Anche secondo me la ferita alla coscia è da arma da fuoco, così puntiforme e sanguinolenta. Non ha avuto il tempo l'orso di ferire veramente il cane. Comunque purtroppo in quelle regioni le condizioni economiche non permettono spesso di potersi attrezzare meglio di così. Li si pratica una caccia di sussistenza e non sportiva e i fucili che girano sono più pericolosi degli orsi che si cacciano. Mi pare veramente strano che il cacciatore si sia messo sulle tracce dell'orso con un cane giovane. Queste razze primitive hanno anche uno spiccato senso di conservazione e un cane giovane non si sogna neppure di buttarsi tra le zampe di un orso. Anzi la regola è quella di non portare mai un cane sotto i 2 anni e mezzo su un orso in libertà. Quindi o veramente il cacciatore è molto improvvisato oppure non è vero che il cane è giovane.IW2LBR ha scritto:Il video dell’orso ucciso dai cacciatori
Red Hot Russia ha ripreso un video comparso su YouTube nelle ore scorse, che mostra un cacciatore impegnato in una battuta di caccia all’orso con i suoi tre cani. L’autore del video spiega che i cani erano ancora inesperti e che il giovane orso doveva essere una sorta di esercitazione. Ma il cacciatore ha fatto i conti senza l’orso, che ha attaccato uno dei tre cani, ferendolo a morte. A quel punto il cacciatore spara all’orso, uccidendolo. E, nei commenti, si scatena l’eterna diatriba tra chi considera “normale” la caccia all’orso in Russia e coloro che, invece credono nell’antica dottrina del “vivi e lascia vivere”.
(Attenzione il video potrebbe urtare la vostra sensibilità)
[youtube]jzdbzT9qGO4[/youtube]
Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Arriva la primavera e l’orso esce dal letargo: avvistato
da Bergamo NEWS di Nicolò Belloli
Arriva la primavera e l’orso esce dal letargo: avvistato in val Brembana
Non si avevano più sue notizie da settembre, dopo che con l’arrivo della stagione fredda si era messo al riparo. Ma da qualche giorno, con l’arrivo della primavera, l’orso è uscito dalla sua tana. Avvistato a Gerola Alta, paese della Valtellina confinante con il Passo San Marco, proprio nella zona che anche la scorsa estate era stato segnalato, sulle montagne a cavallo fra la Val Brembana e la Valtellina.
E sono ormai già diversi anni che decide di villeggiare sulle nostre Prealpi, segno che ha trovato un habitat perfetto. Le orme sono state rinvenute, prima da alcuni residenti e poi dalla polizia provinciale. La presenza dell’orso è monitorata, anche se non è mancato qualche problema per gli abitanti della zona. L’animale dato il lungo letargo è in cerca di cibo e ha già sbranato qualche capra di un allevamento sopra il paese, ma vista la situazione libera degli ovini il ritrovamento di eventuali carcasse non è semplice. L’orso M13, ucciso a Poschiavo a febbraio, aveva scelto di stazionare sulle Alpi Retiche, mentre questo ricomparso è quasi certamente quello che ha dominato le cronache dell’estate passata in Val Brembana, il re delle Orobie. Colui che la scorsa primavera, dopo il letargo aveva fatto colazione con due agnelli e una capra a Valleve, seminando un po’ di panico fra gli allevatori. Ma allo stesso tempo una figura simbolo del bosco e delle nostre montagne che per anni ha latitato: il suo ritorno significa anche che la buona qualità di quelle zone.
Arriva la primavera e l’orso esce dal letargo: avvistato in val Brembana
Non si avevano più sue notizie da settembre, dopo che con l’arrivo della stagione fredda si era messo al riparo. Ma da qualche giorno, con l’arrivo della primavera, l’orso è uscito dalla sua tana. Avvistato a Gerola Alta, paese della Valtellina confinante con il Passo San Marco, proprio nella zona che anche la scorsa estate era stato segnalato, sulle montagne a cavallo fra la Val Brembana e la Valtellina.
E sono ormai già diversi anni che decide di villeggiare sulle nostre Prealpi, segno che ha trovato un habitat perfetto. Le orme sono state rinvenute, prima da alcuni residenti e poi dalla polizia provinciale. La presenza dell’orso è monitorata, anche se non è mancato qualche problema per gli abitanti della zona. L’animale dato il lungo letargo è in cerca di cibo e ha già sbranato qualche capra di un allevamento sopra il paese, ma vista la situazione libera degli ovini il ritrovamento di eventuali carcasse non è semplice. L’orso M13, ucciso a Poschiavo a febbraio, aveva scelto di stazionare sulle Alpi Retiche, mentre questo ricomparso è quasi certamente quello che ha dominato le cronache dell’estate passata in Val Brembana, il re delle Orobie. Colui che la scorsa primavera, dopo il letargo aveva fatto colazione con due agnelli e una capra a Valleve, seminando un po’ di panico fra gli allevatori. Ma allo stesso tempo una figura simbolo del bosco e delle nostre montagne che per anni ha latitato: il suo ritorno significa anche che la buona qualità di quelle zone.
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Re: Arriva la primavera e l’orso esce dal letargo: avvistato
Qualcuno spieghi al giornalista che Gerola Alta non confina con il San Marco e che non c'entra con la valle Brembana, confina con la Val Salmurano.Avvistato a Gerola Alta, paese della Valtellina confinante con il Passo San Marco
si, piu' che buone zone la buona qualità delle capre e pecore degli allevatoriMa allo stesso tempo una figura simbolo del bosco e delle nostre montagne che per anni ha latitato: il suo ritorno significa anche che la buona qualità di quelle zone.

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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Il giornalista non è molto ferrato in geografia locale ma poco cambia visto che un orso può percorrere anche 50km al giorno e la val Bomino laterale della Valgerola è a 30 minuti a passo d uomo dal San Marco
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
E' a un tiro di schioppo anche dai poschiavini....passovalcava ha scritto:Il giornalista non è molto ferrato in geografia locale ma poco cambia visto che un orso può percorrere anche 50km al giorno e la val bomino laterale della valgerola è a 30 minuti a passo d uomo dal san marco
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
passovalcava ha scritto:Il giornalista non è molto ferrato in geografia locale ma poco cambia visto che un orso può percorrere anche 50km al giorno e la val Bomino laterale della Valgerola è a 30 minuti a passo d uomo dal San Marco

insomma sarà ancora un'estate tormentata! a chiedersi da dove sbucherà l'orso che ci sta sul groppone !!



a rincorrere gli articoli dei giornali, a parlare inutilmente dei rimborsi agli allevatori ecc...a sentirci dire quanto "è buono" l'orso con l'uomo e
che se ci attacca è perchè noi abbiamo un comportamento stupido ecc...

Ultima modifica di elio.biava il venerdì 22 marzo 2013, 23:33, modificato 1 volta in totale.
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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
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Svizzera, nata associazione contro l’orso in Val Poschiavo
da Montagna TV
Svizzera, nata associazione contro l’orso in Val Poschiavo
POSCHIAVO, Svizzera — A poche settimane dall’uccisione di M13, la popolazione della Val Poschiavo torna a ribadire il suo no alla reintroduzione degli orsi, ma anche di lupi e linci. Lo scorso 16 marzo è nata infatti l’Associazione Territorio senza Grandi Predatori (ATsenzaGP) che conta già più di 200 iscritti. Il Gruppo Divulgazione Oggettiva Grandi Predatori si era costituito nell’estate del 2012 quando M13 si era addentrato nel territorio svizzero, riportando l’orso dopo un’assenza di oltre un secolo. Si trattava di “un gruppo di cittadini preoccupati”, si legge nel comunicato stampa emesso dall’associazione, che “ha organizzato una serata informativa al riguardo e inoltre a scadenza regolare ha pubblicato sui media locali vari contributi volti a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.”
“Per garantire in futuro una maggiore efficienza e regolare attività – prosegue il comunicato- il gruppo spontaneo, apartitico, denominatosi “Associazione Territorio senza Grandi Predatori”, ha deciso all’unanimità di organizzarsi in modo formale, costituendosi in un’associazione. Questo atto ha avuto luogo sabato 16 marzo 2013 a Poschiavo, alla presenza di un folto gruppo di soci fondatori.” Secondo la stampa svizzera sarebbero più di 200 gli iscritti che credono impossibile la “convivenza” con orsi, lupi e linci considerandola “un’imposizione antidemocratica” che mette in “serio pericolo quell’equilibrio nato oltre cento anni fa, fra noi Abitanti della Montagna e la Natura che ci circonda”. Gli obiettivi dell’associazione sono per ora la tutela del territorio e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Svizzera, nata associazione contro l’orso in Val Poschiavo
POSCHIAVO, Svizzera — A poche settimane dall’uccisione di M13, la popolazione della Val Poschiavo torna a ribadire il suo no alla reintroduzione degli orsi, ma anche di lupi e linci. Lo scorso 16 marzo è nata infatti l’Associazione Territorio senza Grandi Predatori (ATsenzaGP) che conta già più di 200 iscritti. Il Gruppo Divulgazione Oggettiva Grandi Predatori si era costituito nell’estate del 2012 quando M13 si era addentrato nel territorio svizzero, riportando l’orso dopo un’assenza di oltre un secolo. Si trattava di “un gruppo di cittadini preoccupati”, si legge nel comunicato stampa emesso dall’associazione, che “ha organizzato una serata informativa al riguardo e inoltre a scadenza regolare ha pubblicato sui media locali vari contributi volti a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.”
“Per garantire in futuro una maggiore efficienza e regolare attività – prosegue il comunicato- il gruppo spontaneo, apartitico, denominatosi “Associazione Territorio senza Grandi Predatori”, ha deciso all’unanimità di organizzarsi in modo formale, costituendosi in un’associazione. Questo atto ha avuto luogo sabato 16 marzo 2013 a Poschiavo, alla presenza di un folto gruppo di soci fondatori.” Secondo la stampa svizzera sarebbero più di 200 gli iscritti che credono impossibile la “convivenza” con orsi, lupi e linci considerandola “un’imposizione antidemocratica” che mette in “serio pericolo quell’equilibrio nato oltre cento anni fa, fra noi Abitanti della Montagna e la Natura che ci circonda”. Gli obiettivi dell’associazione sono per ora la tutela del territorio e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
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Gli orsi russi si sballano col carburante
Gli orsi russi si sballano col carburante

Gli orsi bruni che vivono nella Riserva Kronotsky in Russia, sono stati oggetto di sette mesi di osservazioni da parte del fotografo Igor Shpilenok di 52 anni. Questi orsi bruni giocano con i barili del carburante per aerei, sono diventati dipendenti dall’odore del kerosene e della benzina, fanno respiri profondi nei bidoni prima di scavare una buca poco profonda, e giacerci in una posizione di ‘nirvana‘. Il carburante viene utilizzato per gruppi elettrogeni ed elicotteri utilizzati dai lavoratori della riserva. Il fotografo ha detto che alcuni dei predatori ormai “tossicodipendenti” hanno anche inseguito elicotteri, in attesa che decollassero, perchè decollando perdono gocce di carburante sul terreno che poi loro annusano. Ha poi aggiunto: ‘In un altro caso un elicottero doveva trasportare alcuni barili di benzina. I lavoratori della riserva naturale non hanno fatto in tempo a ritirarli e un orso femmina di nome Suzemka ne ha colto l’occasione per portarne via uno e sniffarselo tutto‘. ‘Sembrava proprio un tossicodipendente.’

Gli orsi bruni che vivono nella Riserva Kronotsky in Russia, sono stati oggetto di sette mesi di osservazioni da parte del fotografo Igor Shpilenok di 52 anni. Questi orsi bruni giocano con i barili del carburante per aerei, sono diventati dipendenti dall’odore del kerosene e della benzina, fanno respiri profondi nei bidoni prima di scavare una buca poco profonda, e giacerci in una posizione di ‘nirvana‘. Il carburante viene utilizzato per gruppi elettrogeni ed elicotteri utilizzati dai lavoratori della riserva. Il fotografo ha detto che alcuni dei predatori ormai “tossicodipendenti” hanno anche inseguito elicotteri, in attesa che decollassero, perchè decollando perdono gocce di carburante sul terreno che poi loro annusano. Ha poi aggiunto: ‘In un altro caso un elicottero doveva trasportare alcuni barili di benzina. I lavoratori della riserva naturale non hanno fatto in tempo a ritirarli e un orso femmina di nome Suzemka ne ha colto l’occasione per portarne via uno e sniffarselo tutto‘. ‘Sembrava proprio un tossicodipendente.’
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Altri quattro orsi rischiano la pelle
dal Corriere della Sera di Laura Guardini
Valtellina/ Orobie: altri quattro orsi rischiano la pelle
Dall'Alta Valtellina alle Orobie dalla Valvestino alla Val di Scalve, e su su ai ghiacciai dell'Ortles Cevedale: tutte zone a ridosso o comunque non troppo lontane dal confine svizzero, quello da non superare per gli orsi «lombardi» che durante il 2012 hanno lasciato qui la traccia del loro passaggio oppure - spesso - sono stati visti e fotografati. «Nel 2012 sono stati identificati con certezza cinque animali» dice Antonio Tagliaferri, che presso la Regione è anche il responsabile del progetto Life Arctos, al quale è affidato il futuro dell'orso sulle Alpi (partecipano Lombardia, Veneto, Provincia di Trento, Corpo forestale, Parchi e Wwf).
Uno di loro era proprio M13, incontrato a più riprese nei pressi di Livigno e della diga di Cancano, poi fotografato (il 25 agosto) al rifugio V Alpini, in Val Zebrù. «Difficile prevedere quanti orsi vedremo in Lombardia nel 2013: nelle valli lombarde, in questi anni, abbiamo sempre visto giovani maschi in dispersione» aggiunge Tagliaferri. M13, il giovane maschio ucciso in Svizzera, era stato tra i primi ad uscire dal letargo: altri lo faranno in queste settimane. Qualcuno può aver scelto la sua tana proprio in una delle valli lombarde: potrebbe averlo fatto anche una femmina gravida. I piccoli, nelle tane calde come una vera e propria incubatrice, sono già nati: «Da anni ormai abbiamo diverse cucciolate di almeno due orsetti» dice Claudio Groff dal servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento.
Il 6 marzo presenteranno il rapporto «Orso 2012» con il bilancio annuale: si sa, per ora, che i 9 arrivati dalla Slovenia e liberati tra il 1999 e il 2001, sono diventati più di 50. Troppi? «No, siamo a 2-3 animali ogni 100 chilometri quadrati. Di questi 50 soltanto 2 sono problematici». Problematici vuol dire che, come M13, hanno troppa facilità ad avvicinare l'ambiente dell'uomo. Non fanno i selvatici, e perciò vengono tolti dal progetto (eliminati come M13 o messi in un recinto). «E comunque i primi dieci anni di questo progetto sono pochi per un bilancio: ce ne vorranno almeno altrettanti».
Intanto in Lombardia si sono preparati: «Abbiamo formato 15 veterinari e 60 agenti della Forestale e delle polizie provinciali di Lecco, Sondrio, Brescia e Bergamo - spiega ancora Tagliaferri. - Ora sono in grado di intervenire per allontanare l'orso, anche narcotizzandolo con i proiettili appositi, e di dare informazioni agli allevatori e agli apicoltori». «Il progetto Life Arctos è nato proprio per questo - dice da Wwf Massimiliano Rozzo. -. Riconquistare la convivenza con l'orso per il benessere di tutto l'ambiente alpino».
Valtellina/ Orobie: altri quattro orsi rischiano la pelle
Dall'Alta Valtellina alle Orobie dalla Valvestino alla Val di Scalve, e su su ai ghiacciai dell'Ortles Cevedale: tutte zone a ridosso o comunque non troppo lontane dal confine svizzero, quello da non superare per gli orsi «lombardi» che durante il 2012 hanno lasciato qui la traccia del loro passaggio oppure - spesso - sono stati visti e fotografati. «Nel 2012 sono stati identificati con certezza cinque animali» dice Antonio Tagliaferri, che presso la Regione è anche il responsabile del progetto Life Arctos, al quale è affidato il futuro dell'orso sulle Alpi (partecipano Lombardia, Veneto, Provincia di Trento, Corpo forestale, Parchi e Wwf).
Uno di loro era proprio M13, incontrato a più riprese nei pressi di Livigno e della diga di Cancano, poi fotografato (il 25 agosto) al rifugio V Alpini, in Val Zebrù. «Difficile prevedere quanti orsi vedremo in Lombardia nel 2013: nelle valli lombarde, in questi anni, abbiamo sempre visto giovani maschi in dispersione» aggiunge Tagliaferri. M13, il giovane maschio ucciso in Svizzera, era stato tra i primi ad uscire dal letargo: altri lo faranno in queste settimane. Qualcuno può aver scelto la sua tana proprio in una delle valli lombarde: potrebbe averlo fatto anche una femmina gravida. I piccoli, nelle tane calde come una vera e propria incubatrice, sono già nati: «Da anni ormai abbiamo diverse cucciolate di almeno due orsetti» dice Claudio Groff dal servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento.
Il 6 marzo presenteranno il rapporto «Orso 2012» con il bilancio annuale: si sa, per ora, che i 9 arrivati dalla Slovenia e liberati tra il 1999 e il 2001, sono diventati più di 50. Troppi? «No, siamo a 2-3 animali ogni 100 chilometri quadrati. Di questi 50 soltanto 2 sono problematici». Problematici vuol dire che, come M13, hanno troppa facilità ad avvicinare l'ambiente dell'uomo. Non fanno i selvatici, e perciò vengono tolti dal progetto (eliminati come M13 o messi in un recinto). «E comunque i primi dieci anni di questo progetto sono pochi per un bilancio: ce ne vorranno almeno altrettanti».
Intanto in Lombardia si sono preparati: «Abbiamo formato 15 veterinari e 60 agenti della Forestale e delle polizie provinciali di Lecco, Sondrio, Brescia e Bergamo - spiega ancora Tagliaferri. - Ora sono in grado di intervenire per allontanare l'orso, anche narcotizzandolo con i proiettili appositi, e di dare informazioni agli allevatori e agli apicoltori». «Il progetto Life Arctos è nato proprio per questo - dice da Wwf Massimiliano Rozzo. -. Riconquistare la convivenza con l'orso per il benessere di tutto l'ambiente alpino».
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