da Il Piccolo di Trieste
Avvistato un giovane orso nella zona di Monrupino
Un giovane esemplare di orso bruno, del peso di circa 60-70 chilogrammi, si aggira indisturbato nella zona di Monrupino. Ad avvistarlo per prima, due settimane fa, era stata una coppia di ragazzi che - a bordo di un'automobile - avevano notato il plantigrado muoversi sul ciglio della provinciale che collega Fernetti a Zolla, probabilmente alla ricerca di cibo da mettere sotto i denti. La segnalazione era partita, ma lì per lì si era pensato anche a un possibile errore: non è infrequente che un cinghiale (specie quest’ultima ormai di stanza sul Carso), magari di grossa taglia, sia scambiato per le più disparate specie di mammiferi. E invece qualche tempo dopo un secondo avvistamento ha accreditato la notizia. La scena si è svolta all'interno del recinto della cava di Monrupino, quando alle prime ore del mattino l'orso in fuga è stato sorpreso dall'arrivo di due operai e del titolare dell'attività. Che, pare, hanno pure filmato l'animale prima che sparisse. Orme inequivocabili sono in seguito state rilevate e fotografate dagli uomini della Polizia ambientale territoriale della Provincia, giunta sul posto dieci minuti dopo la chiamata degli addetti, quando però l'orso se l'era già svignata scavalcando il recinto. Impossibile sbagliarsi: il sedime della cava, reso molle da una precedente precipitazione, ha fatto praticamente da calco.
Palazzo Galatti è stato subito informato e monitora la situazione da vicino, come conferma Igor Dolenc, vicepresidente della Provincia e assessore ad agricoltura, fauna e flora: «Non sussistono pericoli per l'uomo e non ci si deve preoccupare. Non si tratta infatti di un caso eccezionale: già negli anni Novanta la presenza di orsi era stata segnalata nella nostra provincia, a Trebiciano, e anche sul monte Cocusso, al confine con la Slovenia, da dove molto probabilmente proviene quest'ultimo esemplare. Finora – così Dolenc – si è preferito non dare informazioni per evitare il solito capannello di curiosi, che finirebbe con l'innervosire l'animale. Si tratta di un cucciolo curioso e quando un giovane animale lascia la madre è frequente che compia escursioni notevoli. A quest'ora potrebbe essere già partito per un’altra zona. Comunque la Polizia ambientale segue da vicino la vicenda». «Al 99% è un maschio – spiega il sottufficiale Maurizio Rozza, intervenuto a Monrupino col comandante Ilario Zuppani – dell'apparente età di due anni, sui 60-70 chili». Rozza, recatosi in un'area sovrastante la cava, in prossimità della linea di confine di Stato, è riuscito a vedere per qualche istante l'animale. Rilevando anche tracce fresche. Verranno comunque proseguite le ricerche, riferisce sempre Rozza, di materiale genetico (come peli ed escrementi per un'analisi) così da svolgere un'identificazione dell'esemplare.
La Polizia ambientale territoriale della Provincia si muove nell'ambito dei protocolli operativi del progetto Life Arctos-Azione C4. Il personale, assieme al corpo forestale regionale e statale, aveva infattti formato squadre di intervento rapido interforze che si sono costituite nel corso di due anni. Una delle tappe dell'addestramento pratico si era svolta in Abruzzo, dove la presenza dell'orso marsicano è radicata, con un turno di una settimana di vigilanza sui plantigradi problematici.
Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Radio TSN
M25 attacca asina del Presidente 'anti-orso'
L'orso M25 ha ucciso un'asinella ieri, dopo che dalla Valtellina è rientrato in Valposchiavo.
La casualità ha voluto che l'animale fosse di proprietà di Otmaro Beti, il Presidente del comitato anti-orso, costituito un anno fa nella confederazione. L'attacco del grosso mammifero è avvenuto a circa 2.400 metri di quota, in località limitrofa a 'La Rosa'. Beti sebbene dispiaciuto per la perdita della sua asina, ha commentato come sia un fatto da aspettarsi in un territorio con grandi predatori.
M25 attacca asina del Presidente 'anti-orso'
L'orso M25 ha ucciso un'asinella ieri, dopo che dalla Valtellina è rientrato in Valposchiavo.
La casualità ha voluto che l'animale fosse di proprietà di Otmaro Beti, il Presidente del comitato anti-orso, costituito un anno fa nella confederazione. L'attacco del grosso mammifero è avvenuto a circa 2.400 metri di quota, in località limitrofa a 'La Rosa'. Beti sebbene dispiaciuto per la perdita della sua asina, ha commentato come sia un fatto da aspettarsi in un territorio con grandi predatori.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da La Gazzetta di Sondrio
“La Valtellina ha paura dell’orso M25. E’ ragionevole?” SI
Il JOURNAL pubblica un articolo dal titolo “La Valtellina ha paura dell’orso M25. E’ ragionevole?” E pubblica il numero dei morti annuali secondo la classifica degli animali più pericolosi: 10 squalo e lupo, 100 leone ed elefante, 500 ippopotamo, 1000 coccodrillo, 2000 tenia, 2500 ascaridi, 10.000 chiocciole acquatiche (distomatosi), reduvidi (malattia di Chagas) e la mosca tse tse (malattia del sonno), 25.000 cane (rabbia), 50.000 serpente, 475.000 uomo, 725.000 zanzara (malaria, dengue ecc.). Suggestiva ma non dimentichiamo la logica statistica di Trilussa secondo la quale se A mangia due polli e B zero, statisticamente ne hanno mangiato uno per uno.
Erich Maria Remarque ha titolato il suo capolavoro con il bollettino del Comando tedesco in quel giorno di prima guerra mondiale. “All'ovest niente di nuovo” in quanto quel giorno avevano taciuto le armi al fronte. Avrebbero dovuto essere tutti contenti. No, non tutti. Non poteva esserle Paul Bäumer che giaceva bocconi, riverso su quel terreno in cui, su tutto il fronte, era stato sparato un solo colpo. Le macrovisioni non sempre si conciliano con la realtà quotidiana Dieci all'anno le vittime dell'orso? Una probabilità quasi infinitesima, vero. Noi però abbiamo quasi 100.000 ettari di bosco. Abbiamo 700 nuclei d'estate o abitati o frequentati. L'asina sbranata non era alle alte quote. Supponiamo lo incontrino bambini o comunque persone che vanno nel panico più incontrollato, quali le reazioni del plantigrado? E comunque quali le conseguenze per le persone dello shock subito? Ricordiamo l'esperienza di M13, abbattuto dagli svizzeri con questa motivazione: “Nell’autunno e dopo il letargo il plantigrado era ormai diventato un pericolo per la sicurezza delle persone, si era infatti spinto sovente fino nei centri abitati alla ricerca di cibo, aveva inseguito delle persone durante il giorno e non mostrava più alcun timore nonostante le ripetute azioni di dissuasione. Nell’autunno e dopo il letargo il plantigrado era ormai diventato un pericolo per la sicurezza delle persone, si era infatti spinto sovente fino nei centri abitati alla ricerca di cibo, aveva inseguito delle persone durante il giorno e non mostrava più alcun timore nonostante le ripetute azioni di dissuasione. L’abbattimento è stato eseguito conformemente alla Strategia Orso Svizzera”. Non era servito attaccargli il radiocollare per controllarne la posizione. Due volte messo e due volte lui se l'era tolto. Non vogliamo che M25 faccia la fine del suo predecessore ma è molto comodo pontificare da Milano piuttosto che non da Cernusco o Orzinuovi, da parte di chi cioè di rischi, per pochi che possano essere, non ne corre. Così come è stato comodo a qualcuno importare i cinghiali che ne stanno combinando di tutti i colori e che, in un incontro fortuito, specie poi se si tratta di una cinghialessa con i piccoli, non lasciano tranquillo il malcapitato che se li trova di fronte.
A Grosio hanno fatto l'incontro dedicato all'orso di cui avevamo dato il preannuncio. Emerge, volere o no, che la gente, o comunque molti, non si fida. Almeno sapere dove sia è richiesta irrinunciabile. E se l'orso si strappa il radiocollare trovino qualche marchingegno che la biotecnologia è oggi in grado di fornire. Saputo dov'è in tempo reale in quella zona chi vuol andarci sa del rischio e sta attento oppure, meglio, va spasso da un'altra parte. O così oppure va a finire come M13, salvo che si riuscisse a ripetere l'esperienza riportata dal Corriere della Sera del 18 marzo 1914 quando dalle parti del Corno Stella i signori Todeschini e Mariucci riuscirono a catturare l'ultimo cucciolo trasferito al Giardino Zoologico di Milano. Ricordando magari una più recente esperienza, quella dell'Orso Ben di Chiuro sopravvissuto nella calamità del 1987 quando la sua gabbia sulla sponda del Valfontana si riempì talmente di materiale da costringerlo contro il soffitto a mo' di tappeto restando qualche giorno in questa posizione finchè arrivarono i soccorsi.
“La Valtellina ha paura dell’orso M25. E’ ragionevole?” SI
Il JOURNAL pubblica un articolo dal titolo “La Valtellina ha paura dell’orso M25. E’ ragionevole?” E pubblica il numero dei morti annuali secondo la classifica degli animali più pericolosi: 10 squalo e lupo, 100 leone ed elefante, 500 ippopotamo, 1000 coccodrillo, 2000 tenia, 2500 ascaridi, 10.000 chiocciole acquatiche (distomatosi), reduvidi (malattia di Chagas) e la mosca tse tse (malattia del sonno), 25.000 cane (rabbia), 50.000 serpente, 475.000 uomo, 725.000 zanzara (malaria, dengue ecc.). Suggestiva ma non dimentichiamo la logica statistica di Trilussa secondo la quale se A mangia due polli e B zero, statisticamente ne hanno mangiato uno per uno.
Erich Maria Remarque ha titolato il suo capolavoro con il bollettino del Comando tedesco in quel giorno di prima guerra mondiale. “All'ovest niente di nuovo” in quanto quel giorno avevano taciuto le armi al fronte. Avrebbero dovuto essere tutti contenti. No, non tutti. Non poteva esserle Paul Bäumer che giaceva bocconi, riverso su quel terreno in cui, su tutto il fronte, era stato sparato un solo colpo. Le macrovisioni non sempre si conciliano con la realtà quotidiana Dieci all'anno le vittime dell'orso? Una probabilità quasi infinitesima, vero. Noi però abbiamo quasi 100.000 ettari di bosco. Abbiamo 700 nuclei d'estate o abitati o frequentati. L'asina sbranata non era alle alte quote. Supponiamo lo incontrino bambini o comunque persone che vanno nel panico più incontrollato, quali le reazioni del plantigrado? E comunque quali le conseguenze per le persone dello shock subito? Ricordiamo l'esperienza di M13, abbattuto dagli svizzeri con questa motivazione: “Nell’autunno e dopo il letargo il plantigrado era ormai diventato un pericolo per la sicurezza delle persone, si era infatti spinto sovente fino nei centri abitati alla ricerca di cibo, aveva inseguito delle persone durante il giorno e non mostrava più alcun timore nonostante le ripetute azioni di dissuasione. Nell’autunno e dopo il letargo il plantigrado era ormai diventato un pericolo per la sicurezza delle persone, si era infatti spinto sovente fino nei centri abitati alla ricerca di cibo, aveva inseguito delle persone durante il giorno e non mostrava più alcun timore nonostante le ripetute azioni di dissuasione. L’abbattimento è stato eseguito conformemente alla Strategia Orso Svizzera”. Non era servito attaccargli il radiocollare per controllarne la posizione. Due volte messo e due volte lui se l'era tolto. Non vogliamo che M25 faccia la fine del suo predecessore ma è molto comodo pontificare da Milano piuttosto che non da Cernusco o Orzinuovi, da parte di chi cioè di rischi, per pochi che possano essere, non ne corre. Così come è stato comodo a qualcuno importare i cinghiali che ne stanno combinando di tutti i colori e che, in un incontro fortuito, specie poi se si tratta di una cinghialessa con i piccoli, non lasciano tranquillo il malcapitato che se li trova di fronte.
A Grosio hanno fatto l'incontro dedicato all'orso di cui avevamo dato il preannuncio. Emerge, volere o no, che la gente, o comunque molti, non si fida. Almeno sapere dove sia è richiesta irrinunciabile. E se l'orso si strappa il radiocollare trovino qualche marchingegno che la biotecnologia è oggi in grado di fornire. Saputo dov'è in tempo reale in quella zona chi vuol andarci sa del rischio e sta attento oppure, meglio, va spasso da un'altra parte. O così oppure va a finire come M13, salvo che si riuscisse a ripetere l'esperienza riportata dal Corriere della Sera del 18 marzo 1914 quando dalle parti del Corno Stella i signori Todeschini e Mariucci riuscirono a catturare l'ultimo cucciolo trasferito al Giardino Zoologico di Milano. Ricordando magari una più recente esperienza, quella dell'Orso Ben di Chiuro sopravvissuto nella calamità del 1987 quando la sua gabbia sulla sponda del Valfontana si riempì talmente di materiale da costringerlo contro il soffitto a mo' di tappeto restando qualche giorno in questa posizione finchè arrivarono i soccorsi.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Il Trentino
Il Consiglio Provinciale vota l'allontanamento dell'orso dal Monte Baldo
Esemplari di orso segnalati sul Baldo siano considerati “soggetti dannosi” questa è la volontà dei cittadini
E il risultato della votazione del consiglio provinciale che con 27 voti favorevoli e 4 astensioni ha approvato la mozione (con modifiche concordate) della Lega Nord “Basta orso sul Baldo: questa è la volontà dei cittadini”. In sostanza, nel dispositivo, si legge che «nel caso di accertata pericolosità può prevedere che anche gli esemplari di orso segnalati sul Baldo siano considerati “soggetti dannosi” nella prospettiva di un allontanamento. Tutto ciò al fine di garantire sicurezza a tutti coloro che svolgono attività agricole o di montagna considerato anche quanto richiesto mesi fa dai sindaci della Bassa Vallagarina e dei Comuni confinanti».
Dal no alla discussione pronunciato dall’assessore Dallapiccola si è arrivati ad una mediazione con Moltrer che ha portato poi a concordare il testo votato quasi all’unanimità. «La sostanza del dispositivo non cambia rispetto al nostro testo - afferma il consigliere Maurizio Fugatti firmatario con il collega Claudio Civettini - Dopo un atteggiamente categorico e presuntuoso e una forte polemica con Giovanazzi e con me, probabilmente il Patt ha capito che il tema della pericolosità dell’orso è sentito e quindi i toni sono stati più conciliati fino a concordare il testo. Siamo soddisfatti perché abbiamo espresso il disagio e il timore per l’orso che crea problemi. Un disagio finalmente riconosciuto». Secondo Giovanazzi (che ha ammesso di apprezzare la carne di orso) «la Provincia vorrebbe che la gente si abituasse alla presenza dell’orso. Per cui si potrebbe ripresentare la soluzione nostrana: abbattere gli orsi abusivamente».
Il Consiglio Provinciale vota l'allontanamento dell'orso dal Monte Baldo
Esemplari di orso segnalati sul Baldo siano considerati “soggetti dannosi” questa è la volontà dei cittadini
E il risultato della votazione del consiglio provinciale che con 27 voti favorevoli e 4 astensioni ha approvato la mozione (con modifiche concordate) della Lega Nord “Basta orso sul Baldo: questa è la volontà dei cittadini”. In sostanza, nel dispositivo, si legge che «nel caso di accertata pericolosità può prevedere che anche gli esemplari di orso segnalati sul Baldo siano considerati “soggetti dannosi” nella prospettiva di un allontanamento. Tutto ciò al fine di garantire sicurezza a tutti coloro che svolgono attività agricole o di montagna considerato anche quanto richiesto mesi fa dai sindaci della Bassa Vallagarina e dei Comuni confinanti».
Dal no alla discussione pronunciato dall’assessore Dallapiccola si è arrivati ad una mediazione con Moltrer che ha portato poi a concordare il testo votato quasi all’unanimità. «La sostanza del dispositivo non cambia rispetto al nostro testo - afferma il consigliere Maurizio Fugatti firmatario con il collega Claudio Civettini - Dopo un atteggiamente categorico e presuntuoso e una forte polemica con Giovanazzi e con me, probabilmente il Patt ha capito che il tema della pericolosità dell’orso è sentito e quindi i toni sono stati più conciliati fino a concordare il testo. Siamo soddisfatti perché abbiamo espresso il disagio e il timore per l’orso che crea problemi. Un disagio finalmente riconosciuto». Secondo Giovanazzi (che ha ammesso di apprezzare la carne di orso) «la Provincia vorrebbe che la gente si abituasse alla presenza dell’orso. Per cui si potrebbe ripresentare la soluzione nostrana: abbattere gli orsi abusivamente».
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
dal Giornale di Vicenza
L'orso sbrana due vacche sull'Altopiano al Tombal
ENEGO. Torna l'orso bruno sull'altopiano e questa volta non lascia impronte sfuggenti o scatti mossi a testimoniare la sua presenza, ma due manze da tre quintali ciascuna squartate. Per gli specialisti della Forestale, che tra le sue fila annovera una squadra di agenti abili nel rilevare le tracce dell'animale, si tratta di un esemplare maschio adulto di oltre 3 anni e del peso di 2 quintali, uno di quei raminghi provenienti dal vicino Trentino o dalla Slovenia arrivato per cercare una partner con cui accoppiarsi. Ad accorgersi della presenza del plantigrado è stato un allevatore di una malga privata in località Tombal a Enego. Da un paio di giorni il malgaro Marco Dalla Palma stava cercando due delle sue quaranta mucche al pascolo che, negli ultimi giorni, non si facevano più trovare. La prima, una manza marrone, è sparita giovedì sera, mentre la seconda, pezzata, venerdì. (...)
L'orso sbrana due vacche sull'Altopiano al Tombal
ENEGO. Torna l'orso bruno sull'altopiano e questa volta non lascia impronte sfuggenti o scatti mossi a testimoniare la sua presenza, ma due manze da tre quintali ciascuna squartate. Per gli specialisti della Forestale, che tra le sue fila annovera una squadra di agenti abili nel rilevare le tracce dell'animale, si tratta di un esemplare maschio adulto di oltre 3 anni e del peso di 2 quintali, uno di quei raminghi provenienti dal vicino Trentino o dalla Slovenia arrivato per cercare una partner con cui accoppiarsi. Ad accorgersi della presenza del plantigrado è stato un allevatore di una malga privata in località Tombal a Enego. Da un paio di giorni il malgaro Marco Dalla Palma stava cercando due delle sue quaranta mucche al pascolo che, negli ultimi giorni, non si facevano più trovare. La prima, una manza marrone, è sparita giovedì sera, mentre la seconda, pezzata, venerdì. (...)
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Vicenza Today
Enego, l'orso Genè sbrana un'altra mucca: "Potrebbe essere aggressivo"
Terzo "spuntino" in pochi giorni per l'orso Genè, che da qualche tempo si sta muovendo sull'Altipiano di Asiago, nell'area del comune di Enego. Dopo le due manze sbranate alla fine della scorsa settimana, questa volta l'ungulato ha ucciso una mucca. Gli allevatori, che in questo periodo dell'anno hanno 2mila vacche in alpeggio, cominciano a nutrire una certa preoccupazione. Come riporta Il Giornale di Vicenza, la zona è da giorni strettamente monitorata dagli agenti della guardia forestale, che stanno cercando di capire quale sia l'indole dell'animale e poi decidere sul da farsi. Ci vorrà circa un mese di appostamenti per capire se Genè è compatibile con la vita sull'Altopiano o no.
Enego, l'orso Genè sbrana un'altra mucca: "Potrebbe essere aggressivo"
Terzo "spuntino" in pochi giorni per l'orso Genè, che da qualche tempo si sta muovendo sull'Altipiano di Asiago, nell'area del comune di Enego. Dopo le due manze sbranate alla fine della scorsa settimana, questa volta l'ungulato ha ucciso una mucca. Gli allevatori, che in questo periodo dell'anno hanno 2mila vacche in alpeggio, cominciano a nutrire una certa preoccupazione. Come riporta Il Giornale di Vicenza, la zona è da giorni strettamente monitorata dagli agenti della guardia forestale, che stanno cercando di capire quale sia l'indole dell'animale e poi decidere sul da farsi. Ci vorrà circa un mese di appostamenti per capire se Genè è compatibile con la vita sull'Altopiano o no.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Trentino Local
Orso Trentino: danni per 128.000 euro nel 2013
TRENTO. Per i danni (149 episodi denunciati nel 2013) causati dell'orso, la Provincia di Trento nel 2013 ha sborsato come indennizzo 128.218,65 euro. Assai più modesti e meno numerosi i danni imputabili al lupo: 4 episodi per 6.930 euro di indennizzo complessivo. A questi vanno aggiunti i danni alle coltivazioni causati da ungulati (cervi e caprioli): 49 episodi per 160.200,81 euro di indennizzi, considerando che per questa tipologia di danni esiste una franchigia di 2.000 euro che, con poche eccezioni, di fatto limita l'indennizzo solo ai danni più gravi. Lo rende noto la Provincia di Trento che ha concordato gli indennizzi per danni causati ai patrimoni zootecnici dall'orso e da altri grandi carnivori quali lupo e lince con le categorie economiche maggiormente esposte: allevatori, agricoltori e apicoltori.
Qualche esempio: poco meno di 240 euro per una pecora adulta gravida con più di 9 mesi di età; da 58 a 262 euro a capo per i caprini; da 798 a 2.170 euro per i bovini non iscritti al libro genealogico, cifre che salgono da 952 ad un massimo di 2.604 euro se si tratta invece di vacche, manze e vitelli di alta genealogia. Il nuovo «prezziario», approvato con una determinazione del dirigente del Servizio foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, è un documento organico articolato in quattro parti (patrimoni zootecnici, apistici, agricoli, materiali diversi) e che, accanto alle tabelle degli indennizzi, riporta i criteri per la quantificazione dei danni definiti da un apposito tavolo di confronto.
Orso Trentino: danni per 128.000 euro nel 2013
TRENTO. Per i danni (149 episodi denunciati nel 2013) causati dell'orso, la Provincia di Trento nel 2013 ha sborsato come indennizzo 128.218,65 euro. Assai più modesti e meno numerosi i danni imputabili al lupo: 4 episodi per 6.930 euro di indennizzo complessivo. A questi vanno aggiunti i danni alle coltivazioni causati da ungulati (cervi e caprioli): 49 episodi per 160.200,81 euro di indennizzi, considerando che per questa tipologia di danni esiste una franchigia di 2.000 euro che, con poche eccezioni, di fatto limita l'indennizzo solo ai danni più gravi. Lo rende noto la Provincia di Trento che ha concordato gli indennizzi per danni causati ai patrimoni zootecnici dall'orso e da altri grandi carnivori quali lupo e lince con le categorie economiche maggiormente esposte: allevatori, agricoltori e apicoltori.
Qualche esempio: poco meno di 240 euro per una pecora adulta gravida con più di 9 mesi di età; da 58 a 262 euro a capo per i caprini; da 798 a 2.170 euro per i bovini non iscritti al libro genealogico, cifre che salgono da 952 ad un massimo di 2.604 euro se si tratta invece di vacche, manze e vitelli di alta genealogia. Il nuovo «prezziario», approvato con una determinazione del dirigente del Servizio foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, è un documento organico articolato in quattro parti (patrimoni zootecnici, apistici, agricoli, materiali diversi) e che, accanto alle tabelle degli indennizzi, riporta i criteri per la quantificazione dei danni definiti da un apposito tavolo di confronto.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Enego, l'orso Genè sbrana un'altra mucca: "Potrebbe essere aggressivo"
„Terzo "spuntino" in pochi giorni per l'orso Genè, che da qualche tempo si sta muovendo sull'Altipiano di Asiago, nell'area del comune di Enego. Dopo le due manze sbranate alla fine della scorsa settimana, questa volta l'ungulato ha ucciso una mucca. Gli allevatori, che in questo periodo dell'anno hanno 2mila vacche in alpeggio, cominciano a nutrire una certa preoccupazione. “
ma dai "povera bestia" anche dell'ungulato deve sentirsi dare

„Terzo "spuntino" in pochi giorni per l'orso Genè, che da qualche tempo si sta muovendo sull'Altipiano di Asiago, nell'area del comune di Enego. Dopo le due manze sbranate alla fine della scorsa settimana, questa volta l'ungulato ha ucciso una mucca. Gli allevatori, che in questo periodo dell'anno hanno 2mila vacche in alpeggio, cominciano a nutrire una certa preoccupazione. “
ma dai "povera bestia" anche dell'ungulato deve sentirsi dare



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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
dal Giornale di Vicenza
L'orso colpisce ancora, uccise altre due mucche

ALTOPIANO. “È arrivato il momento di affrontare in modo maturo e consapevole il problema degli orsi sull’Altopiano di Asiago. La situazione che viviamo nel Vicentino non è paragonabile a quella del Trentino Alto Adige, dove gli animali sono attentamente monitorati”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, interviene all’indomani dell’ultimo duro colpo messo a segno da uno degli orsi presenti sull’Altopiano in Malga Galmarara vicino a Camporovere, in comune di Lusiana: due vacche uccise, altre agonizzanti ed una ventina di animali scappati dalla mandria per la paura e di cui nessuno indennizzerà mai la ridotta produzione ed il trauma subito. Dallo scorso sabato 14 giugno, infatti, sono state uccise ben cinque vacche, che verranno indennizzate, ed un numero ben più alto di animali ha subito traumi produttivi che nessuno mai ripagherà. “Da tempo segnaliamo il problema alla Regione Veneto – prosegue il presidente Martino Cerantola – ma l’atteggiamento di attesa ed indagine ha prevalso ancora una volta sul fare. Basti pensare che la Regione ha finanziato un progetto di ripopolamento di orsi, lupi e linci in tutta la montagna veneta, ma non ha pensato di far fronte alle conseguenze che gli stessi avrebbero determinato se non adeguatamente monitorati”. Al di la dell’esigenza di tutelare alcune specie animali, Coldiretti Vicenza non può che sorprendersi di fronte alla decisione della Regione Veneto, nonostante le difficoltà economiche persistenti, di finanziare progetti di questo tipo, le cui ricadute sono a carico della collettività. “Mentre gli esperti perdono tempo a studiare le abitudini dell’orso o degli orsi presenti sul nostro Altopiano – sottolinea il presidente Martino Cerantola – questo continua ad agire indisturbato per procurarsi cibo. Tutelare gli animali è un nostro dovere, ma non si può farlo non pensando alla sopravvivenza delle attività produttive, che danno cibo, lavoro e garantiscono l’economia turistica montana, di cui tanto si parla”. Nei giorni scorsi si è riunito un Consiglio straordinario di Coldiretti della zona di Asiago, per affrontare il problema. “Oltre a quella degli orsi – conclude il presidente Martino Cerantola – si aggiunge la significativa presenza di cinghiali, cervi e mufloni, che causano alle aziende agricole danni ingenti. Il nostro timore, però, è rivolto anche agli animali scappati o che potrebbero scappare dalle stalle, impauriti dagli attacchi dell’orso. Questi animali, infatti, non di rado finiscono nelle strade, dove possono provocare pericolosi incidenti agli automobilisti, dei quali gli allevatori non possono certo avere colpa. La Regione Veneto dovrà attivarsi in tal senso, riflettendo sulla risarcibilità dei danni diretti ed indiretti, almeno finché non verranno adottate efficienti ed adeguate politiche di tutela della comunità e delle attività produttive”.
L'orso colpisce ancora, uccise altre due mucche

ALTOPIANO. “È arrivato il momento di affrontare in modo maturo e consapevole il problema degli orsi sull’Altopiano di Asiago. La situazione che viviamo nel Vicentino non è paragonabile a quella del Trentino Alto Adige, dove gli animali sono attentamente monitorati”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, interviene all’indomani dell’ultimo duro colpo messo a segno da uno degli orsi presenti sull’Altopiano in Malga Galmarara vicino a Camporovere, in comune di Lusiana: due vacche uccise, altre agonizzanti ed una ventina di animali scappati dalla mandria per la paura e di cui nessuno indennizzerà mai la ridotta produzione ed il trauma subito. Dallo scorso sabato 14 giugno, infatti, sono state uccise ben cinque vacche, che verranno indennizzate, ed un numero ben più alto di animali ha subito traumi produttivi che nessuno mai ripagherà. “Da tempo segnaliamo il problema alla Regione Veneto – prosegue il presidente Martino Cerantola – ma l’atteggiamento di attesa ed indagine ha prevalso ancora una volta sul fare. Basti pensare che la Regione ha finanziato un progetto di ripopolamento di orsi, lupi e linci in tutta la montagna veneta, ma non ha pensato di far fronte alle conseguenze che gli stessi avrebbero determinato se non adeguatamente monitorati”. Al di la dell’esigenza di tutelare alcune specie animali, Coldiretti Vicenza non può che sorprendersi di fronte alla decisione della Regione Veneto, nonostante le difficoltà economiche persistenti, di finanziare progetti di questo tipo, le cui ricadute sono a carico della collettività. “Mentre gli esperti perdono tempo a studiare le abitudini dell’orso o degli orsi presenti sul nostro Altopiano – sottolinea il presidente Martino Cerantola – questo continua ad agire indisturbato per procurarsi cibo. Tutelare gli animali è un nostro dovere, ma non si può farlo non pensando alla sopravvivenza delle attività produttive, che danno cibo, lavoro e garantiscono l’economia turistica montana, di cui tanto si parla”. Nei giorni scorsi si è riunito un Consiglio straordinario di Coldiretti della zona di Asiago, per affrontare il problema. “Oltre a quella degli orsi – conclude il presidente Martino Cerantola – si aggiunge la significativa presenza di cinghiali, cervi e mufloni, che causano alle aziende agricole danni ingenti. Il nostro timore, però, è rivolto anche agli animali scappati o che potrebbero scappare dalle stalle, impauriti dagli attacchi dell’orso. Questi animali, infatti, non di rado finiscono nelle strade, dove possono provocare pericolosi incidenti agli automobilisti, dei quali gli allevatori non possono certo avere colpa. La Regione Veneto dovrà attivarsi in tal senso, riflettendo sulla risarcibilità dei danni diretti ed indiretti, almeno finché non verranno adottate efficienti ed adeguate politiche di tutela della comunità e delle attività produttive”.
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