finalmente eccolo l'orso che ormai da qualche anno staziona in zona passo san marco al risveglio
allora c'è ancora pensavo fosse emigrato era da settembre che non si avevano più notizie
Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Il Giorno
Laika, l’infallibile naso ha trovato un altro orso
In Valtellina tracce di almeno 5 plantigradi
Sondrio, 18 marzo 2013 - C’è un altro orso in Valtellina oltre ai quattro già noti. Tutti ne hanno avvertito la presenza, ma dev’essere molto diffidente e, quindi, difficile da individuare. L’ultimo avvistamento è del 10 marzo scorso, in Val Gerola. Tutto dipenderà dai suoi spostamenti, previsti a partire dai prossimi giorni, quando terminerà l’ondata di freddo polare di questo fine settimana. Infatti, secondo gli esperti del progetto «Life Arctos» che seguono l’evoluzione della popolazione degli orsi del Trentino, i plantigradi - tutti maschi - che sono transitati per la provincia di Sondrio e nel Nord Lombardia, sono almeno cinque: quelli noti sono contrassegnati dalle sigle JJ5, M7, M12 e M13. Ma uno manca all’appello. Il maschio «problematico» JJ5 è tornato in Trentino dove è morto all’età di 6 anni, mentre in Valchiavenna è stato individuato anche il passaggio di M12 di cui si sono trovate le tracce biologiche all’imbocco della Val Codera.
«Stavamo controllando i resti di una predazione – racconta Franco Milani, veterinario di Cosio - quando il mio cane “Indi” di razza Laika, addestrato proprio per la ricerca di tracce dell’orso, ha segnalato la presenza di peli su un albero che hanno poi permesso l’identificazione tramite il Dna. Ci sono razze di cani più adatte a seguire le tracce, altre impiegate persino in azioni di dissuasione – spiega l’esperto cinofilo – ma il Laika della Siberia esplica molto bene entrambe le funzioni. “Indi” ha già dato buone prove di affidabilità proprio nel corso della recente campagna di ricerca delle tracce odorose proprio in provincia di Sondrio».
Il mistero, adesso, riguarda l’orso che gira tra la Valsassina (Ballabio) la Val Varrone e la bassa Valtellina, con molteplici avvistamenti, anche nella stessa giornata, in Val Gerola, Tartano e Lesina che è l’area più «trafficata». L’orso avvistato in Val Masino, invece, era M13 (fratello di M12), com’è stato poi appurato dalle analisi genetiche. È lo stesso che è stato ucciso poche settimane fa in Val Poschiavo (M13): si trattava di un maschio avvistato più volte nella zona e al confine tra i parchi dello Stelvio e dell’Engadina, che ha procurato anche un grosso spavento a due turisti bresciani e a una ragazzina del luogo, ricoverata sotto choc all’ospedale per lo spavento. Un altro orso infine, identificato con la sigla M7, è stato avvistato in Val di Scalve e in Val Brembana sino all’estate del 2012 quando – secondo Elena Tironi, responsabile del Progetto Orso per la Lombardia - sarebbe poi ritornato in Trentino. Questo orso avrebbe percorso nelle due direzioni tutta la catena delle Orobie e delle Alpi Camoniche.
Laika, l’infallibile naso ha trovato un altro orso
In Valtellina tracce di almeno 5 plantigradi
Sondrio, 18 marzo 2013 - C’è un altro orso in Valtellina oltre ai quattro già noti. Tutti ne hanno avvertito la presenza, ma dev’essere molto diffidente e, quindi, difficile da individuare. L’ultimo avvistamento è del 10 marzo scorso, in Val Gerola. Tutto dipenderà dai suoi spostamenti, previsti a partire dai prossimi giorni, quando terminerà l’ondata di freddo polare di questo fine settimana. Infatti, secondo gli esperti del progetto «Life Arctos» che seguono l’evoluzione della popolazione degli orsi del Trentino, i plantigradi - tutti maschi - che sono transitati per la provincia di Sondrio e nel Nord Lombardia, sono almeno cinque: quelli noti sono contrassegnati dalle sigle JJ5, M7, M12 e M13. Ma uno manca all’appello. Il maschio «problematico» JJ5 è tornato in Trentino dove è morto all’età di 6 anni, mentre in Valchiavenna è stato individuato anche il passaggio di M12 di cui si sono trovate le tracce biologiche all’imbocco della Val Codera.
«Stavamo controllando i resti di una predazione – racconta Franco Milani, veterinario di Cosio - quando il mio cane “Indi” di razza Laika, addestrato proprio per la ricerca di tracce dell’orso, ha segnalato la presenza di peli su un albero che hanno poi permesso l’identificazione tramite il Dna. Ci sono razze di cani più adatte a seguire le tracce, altre impiegate persino in azioni di dissuasione – spiega l’esperto cinofilo – ma il Laika della Siberia esplica molto bene entrambe le funzioni. “Indi” ha già dato buone prove di affidabilità proprio nel corso della recente campagna di ricerca delle tracce odorose proprio in provincia di Sondrio».
Il mistero, adesso, riguarda l’orso che gira tra la Valsassina (Ballabio) la Val Varrone e la bassa Valtellina, con molteplici avvistamenti, anche nella stessa giornata, in Val Gerola, Tartano e Lesina che è l’area più «trafficata». L’orso avvistato in Val Masino, invece, era M13 (fratello di M12), com’è stato poi appurato dalle analisi genetiche. È lo stesso che è stato ucciso poche settimane fa in Val Poschiavo (M13): si trattava di un maschio avvistato più volte nella zona e al confine tra i parchi dello Stelvio e dell’Engadina, che ha procurato anche un grosso spavento a due turisti bresciani e a una ragazzina del luogo, ricoverata sotto choc all’ospedale per lo spavento. Un altro orso infine, identificato con la sigla M7, è stato avvistato in Val di Scalve e in Val Brembana sino all’estate del 2012 quando – secondo Elena Tironi, responsabile del Progetto Orso per la Lombardia - sarebbe poi ritornato in Trentino. Questo orso avrebbe percorso nelle due direzioni tutta la catena delle Orobie e delle Alpi Camoniche.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
JJ5 più che morto è stato uccisoda Il Giorno
Laika, l’infallibile naso ha trovato un altro orso
In Valtellina tracce di almeno 5 plantigradi
Sondrio, 18 marzo 2013 - C’è un altro orso in Valtellina oltre ai quattro già noti. Tutti ne hanno avvertito la presenza, ma dev’essere molto diffidente e, quindi, difficile da individuare. L’ultimo avvistamento è del 10 marzo scorso, in Val Gerola. Tutto dipenderà dai suoi spostamenti, previsti a partire dai prossimi giorni, quando terminerà l’ondata di freddo polare di questo fine settimana. Infatti, secondo gli esperti del progetto «Life Arctos» che seguono l’evoluzione della popolazione degli orsi del Trentino, i plantigradi - tutti maschi - che sono transitati per la provincia di Sondrio e nel Nord Lombardia, sono almeno cinque: quelli noti sono contrassegnati dalle sigle JJ5, M7, M12 e M13. Ma uno manca all’appello. Il maschio «problematico» JJ5 è tornato in Trentino dove è morto all’età di 6 anni, mentre in Valchiavenna è stato individuato anche il passaggio di M12 di cui si sono trovate le tracce biologiche all’imbocco della Val Codera. «Stavamo controllando i resti di una predazione – racconta Franco Milani, veterinario di Cosio - quando il mio cane “Indi” di razza Laika, addestrato proprio per la ricerca di tracce dell’orso, ha segnalato la presenza di peli su un albero che hanno poi permesso l’identificazione tramite il Dna. Ci sono razze di cani più adatte a seguire le tracce, altre impiegate persino in azioni di dissuasione – spiega l’esperto cinofilo – ma il Laika della Siberia esplica molto bene entrambe le funzioni. “Indi” ha già dato buone prove di affidabilità proprio nel corso della recente campagna di ricerca delle tracce odorose proprio in provincia di Sondrio».Il mistero, adesso, riguarda l’orso che gira tra la Valsassina (Ballabio) la Val Varrone e la bassa Valtellina, con molteplici avvistamenti, anche nella stessa giornata, in Val Gerola, Tartano e Lesina che è l’area più «trafficata». L’orso avvistato in Val Masino, invece, era M13 (fratello di M12), com’è stato poi appurato dalle analisi genetiche. È lo stesso che è stato ucciso poche settimane fa in Val Poschiavo (M13): si trattava di un maschio avvistato più volte nella zona e al confine tra i parchi dello Stelvio e dell’Engadina, che ha procurato anche un grosso spavento a due turisti bresciani e a una ragazzina del luogo, ricoverata sotto choc all’ospedale per lo spavento. Un altro orso infine, identificato con la sigla M7, è stato avvistato in Val di Scalve e in Val Brembana sino all’estate del 2012 quando – secondo Elena Tironi, responsabile del Progetto Orso per la Lombardia - sarebbe poi ritornato in Trentino. Questo orso avrebbe percorso nelle due direzioni tutta la catena delle Orobie e delle Alpi Camoniche.
e M12.... bravo Indi a scovarlo...che fiuto!!!!
peccato che M12 sia stato investito e ucciso in quel di Bolzano nel giugno 2012

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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Chiedo innanzitutto scusa se mi sono re-iscritto dopo una bannatura. Per rispetto agli amministratori del forum prometto che effettuerò solo un intervento e anzi ringrazio loro di avermi dato la possibilità di intervenire. Sono il conduttore del cane Laika di nome Indi che nel 2011 e 2012 ha effettuato gli interventi di monitoraggio della specie orso in provincia di Sondrio. Intervengo per precisare alcune cose riguardo l'articolo uscito oggi sul quotidiano Il Giorno. L'articolo contiene molte inesattezze e titoli e box fuorvianti. Uno di questi riguarda proprio l'intervento descritto nell'articolo e che ha portato al rinvenimento di campioni biologici sui quali sono stati effettuati esami di genetica e che hanno portato ad identificare l'orso M12. Detto intervento è avvenuto il 10 Maggio 2012 ( ilgiorno.it/sondrio/cronaca/2012/05/10/710437-avvistato_orso_valchiavenna.shtml) e non come l'articolo fa ERRONEAMENTE pensare il 10 Marzo 2013. In quest'ultimo caso oltretutto non siamo usciti per la verifica perchè le Guardie Provinciali di Sondrio avevano già verificato il passaggio e rinvenuto campioni biologici.
Altri errori contenuti nell'articolo riguardano gli orsi che l'anno scorso sono transitati sul suolo regionale. Tra questi ovviamente non c'è JJ5 già da tempo residente in trentino e poi morto durante le operazioni di cattura. Anche l'enfasi dedicata a descrivere l'infallibilità del "metodo cane" è dl tutto fuori luogo in quanto il monitoraggio con il "cane da orso" è un metodo come gli altri con i suoi limiti e i suoi pregi.
Altri errori contenuti nell'articolo riguardano gli orsi che l'anno scorso sono transitati sul suolo regionale. Tra questi ovviamente non c'è JJ5 già da tempo residente in trentino e poi morto durante le operazioni di cattura. Anche l'enfasi dedicata a descrivere l'infallibilità del "metodo cane" è dl tutto fuori luogo in quanto il monitoraggio con il "cane da orso" è un metodo come gli altri con i suoi limiti e i suoi pregi.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
O.T. Non sei stato bannato, sei stato disattivato per una settimana, poi ti e' stato chiesto se volevi rientrare e la tua risposta e' stata negativa..indifranck ha scritto:Chiedo innanzitutto scusa se mi sono re-iscritto dopo una bannatura.
un po' diversa la cosa!!!
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Non c'era un accezione negativa nella mia affermazione, avete avuto le vostre ragioni ed essendo in casa vostra avete tutto il diritto di farle valere.
In ogni caso sono intervenuto per chiarire il motivo per cui M12 appare tra gli orsi campionati in lombardia nel 2012 sebbene sia morto investito in giugno 2012 in provincia di Bolzano.
Spero di essere stato utile.
In ogni caso sono intervenuto per chiarire il motivo per cui M12 appare tra gli orsi campionati in lombardia nel 2012 sebbene sia morto investito in giugno 2012 in provincia di Bolzano.
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Orso, il sindaco chiede il risarcimento
dal quotidiano Arena
Orso, il sindaco chiede il risarcimento
MALCESINE. Negli ultimi mesi nessun nuovo avvistamento: l'anno scorso il plantigrado aveva fatto razzia uccidendo pecore, mucche e un asino. Benamati ha scritto in Regione e in Provincia «per ottenere il rimborso dei danni causati dalla fauna selvatica ai cittadini.
Bene. Poiché l'orso sarebbe vissuto sul Baldo dalla notte dei tempi, prima dell'uomo, ed avrebbe quindi un «diritto di precedenza» come ricordato al convegno organizzato a Verona dal Corpo forestale dello Stato, meglio prendersi per tempo. Soprattutto se l'animale è ritenuto responsabile di predazioni come le due verificatisi l'anno scorso a Malcesine. Proprio in questi giorni il sindaco Michele Benamati ha scritto una lettera in Regione (Unità operativa politiche faunistico-venatorie e della pesca) e in Provincia per chiedere il «risarcimento danni causati da fauna selvatica». Pur precisando che «ora la situazione è tranquilla; infatti, da 2-3 mesi non vi sono stati avvistamenti», scrive: «Durante l'estate/autunno si è rilevata la presenza sul Baldo di uno o più orsi bruni che hanno fatto razzie di ovini, di un asino e, presumibilmente, anche di due bovini». Anche se da un po' non se ne vedono, «gli allevatori sono sempre molto preoccupati per l' incolumità loro e degli animali. Ciò premesso, si invita a prevedere adeguati importi nel bilancio regionale tali da consentire il tempestivo risarcimento di eventuali danni che gli allevatori subissero nel 2013 a seguito di altre predazioni». E chiarisce: «È necessario che la Regione preveda adeguati stanziamenti per danni da predazioni. Restiamo tuttavia convinti che l'orso vada spostato da questa zona. E' una presenza che può costituire pericolo». Prosegue il consigliere alla montagna Arnaldo Lombardi: «In autunno ho partecipato ad un incontro a Prà Alpesina dove si raccoglievano firme affinché gli orsi fossero trattenuti in zone montane non frequentate. Sono poi stato ad un'assemblea a Mori.
Come a Verona, è emerso il concetto, da parte di chi sostiene il progetto di reintroduzione dell'orso, che esso non è pericoloso. Tuttavia la maggior parte ritiene necessario che questi animali siano mantenuti in zone montane non frequentate, lontane da dove si svolgano attività legate ad allevamento e turismo. Dai noi», informa, «vari allevatori portano da anni il bestiame in alpeggio. Vogliamo continuino a farlo. Inoltre a Malcesine c'è una funivia che, nei giorni di punta, porta in quota 3/4mila persone. Una parte è attratta dalla possibilità di vedere l'orso ma la maggioranza nutre timori e finisce anche per disertare escursioni in quota con danno economico per il turismo. L'orso va mantenuto in zone montane alte». Tornando ai fondi sollecitati dal sindaco, Lombardi ricorda: «Nonostante i numerosi solleciti, non sono ancora arrivati quelli per lo scorso anno quando sono stati predati dall'orso ovini, un asino e, secondo gli allevatori, anche bovini». Il sindaco di Ferrara di Monte Baldo Paolo Rossi aggiunge: «Al convegno è stato annunciato che il Corpo forestale dello Stato del Veneto sta organizzando una squadra specializzata di pronto intervento. Si è poi ribadito che esistono contributi regionali per creare presidi che permettono di controllare gli animali affinché non creino problemi. Ci sono inoltre contributi per gli allevatori affinché possano acquistare reti elettrificate a protezione dei loro animali. Credo che il modo migliore per una convivenza armonica tra insediamenti umani e orsi sia la conoscenza. Ritengo sempre la presenza di questi esemplari selvatici un valore ambientale e culturale aggiunto ad un territorio adatto ad accoglierne qualche capo. Auspico in ogni caso che il progetto dedicato all'orso sia tenuto sotto controllo affinché non sfugga di mano con conseguenze negative per tutti». Da qualche mese nessuno vede orsi sul Baldo. La scorsa estate ne sono passati due, M4 e M11, che non si sa ora dove siano.
Orso, il sindaco chiede il risarcimento
MALCESINE. Negli ultimi mesi nessun nuovo avvistamento: l'anno scorso il plantigrado aveva fatto razzia uccidendo pecore, mucche e un asino. Benamati ha scritto in Regione e in Provincia «per ottenere il rimborso dei danni causati dalla fauna selvatica ai cittadini.
Bene. Poiché l'orso sarebbe vissuto sul Baldo dalla notte dei tempi, prima dell'uomo, ed avrebbe quindi un «diritto di precedenza» come ricordato al convegno organizzato a Verona dal Corpo forestale dello Stato, meglio prendersi per tempo. Soprattutto se l'animale è ritenuto responsabile di predazioni come le due verificatisi l'anno scorso a Malcesine. Proprio in questi giorni il sindaco Michele Benamati ha scritto una lettera in Regione (Unità operativa politiche faunistico-venatorie e della pesca) e in Provincia per chiedere il «risarcimento danni causati da fauna selvatica». Pur precisando che «ora la situazione è tranquilla; infatti, da 2-3 mesi non vi sono stati avvistamenti», scrive: «Durante l'estate/autunno si è rilevata la presenza sul Baldo di uno o più orsi bruni che hanno fatto razzie di ovini, di un asino e, presumibilmente, anche di due bovini». Anche se da un po' non se ne vedono, «gli allevatori sono sempre molto preoccupati per l' incolumità loro e degli animali. Ciò premesso, si invita a prevedere adeguati importi nel bilancio regionale tali da consentire il tempestivo risarcimento di eventuali danni che gli allevatori subissero nel 2013 a seguito di altre predazioni». E chiarisce: «È necessario che la Regione preveda adeguati stanziamenti per danni da predazioni. Restiamo tuttavia convinti che l'orso vada spostato da questa zona. E' una presenza che può costituire pericolo». Prosegue il consigliere alla montagna Arnaldo Lombardi: «In autunno ho partecipato ad un incontro a Prà Alpesina dove si raccoglievano firme affinché gli orsi fossero trattenuti in zone montane non frequentate. Sono poi stato ad un'assemblea a Mori.
Come a Verona, è emerso il concetto, da parte di chi sostiene il progetto di reintroduzione dell'orso, che esso non è pericoloso. Tuttavia la maggior parte ritiene necessario che questi animali siano mantenuti in zone montane non frequentate, lontane da dove si svolgano attività legate ad allevamento e turismo. Dai noi», informa, «vari allevatori portano da anni il bestiame in alpeggio. Vogliamo continuino a farlo. Inoltre a Malcesine c'è una funivia che, nei giorni di punta, porta in quota 3/4mila persone. Una parte è attratta dalla possibilità di vedere l'orso ma la maggioranza nutre timori e finisce anche per disertare escursioni in quota con danno economico per il turismo. L'orso va mantenuto in zone montane alte». Tornando ai fondi sollecitati dal sindaco, Lombardi ricorda: «Nonostante i numerosi solleciti, non sono ancora arrivati quelli per lo scorso anno quando sono stati predati dall'orso ovini, un asino e, secondo gli allevatori, anche bovini». Il sindaco di Ferrara di Monte Baldo Paolo Rossi aggiunge: «Al convegno è stato annunciato che il Corpo forestale dello Stato del Veneto sta organizzando una squadra specializzata di pronto intervento. Si è poi ribadito che esistono contributi regionali per creare presidi che permettono di controllare gli animali affinché non creino problemi. Ci sono inoltre contributi per gli allevatori affinché possano acquistare reti elettrificate a protezione dei loro animali. Credo che il modo migliore per una convivenza armonica tra insediamenti umani e orsi sia la conoscenza. Ritengo sempre la presenza di questi esemplari selvatici un valore ambientale e culturale aggiunto ad un territorio adatto ad accoglierne qualche capo. Auspico in ogni caso che il progetto dedicato all'orso sia tenuto sotto controllo affinché non sfugga di mano con conseguenze negative per tutti». Da qualche mese nessuno vede orsi sul Baldo. La scorsa estate ne sono passati due, M4 e M11, che non si sa ora dove siano.
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Poschiavini uniti contro l'orso
dal Corriere del Ticino
Poschiavini uniti contro l'orso
Fondata un'associazione mentre un altro plantigrado si aggira sul confine
POSCHIAVO - Favorita dalle associazioni ambientaliste, la convivenza con l’orso e il lupo «è un’imposizione antidemocratica che lede la nostra libertà di abitanti della montagna». È sulla base di questa considerazione, e dopo il dibattito seguito all’abbattimento dell’orso M13 avvenuta lo scorso mese nei Grigioni, che sabato a Poschiavo un gruppo di cittadini ha costituito un gruppo «spontaneo e apartitico» denominato «Associazione territorio senza grandi predatori». Fondato sabato, si prefigge di tutelare gli abitanti, sensibilizzare l’opinione pubblica «sui risvolti negativi che la presenza dei grandi predatori causa» e «contrastare con un’informazione oggettiva la demagogia delle associazioni ambientalistiche». Nel frattempo un altro orso sembrerebbe pronto a bussare alle porte dei Grigioni. Come riferito lunedì dal quotidiano «Il giorno», lo scorso 10 marzo i peli di un un altro plantigrado sono stati scovati da un cane in Valgerola, Provincia di Sondrio, a qualche chilometro in linea d’aria col confine svizzero.
Poschiavini uniti contro l'orso
Fondata un'associazione mentre un altro plantigrado si aggira sul confine
POSCHIAVO - Favorita dalle associazioni ambientaliste, la convivenza con l’orso e il lupo «è un’imposizione antidemocratica che lede la nostra libertà di abitanti della montagna». È sulla base di questa considerazione, e dopo il dibattito seguito all’abbattimento dell’orso M13 avvenuta lo scorso mese nei Grigioni, che sabato a Poschiavo un gruppo di cittadini ha costituito un gruppo «spontaneo e apartitico» denominato «Associazione territorio senza grandi predatori». Fondato sabato, si prefigge di tutelare gli abitanti, sensibilizzare l’opinione pubblica «sui risvolti negativi che la presenza dei grandi predatori causa» e «contrastare con un’informazione oggettiva la demagogia delle associazioni ambientalistiche». Nel frattempo un altro orso sembrerebbe pronto a bussare alle porte dei Grigioni. Come riferito lunedì dal quotidiano «Il giorno», lo scorso 10 marzo i peli di un un altro plantigrado sono stati scovati da un cane in Valgerola, Provincia di Sondrio, a qualche chilometro in linea d’aria col confine svizzero.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
No i peli d'orso li hanno trovati le guardie provinciali non il mio cane. La valgerola comunque non è proprio "proiettata" verso la svizzera. E' più probabile che l'orso scavalli e giri tra Val Brembana e Val Sassina. Però tutto può essere.