Parco Nazionale d'Abruzzo, "l'orso non ha aggredito nessuno"
Roma, 31 lug. (Adnkronos) - "In relazione alle notizie apparse oggi sulla stampa, circa l'asserita aggressione di un orso bruno marsicano a un gruppo di giovani la notte scorsa a Frattura, frazione di Scanno, vogliamo precisare quanto emerso da testimonianze e rilievi e dagli accertamenti condotti dai Servizi di Sorveglianza (Guardie del Parco e CTA/CFS)". Cosi', in una nota, l'Ente del Parco Nazionale d'Abruzzo.
"Verso la mezzanotte del 30 luglio scorso, un esemplare di orso ha fatto irruzione all'interno di un pollaio nella frazione di Frattura, provocando la morte di sette galline e un gallo. Il proprietario del pollaio, accorso sul posto, si e' imbattuto nel plantigrado che, allontanandosi, potrebbe aver incrociato un gruppo di giovani. Ma - specifica l'Ente - come emerso dai rilievi svolti dalle Guardie della zona e da quelle che hanno svolto il sopralluogo stamane, l'orso e' passato a debita distanza dai ragazzi ed e' andato dritto per la sua strada senza mostrare segni di aggressivita' nei loro confronti. Cio' e' stato poi confermato da un abitante di Frattura, nonche' vicino di casa del proprietario del pollaio, il quale ha anch'egli escluso qualsiasi atteggiamento aggressivo dell'animale nei confronti di persone".
"Divulgare notizie non rispondenti al vero creando un allarme ingiustificato - conclude l'Ente - e' sbagliato e pericoloso, oltreche' ingiusto nei confronti del Parco e dell'orso medesimo. Si ricorda che il Parco, da aprile, pattuglia continuamente la Valle del Sagittario, monitorando la presenza dell'orso che, a questo punto, e' costretto a difendersi anche da tentativi di 'speculazione e diffamazione' a suo danno".
Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Parco Nazionale d'Abruzzo, l'orso non ha aggredito nessuno
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Yorkshire salva la proprietaria da un orso
da Green Style
Yorkshire salva la proprietaria da un orso
I cani farebbero di tutto per salvare la vita del loro proprietario, anche a costo di dover affrontare intrusi in casa o animali di grande stazza. È quel che è successo a una donna di Ringwood, nel New Jersey, la quale si è vista salvare dal suo cane dall’attacco di un orso. Il fatto curioso è però la stazza del cucciolo: non un Pastore Tedesco, un Alano o un cane di grossa taglia, bensì un coraggiosissimo Yorkshire. Il tutto è successo la scorsa settimana, quando un affamato orso bruno ha deciso di far irruzione nella casa della donna, interpretando la porta aperta come un’invito per entrare in cucina e rifocillarsi. Peccato che nell’abitazione vi fosse il coraggioso Joe, uno Yorkshire dalle dimensioni contenute, che ha deciso di abbaiare furiosamente e di attaccare l’intruso senza pensarci due volte. Queste le dichiarazioni di Deborah Epstein, la proprietaria del cane. Un esemplare di soli 2,7 chili è riuscito a spaventare un orso di ben 150, quest’ultimo fuggito terrorizzato dall’aggressivo abbaiare dello Yorkshire. Un coraggio senza pari, ma in favore dell’orso va detto che raramente il gigante dei boschi attacca l’uomo, se non quando si sente in pericolo. In fondo, l’animale era alla semplice ricerca di uno spuntino.
Yorkshire salva la proprietaria da un orso
I cani farebbero di tutto per salvare la vita del loro proprietario, anche a costo di dover affrontare intrusi in casa o animali di grande stazza. È quel che è successo a una donna di Ringwood, nel New Jersey, la quale si è vista salvare dal suo cane dall’attacco di un orso. Il fatto curioso è però la stazza del cucciolo: non un Pastore Tedesco, un Alano o un cane di grossa taglia, bensì un coraggiosissimo Yorkshire. Il tutto è successo la scorsa settimana, quando un affamato orso bruno ha deciso di far irruzione nella casa della donna, interpretando la porta aperta come un’invito per entrare in cucina e rifocillarsi. Peccato che nell’abitazione vi fosse il coraggioso Joe, uno Yorkshire dalle dimensioni contenute, che ha deciso di abbaiare furiosamente e di attaccare l’intruso senza pensarci due volte. Queste le dichiarazioni di Deborah Epstein, la proprietaria del cane. Un esemplare di soli 2,7 chili è riuscito a spaventare un orso di ben 150, quest’ultimo fuggito terrorizzato dall’aggressivo abbaiare dello Yorkshire. Un coraggio senza pari, ma in favore dell’orso va detto che raramente il gigante dei boschi attacca l’uomo, se non quando si sente in pericolo. In fondo, l’animale era alla semplice ricerca di uno spuntino.
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Grigioni: gli orsi problematici siano uccisi in Italia
da Swiss info
Grigioni: gli orsi problematici siano uccisi in Italia
Gli orsi cosiddetti "problematici" siano uccisi già in Italia, prima che entrino in territorio elvetico: è quanto chiede il governo cantonale grigione, che invita la Confederazione ad intervenire rapidamente presso le autorità italiane. Questi orsi - scrive il Consiglio di stato retico - costituiscono un ostacolo all'accettazione del grande predatore da parte della popolazione locale. L'abbattimento di orsi problematici deve perciò poter avvenire in una fase precoce nel loro territorio originario.
La popolazione di orsi che sta attualmente prosperando in Trentino permette senz'altro l'adozione di simili misure. Il Governo di Coira chiede inoltre al Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) di chiarire tutta la problematica che concerne l'abbattimento dei grandi predatori (orso, lupo, lince). La strategia della Confederazione in questa materia "non deve in futuro essere ostacolata dall'arbitrario ricorso a rimedi giuridici", precisa il governo retico, che richiede alla Confederazione un migliore indennizzo degli oneri supplementari provocati all'agricoltura dalla presenza di grandi predatori.
L'esperienza mostra che l'argomento "orso" interessa soprattutto quando questo animale è presente nella regione. Per contro, se l'orso non è direttamente presente, manca l'interesse a informazioni sia tra gli specialisti sia tra la popolazione più ampia. Quando in una regione arriva per la prima volta un orso, il bisogno di informazione e di assistenza è elevato. Le informazioni desiderate devono essere immediatamente disponibili. Per garantire questa disponibilità di informazioni, il cantone ha creato nuovi indirizzi internet: attraverso i link baer.gr.ch, nonché orso.gr.ch e urs.gr.ch, chiunque può ora accedere a informazioni specifiche riguardo alla gestione dell'orso. Le misure di prevenzione sono importanti per tenere possibilmente lontani gli orsi dagli insediamenti e per evitare danni, scrive ancora l'esecutivo retico. Sono necessarie misure specifiche nell'agricoltura, come la protezione delle greggi o degli alveari. Inoltre, lungo le strade il Cantone deve mettere a disposizione possibilità di smaltimento dei rifiuti a prova di orso. Lo stesso devono fare i comuni negli insediamenti. Ma anche i privati cittadini devono provvedere con misure idonee affinché gli orsi non possano raggiungere né derrate alimentari, né altri rifiuti che possano rappresentare per loro una fonte di cibo.
Grigioni: gli orsi problematici siano uccisi in Italia
Gli orsi cosiddetti "problematici" siano uccisi già in Italia, prima che entrino in territorio elvetico: è quanto chiede il governo cantonale grigione, che invita la Confederazione ad intervenire rapidamente presso le autorità italiane. Questi orsi - scrive il Consiglio di stato retico - costituiscono un ostacolo all'accettazione del grande predatore da parte della popolazione locale. L'abbattimento di orsi problematici deve perciò poter avvenire in una fase precoce nel loro territorio originario.
La popolazione di orsi che sta attualmente prosperando in Trentino permette senz'altro l'adozione di simili misure. Il Governo di Coira chiede inoltre al Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) di chiarire tutta la problematica che concerne l'abbattimento dei grandi predatori (orso, lupo, lince). La strategia della Confederazione in questa materia "non deve in futuro essere ostacolata dall'arbitrario ricorso a rimedi giuridici", precisa il governo retico, che richiede alla Confederazione un migliore indennizzo degli oneri supplementari provocati all'agricoltura dalla presenza di grandi predatori.
L'esperienza mostra che l'argomento "orso" interessa soprattutto quando questo animale è presente nella regione. Per contro, se l'orso non è direttamente presente, manca l'interesse a informazioni sia tra gli specialisti sia tra la popolazione più ampia. Quando in una regione arriva per la prima volta un orso, il bisogno di informazione e di assistenza è elevato. Le informazioni desiderate devono essere immediatamente disponibili. Per garantire questa disponibilità di informazioni, il cantone ha creato nuovi indirizzi internet: attraverso i link baer.gr.ch, nonché orso.gr.ch e urs.gr.ch, chiunque può ora accedere a informazioni specifiche riguardo alla gestione dell'orso. Le misure di prevenzione sono importanti per tenere possibilmente lontani gli orsi dagli insediamenti e per evitare danni, scrive ancora l'esecutivo retico. Sono necessarie misure specifiche nell'agricoltura, come la protezione delle greggi o degli alveari. Inoltre, lungo le strade il Cantone deve mettere a disposizione possibilità di smaltimento dei rifiuti a prova di orso. Lo stesso devono fare i comuni negli insediamenti. Ma anche i privati cittadini devono provvedere con misure idonee affinché gli orsi non possano raggiungere né derrate alimentari, né altri rifiuti che possano rappresentare per loro una fonte di cibo.
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Due pecore e 15 conigli sbranati: nuovo attacco dell'orso
dal Corriere della Sera
Due pecore e 15 conigli sbranati: nuovo attacco dell'orso marsicano
SAN DONATO VALCOMINO - Due pecore sbranate e quindici conigli uccisi in pochi minuti. L’orso marsicano che da giorni si aggira a San Donato Valcomino, nel Frusinate, nelle prime ore di martedì ha attaccato gli animali in un agriturismo del paese, in località Pietracquara, dove c’è anche una fattoria didattica. Non è la prima volta: alcune settimane fa l'orso aveva sbranato un’altra pecora in un terreno di un allevatore ed era stato ripreso da un automobilista. L’allarme è scattato dopo una segnalazione al numero verde istituito dal Parco nazionale Abruzzo-Lazio e Molise.
Due pecore e 15 conigli sbranati: nuovo attacco dell'orso marsicano
SAN DONATO VALCOMINO - Due pecore sbranate e quindici conigli uccisi in pochi minuti. L’orso marsicano che da giorni si aggira a San Donato Valcomino, nel Frusinate, nelle prime ore di martedì ha attaccato gli animali in un agriturismo del paese, in località Pietracquara, dove c’è anche una fattoria didattica. Non è la prima volta: alcune settimane fa l'orso aveva sbranato un’altra pecora in un terreno di un allevatore ed era stato ripreso da un automobilista. L’allarme è scattato dopo una segnalazione al numero verde istituito dal Parco nazionale Abruzzo-Lazio e Molise.
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Sulla pelle dell’orso s’infiamma la battaglia
da Il Giorno
Sulla pelle dell’orso s’infiamma la battaglia tra l’Italia e la Svizzera
Da una parte del confine si lotta per scongiurarne l’estinzione, dall’altra lo vorrebbero come trofeo di caccia. È la battaglia che si gioca fra Italia e Svizzera sulla pelle dell’orso bruno, reintrodotto con fatica sulle Alpi, ora a rischio dopo le dichiarazioni del governo cantonale del Canton Grigioni
Lecco, 9 agosto 2013 - Da una parte del confine si lotta per scongiurarne l’estinzione, dall’altra lo vorrebbero come trofeo di caccia. È la battaglia che si gioca fra Italia e Svizzera sulla pelle dell’orso bruno, reintrodotto con fatica sulle Alpi, ora a rischio dopo le dichiarazioni del governo cantonale del Canton Grigioni secondo il quale spetterebbe all’Italia gestire gli orsi “problematici” abbattendoli prima che attraversino il confine. A conti fatti se in Trentino la popolazione convive con una quarantina di orsi, in Lombardia invece potrebbero presto scomparire perché, secondo gli esperti del progetto Life Arctos, gli esemplari in circolazione sarebbero al massimo tre.
Era già accaduto con M13, nipote dei primi animali spostati dalla Slovenia. La sua eccessiva curiosità lo spingeva fin dentro i centri abitati e una volta che aveva messo piede in Svizzera era stato immediatamente ucciso. «Questi orsi costituiscono un ostacolo all’accettazione del grande predatore da parte della popolazione locale. L’abbattimento deve perciò poter avvenire in una fase precoce nel loro territorio originario», chiede il Cantone. Cristiano Luminati, presidente della regione Valposchiavo, spiega cosa ha motivato questa richiesta: «Se ci fossero i presupposti, la convivenza sarebbe possibile. Purtroppo ora non è così. Quella del Cantone è una provocazione per spingere alla creazione di un sistema coordinato fra i vari Paesi. La Convenzione delle Alpi parla dell’introduzione dei grandi predatori ma non è possibile gestirla in modo diverso da un Paese all’altro. Da noi ad esempio la popolazione è ancora molto preoccupata, non eravamo pronti quando è arrivato M13. Da allora non è cambiato nulla. In più c’è la questione dell’agricoltura di montagna: molti hanno paura di non poter più svolgere il loro lavoro».
Eppure in Lombardia è stato fatto molto negli ultimi anni, soprattutto per informare il più possibile residenti e allevatori sulla presenza degli orsi e sulla convivenza con i grandi predatori. «Con il lavoro di Life Arctos, Regione Lombardia ha dimostrato che convivere con gli orsi è possibile, anche con quelli definiti “problematici”, che non hanno sviluppato un’indole che li fa diffidare dall’uomo - spiega Pietro Gatti, referente in Provincia di Lecco del progetto Life -. Ad esempio sono state create delle squadre di dissuasione che si occupano di allontanare gli orsi più curiosi». Per ora fra Lecco, la Valtellina, la Val Seriana e la Val Brembana potrebbe esserci un solo orso in circolazione: M7, che quest’inverno, in fuga dalle temperature rigide si era spinto molto in basso ed era stato immortalato in molte fotografie. Probabilmente un altro vaga fra l’Alta Val Camonica e la Valtellina. «L’anno scorso erano di più. C’era M13, ucciso in Svizzera, e un altro orso che purtroppo era morto sotto una valanga. Sono animali che affrontano molti pericoli e possono morire». Anche per un confine sbagliato.
Sulla pelle dell’orso s’infiamma la battaglia tra l’Italia e la Svizzera
Da una parte del confine si lotta per scongiurarne l’estinzione, dall’altra lo vorrebbero come trofeo di caccia. È la battaglia che si gioca fra Italia e Svizzera sulla pelle dell’orso bruno, reintrodotto con fatica sulle Alpi, ora a rischio dopo le dichiarazioni del governo cantonale del Canton Grigioni
Lecco, 9 agosto 2013 - Da una parte del confine si lotta per scongiurarne l’estinzione, dall’altra lo vorrebbero come trofeo di caccia. È la battaglia che si gioca fra Italia e Svizzera sulla pelle dell’orso bruno, reintrodotto con fatica sulle Alpi, ora a rischio dopo le dichiarazioni del governo cantonale del Canton Grigioni secondo il quale spetterebbe all’Italia gestire gli orsi “problematici” abbattendoli prima che attraversino il confine. A conti fatti se in Trentino la popolazione convive con una quarantina di orsi, in Lombardia invece potrebbero presto scomparire perché, secondo gli esperti del progetto Life Arctos, gli esemplari in circolazione sarebbero al massimo tre.
Era già accaduto con M13, nipote dei primi animali spostati dalla Slovenia. La sua eccessiva curiosità lo spingeva fin dentro i centri abitati e una volta che aveva messo piede in Svizzera era stato immediatamente ucciso. «Questi orsi costituiscono un ostacolo all’accettazione del grande predatore da parte della popolazione locale. L’abbattimento deve perciò poter avvenire in una fase precoce nel loro territorio originario», chiede il Cantone. Cristiano Luminati, presidente della regione Valposchiavo, spiega cosa ha motivato questa richiesta: «Se ci fossero i presupposti, la convivenza sarebbe possibile. Purtroppo ora non è così. Quella del Cantone è una provocazione per spingere alla creazione di un sistema coordinato fra i vari Paesi. La Convenzione delle Alpi parla dell’introduzione dei grandi predatori ma non è possibile gestirla in modo diverso da un Paese all’altro. Da noi ad esempio la popolazione è ancora molto preoccupata, non eravamo pronti quando è arrivato M13. Da allora non è cambiato nulla. In più c’è la questione dell’agricoltura di montagna: molti hanno paura di non poter più svolgere il loro lavoro».
Eppure in Lombardia è stato fatto molto negli ultimi anni, soprattutto per informare il più possibile residenti e allevatori sulla presenza degli orsi e sulla convivenza con i grandi predatori. «Con il lavoro di Life Arctos, Regione Lombardia ha dimostrato che convivere con gli orsi è possibile, anche con quelli definiti “problematici”, che non hanno sviluppato un’indole che li fa diffidare dall’uomo - spiega Pietro Gatti, referente in Provincia di Lecco del progetto Life -. Ad esempio sono state create delle squadre di dissuasione che si occupano di allontanare gli orsi più curiosi». Per ora fra Lecco, la Valtellina, la Val Seriana e la Val Brembana potrebbe esserci un solo orso in circolazione: M7, che quest’inverno, in fuga dalle temperature rigide si era spinto molto in basso ed era stato immortalato in molte fotografie. Probabilmente un altro vaga fra l’Alta Val Camonica e la Valtellina. «L’anno scorso erano di più. C’era M13, ucciso in Svizzera, e un altro orso che purtroppo era morto sotto una valanga. Sono animali che affrontano molti pericoli e possono morire». Anche per un confine sbagliato.
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E’ stato ucciso? Sparito da due mesi M11
da BlogEnko
E’ stato ucciso? Sparito da due mesi M11, l’orso birbante colpito da mandato di cattura
Dov’è finito M11, l’orso bruno birbante e troppo confidente nei confronti dell’uomo contro il quale due mesi fa è stato emesso un ordine di cattura? Sparito. Volatilizzato. Ucciso, si teme. E’ il caso di riaprire la questione perchè adesso anche la Svizzera dà spago alla storia del fucile risanatore: visto che negli ultimi otto anni otto orsi sono passati (notare: soltanto passati) nei Grigioni, il Governo del Cantone ha chiesto ieri all’Italia di effettuare “l’abbattimento degli orsi problematici” già “in una fase precoce nel loro territorio originario”. Ovvero in Trentino.
L’orso “problematico” è quello che non ha poi così tanta paura dell’uomo perchè associa la sua presenza alle fonti di cibo: bidoni dell’immondizia, alveari, pollai, frutteti ed animali al pascolo negli alpeggi. I danni vengono ripagati dalle Province. Di aggressioni deliberate non si parla proprio, su Alpi non esistono casi documentati negli ultimi 150 anni. Mi sfugge il motivo della preoccupazione elvetica. Una ricerca con Google non evidenzia gesta di “orsi problematici” in Trentino da circa due mesi, cioè da quando M11 è desaparecido. Donde una considerazione: ma chi si credono di essere, ‘sti svizzeri!, e soprattutto una domanda: che fine ha fatto l’orso M11? In giugno il ministero dell’Ambiente ha autorizzato la cattura del giovane orso M11 perchè spsso pasteggiava a spese del bestiame presente sul monte Baldo. L’animale era destinato a trascorrere il resto della sua vita dentro un recinto.
Ma già nei giorni precedenti al mandato di cattura l’orso – solito a farsi vedere fin troppo spesso – era sparito. Forse segni di presenza nella zona del monte Stivo, più a Nord rispetto al suo territorio abituale: forse, poi più nulla. Il Comitato per la libertà dell’orso del Monte Baldo su Facebook ha raccolto centinaia di firme in calce ad una lettera in cui mette nero su bianco la “forte sensazione” che l’orso sia stato ucciso. Peraltro tre estati fa si è molto chiacchierato sull’improvvisa sparizione di Dino, altro “orso problematico” che frequentava però l’altopiano di Asiago: ucciso e messo in freezer per essere mangiato, si diceva. In effetti l’orso ricomparve cadavere, ma molti mesi dopo e in Slovenia: morto di malattia, non di pallettoni.
Chissà se anche M11 ha seguito un istinto vagabondo o se invece qualcuno l’ha preso a fucilate come l’orso marsicano Stefano in Abruzzo. In ogni caso l’ideona con cui se n’è venuto fuori il Cantone dei Grigioni, oltre ad essere in contrasto con le leggi italiane (è prevista semmai la reclusione degli “orsi problematici” ma è vietato ucciderli), rischia di alimentare rancori miopi nei confronti degli orsi che, ripeto, non hanno fatto del male a nessuno.
Oltretutto, come sottolinea la lettera del Comitato per la libertà dell’orso, la Provincia di Trento ripaga eventuali danni a bestiame e simili nel giro di 30-40 giorni. Mi sembra un termine ragionevole. Per quanto tempo si attende un pagamento, in media, in Italia?
E’ stato ucciso? Sparito da due mesi M11, l’orso birbante colpito da mandato di cattura
Dov’è finito M11, l’orso bruno birbante e troppo confidente nei confronti dell’uomo contro il quale due mesi fa è stato emesso un ordine di cattura? Sparito. Volatilizzato. Ucciso, si teme. E’ il caso di riaprire la questione perchè adesso anche la Svizzera dà spago alla storia del fucile risanatore: visto che negli ultimi otto anni otto orsi sono passati (notare: soltanto passati) nei Grigioni, il Governo del Cantone ha chiesto ieri all’Italia di effettuare “l’abbattimento degli orsi problematici” già “in una fase precoce nel loro territorio originario”. Ovvero in Trentino.
L’orso “problematico” è quello che non ha poi così tanta paura dell’uomo perchè associa la sua presenza alle fonti di cibo: bidoni dell’immondizia, alveari, pollai, frutteti ed animali al pascolo negli alpeggi. I danni vengono ripagati dalle Province. Di aggressioni deliberate non si parla proprio, su Alpi non esistono casi documentati negli ultimi 150 anni. Mi sfugge il motivo della preoccupazione elvetica. Una ricerca con Google non evidenzia gesta di “orsi problematici” in Trentino da circa due mesi, cioè da quando M11 è desaparecido. Donde una considerazione: ma chi si credono di essere, ‘sti svizzeri!, e soprattutto una domanda: che fine ha fatto l’orso M11? In giugno il ministero dell’Ambiente ha autorizzato la cattura del giovane orso M11 perchè spsso pasteggiava a spese del bestiame presente sul monte Baldo. L’animale era destinato a trascorrere il resto della sua vita dentro un recinto.
Ma già nei giorni precedenti al mandato di cattura l’orso – solito a farsi vedere fin troppo spesso – era sparito. Forse segni di presenza nella zona del monte Stivo, più a Nord rispetto al suo territorio abituale: forse, poi più nulla. Il Comitato per la libertà dell’orso del Monte Baldo su Facebook ha raccolto centinaia di firme in calce ad una lettera in cui mette nero su bianco la “forte sensazione” che l’orso sia stato ucciso. Peraltro tre estati fa si è molto chiacchierato sull’improvvisa sparizione di Dino, altro “orso problematico” che frequentava però l’altopiano di Asiago: ucciso e messo in freezer per essere mangiato, si diceva. In effetti l’orso ricomparve cadavere, ma molti mesi dopo e in Slovenia: morto di malattia, non di pallettoni.
Chissà se anche M11 ha seguito un istinto vagabondo o se invece qualcuno l’ha preso a fucilate come l’orso marsicano Stefano in Abruzzo. In ogni caso l’ideona con cui se n’è venuto fuori il Cantone dei Grigioni, oltre ad essere in contrasto con le leggi italiane (è prevista semmai la reclusione degli “orsi problematici” ma è vietato ucciderli), rischia di alimentare rancori miopi nei confronti degli orsi che, ripeto, non hanno fatto del male a nessuno.
Oltretutto, come sottolinea la lettera del Comitato per la libertà dell’orso, la Provincia di Trento ripaga eventuali danni a bestiame e simili nel giro di 30-40 giorni. Mi sembra un termine ragionevole. Per quanto tempo si attende un pagamento, in media, in Italia?
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- elio.biava
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- Iscritto il: lunedì 18 aprile 2011, 10:38
- Località: Fraggio-Fractum 995 slm, ex dogana veneta, Taleggio (BG) "sèm a baita"
Re: E’ stato ucciso? Sparito da due mesi M11
perchè tenerla tanto lunga, per poi raccontare balle spaziali ?IW2LBR ha scritto:da BlogEnko
E’ stato ucciso? Sparito da due mesi M11, l’orso birbante colpito da mandato di cattura
...orsi che, ripeto, non hanno fatto del male a nessuno.
Oltretutto, come sottolinea la lettera del Comitato per la libertà dell’orso, la Provincia di Trento ripaga eventuali danni a bestiame e simili nel giro di 30-40 giorni. Mi sembra un termine ragionevole. Per quanto tempo si attende un pagamento, in media, in Italia?

Ultima modifica di elio.biava il venerdì 9 agosto 2013, 15:56, modificato 1 volta in totale.
Moderatore Immagini Antiche
"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
Re: Sulla pelle dell’orso s’infiamma la battaglia
Svizzera su un altro pianeta.. su tutto, anche sugli orsi, lo stesso vale per la Germania, noi itaGliani come al solitoIW2LBR ha scritto:reintrodotto con fatica sulle Alpi, ora a rischio dopo le dichiarazioni del governo cantonale del Canton Grigioni secondo il quale spetterebbe all’Italia gestire gli orsi “problematici” abbattendoli prima che attraversino il confine. A conti fatti se in Trentino la popolazione convive con una quarantina di orsi, in Lombardia invece potrebbero presto scomparire perché, secondo gli esperti del progetto Life Arctos, gli esemplari in circolazione sarebbero al massimo tre..
siamo rimasti bambini! Mi ripeto, troppi cartoni animati in TV!
- alvin 51
- Messaggi: 3068
- Iscritto il: venerdì 20 aprile 2012, 19:49
- Località: San giovanni bianco 410 mslm.
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
se posso esprimere la mia personale opinione in merito, non si può giustificare un predatore potenziale come può essere l'orso,( specialmente quando è spinto dalla fame) solo magari per il gusto di vederlo, sperando sempre non faccia a faccia, perché quando combina guai e danni, tanto poi chi li subisce viene rimborsato. Proviamo a chiedere il parere di chi ha il bestiame oltre che in alpeggio, anche nei serragli se gli stà bene, prima avere dei danni e poi, carte su carte, prove e riscontri, chiedere il risarcimento se ne siano contenti sapere che in giro scorrazza un elemento del genere. Io sono per gli animali liberi, ma certe specie, non credo che noi abbiamo l'habitat più adatto per uno o più orsi. 
