
Villa d'Almè Dalmine - Tangenziale Sud di Bergamo
- alvin 51
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Re: Villa d'Almè Dalmine - Tangenziale Sud di Bergamo
che dire se non "ottime notizie" ricordando sempre l' importanza di questo tratto o meglio percorso, di cui si sente il bisogno, già da tempo, quindi si spera che no subentrino ulteriori intoppi, al fine di vedere conclusa l' opera con tutti i suoi vantaggi, a livello di circolazione e comunicazione! 

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Re: Villa d'Almè Dalmine - Tangenziale Sud di Bergamo
Provincia di Bergamo
EX SS 470 dir diramazione Valle Brembana
Per lavori costruzione Tangenziale Sud Lotto I - Stralcio I - Tratto II, senso unico alternato a #Valbrembo, #Mozzo e #Curno dal km 2+800 al km 7+800 dal 6 al 10 luglio dalle ore 10 alle ore 15 per tratti di lunghezza massima non superiore a 300 metri.
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Per lavori costruzione Tangenziale Sud Lotto I - Stralcio I - Tratto II, senso unico alternato a #Valbrembo, #Mozzo e #Curno dal km 2+800 al km 7+800 dal 6 al 10 luglio dalle ore 10 alle ore 15 per tratti di lunghezza massima non superiore a 300 metri.
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Re: Villa d'Almè Dalmine - Tangenziale Sud di Bergamo
''La nostra viabilità è da terzo mondo, la Paladina-Villa d'Almè va inserita nel piano Italia Veloce'', l'appello di S.Pellegrino e Zogno
Quella della Tangenziale Sud di Bergamo è una storia travagliata, lunga ben 15 anni. Divisa in tre lotti di costruzione, di particolare interesse per il nostro territorio è quello che riguarda il tratto da Paladina a Villa d'Almè, il cui completamento è una battaglia portata avanti da tempo dalle Amministrazioni Comunali e dalle Comunità Montane di Valle Brembana e Valle Imagna e che, nel corso degli anni, ha visto numerosi rinvii, investimenti monetari e solleciti.
Così il sindaco di San Pellegrino Terme Vittorio Milesi, il vicesindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti e le rispettive Amministrazioni Comunali hanno inviato una nuova richiesta, indirizzata alle autorità, per valutare la possibilità dell'inserimento del finanziamento dell'opera nel piano “Italia Veloce”, il piano di investimenti per il rilancio dell'economia a firma del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“Abbiamo accolto con grande fiducia e speranza la recente dichiarazione di disponibilità della Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti on. Paola De Micheli – si afferma nel documento – e vogliamo pertanto confidare che questa attenzione e sensibilità possano essere concretamente assicurate anche alle realtà delle Valli Brembana e Imagna attraverso la realizzazione a cura di Anas Spa del 3° lotto Paladina-Villa d’Almè della tangenziale sud, nei tempi più brevi possibili, seguendo l’esempio e le procedure sperimentate nella ricostruzione del Ponte di Genova”.
La storia della Tangenziale Sud – La prima sottoscrizione di un Protocollo d'Intesa fra MIT, Regione Lombardia e Provincia di Bergamo per la sua realizzazione risale al 2005, mentre l'anno successivo viene sottoscritta una convenzione fra Anas Spa e la Provincia che prevedeva un finanziamento di 150 milioni di euro per l'opera divisa in tre lotti. Il primo riguarda il tratto da Zanica a Stezzano, realizzato da Anas e aperto al traffico nel 2015, il secondo da Treviolo a Paladina, i cui lavori sono attualmente in corso a cura della Provincia, ed infine il terzo, la Paladina – Villa d'Almè, la cui progettazione definitiva a cura della Provincia si trova in fase di definizione.
Tuttavia, a mancare sono proprio i finanziamenti per questo ultimo lotto, di “vitale importanza per lo sviluppo dei territori della Valle Brembana e della Valle Imagna che vivono da anni una condizione di pesante difficoltà, emarginazione ed emergenza occupazionale, aggravate proprio dal permanere di una viabilità da terzo mondo”.
Numerosi i solleciti che si sono susseguiti negli anni. Uno di questi il documento sottoscritto nel 2016 da 52 sindaci dei Comuni interessati di entrambe le Valli e dai due Presidenti delle Comunità Montane, più le note di Confindustria Bergamo sottoscritta da 23 Aziende del territorio. Nel 2017, Regione Lombardia, Anas Spa e Provincia hanno ribadito che la realizzazione dell'opera è prioritaria, confermando l'impegno al finanziamento della progettazione definitiva.
Il tracciato interessato si sviluppa per circa 6,3 chilometri, dallo svincolo di Valbrembo a quello di Villa d'Almè nord – verso Botta di Sedrina, dove si raccorderebbe con il viadotto già esistente. Di questi circa 6 chilometri, il 75% è in galleria (ovvero 4,8 chilometri), suddivisi per 150 metri nelle gallerie artificiali di Valbrembo e Sombreno, 1,25 chilometri quella naturale di Sombreno e 3,4 quella di Villa d'Almè. Il resto del percorso è in “trincea”, ovvero uno scavo nel terreno per mitigare l'impatto ambientale: 1.500 metri, dei quali 2/3 (ovvero 1 chilometro) nella piana di Petosino, che costa da sola 50 milioni di euro a causa del delicato intervento di natura idrogeologica che pesa sui costi finali.
Costi che, nel tempo, sono lievitati. Dai 90 milioni di euro iniziali del 2006 fino all'ultimo progetto definitivo, presentato dalla Provincia agli Amministratori: ben 420 milioni di euro quelli stimati. L'importo a base d'asta è di 285 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 61 milioni e 520 mila euro di spese accessorie, che portano il totale a 346 milioni e 520 mila euro. Aggiunta l'IVA, il prezzo finale supera i 420 milioni.
“Alla luce della situazione di grave crisi economica che stiamo vivendo a seguito dell’emergenza sanitaria che ha ulteriormente acuito in termini drammatici le già critiche condizioni preesistenti – sottolineano gli Amministratori – riteniamo doveroso chiedere e sollecitare un supplemento di attenzione e di sensibilità in particolare per le aree montane della Valli Brembana e Imagna che rischiano il definitivo tracollo”.
“La sollecitazione dei sindaci nei confronti del Governo è assolutamente sinergica all'attività fatta dai Consiglieri Regionali, dalla Provincia e da parte dei nostri Parlamentari del territorio verso un'esigenza che ormai non è più prorogabile – afferma Demis Todeschini, Consigliere Provinciale – Ed è quella di avere un percorso che sia fluido e valido verso le nostre Valli Brembana e Imagna, che proprio alla luce dell'emergenza Covid che ha duramente colpito la bergamasca, si spera che ci sia l'esigenza ancor più sentita di un rilancio economico.
Questo rilancio può passare solo attraverso delle infrastrutture che siano all'altezza delle Aziende, il fiore all'occhiello del territorio, dei nostri cittadini, che vivono quotidianamente il disagio del traffico, e dei nostri turisti, che visitano le nostre valli. È una grande occasione, è il momento buono per fare veramente un po' squadra attorno a questa progettualità per la quale servono tanti soldi e servono soprattutto delle tempistiche molto accorciate. Anche io, come Consigliere Provinciale, ho sempre tenuto a cuore quest'opera, mi sono attivato nei confronti di alcuni Parlamentari verso la tematica e quindi ben venga la sollecitazione del territorio, perché ormai non possiamo aspettare ulteriormente quest'opera”.
Le condizioni della viabilità, specialmente in Valle Brembana, sono un nodo che da tempo gli Amministratori cercano di sciogliere. “Per queste ragioni – concludono gli Amministratori – chiediamo con forza e determinazione che l'opera venga inserita nel Piano, nella convinzione che la risoluzione del problema della viabilità continua ad essere l'elemento decisivo per restituire il coraggio di ricominciare e di resistere alle popolazioni e alle Aziende che operano su questo territorio montano sempre più emarginato ed impoverito dalle emergenze di varia natura che si sono susseguite negli anni, trovando nell'indecente condizione delle strade l'ostacolo insormontabile ad ogni possibilità e concreta prospettiva di sviluppo”.
La Voce delle Valli
Quella della Tangenziale Sud di Bergamo è una storia travagliata, lunga ben 15 anni. Divisa in tre lotti di costruzione, di particolare interesse per il nostro territorio è quello che riguarda il tratto da Paladina a Villa d'Almè, il cui completamento è una battaglia portata avanti da tempo dalle Amministrazioni Comunali e dalle Comunità Montane di Valle Brembana e Valle Imagna e che, nel corso degli anni, ha visto numerosi rinvii, investimenti monetari e solleciti.
Così il sindaco di San Pellegrino Terme Vittorio Milesi, il vicesindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti e le rispettive Amministrazioni Comunali hanno inviato una nuova richiesta, indirizzata alle autorità, per valutare la possibilità dell'inserimento del finanziamento dell'opera nel piano “Italia Veloce”, il piano di investimenti per il rilancio dell'economia a firma del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“Abbiamo accolto con grande fiducia e speranza la recente dichiarazione di disponibilità della Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti on. Paola De Micheli – si afferma nel documento – e vogliamo pertanto confidare che questa attenzione e sensibilità possano essere concretamente assicurate anche alle realtà delle Valli Brembana e Imagna attraverso la realizzazione a cura di Anas Spa del 3° lotto Paladina-Villa d’Almè della tangenziale sud, nei tempi più brevi possibili, seguendo l’esempio e le procedure sperimentate nella ricostruzione del Ponte di Genova”.
La storia della Tangenziale Sud – La prima sottoscrizione di un Protocollo d'Intesa fra MIT, Regione Lombardia e Provincia di Bergamo per la sua realizzazione risale al 2005, mentre l'anno successivo viene sottoscritta una convenzione fra Anas Spa e la Provincia che prevedeva un finanziamento di 150 milioni di euro per l'opera divisa in tre lotti. Il primo riguarda il tratto da Zanica a Stezzano, realizzato da Anas e aperto al traffico nel 2015, il secondo da Treviolo a Paladina, i cui lavori sono attualmente in corso a cura della Provincia, ed infine il terzo, la Paladina – Villa d'Almè, la cui progettazione definitiva a cura della Provincia si trova in fase di definizione.
Tuttavia, a mancare sono proprio i finanziamenti per questo ultimo lotto, di “vitale importanza per lo sviluppo dei territori della Valle Brembana e della Valle Imagna che vivono da anni una condizione di pesante difficoltà, emarginazione ed emergenza occupazionale, aggravate proprio dal permanere di una viabilità da terzo mondo”.
Numerosi i solleciti che si sono susseguiti negli anni. Uno di questi il documento sottoscritto nel 2016 da 52 sindaci dei Comuni interessati di entrambe le Valli e dai due Presidenti delle Comunità Montane, più le note di Confindustria Bergamo sottoscritta da 23 Aziende del territorio. Nel 2017, Regione Lombardia, Anas Spa e Provincia hanno ribadito che la realizzazione dell'opera è prioritaria, confermando l'impegno al finanziamento della progettazione definitiva.
Il tracciato interessato si sviluppa per circa 6,3 chilometri, dallo svincolo di Valbrembo a quello di Villa d'Almè nord – verso Botta di Sedrina, dove si raccorderebbe con il viadotto già esistente. Di questi circa 6 chilometri, il 75% è in galleria (ovvero 4,8 chilometri), suddivisi per 150 metri nelle gallerie artificiali di Valbrembo e Sombreno, 1,25 chilometri quella naturale di Sombreno e 3,4 quella di Villa d'Almè. Il resto del percorso è in “trincea”, ovvero uno scavo nel terreno per mitigare l'impatto ambientale: 1.500 metri, dei quali 2/3 (ovvero 1 chilometro) nella piana di Petosino, che costa da sola 50 milioni di euro a causa del delicato intervento di natura idrogeologica che pesa sui costi finali.
Costi che, nel tempo, sono lievitati. Dai 90 milioni di euro iniziali del 2006 fino all'ultimo progetto definitivo, presentato dalla Provincia agli Amministratori: ben 420 milioni di euro quelli stimati. L'importo a base d'asta è di 285 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 61 milioni e 520 mila euro di spese accessorie, che portano il totale a 346 milioni e 520 mila euro. Aggiunta l'IVA, il prezzo finale supera i 420 milioni.
“Alla luce della situazione di grave crisi economica che stiamo vivendo a seguito dell’emergenza sanitaria che ha ulteriormente acuito in termini drammatici le già critiche condizioni preesistenti – sottolineano gli Amministratori – riteniamo doveroso chiedere e sollecitare un supplemento di attenzione e di sensibilità in particolare per le aree montane della Valli Brembana e Imagna che rischiano il definitivo tracollo”.
“La sollecitazione dei sindaci nei confronti del Governo è assolutamente sinergica all'attività fatta dai Consiglieri Regionali, dalla Provincia e da parte dei nostri Parlamentari del territorio verso un'esigenza che ormai non è più prorogabile – afferma Demis Todeschini, Consigliere Provinciale – Ed è quella di avere un percorso che sia fluido e valido verso le nostre Valli Brembana e Imagna, che proprio alla luce dell'emergenza Covid che ha duramente colpito la bergamasca, si spera che ci sia l'esigenza ancor più sentita di un rilancio economico.
Questo rilancio può passare solo attraverso delle infrastrutture che siano all'altezza delle Aziende, il fiore all'occhiello del territorio, dei nostri cittadini, che vivono quotidianamente il disagio del traffico, e dei nostri turisti, che visitano le nostre valli. È una grande occasione, è il momento buono per fare veramente un po' squadra attorno a questa progettualità per la quale servono tanti soldi e servono soprattutto delle tempistiche molto accorciate. Anche io, come Consigliere Provinciale, ho sempre tenuto a cuore quest'opera, mi sono attivato nei confronti di alcuni Parlamentari verso la tematica e quindi ben venga la sollecitazione del territorio, perché ormai non possiamo aspettare ulteriormente quest'opera”.
Le condizioni della viabilità, specialmente in Valle Brembana, sono un nodo che da tempo gli Amministratori cercano di sciogliere. “Per queste ragioni – concludono gli Amministratori – chiediamo con forza e determinazione che l'opera venga inserita nel Piano, nella convinzione che la risoluzione del problema della viabilità continua ad essere l'elemento decisivo per restituire il coraggio di ricominciare e di resistere alle popolazioni e alle Aziende che operano su questo territorio montano sempre più emarginato ed impoverito dalle emergenze di varia natura che si sono susseguite negli anni, trovando nell'indecente condizione delle strade l'ostacolo insormontabile ad ogni possibilità e concreta prospettiva di sviluppo”.
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Re: Villa d'Almè Dalmine - Tangenziale Sud di Bergamo
Questo progetto del terzo lotto mi lascia troppo perplesso per la sua inattuabilità!



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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
Re: Villa d'Almè Dalmine - Tangenziale Sud di Bergamo
Perché inattuabile (non conosco bene la zona)?
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Re: Villa d'Almè Dalmine - Tangenziale Sud di Bergamo
Treviolo-Paladina, lavori in ritardo
La carreggiata in trincea si è allagata
L’acqua proviene dalle colline e da una vasca di sollevamento. La Vitali: «Sospeso l’arrivo dei prefabbricati per la galleria numero tre»
Ancora problemi per la Treviolo-Paladina, tratto in costruzione della tangenziale sud di Bergamo. Da giorni si è bloccata a Valbrembo una parte del cantiere per la realizzazione della carreggiata in trincea, lunga 1,5 chilometri sui cinque totali della nuova strada. E il motivo è che si è allagata a causa delle intense piogge di questi giorni e delle acque bianche e nere (ossia fognarie) fuoriuscite da una vasca di sollevamento di Uniacque che si affaccia proprio sulla scavo. La Vitali, l’azienda di Cisano che ha in mano l’importante appalto da 44 milioni di euro, si è così vista costretta a chiudere circa 300 metri di cantiere, anche per motivi di sicurezza: le sponde dello scavo, infatti, essendo pregne d’acqua, sono altamente franabili. Ciò potrebbe avere ripercussioni sui tempi di realizzazione di un’opera che di problemi, in passato, ne ha già avuti diversi: «Il fatto negativo - affermano dalla Vitali - è che era stato previsto l’arrivo sul cantiere dei prefabbricati della galleria numero tre da montare per il 10 ottobre. Ora, ovviamente, abbiamo dovuto sospendere il tutto».
La Provincia, che è l’ente appaltatore dell’opera (interamente finanziata da Anas) è invece convinta, come afferma il responsabile dell’area Viabilità, Edilizia e Trasporti Pierluigi Assolari, che il ritardo «potrà essere tranquillamente assorbito: nel frattempo la Vitali sta lavorando in altre parti del cantiere». Perché si riesca a fare ciò, però, deve smettere di piovere e bisogna riuscire ad «asciugare» la parte del cantiere in trincea allagata. Nei giorni scorsi in merito ci sono stati diversi incontri, sopralluoghi, scambi di mail fra Provincia, Vitali, Uniacque e la direzione lavori. Una soluzione è stata trovata ma potrà essere messa in pratica solo all’inizio della prossima settimana quando le previsioni metereologiche danno bel tempo. Alla Vitali verrà chiesto di pompare fuori l’acqua che è causa dell’allagamento e di scaricarla in un apposito scatolare collegato, in via eccezionale, in un punto più a valle della rete fognaria gestita da Uniacque che smaltirà quindi poi gradualmente il tutto: «Ciò ovviamente - spiega ancora Assolari - comporterà dei costi aggiuntivi che verranno assorbiti in parte dalla Provincia e in parte da Uniacque responsabile della vasca di sollevamento da cui c’è stata la fuoriuscita». Vasca che la società di gestione del servizio idrico integrato, come ha comunicato a Via Tasso, ha questa settimana provveduto a sigillare e sulla quale sta effettuando ulteriori controlli per scongiurare il rischio di nuove fuoriuscite: «È comunque evidente - afferma il direttore tecnico della società Stefano Sebastio - che gran parte dell’acqua che ha allagato il cantiere sia di origine piovana e provenga dalla vicina zona collinare».
Sulla stessa linea il presidente Paolo Franco secondo cui «Il nostro contributo all’allargamento di martedì è stato marginale. E mercoledì mattina lo abbiamo risolto, salvo un trafilamento dal fondo. Quell’acqua arriva da tutto il bacino scolante. C’era in parte già prima delle forti piogge a causa delle quali si è poi incrementata. La zona idraulicamente è molto critica: infatti c’è un vecchio studio di regolazione del consorzio di bonifica che prevedeva proprio in quel punto una vasca di laminazione». Per la Vitali, invece, gran parte del problema sarebbe stato risolto «se, come avevamo richiesto inizialmente, la vasca fosse stata spostata come fatto per le altre interferenze». Interesse, comunque, ora di tutte le parti coinvolte è che questa nevralgica parte del cantiere della Treviolo-Paladina
L'eco di Bergamo
La carreggiata in trincea si è allagata
L’acqua proviene dalle colline e da una vasca di sollevamento. La Vitali: «Sospeso l’arrivo dei prefabbricati per la galleria numero tre»
Ancora problemi per la Treviolo-Paladina, tratto in costruzione della tangenziale sud di Bergamo. Da giorni si è bloccata a Valbrembo una parte del cantiere per la realizzazione della carreggiata in trincea, lunga 1,5 chilometri sui cinque totali della nuova strada. E il motivo è che si è allagata a causa delle intense piogge di questi giorni e delle acque bianche e nere (ossia fognarie) fuoriuscite da una vasca di sollevamento di Uniacque che si affaccia proprio sulla scavo. La Vitali, l’azienda di Cisano che ha in mano l’importante appalto da 44 milioni di euro, si è così vista costretta a chiudere circa 300 metri di cantiere, anche per motivi di sicurezza: le sponde dello scavo, infatti, essendo pregne d’acqua, sono altamente franabili. Ciò potrebbe avere ripercussioni sui tempi di realizzazione di un’opera che di problemi, in passato, ne ha già avuti diversi: «Il fatto negativo - affermano dalla Vitali - è che era stato previsto l’arrivo sul cantiere dei prefabbricati della galleria numero tre da montare per il 10 ottobre. Ora, ovviamente, abbiamo dovuto sospendere il tutto».
La Provincia, che è l’ente appaltatore dell’opera (interamente finanziata da Anas) è invece convinta, come afferma il responsabile dell’area Viabilità, Edilizia e Trasporti Pierluigi Assolari, che il ritardo «potrà essere tranquillamente assorbito: nel frattempo la Vitali sta lavorando in altre parti del cantiere». Perché si riesca a fare ciò, però, deve smettere di piovere e bisogna riuscire ad «asciugare» la parte del cantiere in trincea allagata. Nei giorni scorsi in merito ci sono stati diversi incontri, sopralluoghi, scambi di mail fra Provincia, Vitali, Uniacque e la direzione lavori. Una soluzione è stata trovata ma potrà essere messa in pratica solo all’inizio della prossima settimana quando le previsioni metereologiche danno bel tempo. Alla Vitali verrà chiesto di pompare fuori l’acqua che è causa dell’allagamento e di scaricarla in un apposito scatolare collegato, in via eccezionale, in un punto più a valle della rete fognaria gestita da Uniacque che smaltirà quindi poi gradualmente il tutto: «Ciò ovviamente - spiega ancora Assolari - comporterà dei costi aggiuntivi che verranno assorbiti in parte dalla Provincia e in parte da Uniacque responsabile della vasca di sollevamento da cui c’è stata la fuoriuscita». Vasca che la società di gestione del servizio idrico integrato, come ha comunicato a Via Tasso, ha questa settimana provveduto a sigillare e sulla quale sta effettuando ulteriori controlli per scongiurare il rischio di nuove fuoriuscite: «È comunque evidente - afferma il direttore tecnico della società Stefano Sebastio - che gran parte dell’acqua che ha allagato il cantiere sia di origine piovana e provenga dalla vicina zona collinare».
Sulla stessa linea il presidente Paolo Franco secondo cui «Il nostro contributo all’allargamento di martedì è stato marginale. E mercoledì mattina lo abbiamo risolto, salvo un trafilamento dal fondo. Quell’acqua arriva da tutto il bacino scolante. C’era in parte già prima delle forti piogge a causa delle quali si è poi incrementata. La zona idraulicamente è molto critica: infatti c’è un vecchio studio di regolazione del consorzio di bonifica che prevedeva proprio in quel punto una vasca di laminazione». Per la Vitali, invece, gran parte del problema sarebbe stato risolto «se, come avevamo richiesto inizialmente, la vasca fosse stata spostata come fatto per le altre interferenze». Interesse, comunque, ora di tutte le parti coinvolte è che questa nevralgica parte del cantiere della Treviolo-Paladina
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Treviolo-Paladina allagata
La Provincia rivede il progetto
Allo studio la revisione delle vasche di raccolta della pioggia. Ora si dovranno aspirare sette milioni di litri di acqua. Si allungano i tempi.
L’allagamento della Treviolo-Paladina, tratto in costruzione della tangenziale sud di Bergamo, preoccupa la Provincia al lavoro per aggiustare il progetto, dopo quanto si è verificato a Valbrembo: 300 metri di cantiere in trincea, scavata nella piana del paese per la costruzione di una delle quattro gallerie della nuova strada, sono stati invasi dall’acqua piovana e, in parte minore, dall’acqua proveniente da una vicina vasca di sollevamento (un troppo pieno). La vasca è stata sigillata e il problema quindi è stato risolto, non è così invece per il problema delle piogge. La piana di Valbrembo è infatti una zona critica dal punto di vista idrogeologico perché raccoglie le acque piovane non drenate dal terreno, provenienti dalla zona precollinare a nord. Il progetto della Treviolo-Paladina prevede sistemi di pompe idrauliche e vasche di raccolta per scongiurare rischi di allagamento.
«Ma questi sistemi – spiegano dalla Vitali spa di Cisano, l’impresa che sta eseguendo i lavori – sono tarati sulla quantità di acqua piovana che potrebbe riversarsi sulla parte di asfalto non coperta della strada, 52 mila metri quadri, e non certo su quella proveniente dalle circostanti superfici non drenanti, di tre, quattro volte superiore». Il problema è noto in Via Tasso, dove si stava approfondendo la questione piana e rischio allagamenti ancora prima che il cantiere della parte in trincea della strada in costruzione si allagasse. Segnalazioni in merito erano arrivate anche dal consigliere di minoranza (ed ex sindaco) di Valbrembo, Gianleo Bertrand Beltramelli sia prima che dopo l’allagamento. «Già da questa estate – spiega Pierluigi Assolari, responsabile dell’area Viabilità, Edilizia e Trasporti di Via Tasso – in coordinamento con la direzione lavori stiamo effettuando approfondite analisi, con carotaggi fino a 30 metri, che ci hanno dimostrato come il terreno circostante il cantiere della Treviolo-Paladina abbia degli strati drenanti molti diversi a poca distanza l’uno dall’altro. Proteggere la futura nuova strada da qualsiasi allagamento è una priorità. Al progetto dovranno essere apportate alcune modifiche per quanto riguarda la portata delle vasche di raccolta e la capacità delle pompe di drenaggio che dovranno ovviamente essere maggiorate».
Intanto ora c’è da aspirare l’acqua che si è accumulata nel cantiere del tratto in trincea, circa sette milioni di litri. La Vitali, al momento impegnata lungo altri tratti del cantiere, dovrà aspirarla e scaricarla nella rete di Uniacque e poi dovrà procedere a rimuovere circa 20 centimetri dello strato di terra sottostante ritenuto ormai compromesso. Questo comporterà un mese di ritardo rispetto al cronoprogramma stabilito.
La Provincia, comunque, auspica che l’impresa di Cisano possa recuperare il tempo perso. L’obiettivo è concludere l’intera opera entro l'autunno del prossimo anno.
L'eco di Bergamo
La Provincia rivede il progetto
Allo studio la revisione delle vasche di raccolta della pioggia. Ora si dovranno aspirare sette milioni di litri di acqua. Si allungano i tempi.
L’allagamento della Treviolo-Paladina, tratto in costruzione della tangenziale sud di Bergamo, preoccupa la Provincia al lavoro per aggiustare il progetto, dopo quanto si è verificato a Valbrembo: 300 metri di cantiere in trincea, scavata nella piana del paese per la costruzione di una delle quattro gallerie della nuova strada, sono stati invasi dall’acqua piovana e, in parte minore, dall’acqua proveniente da una vicina vasca di sollevamento (un troppo pieno). La vasca è stata sigillata e il problema quindi è stato risolto, non è così invece per il problema delle piogge. La piana di Valbrembo è infatti una zona critica dal punto di vista idrogeologico perché raccoglie le acque piovane non drenate dal terreno, provenienti dalla zona precollinare a nord. Il progetto della Treviolo-Paladina prevede sistemi di pompe idrauliche e vasche di raccolta per scongiurare rischi di allagamento.
«Ma questi sistemi – spiegano dalla Vitali spa di Cisano, l’impresa che sta eseguendo i lavori – sono tarati sulla quantità di acqua piovana che potrebbe riversarsi sulla parte di asfalto non coperta della strada, 52 mila metri quadri, e non certo su quella proveniente dalle circostanti superfici non drenanti, di tre, quattro volte superiore». Il problema è noto in Via Tasso, dove si stava approfondendo la questione piana e rischio allagamenti ancora prima che il cantiere della parte in trincea della strada in costruzione si allagasse. Segnalazioni in merito erano arrivate anche dal consigliere di minoranza (ed ex sindaco) di Valbrembo, Gianleo Bertrand Beltramelli sia prima che dopo l’allagamento. «Già da questa estate – spiega Pierluigi Assolari, responsabile dell’area Viabilità, Edilizia e Trasporti di Via Tasso – in coordinamento con la direzione lavori stiamo effettuando approfondite analisi, con carotaggi fino a 30 metri, che ci hanno dimostrato come il terreno circostante il cantiere della Treviolo-Paladina abbia degli strati drenanti molti diversi a poca distanza l’uno dall’altro. Proteggere la futura nuova strada da qualsiasi allagamento è una priorità. Al progetto dovranno essere apportate alcune modifiche per quanto riguarda la portata delle vasche di raccolta e la capacità delle pompe di drenaggio che dovranno ovviamente essere maggiorate».
Intanto ora c’è da aspirare l’acqua che si è accumulata nel cantiere del tratto in trincea, circa sette milioni di litri. La Vitali, al momento impegnata lungo altri tratti del cantiere, dovrà aspirarla e scaricarla nella rete di Uniacque e poi dovrà procedere a rimuovere circa 20 centimetri dello strato di terra sottostante ritenuto ormai compromesso. Questo comporterà un mese di ritardo rispetto al cronoprogramma stabilito.
La Provincia, comunque, auspica che l’impresa di Cisano possa recuperare il tempo perso. L’obiettivo è concludere l’intera opera entro l'autunno del prossimo anno.
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Re: Villa d'Almè Dalmine - Tangenziale Sud di Bergamo
ci sono novità?
stanno lavorando alla strada o sono fermi?
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Re: Villa d'Almè Dalmine - Tangenziale Sud di Bergamo
Si, stanno lavorando, ma senza fretta, il tutto procede molto tranquillamente e chissà se i tempi verranno rispettati...
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