
Ritrovamento di armi partigiane in Val Asinina
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Re: Ritrovamento di armi partigiane in Val Asinina
Ecco a sinistra il moschetto M91 (in dotazione all'esercito italiano nella Seconda Guerra Mondiale) e a destra la mitraglia (presumibilmente una MAB 38 della Beretta... MAB sta per Moschetto Automatico Beretta).


Andrea Carminati, brembano; moderatore forum
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Re: Ritrovamento di armi partigiane in Val Asinina
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Re: Ritrovamento di armi partigiane in Val Asinina
Ecco invece alcuni particolari della mitraglia




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Particolari del moschetto.








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Re: Ritrovamento di armi partigiane in Val Asinina
Alcune brevi considerazioni fatte apposta per essere smentiti (nessun metodo scientifico, ma impressioni di primo acchito.. le ricostruzioni "serie" e con metodo scientifico le lasciamo giustamente fare agli storici):
- sono stati recuperati un moschetto M91 e una mitraglia che alle prime indagini pare un moschetto automatico MAB38, di fabbricazione Beretta. Entrambe le armi sembrano quindi di fabbricazione italiana.
- i due reperti non hanno numero di matricola.
- il nascondiglio non era proprio in un posto sperduto, semmai abbandonato; ciò fa pensare una immediata correlazione con i proprietari terrieri e delle baite della Valle Asinina; ciò potrebbe avvalorare l'ipotesi che le armi siano di partigiani dell'86.ma Brigata Garibaldi, che erano in zona.
- il moschetto ha una parte del legno rimasto che sta marcendo, mentre sulla canna è ancora integro in quanto sporgeva da terra (vedere le fotografie di daveverdell). La domanda é: possibile che dopo 70 anni stia marcendo solo ora? Emerge l'ipotesi che le armi non fossero lì dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma siano state trasportate in quel nascondiglio dopo.
Tutto questo per stimolare l'eventuale discussione.
PS. i Carabinieri di San Giovanni Bianco hanno consegnato le armi al loro ufficio preposto al comando di Bergamo. La sorte dei ritrovamenti è incerta, noi però ci siamo già adoperati il più possibile perché, dopo le verifiche del caso, le armi tornino in Val Brembana a disposizione di musei o associazioni (in quanto di alto valore storico locale). Tuttavia non è scontato che ce le riconsegnino.

- sono stati recuperati un moschetto M91 e una mitraglia che alle prime indagini pare un moschetto automatico MAB38, di fabbricazione Beretta. Entrambe le armi sembrano quindi di fabbricazione italiana.
- i due reperti non hanno numero di matricola.
- il nascondiglio non era proprio in un posto sperduto, semmai abbandonato; ciò fa pensare una immediata correlazione con i proprietari terrieri e delle baite della Valle Asinina; ciò potrebbe avvalorare l'ipotesi che le armi siano di partigiani dell'86.ma Brigata Garibaldi, che erano in zona.
- il moschetto ha una parte del legno rimasto che sta marcendo, mentre sulla canna è ancora integro in quanto sporgeva da terra (vedere le fotografie di daveverdell). La domanda é: possibile che dopo 70 anni stia marcendo solo ora? Emerge l'ipotesi che le armi non fossero lì dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma siano state trasportate in quel nascondiglio dopo.
Tutto questo per stimolare l'eventuale discussione.
PS. i Carabinieri di San Giovanni Bianco hanno consegnato le armi al loro ufficio preposto al comando di Bergamo. La sorte dei ritrovamenti è incerta, noi però ci siamo già adoperati il più possibile perché, dopo le verifiche del caso, le armi tornino in Val Brembana a disposizione di musei o associazioni (in quanto di alto valore storico locale). Tuttavia non è scontato che ce le riconsegnino.

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Re: Ritrovamento di armi partigiane in Val Asinina
Si tratta a mio modesto avviso, di due reperti bellici che hanno subito gravemente l'oltraggio del tempo.
Il moschetto di ordiananza Mab 38 A è " Entrato in produzione nel 1938, Questa arma è stata di enorme successo in tutti i continenti. Divenuto moschetto di ordinanza dell'Esercito Italiano, venne largamente impiegato dalle Truppe Tedesche e fu adottato anche dall'Esercito Rumeno ". Fonte BerettaWeb.D
Aggiungo io:
E' assolutamente un'arma delle più usate nella II guerra mondiale dalle truppe dell'asse prima e dal movimento di liberazione dopo,
"Calibro: 9 mm Parabellum Funzionamento: blow back, semiautomatico o a "raffica" Caricatore: 40 colpi o 20 colpi Peso, con caricatore vuoto: Kg. 4,200 ca. Lunghezza totale: cm. 95 Lunghezza canna: cm. 32 Rigatura: 6 righe destrorse Organi di mira: mirino a lama; tacca di mira a V Velocità iniziale alla bocca: 400 m/sec. ca. Cadenza di tiro: 600 colpi/min. ca." Fonte berettaweb.
Molto adatto a combattimenti ravvicinati - il mirino è tarato a 200m.
Il primo modello prevedeva anche l'alloggiamento della baionetta.
Il moschetto 91/24 invece è il fucile classico per antonomasia di tutta la storia del'esercito italiano. Data di nascita 1891 ( 120 anni fa) successivamente rifatto e potenziato nel tiro e nella precisione, rimase sempre nella sua forma esteriore iniziale. E' il fucile in adozione alle nostre truppe della I guerra mondiale sia per le fanterie di pianura come le alpine. L'arma potenziata fu il fulcro delle armi leggere durante la campagna d'Africa. Sui fronti della II guerra mondiale si rivelò obsoleto comparato ai micidiali fucili d'assalto inglesi e americani ( fronte Libico).
.
"I moschetti modello 1891/24 vennero realizzati utilizzando le canne accorciate dei fucili mod. 91, in modo da eliminare la parte di rigatura più usurata; la canna veniva inoltre tornita per essere assottigliata in modo che si potesse inastare la baionetta nella volata. L'accorciamento della canna comportò la modifica dell'alzo del moschetto che è ottenuto da quello del fucile modificando le tacche di graduazione con regolazioni da 600 a 1500 metri ed aggiungendo a volte una nuova tacca di mira sulla lamella del cursore. Il mirino è inserito a coda di rondine su una ghiera che investe la canna. Anche in questo moschetto troviamo diverse soluzioni dell'attacco della cinghia, sancite da circolari od atti dei quali parleremo nei capitoli specifici." dal sito :fucile 91.
Un'ultima mia considerazione.
il ritrovamento di queste due armi leggere ben rappresentano, per la popolarità dei reperti, un momento di storia militare durata più di un secolo e figurerebbero bene in un museo di valle con la giusta rilevanza.
Saluti Pendughet
v
Il moschetto di ordiananza Mab 38 A è " Entrato in produzione nel 1938, Questa arma è stata di enorme successo in tutti i continenti. Divenuto moschetto di ordinanza dell'Esercito Italiano, venne largamente impiegato dalle Truppe Tedesche e fu adottato anche dall'Esercito Rumeno ". Fonte BerettaWeb.D
Aggiungo io:
E' assolutamente un'arma delle più usate nella II guerra mondiale dalle truppe dell'asse prima e dal movimento di liberazione dopo,
"Calibro: 9 mm Parabellum Funzionamento: blow back, semiautomatico o a "raffica" Caricatore: 40 colpi o 20 colpi Peso, con caricatore vuoto: Kg. 4,200 ca. Lunghezza totale: cm. 95 Lunghezza canna: cm. 32 Rigatura: 6 righe destrorse Organi di mira: mirino a lama; tacca di mira a V Velocità iniziale alla bocca: 400 m/sec. ca. Cadenza di tiro: 600 colpi/min. ca." Fonte berettaweb.
Molto adatto a combattimenti ravvicinati - il mirino è tarato a 200m.
Il primo modello prevedeva anche l'alloggiamento della baionetta.
Il moschetto 91/24 invece è il fucile classico per antonomasia di tutta la storia del'esercito italiano. Data di nascita 1891 ( 120 anni fa) successivamente rifatto e potenziato nel tiro e nella precisione, rimase sempre nella sua forma esteriore iniziale. E' il fucile in adozione alle nostre truppe della I guerra mondiale sia per le fanterie di pianura come le alpine. L'arma potenziata fu il fulcro delle armi leggere durante la campagna d'Africa. Sui fronti della II guerra mondiale si rivelò obsoleto comparato ai micidiali fucili d'assalto inglesi e americani ( fronte Libico).
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"I moschetti modello 1891/24 vennero realizzati utilizzando le canne accorciate dei fucili mod. 91, in modo da eliminare la parte di rigatura più usurata; la canna veniva inoltre tornita per essere assottigliata in modo che si potesse inastare la baionetta nella volata. L'accorciamento della canna comportò la modifica dell'alzo del moschetto che è ottenuto da quello del fucile modificando le tacche di graduazione con regolazioni da 600 a 1500 metri ed aggiungendo a volte una nuova tacca di mira sulla lamella del cursore. Il mirino è inserito a coda di rondine su una ghiera che investe la canna. Anche in questo moschetto troviamo diverse soluzioni dell'attacco della cinghia, sancite da circolari od atti dei quali parleremo nei capitoli specifici." dal sito :fucile 91.
Un'ultima mia considerazione.
il ritrovamento di queste due armi leggere ben rappresentano, per la popolarità dei reperti, un momento di storia militare durata più di un secolo e figurerebbero bene in un museo di valle con la giusta rilevanza.
Saluti Pendughet
v
- elio.biava
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Re: Ritrovamento di armi partigiane in Val Asinina
Non avete descritto come era il nascondiglio: c'erano tracce di una cassa dove potevano essere conservati?andrea.brembilla ha scritto:...Tutto questo per stimolare l'eventuale discussione.
sembra che sia a ridosso di un rudere quindi è probabile che per tanti anni la terra fosse rimasta asciutta... solo ora non più?
Due armi senza caricatore e munizioni, potrebbe essere un abbandono momentaneo, che poi è diventato definitivo perchè il partigiano non è più tornato.
Hanno scavato la buca o avete raccolto solo i pezzi e via...

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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
- andrea.brembilla
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Re: Ritrovamento di armi partigiane in Val Asinina
Sì l'abbiam fatto volutamente... rimanendo sul vago.. comunque alcuni indizi li abbiam messi in questa discussione.elio.biava ha scritto: Non avete descritto come era il nascondiglio:
No no, lo escludo al 100%... erano infilati in due anfratti separati di una stessa roccia... un pò come si usava fare anche con chiavi di baite o stalle.. etc etcelio.biava ha scritto: c'erano tracce di una cassa dove potevano essere conservati?
Non è a ridosso di un rudere, anche se comunque il nascondiglio non è lontano da baite; era sotto una roccia in ambiente umido; per estrarre le armi abbiam dovuto scavare, in quanto dall'alto era caduta molta terra (per erosione) che aveva praticamente ostruito gli anfratti.elio.biava ha scritto: sembra che sia a ridosso di un rudere quindi è probabile che per tanti anni la terra fosse rimasta asciutta... solo ora non più?
La parte verso la canna di entrambi le armi ha il legno meglio conservato perché affiorava ed era all'aria aperta (anche se comunque sotto una sporgenza rocciosa che la riparava dalle intemperie). Dietro invece il legno sta marcendo perché l'arma era sottoterra, e non posso escludere che stia marcendo solo ora perché la terra non è lì da molto (essendo caduta dall'alto per erosione).
Come ho scritto, abbiam scavato per estrarre i reperti... quel tanto che bastava per estrarli dalla terra che aveva riempito in profondità i buchi. ( ... )elio.biava ha scritto: Hanno scavato la buca o avete raccolto solo i pezzi e via...

Andrea Carminati, brembano; moderatore forum
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Re: Ritrovamento di armi partigiane in Val Asinina
Grazie Andrea delle risposte! dimenticavo...complimenti per le fotografie, descrivono molto dettagliatamente le armi ritrovate.andrea.brembilla ha scritto:...
Una documentazione storica molto interessante... speriamo che in futuro si scopra qualcosa d'altro al riguardo


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