News - Cronaca dalla Valle Brembana

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Atti sessuali con baby-allieve, Il pm: 5 anni al maestro di

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da L'Eco di Bergamo di Vittorio Attanà

Atti sessuali con baby-allieve, Il pm: 5 anni al maestro di sci

Cinque anni. È la richiesta di condanna del pubblico ministero Carmen Pugliese per il maestro di sci della media Valle Brembana, 37 anni, accusato di atti sessuali con quattro ragazze che, all'epoca dei fatti, erano minorenni. La sentenza del gup Tino Palestra è attesa per la prossima udienza, il 19 dicembre.

Le relazioni
L'indagine partì dalla denuncia del padre di una delle ragazze. Secondo le accuse il maestro avrebbe avuto relazioni con quattro baby allieve di due sci club (non brembani) in un periodo compreso fra il 2003 e il 2009. Non ci fu violenza: le ragazzine sarebbero state consenzienti. Ma secondo il pm il comportamento del maestro di sci configurerebbe il reato di atti sessuali con minorenni. La legge infatti punisce chi compie atti sessuali con persone che, al momento del fatto, non hanno compiuto i 14 anni, o addirittura i 16 se il responsabile è persona a cui «per ragioni di cura, educazione, istruzione, vigilanza o custodia, il minore è affidato». Proprio come il maestro di sci, secondo la visione della pubblica accusa. Per il pm all'epoca dei fatti contestati le quattro ragazzine erano tutte di età inferiore ai 16 anni. Una di loro, addirittura, avrebbe avuto rapporti antecedenti al quattordicesimo anno di età. Ma è proprio sulla difficile datazione degli incontri sessuali, in relazione all'età delle ragazze, che si gioca la battaglia fra accusa e difesa e, in definitiva, l'esito del processo.

La difesa
Il maestro di sci, assistito dall'avvocato Andrea Pezzotta, non ha mai negato le relazioni e neppure gli atti sessuali. Il legale però ha chiesto l'assoluzione del suo assistito. Quanto alla ragazzina che sarebbe stata ancora tredicenne all'epoca dei fatti, la difesa sostiene che la datazione dei rapporti sessuali sarebbe errata: «Aveva già compiuto i 14». Tutte e quattro, dunque, avrebbero avuto fra i i 14 e i 16 anni. Inoltre «il maestro di sci – ha sostenuto il legale – non era il loro allenatore di riferimento: le ragazze non erano affidate a lui». Pertanto, essendo consenzienti e avendo superato i 14 anni di età, per la difesa non vi sarebbe stato reato.

Il certificato
In particolare sull'età di una delle ragazze che figurano parte offesa si sarebbe discusso nel corso dell'udienza a porte chiuse di ieri. Aveva 15 o 16 anni all'epoca della relazione? Ieri l'accusa ha prodotto un documento per provare che ne aveva ancora 15. Si tratterebbe di un certificato medico emesso da un pronto soccorso, dove la giovane era stata per una visita. In quella circostanza il maestro di sci l'avrebbe accompagnata a casa e sarebbe seguito un approccio. Alla data riportata sul documento, la ragazzina era ancora quindicenne. «Il maestro – afferma l'avvocato Benedetto Bonomo, che assiste tre delle ragazze parte offesa – collocava quell'evento più in là nel tempo. Questo documento – sostiene – rende non più attendibile nel complesso la sua ricostruzione dei fatti».
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Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

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da L'eco di Bergamo

Paladina: muore spalando la neve. Cadute sul ghiaccio, interviene il 118

È morto, fulminato da un infarto, mentre stava spalando la neve che era caduta sul vialetto davanti a casa. È accaduto alla frazione Sombreno di Paladina venerdì mattina. Molte anche le cadute a causa del terreno scivoloso: sette gli interventi delle ambulanze. La vittima è Valentino Tiraboschi: 61 anni, abitava a Sombreno in via Roma. Intorno alle 10 era uscito di casa per liberare un po' il vialetto. Probabilmente lo sforzo è stato eccessivo per il suo cuore già sofferente. All'improvviso si è accasciato con un fortissimo dolore al petto.

Hanno cercato di soccorrerlo i familiari, che hanno chiesto aiuto anche al medico di famiglia. Il dottore ha raggiunto la casa, e poco più tardi è arrivata anche l'ambulanza inviata dal 118 di Bergamo. Purtroppo per Valentino Tiraboschi non c'è stato più nulla da fare. I medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso. La salma è già stata riconsegnata alla famiglia: i funerali verranno celebrati lunedì pomeriggio alle 14,30 nella chiesa parrocchiale di Paladina. Numerose anche le chiamate al 118 per cadute avvenute principalmente per strada o lungo i marciapiedi: le ambulanze sono dovute accorrere a Seriate alle 9, a Carobbio alle 9,15, a Zogno alle 9,25, a Ponteranica alle 11,35, a Bergamo in via Borgo Palazzo alle 11,50, a Fornovo alle 11,52, di nuovo in via Borgo Palazzo alle 12,25.
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Ricoveri falsi»: assolti i 4 pediatri

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da L'Eco di Bergamo

Ricoveri falsi»: assolti i 4 pediatri

San Giovanni Bianco - Più di cento testimoni a processo, più di due anni di dibattimento in primo grado. E ora, a sette anni e mezzo dall'inizio dell'indagine, la Corte d'appello ha pronunciato la sentenza di assoluzione, perché il fatto non sussiste, nei confronti di quattro medici del reparto di pediatria dell'ospedale di San Giovanni Bianco. Si tratta del primario Fabio Salvioni, 66 anni; Cristina Ghisalberti, 50 anni, ora diventata pediatra di base; Teresa Vizzi, 44 anni, trasferitasi in una struttura del Milanese; e Ornella Marangoni, 46 anni, che continua a lavorare a San Giovanni Bianco.

Contestati 89 casi
Erano accusati di falso e truffa perché, stando alle accuse, non avrebbero registrato le temporanee assenze dei bimbi che passavano la notte a casa e non in ospedale. Ottantanove i casi contestati dalla Procura, in un periodo che andava dal 2003 al maggio 2005, ridotti poi alla fine del processo a 16 per Salvioni, 8 per Ghisalberti, e 15 a testa per Marangoni e Vizzi. Al termine del processo di primo grado, nel dicembre di tre anni fa, i quattro erano stati condannati per falso a un anno e quattro mesi con pena sospesa. Il giudice li aveva assolti dal falso riguardante la mancata annotazione sulla cartella clinica, giudicandolo privo di conseguenze e dettato dalla buona fede. La prassi infatti non influiva sullo stato di salute dei piccoli pazienti, né era stata architettata per trarre benefici personali. Si trattava di dimissioni «notturne» ispirate dal buon senso e finalizzate a creare il minore disagio possibile ai piccoli pazienti e alle loro famiglie. Non era pratica diffusa, ma riservata solo ai bimbi meno gravi, con genitori residenti in zona (altrimenti il viaggio di andata e ritorno rischiava di costare troppi disagi), conosciuti e di cui il personale medico si fidava. Di questo parlano i numeri: su 2.742 bambini ricoverati in Pediatria tra l'inizio 2003 e il maggio 2005, solo il 3,75% aveva usufruito del pernottamento a casa. Perché non il day-hospital, allora? Perché per quei tipi di patologia era indicato il ricovero a tempo pieno. Il giudice aveva, però, ritenuto quattro dei cinque imputati responsabili dell'omessa registrazione dei permessi per l'uscita notturna sulle Sdo (Schede di dimissioni ospedaliere), che sono cartelle di rendicontazione e che avrebbero potuto influire sullo stanziamento di fondi.

Non c'è truffa
I quattro, già in primo grado, erano stati assolti dalla truffa perché non si erano dimostrati danni erariali, così come stabilito anche dalla Corte dei conti. Era invece stato assolto da tutte le accuse, già al primo processo, un altro medico del reparto, Eugenio Cipolletta, difeso dall'avvocato Marco Decobelli. Nei giorni scorsi la Corte d'appello di Brescia ha smontato anche il residuo impianto accusatorio riconosciuto in primo grado, ritenendo non sussistenti i fatti. Reati, che tra l'altro, erano già caduti in prescrizione. Pronunciando l'assoluzione nel merito, i giudici di secondo grado, affermano gli avvocati Claudia Zilioli e Mauro Angarano, difensori di Salvioni, «hanno scelto la via meno comoda», «accogliendo la tesi che la difesa aveva sostenuto fin dall'inizio del procedimento, e cioè che non vi erano falsi nella redazione delle cartelle cliniche, che i ricoveri si erano protratti per il tempo indicato e che i medici avevano rilasciato dei permessi, in pazienti pediatrici a rischio clinico moderato, di ritornare (specie la notte) nella propria abitazione».

«Sempre a favore dei bimbi»
«In questo processo - proseguono Zilioli e Angarano - è parso che il mondo della giustizia fosse incapace di comprendere il funzionamento di un ospedale quale quello di San Giovanni Bianco e le finalità di attuare una medicina vicina alle esigenze degli utenti, in un territorio particolare, in linea con le indicazioni provenienti dalle linee guida delle associazioni scientifiche». «Ai genitori dei piccoli pazienti è sempre piaciuto come funzionava il reparto - osserva l'avvocato Fabrizio Losito, difensore di Marangoni e Vizzi -. I medici erano finiti a processo per un risvolto burocratico, con l'impianto accusatorio che alla fine è stato smontato. Con questa sentenza è stata restituita dignità e onore a dei medici che hanno lavorato in tutti questi anni per il bene dei nostri figli». L'avvocato Emilio Gueli, che assisteva Ghisalberti, chiosa: «L'esito di questa vicenda è stato quello ipotizzato fin dall'inizio dalle difese. Non c'è nessun reato e finalmente qualcuno ne ha preso atto. Dopo tutti questi anni la Corte d'appello ha preso la decisione giusta. Ma l'esito favorevole della vicenda non è che può cancellare le sofferenze patite dagli imputati».
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Atti sessuali con giovani alunne, al maestro di sci 2 anni

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da L'Eco di Bergamo

Atti sessuali con giovani alunne, al maestro di sci 2 anni e 4 mesi

Due anni e 4 mesi. È questa la condanna per il maestro di sci della media Valle Brembana, 37 anni, accusato di atti sessuali con quattro ragazze che, all'epoca dei fatti, erano minorenni. La sentenza del gup Tino Palestra è arrivata nella mattinata di mercoledì 19 dicembre: il maestro di sci è stato ritenuto colpevole di atti sessuali solo su una delle quattro ragazze. Per gli altri tre casi è stato assolto. L'indagine partì dalla denuncia del padre di una delle ragazze. Secondo le accuse il maestro avrebbe avuto relazioni con quattro baby allieve di due sci club (non brembani) in un periodo compreso fra il 2003 e il 2009. Non ci fu violenza: le ragazzine sarebbero state consenzienti. Ma secondo il pm il comportamento del maestro di sci configurerebbe il reato di atti sessuali con minorenni. La legge infatti punisce chi compie atti sessuali con persone che, al momento del fatto, non hanno compiuto i 14 anni, o addirittura i 16 se il responsabile è persona a cui «per ragioni di cura, educazione, istruzione, vigilanza o custodia, il minore è affidato». Proprio come il maestro di sci, secondo la visione della pubblica accusa. Per il pm all'epoca dei fatti contestati le quattro ragazzine erano tutte di età inferiore ai 16 anni. Una di loro avrebbe avuto rapporti antecedenti al quattordicesimo anno di età.

Il maestro di sci, assistito dall'avvocato Andrea Pezzotta, non ha mai negato le relazioni e neppure gli atti sessuali. Il legale però aveva chiesto l'assoluzione del suo assistito. Quanto alla ragazzina che sarebbe stata ancora tredicenne all'epoca dei fatti, la difesa ha sostenuto che la datazione dei rapporti sessuali sarebbe errata: «Aveva già compiuto i 14». Tutte e quattro, dunque, avrebbero avuto fra i i 14 e i 16 anni.
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Sasso piomba sull'auto con bimba. Paura a Olmo al Brembo

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da L'Eco di Bergamo di Silvia Salvi

Sasso piomba sull'auto con bimba. Paura a Olmo al Brembo

Olmo al Brembo - Una scarica di sassi dalla parete rocciosa è piombata sulla loro auto rompendo un finestrino. Fortunatamente se la sono cavata solo con un grande spavento, ma le conseguenze potevano essere ben più gravi. L'incidente si è verificato verso le 15,30, sulla strada provinciale 1 all'altezza della chiesetta della Madonna dei Campelli, approssimativamente proprio dove, solo pochi mesi fa, ci fu uno smottamento ben più grosso. Fortunatamente nessun ferito ma tanta tanta paura per gli occupanti della vettura, una famiglia di Dalmine. Uno dei massi precipitati dal fianco della montagna è finito su una Renault Clio frantumando il finestrino di destra all'altezza dei sedili posteriori. Grande spavento soprattutto per la bimba che viaggiava nel seggiolino sul sedile posteriore di sinistra. L'auto dopo la scarica di pietre ha potuto riprendere la marcia, ma non prima di aver segnalato la frana. Sul posto infatti è arrivata una pattuglia dei carabinieri di San Giovanni Bianco per effettuare i rilievi del caso e gli operai della Provincia per la rimozione del materiale franato. Sempre nella stessa zona lo scorso ottobre si era verificata una frana di ben più grosse dimensioni. In quel caso la provinciale era rimasta chiusa per diversi giorni per permettere la bonifica della zona e la posa di reti paramassi. «L'ultima volta fortunatamente lo smottamento non aveva investito alcun passante – spiega il vicesindaco di Olmo al Brembo, Carmelo Goglio – ma soltanto perché qualcuno doveva aver "guardato giù". Mi spiace che questa volta dei sassi siano finiti su un'auto in transito. Spero che ora si pensi a sistemare definitivamente quella parete».
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Camerata Cornello, presepe razziato, rubati San Giuseppe

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Camerata Cornello, presepe razziato, rubati San Giuseppe e la Madonna

Camerata Cornello - Amara sorpresa a Natale per i fedeli della parrocchia di Santa Maria Assunta a Camerata Cornello. La capanna allestita, come ogni anno, dalla parrocchia, all'esterno della chiesa, è stata derubata dalle statue di Maria e San Giuseppe. Ignoti, sembra proprio qualche ora prima della Messa di mezzanotte, hanno infatti prelevato dalla capanna di legno le statue posizionate dal parroco. La razzia della «Sacra Famiglia» ha risparmiato solo Gesù Bambino che, non essendo ancora scoccata la Mezzanotte, non era stato messo tra Maria e San Giuseppe. Poco dopo mezzogiorno della vigilia di Natale pare che le statue fossero presenti, mentre già nel primo pomeriggio qualcuno ha notato la loro assenza. Il furto, quindi, sarebbe avvenuto in pieno giorno. Durante la Messa di Mezzanotte l'amara sorpresa per tutti i fedeli. E durante la funzione religiosa il Bambin Gesù è rimasto in chiesa, visto che Maria e San Giuseppe mancavano. Ora resta solo la capanna di legno vuota, coperta dai rami degli alberi. Nell'attesa che i ladri si ravvedano e restituiscano le statue alla comunità.
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Re: News - Cronaca dalla Valle Brembana

Messaggio da imanz01a »

Vorrei esprimere tutto il mio sdegno per il vergognoso gesto del presepe razziato a Camerata Cornello.
Premetto che non sono un assiduo frequentatore della chiesa, ciononostante di fronte a certe bassezze davvero non riesco a non rimanere basito.
"Riportatelo a casa, per favore"
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Attraversa sulle strisce Pedone investito a Zogno

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da L'Eco di Bergamo di Silvia Salvi

Attraversa sulle strisce Pedone investito a Zogno

Zogno - Un pensionato di Zogno è stato investito ieri sera sulle strisce pedo- nali, mentre attraversava la strada provinciale ex statale 470 della Valle Brembana, a pochi metri da casa. E' successo intorno alle 19,30 in via Battisti, all'altezza del civico 14. R. C., queste le iniziali dell'uomo, stava attraversando la strada sulle strisce tracciate all'altezza del negozio di articolo casalinghi Munsè, dal lato della banca a quello dell'edicola e dei casalinghi, quando è stato investito da un'auto che sopraggiungeva dall'alta valle. L'uomo è stato sbalzato sul parabrezza, sul lato passeggero. Al volante dell'auto, una Wolkswagen Passat, c'era A. A., classe 1966 di Milano, al rientro da una giornata trascorsa in montagna con la moglie e i due figli di 8 e 12 anni, che ieri alle 19,30 si trovavano in auto con lui. Sul luogo dell'incidente avvenuto tra l'altro nel pieno delle code dovute al rientro di gitanti e villeggianti, che si sono protratte per tutta la serata sono intervenuti i carabinieri del nucleo radiomobile di Zogno e i mezzi del 118. Il sessantottenne, che era cosciente quando i soccorritori sono giunti sul posto, E' stato portato al policlinico di Ponte San Pietro: inizialmente caricato sull'autolettiga in codice rosso, una volta giunto in ospedale le sue condizioni sono apparse meno serie e non dovrebbe essere in pericolo di vita. E' stato medicato e sottoposto agli esami diagnostici del caso. Il traffico, è rallentato a causa degli incolonnamenti, si è ulteriormente congestionato. Nel tratto di strada teatro dell'investimento di ieri, subito dopo la curva (per chi viene dall'alta valle) all'altezza delle Manifatture, gia' in passato si erano verificati incidenti, anche ai danni di pedoni.
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Rogo a Oltre il Colle, 8 fuori casa, brucia la mansarda

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da L'Eco di Bergamo

Rogo a Oltre il Colle, 8 fuori casa, brucia la mansarda di Ghinzani

Una casa completamente distrutta e inagibile e una mansarda, utilizzata come seconda casa, fuori uso. È questo il bilancio del grave incendio scoppiato nella mattinata di lunedì 14 gennaio a Oltre il Colle, nel centro del paese. Il rogo è scoppiato intorno alle 10 e ha distrutto il tetto di una vecchia casa di via Roma. All'interno due famiglie, in tutto 8 persone, che sono dovute uscire delle loro abitazioni. A rischio anche il negozio di frutta e verdura al piano terra della palazzina. Le fiamme, molto violente, hanno intaccato anche una mansarda che si trova accanto alla casa bruciata ed è di proprietà del noto pilota Piercarlo Ghinzani che l'aveva ristrutturata di recente. Ancora non si conoscono le cause che hanno provocato il rogo, sul posto cinque squadre dei vigili del fuoco di Clusone, Gazzaniga, Zogno e Bergamo.
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