News - Cronaca dalla Valle Brembana

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Moio, scomparso da due mesi, Tracce lasciate ad arte, è vivo

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da L'Eco di Begamo di Silvia Salvi

Moio, scomparso da due mesi, Tracce lasciate ad arte, è vivo

Moio de' Calvi - Perché ha lasciato tracce di sé così eloquenti? L'auto abbandonata – sembra quasi di fretta – con le quattro frecce accese, un cacciavite con le sue impronte, una scarpa, ma niente tracce di sangue lungo il pendio dove potrebbe essere scivolato. E del corpo nemmeno l'ombra, nonostante il minuzioso e accurato lavoro del soccorso alpino e dei vigili del fuoco in tutta la zona, che hanno perlustrato il bosco, il fiume e pure il laghetto. «La nostra idea è che – volontariamente oppure perché indotto da qualcun altro – Sergio abbia disseminato questi indizi per far credere a tutti che sia morto, mentre in realtà sia ancora vivo e si trovi altrove».

Al bivio per Roncobello
Questi sono i dubbi che mercoledì mattina hanno condotto in Valle Brembana Marcello Roccato, papà di Sergio, il trentaseienne scomparso da Milano dal 2 settembre, e la cui auto è stata ritrovata, due giorni più tardi, in alta Valle Brembana, a Moio de' Calvi, al bivio con la strada che porta a Roncobello.
Papà Marcello mercoledì, alle 11,30, ha effettuato un sopralluogo con l'investigatore privato Luca Tartaglia che lo sostiene in questo periodo e che si è anche offerto di svolgere indagini per aiutare nelle ricerche di Sergio. L'équipe sta dunque lavorando per capire il filo logico che lega tutte le azioni compiute dal trentaseienne di Milano. Sergio Roccato è scomparso dal capoluogo lombardo all'inizio di settembre. Due giorni dopo il ritrovamento, da parte dei carabinieri di Piazza Brembana, della sua Audi parcheggiata con le frecce accese in una piazzola di sosta al bivio tra Moio de' Calvi e la strada che porta a Roncobello, in una valle che Sergio conosceva perché l'aveva frequentata, quando era ragazzo. «Ma dove non ha amici», spiega il padre.

La disperazione del figlioletto
«Non passa giorno senza la speranza che prima o poi mio figlio si faccia vivo – spiega ancora Marcello –. Non tanto per me, quanto per la compagna, e, soprattutto per il figlio di sette anni, Eros, che è disperato e piange tutto il giorno. Non vuole più giocare a palla perché sostiene che piaceva tanto al padre. Ma lui ora non c'è, perciò si rifiuta». Continueranno, quindi, nelle prossime settimane le indagini per cercare di capire cosa possa essere successo.
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Un 34enne si ribalta con la Punto, è in prognosi riservata

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da L'Eco di Bergamo

Un 34enne si ribalta con la Punto, è in prognosi riservata ai Riuniti

Un 34enne di San Giovanni Bianco è ricoverato in condizioni molto gravi, in prognosi riservata, ai Riuniti di Bergamo dopo essersi ribaltato con la sua Fiat Punto nella notte tra sabato 27 e domenica 28 ottobre sulla strada che collega San Giovanni Bianco a Cornalita. Non si hanno molti dettagli sull'incidente, anche perché il 34enne viaggiava da solo e non è risultato coinvolto nessun altro veicolo. L'uomo, verso le 3 di notte, stava percorrendo la strada comunale in direzione di Cornalita quando, per cause imprecisate, dopo una curva ha sbandato urtando il cordolo della strada e ribaltandosi. Sul posto sono accorsi i carabinieri di San Giovanni Bianco, i vigili del fuoco di Zogno, l'automedica e l'ambulanza del 118: la situazione si è subito presentata decisamente preoccupante perché il 34enne non era cosciente. L'uomo è stato stabilizzato e trasportato d'urgenza in codice rosso ai Riuniti di Bergamo.
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Il circo bianco piange lo sciatore Lino maestro di discese

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da L'Eco di Bergamo di Massimo Pesenti

Il circo bianco piange lo sciatore Lino maestro di discese

Oltre il Colle - I maestri di sci e gli appassionati della neve che frequentano l'alta Valle Brembana piangono Lino Carrara, 64 anni, pensionato di Oltre il Colle ed ex maestro di sci sulle piste prima di Zambla e poi di Foppolo, per la scuola sci 90. Un malore improvviso lo ha colpito ieri mentre stava rientrando alla propria abitazione di via Roma, in centro paese. All'improvviso si è accasciato a terra accusando un forte dolore al petto. Nonostante l'intervento tempestivo di un volontario del 118 col defibrillatore, l'arresto cardiaco non gli ha lasciato scampo. È successo ieri attorno alle 18 in via Roma, di fronte alla farmacia «Valentina Gatti». In pochi attimi i passanti hanno chiamato i soccorsi. Capita però la gravità della situazione Alessandro Carrara, volontario della Croce Verde di Oltre il Colle, ha preso il defibrillatore che ogni farmacia ha a disposizione in caso di emergenze, praticandogli quindi massaggio cardiaco e defibrillazione. La pratica di soccorso è proseguita per diversi minuti, sino all'arrivo dell'ambulanza.

Per Carrara, in pensione da pochi anni, non c'è stato nulla da fare, il malore gli è stato fatale. «Sono stati attimi concitati – spiega il farmacista che ha prestato il defibrillatore –, l'intervento è stato tempestivo. Tutto è successo a pochi passi dalla farmacia. Abbiamo fatto il possibile per salvarlo, tutti i soccorritori hanno dimostrato la loro professionalità». Carrara, muratore nella Bergamasca e nel Milanese, fino ad alcuni anni fa era stato maestro di sci a Zambla e Foppolo. Lascia la moglie Rita Ghilardi e i due figli Fabio e Gianluigi. Apprezzato in paese per via della sua attività di maestro di sci, era iscritto nella sezione locale dei cacciatori, e partecipava con frequenza alle attività. Carrara era conosciuto da tutti nel piccolo paese dell'alta Valle Serina, era solito nel pomeriggio passeggiare in paese. «Mi sono precipitato per cercare di salvargli la vita, ho capito subito la gravità – spiega Alessandro Carrara, volontario della Croce verde –. Ogni attimo era prezioso. Lino lo conoscevo bene, ho fatto del mio meglio per aiutarlo».
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Si ribalta con l'auto, donna di Zogno finisce in ospedale

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da L'Eco di Bergamo

Si ribalta con l'auto, donna di Zogno finisce in ospedale

Botta di Sedrina - Auto capovolta ieri attorno alle 19,30 sulla provinciale 470 della Valle Brembana, poco dopo l'abitato di Botta di Sedrina. Una Peugeot 106, guidata da S. E., una donna di 52 anni di Zogno, viaggiava in direzione della Valle Brembana, quando per cause da accertare, si è rovesciata. Sul posto i carabinieri della stazione di Zogno e una pattuglia del radiomobile con i vigili del fuoco del distaccamento zognese che hanno spostato il mezzo danneggiato, ripulendo la sede stradale dai pezzi dell'auto su cui sono esplosi gli airbag e i vetri sono andati in frantumi. Nonostante l'intervento tempestivo dei militari, che hanno regolato la viabilità a senso unico alternato per circa un'ora, si è formato qualche lieve incolonnamento, subito risolto dalle 20,30 in poi. La cinquantaduenne, spaventata, è stata trasportata al pronto soccorso di Bergamo per gli accertamenti del caso, anche se le sue condizioni non sembrerebbero gravi. L'auto, capovolgendosi, ha arrestato la sua corsa invadendo la corsia opposta, ma fortunatamente non si è scontrata con i mezzi che provenivano dalla direzione contraria. Sull'auto era presente solamente la donna di Zogno. Tanto spavento anche per gli automobilisti che si sono fermati per prestare i primi soccorsi e allertare il 118. Teatro dell'incidente un luogo dove frequentemente si verificano eventi analoghi: la grande curva in prossimità del negozio «Arredamenti Carminati» sul territorio comunale di Villa d'Almè. In quel tratto di provinciale 470 spesso avvengono incidenti di auto e mezzi pesanti, provocando ogni volta interruzioni pesanti della viabilità vallare.
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]Pizzo Tre Signori, muore escursionista

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da L'Eco di Bergamo

Pizzo Tre Signori, muore escursionista, gravissimo l'amico

È di una vittima e di un escursionista in fin di vita il bilancio del gravissimo incidente in montagna avvenuto ieri, poco dopo le 13, sul versante valtellinese del Pizzo Tre Signori, cima al confine tra le province di Bergamo, Lecco e Sondrio. Protagonisti, loro malgrado, quattro escursionisti brianzoli. Si è trattato di un incidente doppio, che ha portato alla morte di un escursionista di Eupilio (Como): Giuseppe Colombo, 55 anni, probabilmente scivolato sul terreno reso difficile dal ghiaccio. Condizioni disperate per un altro componente del gruppo: Giuliano Castelnuovo, 61 anni, anche lui di Eupilio, che ha riportato ferite gravissime nel tentativo di soccorrere l'amico. L'allarme è stato lanciato dai due escursionisti incolumi, una coppia di Monza: sul posto sono intervenuti i mezzi del 118 e del Soccorso alpino. Gli escursionisti che ieri hanno affrontato la salita (il Pizzo arriva ai 2.556 metri, con neve dai duemila) erano tre uomini e una donna accompagnati da un cane. Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto – alla quale hanno contribuito i due superstiti, un uomo e una donna, nonostante il grave choc subito – pare che l'incidente abbia coinvolto inizialmente Colombo, che sarebbe precipitato dal sentiero finendo in una zona particolarmente impervia del versante valtellinese della montagna. Nel tentativo di prestare soccorso all'amico, Castelnuovo ha cercato di raggiungerlo, ma è precipitato ferendosi a sua volta in modo piuttosto grave. Con loro è caduto anche il cane che accompagnava il gruppo: anche l'animale è morto in fondo al dirupo che ha inghiottito i due uomini. Un primo intervento dell'elicottero del 118 di Como ha permesso di recuperare il ferito, che è stato prelevato dal personale medico in gravi condizioni: sembrava addirittura che l'uomo fosse deceduto durante il trasporto in elicottero verso l'ospedale Manzoni di Lecco. Invece l'escursionista si è ripreso, anche se le sue condizioni sono piuttosto gravi a causa dei traumi alla testa riportati durante il tentativo di salvataggio dell'amico. Poco dopo, dalla piazzola dell'elicottero nella zona nord di Morbegno, si è alzato in volo l'elicottero che ha recuperato in pochi minuti i due superstiti della tragica uscita autunnale, visibilmente sconvolti dalla scena alla quale avevano assistito: sono stati trasportati all'ospedale di Morbegno per un controllo, anche se non hanno riportato ferite. L'ultimo volo dell'elicottero, che ha trasportato un operatore del Soccorso alpino e uno della Guardia di finanza, è servito al recupero dell'uomo deceduto nella caduta.
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Bracca, ritrovata la diciottenne allontanatasi da casa luned

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da L'Eco di Bergamo

Bracca, ritrovata la diciottenne allontanatasi da casa lunedì

Sta bene la ragazza di 18 anni ritrovata nel pomeriggio di oggi, martedì 20 novembre 2012, dopo la segnalazione di scomparsa giunta ieri sera. Verso le 19.15 aveva avvisato che si sarebbe assentata per un breve periodo di tempo. Ma dopo avere atteso più a lungo del previsto, non vedendola rientrare la famiglia, di origine albanese e residente a Bracca, ha dato l'allarme ai carabinieri. L'abitazione della giovane si trova poco distante dal bosco e così è stata richiesta l'attivazione del Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico). Sono subito partiti 16 tecnici e un'unità cinofila, che hanno percorso i sentieri principali dei dintorni e le zone dove era probabile che la ragazza potesse essersi diretta. Le ricerche sono proseguite anche oggi: hanno partecipato altri 13 volontari, per un totale di 29, appartenenti alle Stazioni di Valle Brembana, Clusone, Oltre il Colle e Valle Imagna, oltre a due unità cinofile con i cani molecolari bloodhound. La ragazza è stata rintracciata dai carabinieri, si era trattato di un allontanamento volontario.
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Francia, alpinista bergamasco bloccato da due giorni in pare

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da L'Eco di Bergamo

Francia, alpinista bergamasco bloccato da due giorni in parete

C'è anche un bergamasco tra i tre alpinisti italiani ancora bloccati sulla parete nord del Dome des Ecrinis, impegnati in un'ascensione sulla cima di 4.015 metri delle Alpi del Delfinato, in Francia. A causa del maltempo i soccorsi anche questa mattina - martedì - non sono riusciti a raggiungerli e sono in attesa di una schiarita per effettuare un nuovo tentativo di recupero. Tra i tre c'è un medico, Damiano Barabino, di 32 anni, esperto scalatore genovese con alle spalle spedizioni in Patagonia e in varie cime delle Alpi alle spalle. L'ultimo contatto con loro risale a lunedì pomeriggio quando Barabino ha chiamato il padre, verso le 16, annunciando che avrebbero tentato la discesa nonostante la bufera. «Il pericolo maggiore - fanno sapere dal Peloton d'haute montagne di Briancon - è costituito dalle valanghe. Purtroppo le previsioni danno neve anche per tutta la giornata di oggi e per domani, con temperature percepite di parecchi gradi sotto lo zero». I tre erano partiti domenica notte dal rifugio Cezanne (Prè de Madame Charles, comune di Pelvoux) per affrontare una via tecnicamente impegnativa. Dopo una prima notte in una buca scavata nella neve a 3.900 metri, lunedì hanno dato l'allarme. «Abbiamo provato ancora a contattarli - aggiungono i gendarmi francesi - ma i telefoni sono muti».

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Dell'accaduto è stato informato anche il Consolato italiano di Nizza.
I soccorritori del Peloton d'haute montagne di Briancon hanno costituito un punto di emergenza al Prè de Madame Charles, che dista circa 4-5 ore a piedi dall'attacco della parete dove erano impegnati i tre scalatori italiani (oltre al genovese Damiano Barabino, ci sono un alpinista di Milano e uno di Bergamo). Secondo quanto si è appreso, lunedì - quando hanno comunicato l'intenzione di tentare la discesa - erano a circa 4-5 calate in corda doppia dalla base della parete, dove inizia la discesa nella neve fino al rifugio. La speranza è che abbiano trovato un luogo riparato dal vento dove proteggersi oppure che siano riusciti ad arrivare alla «grotta» scavata nella roccia all'inizio della parete. Nella zona è caduto oltre un metro di neve e le previsioni non indicano miglioramenti fino a metà settimana, rendendo impossibili sorvoli in elicottero. I soccorritori francesi stanno salendo verso la base della parete a piedi e con l'ausilio di motoslitte. (ANSA).
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Raffica di furti a Zogno, e c'è chi fa la ronda

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da L'Eco di Bergamo di Silvia Salvi

Raffica di furti a Zogno, e c'è chi fa la ronda

Valle Brembana - Imperversa da oltre un mese ma nessuno ne parla e così le (numerose) vittime di una banda di ladri che ha passato al tappeto mezza Zogno ora si ribellano a questa sorta di silenzioso fragore che si sta diffondendo tra la gente del capoluogo brembano. Ma anche dei paesi confinanti, Ubiale e San Pellegrino (settimana scorsa altri tre colpi). «Da più di un mese si stanno verificando a Zogno parecchi furti, anche di un certo spessore – spiega una residente di Zogno che preferisce restare anonima –. A quanto pare sembra che si tratti di una banda di professionisti, vista l'attrezzatura. Si arrampicano anche sui secondi e terzi piani, e aprono col flessibile le casseforti. Agiscono in orari impensabili, per esempio alle 8,30 del mattino mentre un padre porta i bimbi a scuola o intorno alle 15,30 e alle 18. Si ha più o meno un'idea generale di due uomini che girano la sera tardi attorno alle abitazioni, che immancabilmente vengono derubate nei giorni successivi. Da un primo identikit che la gente è riuscita a ricostruire sembra si tratti di un individuo alto e un altro più basso e zoppicante, entrambi con felpa e cappuccio».

Derubata la gioielleria
«Dalle voci che circolano pare che a Stabello qualcuno si stia già mobilitando con delle ronde – prosegue la signora zognese – perché ci sono appostamenti di macchine sospette, e così anche ad Ubiale». «Girando per il paese e facendo quattro chiacchiere con i miei paesani e le mamme dell'asilo la paura sta iniziando a crescere e soprattutto ci si chiede come mai non si sente parlare di questa escalation di furti. Giovedì scorso sono uscita con alcune mamme dell'asilo e tutte avevano una cronaca di furto, ai propri danni o a quelli di vicini o parenti, di cui parlare». E aggiunge: «Non solo i malviventi che penetrano in casa di soppiatto ma pure furti alla luce del giorno da parte di personaggi sconosciuti e all'apparenza distinti: abbiamo saputo infatti dalla gioielleria del centro "Rubis" che tre signore distinte hanno portato via ben 50 mila euro di gioielli sotto gli occhi dei due titolari: li hanno distratti con la scusa di voler vedere un orologio a cucù e con grande abilità sono riuscite a sfilare un pacchetto pieno di ori, uscendo con tutta calma dalla gioielleria. Le denunce aumentano ma non si ha nessuna notizia». «È da mesi che avvengono questi furti – dice molto preoccupata una commerciante di piazza Garibaldi – ma nessuno si prende la premura di allertare la gente. Basterebbe un po' di comunicazione in più da parte di Comune e carabinieri, affinché la gente tenga gli occhi un po' più aperti, qualche semplice accorgimento per evitare di subire un furto, invece nessuno si muove».

«Abbiamo paura»
«È davvero preoccupante perché siamo portati a modificare le nostre abitudini, e la sera, quando usciamo dai nostri negozi, abbiamo paura. Non vado nemmeno più a fare la passeggiata serale sulla ciclabile. In 56 anni non mi è mai successo una cosa del genere. Spero che qualcuno faccia presto qualcosa».
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Prima notte nella nuova casa, il rogo del tetto dà la svegli

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da L'Eco di Bergamo

Prima notte nella nuova casa, il rogo del tetto dà la sveglia

Momenti di panico questa mattina in alta Valle Brembana. Un incendio è divampato in una abitazione di Isola di Fondra. Il rogo - probabilmente dovuto al surriscaldamento della canna fumaria - ha distrutto buona parte del tetto. Secondo le prime notizie, la famiglia aveva trascorso la prima notte nella abitazione da poco acquistata. Nella mattinata mentre la signora stava facendo le pulizie ha avvertito un forte odore di fumo e ha immediatamente capito che le fiamme si stavano propagando sul tetto. Tempestivo l'intervento dei vigili del fuoco giunti sul posto con le autobotti che ha consentito di evitare il peggio. Il tetto è andato distrutto, ma fortunatamente le fiamme non hanno intaccato le strutture della villetta, diversamente l'incendio avrebbe trovato facile esca nel legno di rivestimento causando un rogo di ben altre proporzioni.
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