Sabato 23 Agosto 2014 - Val Rendena.. il "modello trentino" dell'integrazione orso/ uomo
Il tema del ripopolamento dell'orso bruno sulle Alpi
è stato ridotto ad uno scontro tra due tifoserie.
La manifestazione, promossa dal Partito Europeo Animalista, dal Fronte Animalista e dagli Irriducibili Toscani, è stata preceduta da offese, tramite i social network, a Daniele, in cui non solo si è messa in dubbio la sua versione dell'aggressione subita, ma lo si è incolpato di aver addirittura provocato l'orsa. Anche la moda degli# non ha aiutato e così la semplificazione e la banalizzazione degli argomenti ha portato a una lotta di sms e di #iostoconDaniza e #iostoconDaniele che ha ridotto il tema del ripopolamento dell'orso bruno sulle Alpi in uno scontro tra due tifoserie. Sbagliato e paradossale! Inoltre, l'ostentazione di cartelli con scritte denigratorie per l'intera Comunità della Val Rendena, come ad esempio:"In Val Rendena non ci sono librerie ma armerie macellerie e salumerie Grande Cultura e Notevole Evoluzione dello Spirito" oppure:"Boicottiamo il Trentino (...)"ha reso il clima teso rendendo difficile persino la partenza del corteo dei manifestanti.
È stato a questo punto che il Sindaco Bonomi, prendendo in mano un megafono, ha convinto i suoi concittadini ad aprire un varco e a lasciar sfilare il corteo, che da piazza Carera si è diretto in piazza San Giacomo, compiendo un percorso ridotto, rispetto all'autorizzazione. " Tra i manifestanti " afferma il Sindaco Bonomi " non tutti erano animati da uno spirito di contrapposizione. C'era chi ha partecipato con la volontà di esprimere un'opinione ambientalista e assolutamente lontana da ogni sentimento provocatorio". Importante e necessario il ruolo di mediazione svolto dalla dott.ssa Anna Schillari, Vice Questore, e dal Sindaco Bonomi tra i manifestanti e i suoi concittadini, anche nella fase finale della manifestazione, quando si è deciso che, lo sgombero della piazza San Giacomo, avvenisse con l'ausilio di taxi, per scongiurare anche la più remota possibilità di scontri.
"I cittadini di Pinzolo" afferma il Sindaco Bonomi "hanno vissuto la manifestazione come una provocazione e hanno voluto manifestare la loro solidarietà a Daniele. Sono contento che tutto si sia risolto senza violenze e ringrazio i miei concittadini che non sono caduti nella trappola delle provocazioni di alcuni manifestanti. Ringrazio tutte le forze dell'ordine, i carabinieri, la polizia e i miei vigili. Mi pare di aver visto tutto il paese in piazza e questo significa pur qualcosa. Ho parlato con il Presidente Ugo Rossi e con l'assessore Dallapiccola, che ringrazio per essere stato presente, e assieme abbiamo concordato un incontro, a breve, per rivedere l'intero progetto. Noi concordiamo che innanzitutto vi sono le esigenze dell'uomo!
Per ora ci auguriamo che Daniele guarisca al più presto"
Cattura Daniza. Scontri tra ambientalisti e la gente di Pinzolo
Momenti di grande tensione a Pinzolo dove alle 14 di oggi doveva partire l'ennesima protesta degli animalisti contro l'ordinanza di cattura per l'orsa Daniza. Il corteo, composto da una cinquantina di attivisti provenienti da tutt'Italia, doveva partire dalla piazza principale, ma è stato bloccato inaspettatamente dalla gente di Pinzolo e da un nutrito drappello di turisti, che probabilmente sostengono la pericolosità dell'orso e credono alla versione di Daniele Maturi, alias Carnera, uomo che ha rischiato la vita nello scontro con Daniza. Le persone in difesa di Maturi si stimano in oltre 1000.
Tanta la confusione e una sorta di tutti contro tutti, cacciatori, pro Daniza, contro l'orsa, ambientalisti, animalisti ecc ecc... minacce contro i cacciatori chiamati assassini e slogan impronunciabili. La contro manifestazione non era stata autorizzata, lo era infatti solo quella degli animalisti ma la gente della val Rendena si è radunata lo stesso a Pinzolo. Presente anche Maurizio Fugatti della lega nord: la gente di tutta la val Rendena in modo spontaneo e non organizzato si è radunata qui, e tutti contro gli animalisti, questo credo sia un segnale importante. Comincia a serpeggiare il dubbio che il Pd - ha spiegato Fugatti - da una parte governa, mentre dall'altra le piazze contro il Patt, come avvenuto oggi qui a Pinzolo dove i manifestanti antiorso erano chiaramente soggetti di sinistra, pur se la gran parte non trentini. La gente di Pinzolo ha sbarrato la strada agli ambientalisti che quindi non sono potuti partite per il corteo nelle vie del paese. Sono cominciate urla, spintoni, insulti e qualche ceffone. Le forze dell'ordine sono subito intervenute e per riportare la calma hanno dovuto anche usare i manganelli per evitare guai peggiori. La situazione è diventata sempre piu' nervosa a tal punto che il sindaco Bonomi ha dovuto chiamare d'urgenza una corriera per caricare gli ambientalisti e farli uscire incolumi dal paese. Quanto successo è solo la continuazione di quanto visto ieri a Trento, dove 8 manifestanti hanno occupato la provincia e sono poi stati sgomberati dalle forze dell'ordine. Sono sempre maggiori le associazioni che si stanno dissociando da questo gruppo che si dice ambientalista. Ieri è toccato alla LAC (lega abolizione Caccia) che si è dichiarata estranea e assolutamente in disaccordo con il gruppo che ha fatto irruzione in provincia, oggi anche i verdi in una nota si sono dissociati: In questa nota desideriamo esprimere la nostra totale estraneità a qualsiasi attività non civile come quella vista ieri nel palazzo della PAT - riporta la nota dei Verdi - Appoggiamo la causa di Daniza libera, le associazioni che hanno avviato la fiaccolata, ma non queste iniziative che riteniamo fuori da ogni confronto democratico e irrispettoso delle istituzioni.
Orso mio quanto mi costi, Penasa fa i conti della serva Il 23 Agosto scorso Franca Penasa, ha preso parte alla manifestazione di Pinzolo in difesa dell’uomo che ha avuto lo scontro con l’orso, descrivendo una grossa partecipazione di valligiani e turisti di ogni età che si sono espressi per il diritto alla libertà nei boschi del Trentino, senza la paura del plantigrado.
Ma qualcosa di più ha reso nota alla stampa dell’operato di Penasa, forse quello che maggiormente riguarda i trentini: il costo del Progetto Life Ursus. La Giunta provinciale ha approvato poco tempo fa la delibera n. 1342, datata appunto 04.08.2014. Il Programma LIFE URSUS + “Population level management and conservation of brown bears in northern Dinaric Mountains and the Alps” (Gestione e conservazione della popolazione di orso bruno nel nord dei Monti Dinarici e nelle Alpi) acronimo DINALP-BEAR, prevede nel periodo da Luglio 2014 a Giugno 2019 le seguenti partnership: Partner capofila Servizio Forestale Nazionale della Slovenia – SIPartner • Provincia autonoma di Trento – IT• Regione Veneto – IT• Progetto Lince – IT• Università di Lubiana – SI• Università di Medicina Veterinaria Vienna, AT• Erico (Istituto di ricerca) – SI• Università di Medicina Veterinaria di Zagabria – HR• Società autostradale Zagabria-Rijeka – HR. Il Budget complessivo previsto è di 5.987.478 euro, cui partecipa la Provincia Autonoma di Trento con 248.011 euro mentre il Finanziamento europeo per la PAT è di 173.608 euro pari al 70% dei costi ammissibili.
Ovvero il Trentino paga un terzo dei costi e due terzi circa li paga il Parlamento Europeo, nella stessa misura verso gli altri paesi in cui il progetto è radicato. Questo in soldoni significa che il costo complessivo di cui sopra grava per un terzo sui contribuenti dei singoli stati interessati in quanto parte delle diverse nazioni partner e per due terzi ancora sui contribuenti poiché i singoli stati sono parte dell’Unione Europea. Non è merito o colpa del plantigrado, ma la traduzione economica è nei fatti una idea che nasce prevalentemente dal settore pubblico e di conseguenza pagana “da noi”, eccetto quanto concerne i partner privati che possono eventualmente pagare il loro terzo usufruendo di finanziamenti e sponsorizzazioni private a loro volta. Ora ne siamo pienamente consapevoli, per questo forse ieri a Pinzolo la manifestazione si è svolta anche in difesa di Daniele, che come tutti i cittadini trentini era un uomo che ha pagato qualche cent per questo plantigrado. “Io da molto tempo temo che questi siano sistemi per spopolare le nostre montagne per prendersi territori e soprattutto l’ACQUA! – chiosa Penasa Componente Commissione dei 12 – NCD nel suo intervento alla stampa – Bravi Renderi! Grazie ai molti turisti che con noi hanno difeso il diritto di poter essere liberi a casa nostra!”
dal Messaggero Veneto di Giulia Sacchi - Dolomiti Friulane
Rimandata la cattura dell’orso in Valcellina
24 agosto 2014 - La cattura dell’orso in Valcellina è stata rimandata. Due esemplari continuano ad aggirarsi all’interno del Parco delle Dolomiti friulane, ma i loro passaggi, seppur frequenti, non risultano concentrati in uno spazio ristretto: le aree battute dai plantigradi sono troppo ampie e ipotizzare una cattura risulta difficile. La continuità è una delle condizioni base per intrappolare l’animale.
Nuovo "attacco" dell'orso, stavolta vicino alle case
Se la presenza dell’orso non è costante nella zona in cui sono state collocate le fototrappole, dispositivi che ne immortalano il passaggio, non ci sono le condizioni ideali per effettuare la cattura. L’operazione è stata quindi rinviata: quando l’orso si presenterà con costanza in un’area precisa, si potrà ripartire. I tempi restano un’incognita: gli esperti, comunque, continuano a tenere monitorata la situazione.
Il progetto, che ha l’obiettivo di intrappolare momentaneamente l’orso per scopi scientifici, era partito a fine ottobre 2012, quando una task force formata dai forestali di Barcis e Maniago e dal ricercatore dell’università di Udine Stefano Filacorda, per scegliere il luogo più idoneo alla cattura, aveva battuto le zone in cui l’orso era stato immortalato dalle fototrappole o aveva lasciato le sue impronte, dal monte Fara allo Jouf. Dato che l’operazione valcellinese non ha dato risultati, la cattura è stata spostata in Carnia, dove sembrano esserci le condizioni idonee per attuare il piano. ultime segnalazioni della presenza di plantigradi sui rilievi del Maniaghese risalgono alla primavera: impronte lasciate sulla neve erano state individuate lungo il confine tra Valcellina e Alpago – dove l’animale aveva sbranato alcune pecore – e tra Alta Valcellina e Forni. A maggio, nell’area di Barcis, Cimolais ed Erto e Casso, era stata rilevata la presenza dell’orso Madi, grazie al radiocollare satellitare installato un anno fa dai ricercatori dell’università di Udine. Gli esperti considerano l’orso come parte integrante della fauna del Parco delle Dolomiti, che ospita altre presenze pregevoli tra cui pure lince e sciacallo dorato.
L'avv. Giuliano torna alla carica con Alfano: liberalizza lo spray al peperoncino anti orso!
L'avvocato Mario Giuliano ha inviato una lettera la ministro Alfano affinché modifichi il regolamento sullo spray al peperoncino in modo da consentire la libera vendita anche degli spray anti orso. Per Giuliano, «se li usano in tutto il mondo non si vede perché non si possano vendere liberamente anche da noi, visto che ve ne è la necessità». Rispetto al normale spray al peperoncino quello anti-orso avrebbe una capacità 10-15 volte maggiore e una gettata 4 volte maggiore (12 metri). Giuliano, nella lettera, critica i messaggi tranquillizzanti della Provincia che nei poster «viene ridotto a cartone animato o paragonato a un peluche. La politica del governo provinciale è infatti quella di utilizzare l'orso come brand commerciale, irresponsabilmente disinformando la popolazione sui reali pericoli». In America, ma sono in vendita anche in un negozio di abbigliamento sportivo del centro di Trento, sono in vendita degli appositi campanelli da appendere allo zaino. È noto infatti che se il plantigrado avverte la presenza di un umano scappa. Il rumore del campanello dovrebbe appunto servire a segnalare la presenza nel bosco di fungaioli, cacciatori o escursionisti. Nella raccomandata inoltrata al Ministro di polizia si fa riferimento ai casi documentati da Ruralpini di aggressioni mortali perpetrate dagli orsi a danno degli umani (anche con finalità predatoria e di consumo delle carni umane).
Diranno che non è un articolo "scientifico". Però devono dimostrare che gli articoli scientifici citati non lo sono e che la stampa internazionale (parliamo di autorevoli testate, mica quelle italiane...) sono carta igienica. Che sono carta igienica gli esami autoptici certificati dalle strutture sanitarie sui cadaveri delle vittime. Alfano ci pensi. Visto che non è più il cameriere di Berlusconi (ha solo cambiato datore di lavoro passando alla sinistra) non deve preoccuparsi del "popolo di Dudù" e del padrone di Dudù neoconvertito animalista. Se ci saranno delle vittime (cosa che prima o poi accadrà specie se non si procedere a sopprimere gli orsi che aggrediscono e a limitarne la popolazione) Alfano avrà la sua parte di colpe insieme a tutti i responsabili del Parco Adamello Brenta, gli espertoni lautamente pagati che hanno ideato il Progetto Life Ursus (cui erano contrari gli studiosi trentini dlel'orso), i dirigenti del servizio forestale, i politici in carica ecc. ecc. I nomi li conosciamo tutti e il giorno che morirà qualcuno per colpa loro saranno ampiamente diffusi fino all'ultimo funzionario, all'ultimo ricercatore.
L’orso attacca il bestiame in Valtellina, gli allevatori: "Abbattiamolo" Ora basta. Dobbiamo abbattere l’orso a fucilate. Prima che attacchi l’uomo anche qui come avvenuto su altre montagne del Nord Italia», tuonano alcuni allevatori della Val Malenco appresa la notizia, che si è diffusa a tamburo battente, dell’ultimo raid compiuto dall’orso MV25
Spriana (Sondrio), 25 agosto 2014 - «Ora basta. Dobbiamo abbattere l’orso a fucilate. Prima che attacchi l’uomo anche qui come avvenuto su altre montagne del Nord Italia», tuonano alcuni allevatori della Val Malenco appresa la notizia, che si è diffusa a tamburo battente, dell’ultimo raid compiuto dall’orso MV25. Il plantigrado, fra giovedì e venerdì scorsi, ha banchettato a quota 2.200 metri, in Val di Togno, nei boschi sopra l’abitato di Spriana, a un tiro di schioppo dal capoluogo Sondrio. Si è pappato quattro asinelli al pascolo, lasciando sul prato solo le carcasse. Quando un allevatore è salito in alpeggio per mungere le vacche ha fatto la macabra scoperta.
Pochi i dubbi, a quel punto, che si trattasse dell’opera del grosso mammifero, forse lo stesso esemplare che dalla zona di Tirano si è spostato sulle alpi Orobie, muovendosi in un’area al confine con le province di Bergamo e Brescia, dove più volte è stato pure immortalato dalle video-trappole posizionate dagli agenti della Polizia Provinciale di Sondrio. Gli stessi che ieri, con il supporto del personale del Servizio Veterinario dell’Asl sondriese, hanno fatto il sopralluogo dove sono stati rinvenuti i resti del banchetto, per i rilievi che hanno accertato che ad uccidere gli asini sia stato proprio lui, MV25, goloso di carne di asino già consumata in un altro pranzo sui monti della Valtellina, quando venne fotografato e filmato da uno degli ex guardaccia provinciali coordinati dal comandante Graziano Simonini e dall’esperta faunistica Maria Ferloni. Dopo avere predato questi animali, l’orso bruno potrebbe non essersi allontanato dal luogo del misfatto in cui ha colpito indisturbato. «Sui pascoli della Val di Togno — avvertono alcuni giovani allevatori — ci sono ancora circa 200 bestie, fra vacche, pecore, cavalli e asini. MV25 potrebbe tornare a colpire di nuovo, sbranando altri capi di bestiame. Non possiamo aspettare, stando con le mani in mano. Dobbiamo stanarlo e abbatterlo, prima che faccia una strage».
Orso in Altopiano, che fare? Nuovo intervento di Coldiretti
“Ventidue bovini, due asini ed una capra. Questa la strage compiuta in pochi mesi del 2014 dall’ orso M4, che alle spalle vanta precedenti significativi di predatore. Nel 2013, infatti, ha sterminato 15 bovini sul Monte Baldo, otto sul versante trentino e sette su quello veneto, e nell’anno precedente le statistiche erano analoghe. I forestali hanno tentato sia nel 2012 che nel 2013 di catturarlo, ma ogni tentativo è risultato vano. Ora l’ orso in questione continua a vagare indisturbato e nella più assoluta sicurezza per la sua incolumità, e continuiamo a sentire lezioni impartite da famosi esperti di plantigradi, che arrivano anche da territori lontani e indicano le norme di buon comportamento e convivenza con l’animale, considerato bizzarramente innocuo e schivo. È il caso della recente intervista ad un funzionario della Forestale, che ha maturato la propria esperienza in un territorio del tutto diverso dal nostro, quindi con problematiche non comparabili, inconsapevole di cosa sia la vita in malga, che ignora, tra l’altro, il fatto che di notte chi vive in malga è solo con sé stesso, senza alcun tipo di protezione per l’incolumità propria e degli animali allevati”.
A parlare così è Coldiretti Vicenza in una nota nella quale traspare non poca amarezza, comprensibile dato che la categoria che l’associazione rappresenta è particolarmente colpita nei propri interessi economici dalla presenza dell’orso sull’altopiano di Asiago. Tra l’altro, questa nuova riflessione di Coldiretti arriva mentre cresce nella zona la voglia di liberarsi a tutti i costi del problema. Non manca infatti chi, anche tra gli amministratori pubblici, già parla di abbattere il plantigrado, così come dichiarato alla stampa locale da alcuni sindaci dei comuni dell’altopiano. Si ritiene ad esempio che l’ orso M4 sia diverso dagli altri esemplari della sua specie, che abbia dei problemi, una maggiore aggressività. Per quanto non abbia finora mai attaccato l’uomo, si sottolinea che in futuro potrebbe anche farlo. E questo, secondo molti, potrebbe aprire la strada a soluzioni anche drastiche, assolutamente vietate invece dalle norme sulle specie animali protette tra le quali c’è anche l’ orso.
“Confondere – prosegue la nota di Coldiretti – le modalità di alimentarsi di un orso spietato, che lascia morire agonizzanti decine di bovini, asini e capre, con il fatto che anche l’uomo si alimenta degli stessi animali predati dal plantigrado è un’evidente distorsione, di fronte alla quale è opportuno che gli organi preposti riflettano prima di schierare funzionari o dirigenti che si lasciano andare a sconcertanti affermazioni. Dagli esperti arriva solo il consiglio di installare recinzioni per difendere gli animali, ma alla prova dei fatti questo serve solo a tener sotto controllo gli animali domestici. Coldiretti non ha pregiudizi nei confronti dell’orso o di altri animali selvatici. Le decine di animali sterminati non rappresentano un pregiudizio, ma un dato di fatto, di fronte al quale occorre interrogarsi e fornire risposte concrete”. “Come bisogna interrogarsi – prosegue l’associazione degli agricoltori – sull’intero progetto Life ursus, che prevedeva il ripopolamento dell’orso bruno, per arrivare nell’arco di 40 anni ad una popolazione di circa 50 esemplari, mentre a soli 15 anni dall’avvio dell’iniziativa ci sono oltre 50 orsi nel solo Trentino. A dimostrazione di ciò la recente notizia che la provincia di Trento ha chiesto al Ministero dell’Ambiente che anche altri territori accolgano i loro orsi, in quanto sono troppi per la loro zona. Il progetto, evidentemente, è sfuggito di mano ai suoi ideatori, con conseguenze per gli abitanti dei territori interessati”.
“Sono trascorsi quasi due mesi – ricorda Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Vicenza, – da quando, il 4 luglio scorso, è stata autorizzata l’installazione del radiocollare sull’orso M4. Decine di uomini stanno lavorando per la sua localizzazione e cattura, senza alcun risultato concreto. D’altro canto, se sono due anni che personale specializzato rincorre senza esito quest’orso per acciuffarlo, si fa fatica a pensare che i risultati possano cambiare. Forse è il caso di chiedersi se sia il caso di cambiare strategia, in considerazione del tipo di plantigrado che abbiamo di fronte, ed abbandonare i protocolli standard per applicarne uno alternativo per questi soggetti molto problematici, come è stato definito M4 da tutti gli esperti di orsi”. Secondo Coldiretti insomma, confusione e inconcludenza regnano sovrane ed “da alcuni interventi e da lettere scritte ai giornali emerge chiaramente l’incapacità di comprendere ciò che sta accadendo, paragonando animali in libertà con altri che si trovano negli zoo o nei parchi naturali. C’è chi sostiene che i malghesi devono imparare a convivere con animali come lupi, linci ed orsi”.
“Una grave situazione – riprende Cerantola – che pone l’accento sul fatto che non siamo educati a conoscere e rispettare questo tipo di animali selvaggi. Coldiretti Vicenza ha da sempre chiesto l’allontanamento di quest’orso da luoghi in cui si trovano animali che possano essere predati e dall’uomo. La natura onnivora dell’orso gli permette di vivere cibandosi di molte altre cose, non solo di bovini ed animali allevati. È apprezzabile l’interessamento della gente che in malga trascorre qualche ora durante le calde estati cittadine, ma prima di scrivere lettere ai giornali o intervenire nei social network, occorre informarsi, conoscere il lavoro che viene svolto, con rischi e tutele”. Coldiretti ricorda inoltre che 2alcune malghe stanno per essere abbandonate, per mettere in sicurezza gli animali e consentire ai malghesi di condurre una vita più serena. A rimetterci, evidentemente, sarà la collettività tutta, in quanto le malghe sono di proprietà dei Comuni e se non vengono utilizzate questi non percepiranno gli affitti, quindi oltre al danno economico nel medio periodo si assisterà all’abbandono totale di un patrimonio unico in Europa”.
“E questo capita – conclude il presidente di Coldiretti Vicenza – perché non si vuole affrontare in modo efficace il problema. La Regione Veneto ha approvato la modifica al piano di azione Pacobace, che prevede le modalità operative da applicare in questi casi, ma non viene attuato, mentre emergono nella stessa Regione posizioni divergenti. Da una parte chi sostiene che, pur comprendendo il disagio causato dall’orso agli allevatori, bisogna andare avanti. Dall’altra i sindaci dell’Altopiano che toccando con mano i problemi causati dal plantigrado ne chiedono l’abbattimento. Come fanno del resto, in Regione, anche l’assessore Elena Donazzan, che sostiene che non è più accettabile questa situazione e che l’orso va eliminato, ed il consigliere Costantino Toniolo, che si sta interessando per trovare la soluzione definitiva a questa anacronistica situazione. In mezzo ci sono gli allevatori e gli operatori turistici, che assistono tra l’incredulo ed il rassegnato, a questa farsa, subendone i danni economici che non saranno mai ripagati per intero”.
Notizie dalla Val Rendena, il modello trentino del ripopolamento orso sulle Alpi - Giudicarie quotidiano online
Meleducati sti pinzolesi.. aggiungerei anche ignoranti!
Dal Fronte animalista una lezione di bon ton
I pochi animalisti, per salvare Daniza, che con grande difficoltà si sono fatti strada a Pinzolo tra ali di folla che manifestavano "io sto con Carnera", non hanno apprezzato l'accoglienza a loro riservata dalla Val Rendena. Speravano in un tappeto rosso, ma così non è stato. Se non fosse stato per il nutrito schieramento di forze dell'ordine a loro difesa avrebbero avuto difficoltà a sfilare per il paese.
"Il corteo ha avuto luogo e si è svolto in mezzo a bifolchi in grado solo di sputare, insultare e provocare con frasi del tipo: "mamma orsa è già nel frigo" ed epiteti molto pesanti" dice in un comunicato stampa il fronte animalisti. E visto che la lezione di civiltà non la sono riusciti a dare durante la manifestazione ecco che generosamente l'hanno dispensata tramite facebook. Riportiamo alcuni commenti dallo spazio del Fronte animalista. "Loro ignoranti e incivili e noi li boiccotteremo in tutto! Qualsiasi prodotto no villeggiatura ecc. DANIZA HA DIRITTO DI VIVERE E ACCUDIRE I SUOI CUCCIOLI! Montanari di mer...!" scrive Liviana.
"Danzica libera", Inneggia Michele, un sostenitore del fronte animalista mischiando un po' geografia e nomi.
"Meleducati sti pinzolesi.. aggiungerei anche ignoranti!" aggiunge Claudio.
"Veramente. ......gente di mer.... Meritavate che venissimo su in 3000 e vi insegnavamo poi noi l'educazione. ......stronzi" rinforza Stefano
"Pinzolesi tutti appesi!!!!" è il contributo alla discussione di Christian.
"Sono tutti dei crucchi montanari...boicottiamo il Trentino" l'approfondimento di Monica.
"Fate schifo....gente di mer...", "Infami....!!!", "Spero che esplodano tutti quegli ignoranti". è l'augurio di Maria Luisa. Gigi il raffinato: "Non ce ne frega un caz.... di quei bifolchi "drogati di becero conservatorismo". Andrea fa un'analisi a tutto campo: "E dal prossimo anno anche l'Inter non andrà' più' li in ritiro così ci perdono un po' di soldi gli stronzoni". Guido introduce un appunto geografico: "Cancellero Pinzolo dalla mia mappa geografica. Ominidi insulsi, ignoranti e deficienti!!!!!!! Sempre sul paese della Rendena: "Pinzolo = mer..." è l'apprezzamento di Gianni. Ma è con Emanuela che la discussione ritorna in carreggiata: "Una sola parola coglionazzi ... non capiscono che chi va in Trentino va per la natura". "Emeriti stronzi. Senza se e senza ma. Statevene in montagna e circondatevi di filo spinato perché voi non sapete cos'è la civiltà. Trogloditi" è l'insegnamento di Michela.
"A Pinzolo siete un mucchio di stronzi e vigliakki ok avete fatto la voce grossa e tu stronzo cercatore vieni in Sicilia ....altro ke sputi a pallettoni nel cul. t accogliamo...." è l'invito di Ange. Non mancano le riflessioni più articolate: "Il trentino è una regione molto civile e piena di persone che amano la natura e gli animali ,non facciamo di un erba un fascio , i " montanari " come vengono chiamati hanno solo un pensiero : tutelare i loro allevamenti ,e in modo inappropriato vogliono solo far capire che per loro sarebbe un grande danno perdere anche una sola pecora dei loro allevamenti ,un pó quello che succede nell appennino tosco emiliano per i lupi (problema ahimé passato un pó in 2 piano ) ovviamente non c é nessuna aggressione all uomo ! Storiella che ormai si sa inventata ad hoc, qui c é solo da far capire che la convivenza con gli orsi é fattibile ! Basta vedere in altri stati europei come si fa , ovviamente l orso é un patrimonio prezioso ed una sola provincia non ha nessun diritto di decidere cosa fare , bisogna capire chi ha elargito il permesso di catturarla !!per il resto gli allevatori pensano solo al loro interesse (non bisogna tanto scandalizzarsi o prendersela con loro ,perché non sono loro che hanno deciso per la cattura )" è il pensiero di Carla subito impreziosito da Stefano: "MERDE DI VACCA", e da Desire: "coglioni..." che trova il tempo anche poer un commento per Daniele Maturi: "voleva prendersi due soldi dalla regione..?! ....adeso sara'al bar a raccontare la STORIELLA DELL'ORSO.... !!!. nn sn grizzly i nostri orsi altrimenti ti tiravano su cn la paletta.. !!!" "negli appennini ci sn da tempo.vagano x le vie.xke in trentino no ? xke questo astio..? xke le malghe servono all uomo x il pascolo del bestiame ? .... un orso nn attacca un bovino adulto è troppo grande x lui....""quello li sapeva che c erano gli orsi in zona...e vai da solo a vercare fungho.? in maniche corte magari e senza spray antiaggressione ?.."
Non si finisce mai di imparare. Ma per stasera può anche bastare...
Fabbrica degli orsi fuori controllo. La politica trentina annaspa
Caro Rossi vuoi sbolognare gli orsi (divenuti una grana) ai vicini montanari di serie B. Beh, se sei pronto a dividere anche l'autonomia con i montanari lombardoveneti allora forse... Se no gli orsi spostali ad Est dell'Adige in tante belle valli dove c'è ancora posto (poi vediamo se la gente è disposta ad accogliere i discoli). Troppo comodo 'mettere in comune' le rogne. E ricorda: se l'orsa che ha mandato all'ospedale il fungaiolo non viene catturata alla prossima aggressione tu Groff e Masé diventate responsabili di omicidio/lesioni gravi. La politica aveva dato corda agli apprendisti stregoni di Life Ursus (un progetto avventuristico criticato a suo tempo da chi studiava gli ultimi orsi trentini). Si era fatta blandire dalla prospettiva di presentare il Trentino come esempio virtuoso di reintroduzione dell'orso sulle Alpi. Ma le cose sono sfuggite di mano perché i presupposti del progetto erano sbagliati: orsi non selezionati sulla base di valutazioni etologiche, scelti tra animali alimentati sui carnai e non timorosi dell'uomo. Nella discendenza dei 10 orsi deportati dalla Slovenia e catapultati nl Parco Adamello Brenta con 'lanci' non idonei per scelta di luoghi e tempi (sempre a detta degli studiosi dell'orso trentino).
Tutto ciò, unito ad un protocollo molto garantista per gli orsi, poco per le prede degli orsi e per la sicurezza delle persone (che ora si vuole rivedere quando è troppo tardi) ha consentito a cucciolate di orsi di apprendere che scorazzare impuniti, sbranare a ripetizione asini, mucche, manze, pecore, capre, distruggere alveari, danneggiare frutteti è... remunerativo e senza rischi. Di orsi che ne hanno combinate di cotte e di crude se ne contano ormai una serie. Compreso quelli che, quando hanno dimostrato di costituire un pericolo per le persone, sono stati abbattuti (nei paesi civili, in Germania, in Svizzera, non in Italia, dove il suddito conta meno di un orso di Stato e gli isterici animalisti contano più della popolazione di intere vallate). Il risultato è stato una strage di animali sacrificati sull'altare dell'ecologia spettacolo, dei nuovi idoli di una società ipocrita e schizofrenica, senza ormai alcuna bussola etica. In più si sono contate una serie di aggressioni alle persone (tra attacchi veri e falsi che comunque provocano danno biologico alle persone in termini di stress, rischio di infarto, trattamenti con psicofarmaci).
Libertà dei montanari limitata per la gioia dei Signori dell'orso e dell'idiotismo urbano degli ambientalisti televisivi in pantofole
Molte persone, gli anziani e le famiglie con bambini in primis, hanno rinunciato a fare passeggiate nei boschi, a raccogliere legna, a raccogliere funghi. La loro libertà è stata limitata per assecondare i calcoli - pressapochisti - dei politici, il fanatismo pseudoecologico del partito dell'orso che nasconde dietro una fraseologia ambientalistapulsioni superoministe, di signoraggio sul territorio e sui 'servi della gleba', di senso di mistica superiorità sulla plebe in forza della Scienza e della Natura Vindice. Un partito che nasconde la sublimazione di frustrazioni piccolo borghesi con le proiezioni nell'orso super macho (in versione maschile e femminile dalle trasparenti valenze sessuali), vero eroe che sfugge alle trappole. Un miscuglio disgustoso di cartoon e di Nietzche, di mistica naturista yenkee alla Thoreau e nazional-socialista a cui - non si deve dimenticare - fanno da lubificante, carburante, collante - le milionate erogate per assicurare agli orsologi posti fissi in Provincia, consulenze a palate (anche a favore dello stesso personale della pubblica amministrazione).
Rossi non sa che pesci pigliare
Il gioco per la PAT, la ricca provincia autonona, si è fatto difficile. Già il "principe-vescovo", il presidentissimo Dellai ripeteva che Life Ursus l'aveva ereditato e che era una grana, una rogna di cui lui avrebbe volentieri fatto a meno. Però, a parte rassicurare i valligiani incazzati con il solito paternalismo alla democristiana (a Trento dai Principi Vescovi, a De Gasperi a Piccoli a Dellai c'è stata una continuità di potere rara) dellai, Lorenzo il Magnifico non ha fatto nulla. Si è guardato bene dal fare cose concrete: cambiare le "regole di ingaggio" degli orsi (sono o non sono comparse pubblicitarie della premiata ditta Trentino spa?) e, soprattutto, spostare ad altra carica i Signori dell'Orso che - in perfetta continuità con Life Ursus e spesso assunti a seguito di Life Ursus stesso - dettano la governance della concreta gestione dell'orso (regole di ingaggio, propaganda per cercare - peraltro senza successo - di convincere i trentini ad "accettare" la convivenza forzata con 60 orsi che ogni anno aumentano).
Estate calda
L'estate 2014 è stata un'estate calda per gli orsi di Life Ursus. M4 ha imperversato sull'altopiano di Asiago uccidendo ad oggi 21 tra vacche e manze e scatenando il furore deglli aleggiatori che minacciano di lasciare le malghe deserte il prossimo anno per far capire ai politici che devono scegliere se vogliono abbandonarle all'orso o tutelare la millenaria attività dell'alpeggio. Le polemiche contro la Provincia di Trento, colpevole, di aver irradiato orsi dannosi intanto in Veneto crescono dietro i rancori sui referendumn per la secessione dal Veneto. In qualsiasi paese civile un orso M4 che si diverte ad uccidere a ripetizione (e peraltro consuma poco le carcasse passando al prossimo assaggio da gourmand) sarebbe già stato fermato da una pallottola. Solo nel paese di Pulcinella, dove contano più le isterie animaliste che l'attività delle persone oneste che curano il territorio, M4 può continuare a scorazzare per la gioia dei suoi fan in pantofole. Cose che succedono non solo per la 'lentezza burocratica' ma anche perché la cultura italiota è ferma all'epoca comunale quando le città angariavano in ogni modo le campagne facendo subire loro un duro colonialismo (legittimato razzisticcamente dalla natura subumana del 'villano').
Considerata l'insostenibilità della situazione la PAT annunciava a luglio di aver predisposto una delibera che introduceva - a correttivo delle regole di ingaggio degli orsi - una delibera che inaugurava il concetto (fin qui rifiutato dai Signori dell'Orso) di "orso dannoso". Gli 'orsi dannosi' in Trentino potranno essere muniti di radiocollare, ma anche catturati o abbattuti, se non saranno efficaci le misure di prevenzione. Il ministero dell'Ambiente avrebbe dato il suo assenso ma non è ancora arrivato il via libera ufficiale (se mai arriverà). L'assessore trentino Michele Dallapiccola nell'occasone dichiarava: "Siamo attenti al turismo culturale e sportivo, ma anche agli aspetti naturalistici. Se da una parte il progetto di reintroduzione degli orsi ha rappresentato un'attrattiva, siamo anche consapevoli delle difficoltà che talvolta comporta per i danni al bestiame". Ci vuole la faccia di bronzo di un politicante per derubricare a "difficoltà" le malghe già da anni abbandonate per l'eccessivo rischio di predazione, l'esasperazione di allevatori e pastori. Contro la delibera si alzava, come prevedibile, il fuoco di sbarramento delle sigle ambiental-animaliste cui si è accodato il M5S che scambia la rete e le sue frustrazioni con il popolo dimostrando di essere urbanocentrico come tutti gli altri movimenti politici e perdendo una buona occasone per scrollarsi di dosso le accuse di demagogia.
Daniza·"in·fuga""
A ferragosto, al clou della stagione turistica, rimbalzava su tutti i media la notizia che un raccoglitore di funghi veniva aggredito da un orso nei boschi di Pinzolo e finiva all'ospedale di Tione. Se il malcapitatonon avesse un fisico da culturista (e non avesse avuto il coraggio di reagire a calci e pugni rimettendoci comunque 40 punti di sutura e un morso allo scarpone) invece che all'ospedale sarebbe finito al cimitero. Subito si è mobilitata la canea animalista per cercare di evitare la cattura della bestia e limitare i danni di immagine presso la vasta platea dell'idiotismo urbano orsofilo. Così hanno dipinto l'orsa come una povera mamma che ha difeso i piccoli (ormai grandicelli, peraltro) e accusato il fungaiolo di essersela "andata a cercare" violando il sacro territorio dell'orso dove gli empi umani non devono più osare mettere più piede. Le Alpi non sono più delle comunità insediate, sono tornate alla "natura selvaggia" (e a chi ne manipola la sua costruzione sociale anche a favore degli interessi forti del capitalismo predone che sono ben felici do non avere più comunità per i piedi che si opponfono a Parchi eolici, dighe, TAV, porcate varie).
Gli animalisti sanno benissimo che con la loro isteria il grado di accettazione dell'orso in Trentino calerà a zero. Ma a loro non importa un fico. Sanno benissimo che già prima dell'aggressione di Pinzolo il periodico sondaggio demoscopico sull'accettazione dell'orso aveva registrato una nuova flessione di consenso orsofilo mettendo in evidenza come solo una minoranza resti favorevole al programma di reintroduzione dell'orso, mentre per sempre più trentini Life Ursus evoca "una boiata pazzesca". Una 'furbata' che farà scappare i turisti. Agli animalisti preme fare lobby sullo stato centrale, sul Ministero dove hanno ottime entrature. Chissenefrega dei trentini. Mica sono democratici gli ambientalisti sono fascisti tinti di verde e di un po' di rosso che non guasta mai. A gente che antepone la proliferazionedegli orsi a qualsiasi valore e che dice che se qualche umano ci rimette la pelle è un bene (visto che si tratta di specie invasiva troppo diffusa) cosa importa dei valligiani, delle comunità locali? Meno della cacca di una formica.
Se ci sarà nuova aggressione Rossi, Masé, Groff si macchieranno di omicidio/lesioni gravi
Le polemiche infuriano, l'orsa non si fa catturare (o probabilmente sono i forestali del Dr.Groff che non la vogliono catturare aspettando che si plachi la buriana da entrambe le parti). Ma scherzano col fuoco. Se Daniza, un animale radiocollaratoe quindi facilmente localizzabile, restasse libera, la responsabilità del Presidente Rossi, del Dott. Claudio Groff, del Dott. Romano Masé risulterebbero pesantissime. Se credono che solo gli animalisti diano battaglia se lo scordino. C'è una parte dell'opposizione consigliare decisa a fare sul serio e, soprattutto, ci sono comitati e associazioni pronti ad agire. In caso di nuova aggressione è bene che questi signori sappino che ci sono soggetti che procederanno ad ogni azione legale possibile contro di loro ritendendoli responsabili in prima persona di omicidio/lesioni gravi. Troppe aggressioni sono state tacitate dal Servizio forestale (questa estate si parla di quattro aggressioni in alta val di Non tenute nascoste), troppe persone sono state convinte a non 'piantare grane' e a non intentare cause contro la Provincia sfruttando il clima di clientelismo diffuso in Trentino e la paura di perdere finanziamenti e posti di mamma provincia e del sistema di potere democristiano da terzo mondo delle coop, casse, consorzi. Basti dire che l'assicurazione stipulata dalla Pat prevede che il morto ammazzato da orso sia compensato alla famiglia con 200 mila euro a patto che essa si sottoscriva la rinuncia a ogni azione legale. Per i Signori dell'Orso la vita umana vale, a dir tanto, 200 mila euro. Una bazzecola rispetto a quanto costa un solo orso (tenendo conto del personale impiegato, delle assicurazioni, degli indennizzi ecc.).
Tiro incrociato
Oggi la Pat, ben gli sta, è sotto un tiro incrociato dal quale difficilmente uscirà a venirne fuori politicamente indenne. Da una parte a spararle contro c'è la Regione Veneto. Una Regione schizofrenica che con Zaia (un laureato in produzioni animali che... si iscrive al Partito di Dudù) attacca il Trentino che vuole "uccidere gli orsi" mentre il Veneto "illuminato" al massimo li cattura (ma pare che non ci riesca). Dall'altra con l'assessore all'agricoltura attacca il Trentino ma per opposte ragioni, perché ha fatto proliferare orsi dannosi che, sconfinando, stanno danneggiando pesantemente gli allevatori vicentini. Poi c'è il Ministero, pronto a bloccare ogni iniziativa della Provincia e a frustrare ogni soluzione con lungaggini romane e scrupoli ambientalisti. Quindi ci sono gli animalisti che minacciano sfracelli, che presidiano il centro di Trento, che ieri hanno occupato (con il consenso della maggioranza o per meglio dire del PD) gli uffici della giunta provinciale, che annunciano manifestazioni, denunce ecc. ecc.
Ma, se non bastasse c'è una parte della politica di opposizione che, questa volta, è decisa a mettere in difficolta la maggioranza sul serio puntando sulla denuncia dell'incapacità a gestire un progetto orsi sfuggito di mano e sul quale la politica ha vergognosamente delegato alle lobby del Parco e dei Signori dell'Orso. Non è finita. Non sapendo come uscire dal ginepraio Rossi l'ha fatta grossa dimostrando di essere un nano politico rispetto a Dellai. Ha implorato il Friuli Venezia Giulia, il Veneto (con M4 che imperversa!), la Lombardia (dove anche quest'anno gli orsi di passaggio hanno fatto mattanze di asini, pecore e capre), l'Austria e persino la Svizzera di 'accettare' un po' di orsi trenbtini in sovrappiù. Con la Svizzera casca malissimo. Essa ha già detto cosa pensa degli italiani e del Trentino quando il responsabile dell'Ufficio fauna del Mistero federale dlel'ambiente ha sentenziato lo scorso anno che "a Roma sono inginocchiati agli animalisti". Chissà come saranno contenti poi a Poschiavo (la valle Grigionese dove gli orsi si imbucano proveniendo dal Trentino e dalla Valtellina) nel sapere che il Trentino vuole istituire le "quote orso" e sbolognare quelli in soprannumero da loro dove quelli sinora arrivati hanno cmbinato mari di guai. Non si capisce perché, già che ci siamo, Rossi non chieda anche a Chiamparino (alle prese con TAV e lupi) di prendersi un po' di orsi trentini. Tanto per non farsi mancare niente.
La Pat non sa più che pesci pigliare
Rossi, con la sua mossa improvvida, dimostra di essere un nano politico rispetto a Dellai.
Lo capisce anche un bambino che chiedere agli altri di togliere le castagne dal fuoco appellandosi al "contingentamento" degli orsi è una mossa stupida. In primo luogo le altre regioni risponderanno che le caratteristiche dell'area del Trentino Nord-Occidentale, dove è concentrato il 90% degli orsi trentini, non si trovano nelle altre regioni. L'area dell'Adamello Brenta è un'isola scarsamente antropizzata, senza strade, senza paesi se non a corona. Basta guardare una carta stradale e una mappa della densità demografica e zootecnica per capire che in Veneto, in Lombardia, In FVG le cose sono ben diverse. Se gli orsi creano problemi in Trentino nelle altre regioni essi rischiano di essere ingigantiti. Le obiezioni poi sono anche altre. Le altre regioni diranno che prima di sbolognare a Nord delle Alpi o ai vicini gli orsi il Trentino faccia fare agli orsi in soprannumero un piccolo tragitto ad Est dell'Adige, in val di Fiemme, in val di Cenbra, in val di Fassa, in Valsugana, in Primiero sull'altopiano di Lavarone. In tutte queste valli di orsi non c'è ombra o sono pochissimi. Convinca i suoi cittadini orientali che gli orsi sono una benedizione, un'attrattiva. Prima di pensare all'esportazione. La gente non ha più l'anello al naso, pronta a bersi le bugie del Servizio Foreste della Pat. Sa benissimo che catturare gli orsi e catapultarli in altro territorio è la premessa per avere orsi problematici. Quindi nessuno ci cascherà.
Caro Rossi prima dividi l'autonomia con gli sfigati oltre confine, poi vedremo di parlare di orsi
Ma l'obiezione più grossa è che, chiedendo aiuto alle altre regioni con le "quote orso", Rossi assimila gli orsi alle "quote profughi", alle "quote rifiuti speciali".Si appella alla solidarietà per chiedere ad altri di farsi carico di un progetto avventuristico voluto dal Trentino, si chiede ad altri di prendersi una rogna. L'accettazione dell'orso comincia a diminuire anche nelle regioni vicine e ci sarà una dura reazione delle popolazioni lombarde e venete che si vedono fare concorrenza sleale dal Trentino in campo turistico - e non solo - grazie alla possibilità di trattenere in loco le tasse e sostenere l'economia locale, una possibilità che a Vicenza, a Verona, a Belluno, a Brescia, a Bergamo, a Sondrio è negata. E tutte queste popolazioni sanno che le tasse che lo stato ladro estorce loro servono anche a sostenere l'autonomia trentina. Maroni e Zaia non sono aquile ma non così stupidi da aiutare Rossi con quegli orsi di cui la Pat si è fatta bella per anni e che, ora che diventano scomodi, vuole 'mettere in comune'. Come si diceva: "socializzare le perdite e privatizzare i profitti". Non funziona. Facciamo così Rossi. Tu dividi con i vicini montanari di serie B la tua autonomia e poi noi prendiamo i tuoi orsi.