alvin 51 ha scritto:avrei anche io una domanda, però inerente al rifugio Torcola 2000, sarà un domani utilizzabile dal pubblico o sarà solo a livello privato? Grazie.
Ciao Alvin,
io credo che l'investimento necessario affinchè il rifugio Torcole 2000 possa essere ristrutturato/ricostruito adeguandolo agli attuali requisiti di legge necessari all' esercizio pubblico potrebbe essere giustificabile solamente nel momento in cui dovesse realizzarsi quella che ora è solo un ipotesi e cioè il rifacimento dell'impianto di risalita adiacente al rifugio;
Al di fuori di questa possibilità per rivederlo funzionante potrei intravedere solamente l'ipotesi di acquisizione da parte di qualche ente tipo CAI...
slayer ha scritto:Ciao Alvin, io credo che l'investimento necessario affinchè il rifugio Torcole 2000 possa avere i requisiti di legge per essere adibito nuovamente ad esercizio pubblico possa essere giustificabile solamente nel momento in cui dovesse realizzarsi quella che ora è solo un ipotesi e cioè il rifacimento dell'impianto di risalita adiacente al rifugio; Al di fuori di questa possibilità per rivederlo funzionante potrei intravedere solamente l'ipotesi di acquisizione da parte di qualche ente tipo CAI...
Se ho due case (tartassate) voglio pure due voti Sì alla possibilità di andare alle urne anche nei Comuni di villeggiatura
Una provocazione, certo. Ma fino a un certo punto. Negli ultimi anni sono aumentate notevolmente le imposte che riguardano gli immobili e nello stesso tempo sono diminuiti sensibilmente i trasferimenti di denaro da parte dello Stato centrale ai Comuni. Questi ultimi hanno quindi sempre bisogno di maggiori risorse. E la «pensata» per reperirle sono quasi sempre le sanzioni amministrative (multe stradali) e appunto le imposte sugli immobili. Con un distinguo di non poco conto. Nei Comuni più piccoli, e in particolare in quelli turistici, le amministrazioni locali tendono ad agevolare paurosamente la prima casa a scapito della seconda. La motivazione non sta in una corretta tassazione dei contribuenti (chi più ha, più paga), ma in un mero discorso elettorale: privilegiare i residenti, che sono quelli che hanno diritto di voto per l'amministrazione civica, e penalizzare quelli che vengono «da fuori», visti come spugne da strizzare finché possono dare qualche stilla di denaro, ma che non creano problemi agli assetti politici del Comune.
Basti pensare alle vessazioni di vario tipo cui sono sottoposti i non residenti: assetti viabili, divieti di circolazione, gestione dei parcheggi, differenti tariffe per una serie di servizi, esenzioni e riduzioni cui non hanno diritto. Senza che gli «stranieri» possano decidere nulla o incidere in qualche maniera sugli assetti amministrativi. Privilegiare duemila residenti è più semplice che trovare consensi in una comunità magari dieci volte più grande. Ecco quindi la proposta: far eleggere il sindaco non solo dai residenti ma da tutti i proprietari di immobili di quel Comune, cittadini e contribuenti a tutti gli effetti. E non vale l'obiezione del «multi-voto». Quanti proprietari di più immobili votano l'amministratore di condominio dei differenti stabili? E nessuno avanza rilievi sul fatto che gli azionisti di più società eleggano consiglieri d'amministrazione in diverse aziende. E il consiglio comunale ha compiti così distanti dall'amministrare il proprio Comune-azienda? Far eleggere il sindaco da tutti i proprietari di immobili, poter far sentire la propria voce nella gestione del bene comune, aiuterebbe inoltre moltissimo l'investimento in immobili nelle località di villeggiatura, aumentando il turismo e di conseguenza il Pil.
Se ho due case (tartassate) voglio pure due voti Sì alla possibilità di andare alle urne anche nei Comuni di villeggiatura
Una provocazione, certo. Ma fino a un certo punto. Negli ultimi anni sono aumentate notevolmente le imposte che riguardano gli immobili e nello stesso tempo sono diminuiti sensibilmente i trasferimenti di denaro da parte dello Stato centrale ai Comuni. Questi ultimi hanno quindi sempre bisogno di maggiori risorse. E la «pensata» per reperirle sono quasi sempre le sanzioni amministrative (multe stradali) e appunto le imposte sugli immobili. Con un distinguo di non poco conto. Nei Comuni più piccoli, e in particolare in quelli turistici, le amministrazioni locali tendono ad agevolare paurosamente la prima casa a scapito della seconda. La motivazione non sta in una corretta tassazione dei contribuenti (chi più ha, più paga), ma in un mero discorso elettorale: privilegiare i residenti, che sono quelli che hanno diritto di voto per l'amministrazione civica, e penalizzare quelli che vengono «da fuori», visti come spugne da strizzare finché possono dare qualche stilla di denaro, ma che non creano problemi agli assetti politici del Comune.
Basti pensare alle vessazioni di vario tipo cui sono sottoposti i non residenti: assetti viabili, divieti di circolazione, gestione dei parcheggi, differenti tariffe per una serie di servizi, esenzioni e riduzioni cui non hanno diritto. Senza che gli «stranieri» possano decidere nulla o incidere in qualche maniera sugli assetti amministrativi. Privilegiare duemila residenti è più semplice che trovare consensi in una comunità magari dieci volte più grande. Ecco quindi la proposta: far eleggere il sindaco non solo dai residenti ma da tutti i proprietari di immobili di quel Comune, cittadini e contribuenti a tutti gli effetti. E non vale l'obiezione del «multi-voto». Quanti proprietari di più immobili votano l'amministratore di condominio dei differenti stabili? E nessuno avanza rilievi sul fatto che gli azionisti di più società eleggano consiglieri d'amministrazione in diverse aziende. E il consiglio comunale ha compiti così distanti dall'amministrare il proprio Comune-azienda? Far eleggere il sindaco da tutti i proprietari di immobili, poter far sentire la propria voce nella gestione del bene comune, aiuterebbe inoltre moltissimo l'investimento in immobili nelle località di villeggiatura, aumentando il turismo e di conseguenza il Pil.
GRANDE IDEA E MI SEMBRA ANCHE EQUA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Il discorso non fa una grinza !!!
E' peraltro destinato a rimanere inascoltato in Italia dove prevale una forte cultura ideologica massificante e demagogica .... ( non a caso le differenziazioni fiscali e tariffarie di trattamento tra prime e seconde case sono molto forti in Italia e molto meno all'estero).
L'obiezione ovvia che arriverebbe è che in tal modo verrebbe favorito chi ha maggiori possibilità economiche e questo per alcuni partiti politici è un autentico tabù !
Domenica sono salito per un pic-nic al Gremei ma senza usufruire della seggiovia. Premesso che l'iniziativa è lodevole, e qualcuno ne ha approfittato e ne approfitterà senz'altro, personalmente ritengo che il costo del biglietto A/R sia eccessivo per salire poco più di 400 metri di dislivello, fattibili in un'oretta di camminata tranquilla per la starda forestale (per la pista bastano 40 minuti..). 10€ possono andar bene per salire e scendere in telecabina da Barzio ai Piani di Bobbio, con un dislivello doppio. Se ci fosse stata anche solo la separazione andata €5 e ritorno €5, ne avrei usufruito in salita. Certo approfittando delle offerte speciali culinarie la cosa si fa già più interessante e appetibile. Ho notato poi che buona parte dell'area pianeggiante attorno al rifugio è stata recintata per il pascolo del bestiame, è proprio necessario visto tutto lo spazio a disposizione?
Saluti e buon lavoro
sbrembato ha scritto:A me in biglietteria hanno chiesto se volevo A/R o corsa singola.... Non ho chiesto quanto costasse la corsa singola perchè nel caso specifico non mi serviva. Comunque deduco che si possa fare...