. Se infatti l’accordo è che la Regione garantisca 5 milioni nel 2015, altrettanti nel 2016, e sei nel 2017, anche la Provincia si è impegnata a fare la sua parte, assicurando per quest’anno un milione, e il resto nei prossimi anni, fino al 2018. Per rispondere alle attese di una valle che aspetta la sua strada da molto tempo.
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Re: Variante abitato di Zogno
Il presidente Rossi «Una commissione per valutare il da farsi»
Una commissione speciale sulla variante di Zogno: è questa la novità che si vorrebbe istituire in Provincia, con l’intenzione di entrare nel merito e di fare chiarezza sulla vicenda complessa di quest’opera, sugli extracosti, e sul futuro. Per questo il presidente Matteo Rossi lancerà al Consiglio provinciale l’idea di un gruppo di lavoro che si occupi proprio di questo: ne farebbero parte quattro rappresentanti dell’aula (uno per ciascun gruppo, inclusa dunque la Lega che siede tra i banchi della minoranza) e il sindaco di Zogno. «È una proposta che ho già avanzato ai capigruppo, e mi pare ci sia condivisione – dice Rossi –. Non è una misura contro qualcuno, ma nasce dalla volontà da un lato di garantire la massima trasparenza e dall’altro di individuare la migliore strada per il futuro, evitando magari di compiere nuovamente eventuali sbagli del passato». Al di là delle difficoltà emerse in questi mesi, il presidente della Provincia ci tiene a ribadire che l’obiettivo di tutti è che «i cittadini della Valle Brembana ottengano questa attesa infrastruttura».
E la commissione speciale su Zogno potrebbe essere solo la prima di una serie, con l’intento di approfondire e affrontare alcune questioni sul tavolo. «Potremmo fare lo stesso, per esempio, sulla vicenda dell’assistenza scolastica per gli alunni disabili delle superiori». L’occasione per fare il punto su vari argomenti arriverà oggi, con un seminario sulla nuova Provincia. Da qui Rossi punta a lanciare un messaggio costruttivo: «Al di là delle difficoltà, su cui si farà chiarezza, quel che stiamo cercando di impostare è un lavoro che dia risposte
al territorio».
Una commissione speciale sulla variante di Zogno: è questa la novità che si vorrebbe istituire in Provincia, con l’intenzione di entrare nel merito e di fare chiarezza sulla vicenda complessa di quest’opera, sugli extracosti, e sul futuro. Per questo il presidente Matteo Rossi lancerà al Consiglio provinciale l’idea di un gruppo di lavoro che si occupi proprio di questo: ne farebbero parte quattro rappresentanti dell’aula (uno per ciascun gruppo, inclusa dunque la Lega che siede tra i banchi della minoranza) e il sindaco di Zogno. «È una proposta che ho già avanzato ai capigruppo, e mi pare ci sia condivisione – dice Rossi –. Non è una misura contro qualcuno, ma nasce dalla volontà da un lato di garantire la massima trasparenza e dall’altro di individuare la migliore strada per il futuro, evitando magari di compiere nuovamente eventuali sbagli del passato». Al di là delle difficoltà emerse in questi mesi, il presidente della Provincia ci tiene a ribadire che l’obiettivo di tutti è che «i cittadini della Valle Brembana ottengano questa attesa infrastruttura».
E la commissione speciale su Zogno potrebbe essere solo la prima di una serie, con l’intento di approfondire e affrontare alcune questioni sul tavolo. «Potremmo fare lo stesso, per esempio, sulla vicenda dell’assistenza scolastica per gli alunni disabili delle superiori». L’occasione per fare il punto su vari argomenti arriverà oggi, con un seminario sulla nuova Provincia. Da qui Rossi punta a lanciare un messaggio costruttivo: «Al di là delle difficoltà, su cui si farà chiarezza, quel che stiamo cercando di impostare è un lavoro che dia risposte
al territorio».
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